Didattica a distanza: a che punto siamo?

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E’ passato più di un mese ormai dalla chiusura della scuola e la didattica a distanza è stata avviata ormai in tutti gli istituti, di ogni ordine e grado. Ma come sta andando quella che è sembrata una sfida enorme per la scuola italiana?

Iniziamo dai dati riportati nell’editoriale de “Il Sole 24 ore” del 9 marzo 2020 che prende in analisi l’attuazione del Piano nazionale scuola digitale avviato dalla Buona Scuola del 2015. Il numero di istituti che comunicano online con le famiglie (attraverso, ad esempio, il registro elettronico) è passato dal 50 al 97%; al tempo stesso le aule dotate di LIM o di schermi digitali sono attualmente il 91% mentre quelle dotate di connettività arrivano al 93% (contro il 35% di 5 anni fa). Un ottimo equipaggiamento tecnologico e informatico che fa ben sperare quindi, sebbene il tallone d’Achille sia stato riscontrato nel livello di formazione che il corpo docente italiano ha raggiunto: solo il 47% si è infatti formato nell’uso degli strumenti digitali.

Il Ministero dell’Istruzione non è però rimasto a guardare, ma ha supportato in vari modi i nostri docenti per poter affrontare la sfida didattica di questo periodo. Con la circolare del 6 marzo ha interpellato tutti gli esperti formatisi negli anni scorsi, soprattutto i referenti del Piano nazionale scuola digitale (Pnsd) attivi presso gli Uffici Scolastici Regionali, che così possono supportare (da remoto) le iniziative dei singoli istituti.

Ovviamente non è tutto facile e le potenzialità del registro elettronico e delle classi virtuali non sempre vengono sfruttate al massimo delle loro possibilità. Purtroppo per i bambini più piccoli non è immediato un utilizzo massiccio della tecnologia, in quanto magari non hanno potuto sviluppare ancora delle valide competenze digitali, pertanto è indispensabile la presenza dell’adulto accanto a loro che possa aiutarli e indirizzarli. Inoltre la disponibilità di una connessione in banda larga o ultra-larga, sufficientemente veloce per permettere, ad esempio, l’uso di soluzioni cloud per la didattica e l’uso di contenuti di apprendimento, è un requisito quasi indispensabile per un accesso agevole a questo tipo di didattica.

Le risorse a cui gli insegnanti possono attingere sono comunque numerose, a partire dalla pagina web del MIUR dedicata alla didattica a distanza e ai numerosi corsi di formazione gratuiti e videotutorial di cui gli insegnanti possono usufruire per indicazioni sul funzionamento delle diverse piattaforme, ad esempio quelli validissimi proposti da Indire.

Sono moltissime le esperienze di buone pratiche instaurate da diversi istituti, che hanno cercato di venire incontro alle diverse esigenze delle famiglie, a partire dal prestito d’uso gratuito di tablet di proprietà della scuola, ma non solo. Lo stimolo al mantenimento del contatto visivo degli insegnanti con i propri alunni è un input che è stato suggerito dal Ministero stesso, affinché la didattica a distanza non sia solo un invio di compiti ed esercitazioni, ed accolto volentieri da moltissimi insegnanti anche della scuola dell’infanzia, che hanno trovato modalità e risorse adatte alle loro esigenze.

Insomma, i presupposti per continuare un percorso di qualità ci sono tutti e chissà che con l’occasione si possano migliorare le competenze informatiche e ci si possa affacciare a nuove risorse didattiche da proporre, come quella ad esempio di contenuti multimediali. A questo proposito è bene ricordare anche la pagina di Rai Scuola “Scuola 2020”, con un ampio ventaglio di approfondimenti multimediali a disposizione dei docenti. E da lunedì 23 marzo Rai Scuola propone ogni giorno, attraverso i propri siti e canali social, Scuola@Casa News: un contributo quotidiano con informazioni, consigli, segnalazioni di appuntamenti on-line, risorse e contenuti utili a scuole, insegnanti, studenti e famiglie per facilitare il lavoro di didattica a distanza nell’emergenza coronavirus.