Primavera, estate, autunno, inverno
I libri difficili da incasellare riservano spesso splendide sorprese. Primavera, estate, autunno, inverno, dal canto suo, non fa eccezione. Originale dal punto di vista del contenitore – uno spesso volume con pagine in cartoncino rilegate a spirale – il libro di Pittau e Gervais risulta ancora più particolare nel contenuto. Si tratta, di fatto, di una sorta di imagier in cui ogni pagina riporta il nome e l’immagine di un fiore o di un frutto tipico di una delle 4 stagioni. A raccontarlo così sembrerebbe, a dire il vero, un libro piuttosto ordinario. A renderlo speciale, però, concorre più di un aspetto.
In primis, Primavera, estate, autunno, inverno è un libro straordinariamente bello. La cura minuziosa con cui i soggetti sono rappresentati, le corpose pagine lucide, i colori vivi e realistici e persino la spirale di colore dorata contribuiscono a dare forma a un volume che appare prezioso e invitante fin dalla copertina e che, una volta aperto, non delude le aspettative. Al suo interno, infatti, è la scelta dei soggetti a risultare vincente. Tra i fiori e i frutti proposti si trovano, in particolare, elementi comuni come la mela o la pecora e altri di nicchia come la pernice o il crisantemo. L’insieme offre dunque un ventaglio di proposte ora inattese, ora rassicuranti, stimolando il lettore senza mai annoiarlo.
A questo, concorre senz’altro anche il fatto che il libro si presta a un tipo di esplorazione multiforme. Tra le sue pagine si possono letteralmente trascorrere delle ore: osservando, incuriosendosi, confrontando le immagini con gli oggetti reali, nominando, costruendo categorie e legami. Non è difficile, a tal proposito, immaginare il proficuo uso che se ne potrebbe fare anche a livello scolastico. Il libro può offrire, infatti, spunti interessanti per costruire proposte variegate e versatili sia rispetto all’età dei possibili fruitori sia rispetto alle loro abilità cognitive.
E qui sta forse la qualità più sorprendente di Primavera, estate, autunno, inverno, quantomeno per chi come noi individua nel grado di accessibilità una qualità fondamentale dei libri per l’infanzia. Anche da questo punto di vista, infatti, Pittau e Gervais, e con loro l’editore Topipittori, hanno fanno un lavoro unico e apprezzabilissimo. Non solo ogni pagina vanta la forza comunicativa di un simbolo della CAA, associando in maniera pulita e funzionale immagine e parola, ma si caratterizza anche per una serie di caratteristiche che giocano un ruolo fondamentale in termini di fruibilità: precisione lessicale e iconografica, dimensione interattiva, e libertà di movimento.
Proviamo a dettagliare. Lo stile estremamente minuzioso e realistico con cui gli autori illustrano i soggetti rende il loro riconoscimento e la possibilità di metterli in relazione con gli oggetti fisici molto immediata e funzionale. Quasi al pari di una fotografia, cioè, le figure richiamano in maniera efficace l’esperienza concreta che è possibile fare in natura, predisponendo un terreno accogliente confortevole di esplorazione e lettura anche per chi manifesta difficoltà di astrazione.
Il libro si caratterizza, poi, per la presenza di alette che consentono di svelare particolari nascosti: l’interno dei frutti, la struttura ingrandita del fiocco di neve, lo sviluppo del papavero dal bocciolo al fiore, il terreno in cui crescono le radici e via dicendo. Questo espediente solletica quindi la curiosità e il desiderio di scoperta ma allo stesso tempo incentiva anche un’esplorazione fisica della pagina, uno svelamento dinamico di ciò che c’è sopra, sotto, dentro e fuori ma anche prima e dopo. Perché ciò che l’aletta cela non è sempre la stessa cosa e oltretutto l’aletta non ha sempre la stessa forma, non si apre sempre nella stessa direzione e non si trova sempre nella stessa posizione sulla pagina. Tocca, cioè, cercarla, tastarla, riconoscerla, aprirla. E questa, in termini di aggancio e coinvolgimento attivo del lettore, non è cosa da poco.
Questo aspetto, così come la possibilità di essere esplorato in maniera libera e non lineare, seguendo percorsi che non sono necessariamente quelli stagionali, fa sì che questo libro diventi uno spazio di scoperta, un luogo in cui lasciarsi affascinare dalla meraviglia della natura e in cui farla propria secondo modalità e tempi che possono essere anche molto diversi tra loro. Per dirla in altre parole, Primavera, estate, autunno, inverno è, nei fatti, un volume estremamente accessibile. E questo, per un volume che di fatto non rientra tout-court in nessuna specifica tipologia di libri accessibili, è qualcosa di importante e ci dice in maniera eloquente quanto sia cruciale imparare a riconoscere semi di accessibilità anche al di fuori delle categorie precostituite.