Ramona e la sua mamma
Recensione pubblicata il: 4/09/2025
Quanto è cresciuta, Ramona! La bambina pestifera e irresistibile creata dalla penna di Beverly Cleary ha ormai sette anni e mezzo. Non sette, non otto: sette e mezzo. Un’età scellerata, a suo modo di vedere, in cui si è troppo piccoli per fare certe cose e troppo grandi per fare tutte le altre. Ramona frequenta dunque ora la seconda primaria, impara a scrivere correttamente, aiuta (un poco) in casa e va a scuola da sola. Fa tutte queste cose, Ramona, senza tuttavia aver perso per strada l’indole indomita, fantasiosa, intraprendente e testarda che da sempre la contraddistingue e la rende travolgente.
Travolgente per il lettore, che a lei si affezione con una facilità sorprendente, e travolgente per la sua famiglia – la mamma, il papà e la sorella Beezus ormai divenuta ragazzina – che con le sue trovate originali è quotidianamente alle prese. Come andare a scuola con il pigiama sotto i vestiti, per far finta di esser un pompiere. O inzupparsi completamente di acqua e tinta blu da bucato nel tentativo di far sembrare la vasca da bagno un vero oceano.
Rispetto ai primi volumi della serie, Ramona e la sua mamma ha un ritmo meno incalzante e un tono più introspettivo. L’autrice è molto brava, con la sua penna, a delineare il percorso di crescita e cambiamento dei suoi personaggi, rendendoli verosimili e amabili non solo nell’immediato ma anche sul lungo periodo. D’altronde Ramona si fa grande e anche il suo pensiero si fa più articolato, riflessivo. Lo stile della narrazione è però sempre fresco, pimpante e scorrevole. Pluripremiata autrice americana, Beverly Cleary sa come raccontare episodi di vita quotidiana, più e meno straordinari, con un tocco ironico e con uno sguardo che li rende irresistibili.
L’editore Il Barbagianni, dal canto suo, ha non solo il merito di aver portato in Italia un’autrice così valida e una serie così deliziosa, ma anche di aver scelto di pubblicarla con caratteristiche di alta leggibilità. Il font EasyReading, la dimensione non risicata del carattere, la spaziatura maggiore tra lettere, parole e righe, la sbandieratura a destra e la carta opaca contribuiscono, infatti, a rendere l’esperienza di lettura più amichevole anche in caso di dislessia. Fine a cui, d’altro canto, concorrono in maniera decisiva le storie accattivanti confezionate dall’autrice e lo stile che privilegia una sintassi concisa e paratattica.
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