L’alfabeto di Zoe

Recensione pubblicata il: 17/05/2017

Autore Fabio Stassi Illustratore Eleonora Stassi Editore Bompiani Paese di pubblicazione Italia ISBN 9788845282188 Anno 2016 Numero di pagine 241 Prezzo 14 €

Fascia d'età 12-14 anni Sezione Libri sulla disabilità

Si parla di Dislessia

Zoe non vede mai il lato ovvio delle cose. È proprio così che si presenta la protagonista del romanzo di Fabio Stassi, mettendo in evidenza quel suo modo tutto particolare di guardare le cose: un modo tanto insolito quanto prezioso, a dirla tutta, se è vero che proprio grazie ad esso la ragazzina riesce a rovesciare il piano del Re degli Specchi, a liberare i suoi concittadini da uno spietato furto di ricordi e a sovvertire il processo di sostituzione dei genitori con dei robot. Lo farà quasi totalmente da sola, sfidando con coraggio i suoi limiti, soprattutto legati ai numeri e alle lettere.

L’alfabeto di Zoe è quello che scandisce i singoli capitoli, individuando per ciascuno una parola chiave ma anche quello che la bambina vorrebbe inventare: un alfabeto “con il quale non si possa barare. Che ti faccia toccare quello che si scrive”. Perché in fondo, la vera protagonista e il vero motore di questa storia è proprio la difficoltà che Zoe sperimenta di fronte alle parole, il senso di malessere che queste le innescano e le strategia di fuga che il suo cervello mette in atto. E se la trama del romanzo è forse un po’ debole, questo riesce però ad offrire un ritratto lucidissimo e illuminante di ciò che accade nella testa, e di riflesso nell’intero corpo, di un ragazzo colpito da gravi disturbi specifici dell’apprendimento.

L’attenzione che l’autore vi dedica permette infatti al lettore di sentirsi come fisicamente calato nel cervello della protagonista, cogliendone i forti turbamenti ma anche le enormi potenzialità. E qui egli uscirà in qualche modo arricchito, oltre che convinto che se le tabelline fossero alla maniera di Zoe, per cui “otto per otto fa due bassotti, più quattro divani letto e una rotella di liquirizia”, il mondo sarebbe forse meno preciso ma senz’altro più leggero.