Gli esperti dell’Fda considerano il videogioco come un utile strumento da abbinare ad altri interventi come farmaci, psicoterapie, programmi rieducativi.

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In questo periodo di Didattica a Distanza molte sono state le idee creative che gli insegnanti hanno proposto ai bambini, per continuare a vivere la didattica in modo curioso e innovativo. La tecnologia, essenziale vista la chiusura prolungata delle scuole, è diventata una risorsa per cercare nuove modalità di fare didattica.

In particolare molti insegnanti della scuola primaria hanno usufruito di alcuni siti per la semplice creazione di giochi didattici che hanno permesso una nuova modalità di rielaborare il materiale di studio in modo divertente.

Mi riferisco ad esempio a Learningapps un sito che permette la creazione da parte dei docenti di moduli interattivi chiamati Apps che possono essere modificate e personalizzate in qualsiasi momento. Le attività interattive possono essere sotto forma di cruciverba, ricerca di coppie di elementi, puzzle, quiz a scelta multipla, linee del tempo o testi con lacune. L’insegnante può creare delle “Apps” per la propria classe per un ripasso degli argomenti trattati, per una verifica formativa o come esercizio da assegnare a casa. La semplicità della gestione delle “Apps” permette di essere proposte anche ai bambini dei primi anni della scuola primaria e grazie alla possibilità di estrema personalizzazione nella creazione si prestano ad essere utilizzate per moltissime discipline didattiche.

Anche wordwall permette di creare attività interattive o stampabili. Le attività interattive sono usufruibili su diversi tipi di device (smartphone, computer, tablet) e possono essere realizzate dal singolo docente o possono essere create in collaborazione con la classe durante la lezione. A partire da alcuni modelli predefiniti che è possibile personalizzare in base alle proprie necessità e ai propri obiettivi, aggiungendo un contenuto multimediale, si possono creare quiz, cruciverba, labirinti caratterizzati da temi con una grafica, caratteri e suoni definiti. Un’altra funzionalità rilevante è la funzione “multiplayer” grazie al quale tutti gli studenti partecipano al gioco contemporaneamente, accedendo dal proprio dispositivo, sotto la supervisione del proprio insegnante. Un esempio di queste prove può essere la creazione di giochi competitivi come un quiz oppure l’inizio di un focus di gruppo, con un brainstorming che invece comporta la collaborazione e partecipazione di tutti gli studenti.

Una buona idea per l’organizzazione di proposte interdisciplinari è quella di wakelet, una piattaforma gratuita , grazie alla quale è possibile raccogliere informazioni di qualsiasi tipologia (siti web, immagini, video, blog…) circa un determinato argomento e organizzarle nelle cartelle chiamate “wakes”. E’ uno strumento utile al fine di raccogliere e ordinare la moltitudine d’informazioni che talvolta si trovano sul web circa un argomento di nostro interesse; in ambito scolastico può essere utilizzato per fare delle ricerche o dei lavori di gruppo mentre il docente può utilizzarlo per tenere in ordine gli argomenti da presentare a lezione. Ogni wake è personalizzabile con un layout, titolo, immagini o altri contenuti multimediali.

Una difficoltà spesso riscontrata nella didattica a distanza è quella di fornire schede che devono essere stampate dalle famiglie in modo che i bambini possano completarle. Questo problema può essere risolto da liveworksheets, un portale che permette di preparare delle schede direttamente compilabili on line e inviabili all’insegnante per la correzione. Tutto il materiale è condiviso, perciò si può usufruire di schede preparate da altri insegnanti o prepararle personalmente secondo le proprie esigenze. Il sito è in inglese o spagnolo ma è facilmente navigabile e i videotutorial permettono di capire in modo immediato come realizzare le schede.

Infine anche alcune case editrici hanno preparato delle proposte gratuite interattive, che permettono ai ragazzi di esercitarsi in modo divertente sugli argomenti appena studiati, ricevendo un feedback immediato. Ad esempio capitello oppure gliantiruggine a cura del gruppo editoriale Raffaello propongono esercitazioni on line sulle diverse discipline scolastiche.

In tutti questi casi il web diventa una miniera di risorse, altamente personalizzabili a seconda delle esigenze e delle necessità della classe.

Finalmente in vacanza!

Anche quest’anno scolastico così particolare è giunto al termine e, nonostante l’assenza di cene di classe e merende di fine anno, ha lasciato spazio all’inizio delle vacanze estive. I bambini sentono, forse addirittura più di altri anni, la necessità di interrompere le tradizionali richieste scolastiche e dedicare più tempo a giocare e riprendere i contatti interrotti con gli amici.

Tuttavia le preoccupazioni dei genitori per il particolare contesto scolastico dell’ultimo periodo può creare ansia e generare richieste smisurate per i compiti delle vacanze, che possono essere visti come occasioni per recuperare il tempo (e gli argomenti) perduti: come conciliare quindi questi due punti di vista? Come preservare uno spazio di relax e riposo per i bambini pur mantenendo del tempo per i compiti e l’allenamento scolastico?

È innegabile che il ripasso durante l’estate permette di consolidare e riprendere argomenti che possono essere sembrati a prima vista difficili e complicati e permette di arrivare a settembre senza sentire uno “stacco” troppo importante. In particolar modo questa estate sarà particolare perché mancheranno proposte di colonie e campeggi estivi, perciò se i bambini trascorreranno molti giorni a casa sarà opportuno proporre loro attività varie e interessanti, con momenti dedicati al ripasso degli apprendimenti da vivere comunque in modo ludico e giocoso. Sarebbe forse utile vivere quest’estate come un’opportunità anche per lasciare spazio a strumenti nuovi e proposte innovative, che possano far vivere i compiti delle vacanze in modo originale e divertente e far sperimentare competenze nuove e trasversali.

Ad esempio perché non proporre, accanto alle classiche letture di narrativa, l’ascolto di un audiolibro? L’opportunità di proporre l’ascolto di un audiolibro a tutta la classe permette di stimolare la memoria uditiva e di sperimentare uno strumento che magari per qualcuno può svelare potenzialità nuove e interessanti. Ormai si trovano facilmente audiolibri e letture animate, ad esempio sul Canale You Tube di Racconti in Soffitta o Piccolaradio. Si sente spesso parlare di didattica ludica, ovvero di giochi puri e semplici che permettono la rielaborazione e il consolidamento di argomenti che possono sembrare tipicamente scolastici, ma in realtà non è così: pensiamo ad esempio alla tombola con le operazioni, il domino con le sillabe, ma anche tutti i giochi linguistici e di enigmistica come cruciverba e crucipuzzle o rebus. Dedicare del tempo a queste attività permette il consolidamento di competenze trasversali come la memoria visiva, il problem solving e l’attenzione, oltre ad essere valide occasioni per dei giochi in famiglia o in piccolo gruppo.

Una buona idea potrebbe essere quella di proporre ai bambini di tenere un diario giornaliero, in cui possono scrivere (e non solo) quello che hanno fatto, le loro emozioni, pensieri e attività. Possono raccogliere fotografie, oggetti, bigliettini e quant’altro raccolgono e recuperano dalle loro avventure estive, per farne un vero album dei ricordi e delle esperienze. La narrazione attraverso il diario personale è particolarmente importante per favorire la riflessione e la rielaborazione delle esperienze, ma anche per permettere un approccio alla scrittura personale e creativo. Inutile dire che può essere svolta su un tradizionale quaderno o su un editor di testi che permette di inserire immagini e disegni.

Inoltre quale migliore stagione se non l’estate per tutte le attività di esplorazione nella natura e non solo? Proponiamo ai bambini, anche solo sul balcone di casa, attività di manipolazione con gli elementi naturali, costruzione di oggetti musicali con materiali a disposizione o produzioni artistiche di tutti i generi. Invitiamoli a “sporcarsi le mani” con attività di raccolta, catalogazione, creazione con ciò che trovano in casa e non solo: apprendere facendo passa proprio da questi spunti ludici e giocosi!

Insomma, qualche proposta originale e creativa che si affianchi ai classici compiti delle vacanze potrebbe stimolare la fantasia e la curiosità in un periodo in cui occorre ricreare la routine quotidiana! La natura e la tecnologia, sebbene così diverse tra loro, possono entrambi darci una mano in questa sfida quotidiana: cogliere il relax e la spensieratezza dell’estate per creare occasioni di apprendimento ludico e di esperienze curiose e innovative!

Una delle principali difficoltà che si trovano ad affrontare gli insegnanti oggigiorno è l’estrema varietà di situazioni all’interno del gruppo classe. Ormai non esiste più un alunno standard ma esistono bambini di provenienze varie, con background culturali diversi e difficoltà ad affrontare le proposte di apprendimento differenti.

Come fare per rispondere a queste esigenze educative in modo personalizzato, senza perdere di vista l’importanza del gruppo classe? L’accettazione delle differenze all’interno del gruppo classe è sicuramente un punto di partenza imprescindibile per parlare di didattica inclusiva, una proposta che intende valorizzare le diversità degli alunni e le loro differenti modalità di costruire il proprio percorso di apprendimento.

Strategia importantissima per una didattica inclusiva è l’adattamento delle modalità di insegnamento e apprendimento alla specificità del gruppo classe e dei ragazzi con bisogni educativi speciali. L’adattamento dei materiali didattici, in particolare, vuol fornire materiali di studio efficaci per la realizzazione degli obiettivi didattici, in particolare per gli allievi con BES ma non solo: è auspicabile infatti che le proposte possano essere per tutta la classe. In questo modo si normalizza l’utilizzo dello strumento, che crea collegamenti tra chi ha più necessità e chi ne trova un vantaggio anche solo temporaneo. Inoltre se in un’ottica collaborativa vengono coinvolti gli alunni anche nella preparazione del materiale didattico, questo risulterà frutto di impegno condiviso a cui tutti hanno dato un proprio originale apporto.

Quando parliamo di adattamento quindi non pensiamo solo alla semplice fornitura di schede più facili, ma pensiamo a diversi livelli di azione possibili a seconda dell’obiettivo da perseguire. Nel caso della Sostituzione ad esempio, si decide di utilizzare un materiale alternativo che è necessario per un singolo ma di cui beneficia tutta la classe. Questa è una strategia altamente inclusiva poiché permette di attivare stili cognitivi differenti: pensiamo ad esempio al fornire un file audio o una mappa concettuale indispensabile per qualcuno ma utile a tutti i ragazzi.

Quando parliamo di Facilitazione non ci riferiamo al contenuto bensì all’opportunità di utilizzare materiali e strumenti aggiuntivi per portare a termine gli obiettivi di comprensione e svolgimento dell’attività (mappe concettuali, tabelle e strumenti, ma anche modifiche a tempi e contesti di lavoro). Questo tipo di adattamento è particolarmente adatto per tutti i ragazzi che mostrano delle difficoltà scolastiche, anche solo momentanee come i bambini stranieri appena arrivati in Italia, e i bambini con DSA e Bisogni Educativi Speciali. Nel caso proprio della facilitazione è importante che gli strumenti siano a disposizione di tutti i bambini che hanno necessità o anche alla classe intera: pensiamo ad esempio ad una mappa creata in gruppo o dei quaderni delle regole lasciati a disposizione della classe durante il periodo iniziale di conoscenza di un nuovo argomento.

Nel caso della Semplificazione abbiamo un adattamento proprio nell’obiettivo e nell’attività stessa, perciò proposte con un lessico più semplice, più brevi nella durata e più semplici nelle richieste. Anche questo adattamento può essere visto come occasione di collaborazione e attività da svolgere con la classe, ad esempio con l’ausilio della LIM, dove la creazione di mappe concettuali può coinvolgere la classe intera, diventando importante attività di riflessione ed elaborazione per tutti ma essere indispensabile per il bambino con disabilità.

Tante volte il lavoro dell’insegnante di sostegno è volto a semplificare il libro di testo, che comporta un certo grado di difficoltà per tutti i bambini, tanto più per i ragazzi con disturbi certificati. Ma questo lavoro è davvero sempre così efficace? Si potrebbe dire di sì, se si parte da un’attenta analisi delle difficoltà che il bambino riscontra nell’approcciarsi al libro di testo, per attuare strategie di adattamento personalizzate. In altre parole, è indispensabile identificare quali sono i veri scogli che incontrano i ragazzi: sono difficoltà legate ad aspetti linguistici riscontrati nel testo? O maggiormente legate ai contenuti e alle richieste che vengono fatte? Oppure sono testi con poche immagini che quindi non favoriscono uno stile cognitivo che predilige la visualizzazione? Questo non significa sempre dover ridurre i contenuti da proporre, ma anzi, molte volte questa strategia non risulta vincente. E’ bene quindi operare per gradi, partendo sempre dall’analisi delle modalità di elaborazione e dello stile cognitivo del ragazzo, per proporre strategie di adattamento che possono variare dall’evidenziazione, alla schematizzazione e infine alla riduzione, per ottenere un testo semplificato.

Per comprendere in pieno i processi di apprendimento occorre conoscere le funzioni esecutive che ne stanno alla base, come attenzione, memoria, capacità di problem solving. Tuttavia vi sono differenze notevoli tra le modalità di imparare dei ragazzi, dovute a quelli che Robert Sternberg definisce “Stili cognitivi”.

Uno stile cognitivo è la tendenza costante e stabile nel tempo a usare una determinata classe di strategie. Questo non deve riguardare solo l’ambito scolastico, ma anche la vita di tutti i giorni e deve verificarsi con una certa stabilità. La preferenza verso un gruppo di strategie anziché altre è dettata innanzitutto dalle caratteristiche individuali del soggetto ma viene poi supportata dalle circostanze ambientali: l’efficacia di una strategia farà sì che essa venga riproposta in futuro.

Anche Cesare Cornoldi, Rosanna De Beni e il Gruppo MT hanno individuato 5 coppie di polarità riferite agli stili cognitivi:
• Sistematico – Intuitivo
• Globale – Analitico
• Impulsivo – Riflessivo
• Verbale – Visuale
• Autonomo / Creativo – Dipendente dal campo

Ma in che modo gli stili cognitivi influenzano i processi di apprendimento? Le strategie di elaborazione di uno stile particolare sono quelle che lo studente mette in atto con più facilità e naturalezza perciò si potrebbe dire che è la modalità di apprendimento privilegiata. Sicuramente è importante che la scuola, in un certo senso, stimoli l’allievo con richieste non esclusivamente consone al suo stile cognitivo, in modo che venga abituato a stimolare strategie che abitualmente non usa.

Tuttavia occorre considerare un fattore importante: anche i docenti, di riflesso, hanno una modalità di insegnamento che segue un proprio stile cognitivo e che può essere discordante con quella prevalente dell’allievo. Ecco quindi che può nascere qualche incomprensione rispetto alle prestazioni dei ragazzi che possono sembrare poco adeguate: in realtà si tratta di proposte difficili da gestire per i ragazzi perché non congeniali al loro stile di apprendimento e dove pertanto non riusciranno ad eccellere. La discordanza di stile tra insegnante e allievo non deve pertanto essere confusa con una mancanza di abilità da parte di quest’ultimo. È quindi fondamentale conoscere lo stile cognitivo del ragazzo, soprattutto nei casi di ragazzi con disturbi dell’apprendimento, dove è importantissimo fare proposte didattiche adatte al suo stile di apprendimento: solo in questo modo l’alunno può essere messo a proprio agio nel comprendere le richieste da parte dell’insegnante. Se ad esempio uno studente ha uno stile visualizzatore preferirà maggiormente strategie basate sulla rielaborazione “visiva” del contenuto da studiare come mappe concettuali e schemi o immagini da commentare e farà più fatica ad esempio nel comporre un riassunto o estrapolare una rielaborazione orale da un testo scritto. È importante quindi che l’insegnante sia a conoscenza del fatto che esistono diversi stili cognitivi e che sarebbe importante valorizzarli, attraverso proposte di lavoro e attività varie che permettano a ciascun alunno di utilizzare il proprio stile di apprendimento. La differenziazione nella proposta di insegnamento è un’opportunità importante per i ragazzi, poiché attraverso la molteplicità delle proposte permette a ciascuno di trovare quella maggiormente congeniale al proprio stile cognitivo.