Le straordinarie avventure di Alice Tonks
Recensione pubblicata il: 1/09/2025
Alice ha sempre vissuto insieme alla nonna nella piccola cittadina inglese di Lizzie. È, dunque, abituata a una realtà tranquilla, protetta e dalle dimensioni circoscritte. Per questo, non attende con molta gioia l’inizio del nuovo anno scolastico. Si tratta, infatti, per lei di cominciare il nuovo ciclo scolastico alla Pebblewood School, una rinomata scuola media che ha sede in un castello, che si trova su un’isola ben lontano dalla casa della nonna e che non vede la presenza di nessuno che Alice conosca: pessime premesse, considerando che i cambiamenti e le relazioni sociali non sono esattamente il suo forte. Alice è infatti autistica e l’idea di buttarsi in un contesto sconosciuto con persone ignote è per lei motivo di grande ansia.
Fin dalla giornata di inaugurazione le cose si mettono maluccio: la situazione è talmente sovraccarica di stimoli per Alice che in men che non si dica la ragazza si ritrova al centro dell’attenzione di tutti – studenti, genitori e professori – per aver manifestato in maniera piuttosto veemente il suo malessere. In quella stessa circostanza, però, ad Alice succede anche una cosa curiosa: un gabbiano le viene incontro e le parla. Non solo: nei pochi istanti in cui i due dialogano, il gabbiano mette a parte Alice delle misteriose sparizioni di animali che da un po’ di tempo si stanno verificando sull’isola di Pebblewood, chiedendole di aiutarlo a venirne a capo.
L’inizio delle lezioni continua, dunque, a essere una dura prova per Alice ma allo stesso tempo la ragazza trova nella missione affidatale una motivazione forte a cui aggrapparsi nel tentativo di trovare il proprio posto nella scuola. La sua permanenza alla Pebblewood School si snoda, così, tra amicizie ora altalenanti ora sorprendenti, prese in giro da farsi scivolare addosso, visite salvifiche (fino a un certo punto) in biblioteca e intense ricerche di indizi. E, non da ultimo, incontri inaspettati e sempre più travolgenti con la magia. La verità che Alice riuscirà a far venire a galla rappresenterà, dal canto suo, non solo la soluzione di un mistero complesso in cui passato e presente si intrecciano ma anche l’occasione per (ri)scoprire la propria identità e dare un significato diverso al concetto di diversità.
Le straordinarie avventure di Alice Tonks ha il pregio di raccontare una storia avvincente e dal ritmo serrato, in cui la componente magica ha un ruolo centrale (con echi marcati alla saga di Harry Potter – dall’ambientazione alla presenza di ordini di difesa contro il male, dalla caratterizzazioni dei personaggi al ruolo delle trasfigurazioni in animali) e risulta funzionale a esplorare le tante facce del sentirsi al di fuori dei confini della norma. L’inadeguatezza, la stramberia, l’incomprensione e la solitudine, per esempio, sono tutti aspetti che l’autrice Emily Kenny, a sua volta neurodivergente, riesce a far emergere in maniera molto intensa e naturale attraverso le vicissitudini della sua Alice. Allo stesso tempo, unicità, talento e possibilità di sentire il mondo in una maniera nuova, sono altrettante implicazioni che trovano spazio nel romanzo e che invitano il lettore a confrontarsi con la ricchezza dell’identità di ognuno di noi. Neurodivergenti compresi.
A questo proposito, può valere la pena sottolineare come a differenza di altri romanzi in cui i protagonisti sono autistici, qui la neurodivergenza di Alice gioca un ruolo più marginale. Essa fa, infatti, capolino solo ogni tanto senza diventare il fulcro narrativo e senza condizionare troppo il comportamento della ragazza. Un aspetto, questo, che può contribuire, dal canto suo, a veicolare l’idea che l’autismo è di fatto uno spettro all’interno del quale abilità ed esigenze possono essere anche molto diverse fra loro: un mondo variegato e ricco in cui categorie ed etichette unilaterali lasciano il tempo che trovano.
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