Divento grande, vado a scuola

Prosegue l’interessante esperienza editoriale di Homeless Book sul fronte delle storie sociali: storie realistiche che mirano a far comprendere e assimilare ai bambini, soprattutto ma non solo con difficoltà comunicative e comportamentali, le regole e gli atteggiamenti attesi in specifiche situazioni.

Mentre Imparo a fare la pipì, era dedicato a bambini in età prescolare, Divento grande, vado a scuola si rivolge ai bambini un pochino più grandi, alle prese con le novità in fatto di ritmi, regole e abitudini che la scuola primaria porta con sé. Qui si focalizza l’attenzione su ciò che si può e ciò che non si può fare in classe, sui luoghi in cui si svolgono le diverse attività, sulle persone con cui si entra in relazione e su ciò che si impara di giorno in giorno: una presentazione puntuale e comprensibile di tanti aspetti dall’alto potenziale confusivo e intimorente.

A rafforzare la spendibilità di questo tipo di pubblicazione, l’idea di renderla personalizzabile grazie all’aggiunta di dettagli – nel testo e nelle immagini – che rispecchino la specifica realtà del lettore: il viso del protagonista, per esempio, è lasciato in bianco e nero per invitare il bambino ad apporvi la sua foto e alcuni riquadri del testo in simboli sono lasciati bianchi per consentire di aggiungere regole specifiche della singola scuola. Si tratta di piccole attenzioni che unite però alla cura nella costruzione del testo e nella simbolizzazione, fanno di questi testi degli strumenti funzionali.

No! Le unghie no!

No! Le unghie no! è un chiaro esempio di come una storia cosiddetta su misura, ossia costruita ad hoc nei contenuti e nella forma sulle esigenze di uno specifico bambino, possa trasformarsi in una storia per tutti. Nato all’interno di un gruppo di lavoro eterogeneo, composto da genitori, insegnanti, educatori e terapisti che a vario titolo si occupano di un bimbo di nome Federico, il libro è stato confezionato per rispondere alla passione di quest’ultimo per gli animali, alla sua insofferenza verso il taglio delle unghie  e alla sua preferenza per una comunicazione su base visuale. Il prototipo di No! Le unghie no! – composta da un testo in simboli corredato da illustrazioni – è stato poi sistematizzato secondo il modello in-book e reso disponibile al pubblico dalla casa editrice Homeless Book che grande attenzione dedica alla lettura in caso di difficoltà comunicative.

Contraddistinto da una struttura iterata e da un testo lineare ma con alcuni elementi di complessità (periodi  con diversi complementi o alcuni discorsi diretti non esplicitamente attribuiti) No! Le unghie no! racconta la storia di un bambino che si convince a tagliare le unghie – cosa che non ama affatto fare – grazie alle vicende esemplari di alcuni animali che proprio a causa delle unghie lunghe si cacciano nei guai. L’elefante, il leone, la scimmia e la mucca si trovano infatti a rompere piscine, palloncini, gonfiabili e monopattini: tutte cose familiari al protagonista ma anche e soprattutto al lettore.

Senza pretese letterarie e artistiche, coerentemente con la sua origine, il libro porta con sé una storia semplice e facile da seguire.

Fragomino fa il bagnetto

Fragomino è un personaggio tenero e bizzarro, dai tratti piacevolmente vintage, nato dalla penna di Carlo Cordella: è in tutto e per tutto un bimbo alle prese con piccole e comunissime esperienze quotidiane, solo con un’insolita fragolona al posto della testa. Protagonista di quattro avventure proposte dall’editore milanese La vita felice, Fragomino è una creatura di carta che, nella sua semplicità, arriva in maniera diretta e rispettosa al lettore bambino.

Le sue storie hanno infatti sempre al centro momenti della giornata, occasioni della vita e oggetti di casa  – il ciuccio, il bagnetto, l’asilo, la torta di compleanno –  non solo di cui il piccolo lettore ha esperienza diretta ma che segnano in maniera particolarmente significativa il suo vissuto emozionale.  Raccontate attraverso testi brevissimi e disegni netti, poco dettagliati e dagli spessi contorni, e contraddistinte da una leggera sovrapposizione tra piano reale e piano fantastico, queste hanno perciò la capacità di coinvolgerlo senza grandi artifici.

Per tutte queste ragioni il fatto che alcune delle avventure di Fragomino trovino ora il modo di arrivare anche a lettori con difficoltà di comunicazione e attenzione, attraverso la simbolizzazione del testo, è una cosa non solo molto bella ma anche molto sensata. L’essenzialità testuale e iconica di Fragomino dorme senza ciuccio e Fragomino fa il bagnetto, unite alla riconoscibilità delle esperienze narrate, rende infatti le due storie una base ideale per la resa in in-book. Il risultato sono due librini dall’aspetto pulito, agevoli da seguire e corredati da simboli WLS riquadrati che riprendono puntualmente tutti gli elementi della frase.

 

Fragomino dorme senza ciuccio

Fragomino è un personaggio tenero e bizzarro, dai tratti piacevolmente vintage, nato dalla penna di Carlo Cordella: è in tutto e per tutto un bimbo alle prese con piccole e comunissime esperienze quotidiane, solo con un’insolita fragolona al posto della testa. Protagonista di quattro avventure proposte dall’editore milanese La vita felice, Fragomino è una creatura di carta che, nella sua semplicità, arriva in maniera diretta e rispettosa al lettore bambino.

Le sue storie hanno infatti sempre al centro momenti della giornata, occasioni della vita e oggetti di casa  – il ciuccio, il bagnetto, l’asilo, la torta di compleanno –  non solo di cui il piccolo lettore ha esperienza diretta ma che segnano in maniera particolarmente significativa il suo vissuto emozionale.  Raccontate attraverso testi brevissimi e disegni netti, poco dettagliati e dagli spessi contorni, e contraddistinte da una leggera sovrapposizione tra piano reale e piano fantastico, queste hanno perciò la capacità di coinvolgerlo senza grandi artifici.

Per tutte queste ragioni il fatto che alcune delle avventure di Fragomino trovino ora il modo di arrivare anche a lettori con difficoltà di comunicazione e attenzione, attraverso la simbolizzazione del testo, è una cosa non solo molto bella ma anche molto sensata. L’essenzialità testuale e iconica di Fragomino dorme senza ciuccio e Fragomino fa il bagnetto, unite alla riconoscibilità delle esperienze narrate, rende infatti le due storie una base ideale per la resa in in-book. Il risultato sono due librini dall’aspetto pulito, agevoli da seguire e corredati da simboli WLS riquadrati che riprendono puntualmente tutti gli elementi della frase.

La nave

Contorni spessi, colori pieni, espressioni ben riconoscibili, soggetti chiari e privi di dettagli superflui: queste le caratteristiche delle figure firmate da Teo Cozza e protagoniste di una serie di libri per i lettori piccolissimi dedicati ai mezzi di trasporto. Si tratta di libri adatti a bimbi dai due anni che raccontano storie minime in cui reale e fantastico si uniscono senza forzature (così come in effetti accade nella fantasia dei bambini) e in cui le figure nette e amichevoli, poco ricercate, si sposano a testi molto brevi e dalla struttura lineare.

E siccome mezzi da strada, d’acqua e d’aria appassionano facilmente i giovanissimi lettori, la trasformazione in in-book di alcuni di questi albi è di certo una felice intuizione. Grazie alla simbolizzazione puntuale del testo, peraltro adattissimo a questo tipo di processo data la sua semplicità, la storia può più agevolmente arrivare anche agli occhi e alle orecchie di bambini con difficoltà comunicative, favorendo così la condivisione di un piccolo momento intimo con l’adulto che legge ad alta voce.

Ne La nave, la protagonista si trova smarrita nel buio durante una burrasca. Sarà un faro a salvarla dalla furia del mare, consentendole di trovare la via di casa e un nuovo amico. Il volume vede testo (sulla sinistra) e illustrazioni (sulla destra) ben distinte,un’impaginazione pulita e non confusiva, simboli WLS con testo minuscolo ed elemento grafico entrambi riquadrati.

Il pullman

Contorni spessi, colori pieni, espressioni ben riconoscibili, soggetti chiari e privi di dettagli superflui: queste le caratteristiche delle figure firmate da Teo Cozza e protagoniste di una serie di libri per i lettori piccolissimi dedicati ai mezzi di trasporto. Si tratta di libri adatti a bimbi dai due anni che raccontano storie minime in cui reale e fantastico si uniscono senza forzature (così come in effetti accade nella fantasia dei bambini) e in cui le figure nette e amichevoli, poco ricercate, si sposano a testi molto brevi e dalla struttura lineare.

E siccome mezzi da strada, d’acqua e d’aria appassionano facilmente i giovanissimi lettori, la trasformazione in in-book di alcuni di questi albi è di certo una felice intuizione. Grazie alla simbolizzazione puntuale del testo, peraltro adattissimo a questo tipo di processo data la sua semplicità, la storia può più agevolmente arrivare anche agli occhi e alle orecchie di bambini con difficoltà comunicative, favorendo così la condivisione di un piccolo momento intimo con l’adulto che legge ad alta voce.

NeIl Pullman, il protagonista è un autobus dalle forme tondeggianti che, malato, sbuffa e tossicchia un fumo nerastro finché i suoi amici attrezzi non si prendono cura di lui. Cinque lattine d’olio e passa la paura!

Il volume vede testo (sulla sinistra) e illustrazioni (sulla destra) ben distinte,un’impaginazione pulita e non confusiva, simboli WLS con testo minuscolo ed elemento grafico entrambi riquadrati. Il Pullman può vantare simboli (e quindi testi) di dimensioni leggermente più grandi che agevolano ulteriormente la lettura e rendono più piacevole la pagina.

Ombra

Se c’è un soggetto che più di tutti costituisce una sfida per un libro tattile è proprio l’ombra. Impalpabile, questa sfugge all’esperienza delle persone cieche. È possibile, dunque, dare una forma, una consistenza, una rappresentabilità tattile a qualcosa di così inafferrabile? E se sì, come? Michela Tonelli e Antonella Veracchi hanno provato a dare una risposta a queste domande in un volume che ha vinto il titolo di miglior libro didattico al terzo concorso di editoria tattile Tocca a te.

Lo hanno fatto trovando una chiave di volta molto efficace nella personificazione dell’ombra. Rappresentata mentre fugge se cerchi di rincorrerla, intenta a giocare a nascondino a mezzogiorno, lunga e sottile la sera e infine scomparsa quando cala la notte, l’ombra diventa un’amica, una compagna di viaggio, qualcosa che assume un senso al di là della concreta possibilità di percepirla coi sensi. Sono dunque il gioco e l’immaginazione le porte che schiudono al lettore cieco non tanto la comprensione quanto la curiosità verso qualcosa che pertiene a un mondo in cui domina la vista e che al contempo mettono a parte il lettore vedente  di un nuovo modo di considerare la sua ombra.

Il libro infatti si rivolge a entrambi, accettando la sfida di raccontare l’ombra a chi non la può vedere e di rinnovare la percezione di chi invece può farlo. In questo senso la scelta di testi misuratissimi nella lunghezza e nella composizione, di illustrazioni essenziali in cui compaiono solo il suolo, una figura umana, la sua ombra e il sole, e di cui soltanto gli ultimi due, insieme ai colori, cambiano di forma e posizione, è funzionale e vincente perché mantiene viva una certa indispensabile vaghezza. A completare una riflessione per le dita davvero suggestiva, la presenza di una taschina finale con una sagoma nera di stoffa con cui giocare, dormire, inventare. E a quel punto, sì, l’ombra è davvero diventata un’amica.

Il Diario di Anna Frank

Benvenuta Parimenti, aspettavamo da tanto tempo una collana come te! Già, perché Parimenti è la prima collana di libri in simboli per giovani adulti pubblicata da un editore italiano: una proposta di cui ragazzi con disabilità comunicativa e cognitiva lamentavano la tempo l’assenza e che oggi trova un primo significativo spazio, grazie al coraggio e all’impegno delle edizioni la meridiana e al progetto promosso insieme al Centro Documentazione Handicap di Bologna e all’Associazione Arca Comunità “l’Arcobaleno” Onlus di Granarolo.

La collana, inaugurata a gennaio 2018, si apre con Il diario di Anna Frank, di cui propone una versione ridotta, adattata e simbolizzata.  Del lungo e noto diario lasciatoci in eredità dalla tredicenne tedesca è stato infatti selezionato un numero contenuto di passaggi significativi, tale da garantire un equilibrio misurato tra resa del testo e del contesto originale e comprensibilità della vicenda. Così il lettore trova la giovane Anna nel giorno del suo compleanno, quando riceve in dono il diario e  decide di chiamarlo Kitty e confidargli la sua storia; nel giorno in cui con la sua famiglia, prima del previsto, dalla polizia tedesca e si rifugia in un appartamento segreto; negli infiniti giorni seguenti in cui tra la paura, la noia, la fame e la tristezza dominanti cercano di farsi spazio alcuni brandelli di normalità, come il primo tenero amore con Peter o l’invenzione di un modo creativo per preservare la magia dello scambio dei doni di san Nicola. Tutto questo mentre fuori la guerra si inasprisce, le perquisizioni della Gestapo si fanno temibili e le notizie di una futura liberazione arrivano come un’eco senza una precisa data in cui sperare.

Ecco dunque che, anche grazie alla concisa ma puntuale introduzione al volume, anch’essa in simboli, questa particolare versione de Il Diario di Anna Frank riesce a mettere a fuoco, anche agli occhi di chi arranca su di un testo tradizionalmente scritto, ciò che di davvero urgente c’è nel racconto della giovane Anna: la quotidianità travolta, l’umanità vessata, i sentimenti di paura e incomprensione, la vitalità giovanile che cerca spazi di espressione e sopravvivenza, l’insensatezza di una guerra e di una pulizia etnica che non trova alcuna forma di sensatezza.  Il senso profondo de Il Diario di Anna Frank trova quindi nuova forma espressiva in un testo rielaborato in modo da risultare più lineare e diretto e funzionale a una resa tramite codice simbolico. Le frasi prive di costruzioni arzigogolate e contraddistinte da un lessico perlopiù piano vengono infatti simbolizzate facendo ricorso ai Widgit Literacy Symbols: la collezione di simboli adottata dagli inbooks e particolarmente indicata per la traduzione di un testo preesistente. Piuttosto versatile e ricca questa si presta bene a trascrivere in simboli un denso come quello in questione e adatto a lettori che non alle prime armi.

Perché in effetti sono proprio i lettori a essere al centro di un progetto editoriale (e non solo) come questo: quei lettori che crescono con un forte bisogno (e diritto) di confrontarsi con i pari e con la realtà che li circonda ma che spessissimo non trovano gli strumenti adatti a supportare e accompagnare questo bisogno. Perché per essere cittadini attivi, partecipi e coinvolti è necessario poter maturare delle riflessioni, poter conoscere la propria storia, poter ampliare il proprio sguardo con le narrazioni più profonde, e poter costruire il proprio pensiero anche in relazione a quello di altri. Ma è prima di tutto necessario che questi siano possibilità riconosciute a tutti, anche ai ragazzi con disabilità cognitiva e comunicativa. Solo, cioè, partendo dal presupposto – elementare ma tutt’altro che scontato – che il pensiero non sia annullato dalla disabilità e necessiti quindi di adeguato nutrimento, è possibile attivare progetti efficaci e segnare un percorso di reale crescita e inclusione. E questo è esattamente ciò che un progetto come Parimenti fa, mettendo in campo la consapevolezza che i ragazzi con disabilità crescono  e con loro cresce la voglia di confrontarsi con un mondo, un tipo di narrazione e un pensiero via via più complessi.

La scimmia abbracciona

Stufi di subire l’affettuosità smodata della scimmia Stella, gli animali della foresta decidono di mandarle un chiaro messaggio nascondendosi ogni qual volta il primate si faccia vedere. Un po’ triste e un po’ sconcertata, la scimmia inizia a vagare in solitudine  e incontra un riccio. Subito lo considera un grande amico e prova ad abbracciarlo come suo solito, sperimentando sulla sua pelle – o per meglio dire sui suoi peli – l’inopportunità di stringere d’impulso tutto ciò che le capiti a tiro.

Ecco in breve la storia che La scimmia abbracciona porta ai suoi lettori, in una forma fruibile anche in caso di esigenze di lettura particolari. Contraddistinta da frasi brevi o comunque dalla struttura lineare, da un lessico piano e da una simbolizzazione puntuale che sfrutta la collezione dei Widgit Literacy Symbols, La scimmia abbracciona si rivolge prima di tutto, ma non solo, a bambini con difficoltà comunicative legate all’autismo, privilegiando un racconto semplice che sfrutta al massimo il canale visivo.

Non è tanto per la qualità narrativa che lo contraddistingue, quanto per la specificità del progetto da cui nasce che La scimmia abbracciona merita interesse. Il libro che Papero Editore ha deciso di pubblicare come apripista di un’intera collana di in-book, ha infatti un’origine e una finalità sociale precise. Nato in seno all’associazione La matita parlante, La scimmia abbracciona è il frutto del lavoro di scrittura e illustrazione di due ragazzi con disabilità e intende andare a beneficio di bambini con difficoltà analoghe. Non solo con la scelta di una forma narrativa accessibile o con la proposta di una storia che rispecchia il quotidiano di diversi bambini (primo fra tutti l’autore stesso!) ma anche attraverso la dimostrazione che la disabilità non deve essere un limite alla realizzazione artistica e professionale.

Il pesciolino d’oro

Quella del pesciolino d’oro – creatura magica che esaudisce i desideri di chi lo incontra, a patto che non sfocino nell’esagerata avidità – è una fiaba popolare che si ritrova in numerose tradizioni e culture. È una fiaba avvincente in cui il protagonista, un vecchio pescatore con una moglie tiranna, passa dall’avere tutto al non avere nulla, invitando il lettore a riflettere sul senso più autentico della felicità.

Da poco la fiaba è resa accessibile dalla casa editrice Homeless Book che ne propone una versione basata sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa. Qui la fiaba risulta adattata prima di tutto nei contenuti: uno dei desideri espressi dal pescatore, probabilmente per risultare più familiare a un lettore d’oggi, è per esempio un’automobile. Il finale inoltre vede i due protagonisti felici della loro condizione di povertà, allorché la storia originale tende a sottolineare la miseria incontro alla quale vannoi protagonisti a causa della loro avidità.

Il testo, asciugato ed essenziale,  si adatta alle esigenze di giovani lettori con disabilità comunicative, sfruttando i Widgit Literacy Symbols (simboli WLS). Ogni pagina, con illustrazione a sinistra e testo a destra, presenta un massimo di tre o quattro frasi, perlopiù brevi o coordinate e dalla struttura lineare.  Tutti gli elementi della frase, salvo i (rari) pronomi, vengono simbolizzati, e la parte alfabetica del simbolo compare in minuscolo all’interno de riquadro.

Le illustrazioni, non  particolarmente d’impatto e dall’aspetto rustico, mirano nella loro semplicità a risultare comunicative e non distraenti.

 

 

 

 

Papu e Filo

Papu e Filo sono due personaggi tanto diversi – uno sbadato aggregato di pompon colorati e un preciso pezzo di corda bordeaux  – che non amano il loro aspetto e vorrebbero reciprocamente assomigliarsi. Ma cambiare non è così immediato, soprattutto se si è da soli. Insieme, invece, tutto è più semplice: così i due amici trovano il modo di assumere forme sempre nuove e differenti, mettendo insieme le qualità di ognuno. Un gelato, una chioccola, un’automobile o un viso sorridente: con un amico si può diventare qualunque cosa e farlo, forse, rende creature migliori.

Con una storia lineare, un testo misurato che non spreca una parola, e illustrazioni tattili che trasformano il poco in un’esplosione di creatività, Papu e Filo fa della semplicità la sua forza: una semplicità tutt’altro che banale e piatta e che, anzi, letteralmente conquista. Grazie a questa caratteristica, infatti, non solo il libro racconta una storia che è una carezza ma lo fa in un modo che risulta accogliente tanto per i bambini vedenti quanto per i loro compagni non vedenti. La disposizione di Braille e testo a stampa sulla pagina, la scelta dei materiali e l’essenzialità delle figure rendono infatti il libro godibilissimo e facilmente esplorabile anche al tatto.

Terzo classificato nella categoria “Miglior Libro Italiano” e primo classificato come “Miglior libro didattico” al III Concorso Nazionale Tocca a te! promosso dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi, Papu e Filo si presta meravigliosamente a piccole letture intime  in famiglia ma anche a significativi lavori di gruppo in classe.

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Imparo a fare la pipì

Imparo a fare la pipì è un volume in simboli edito dalla casa editrice Homeless Book e dedicato a uno dei passaggi più particolari e delicati della crescita di un bambino. Non si tratta di una storia fantastica o avventurosa, bensì di una storia sociale ossia di un racconto che intende aiutare i bambini ad acquisire dimestichezza con una situazione quotidiana che può generare sorpresa, difficoltà di comprensione o reticenza. Sono reazioni, queste, che toccano trasversalmente qualunque bambino e che possono farsi a maggior ragione più marcate nel caso sopraggiungano particolari disturbi o nel caso in cui i cambiamenti vengano percepiti come ostici.

Ecco dunque che la scelta della casa editrice di rendere il contenuto del libro fruibile anche in caso di autismo e disturbi della comunicazione, grazie all’utilizzo dei simboli WLS e di illustrazioni molto piane e limpide, appare particolarmente calzante per un volume di questo genere. Imparo a fare la pipì presenta infatti un testo molto semplice, composto di poche e brevi frasi e caratterizzato da scelte lessicali ispirate alla quotidianità e da scansioni temporali molto chiare. I simboli impiegati sono riquadrati e presentano la componente alfabetica, in stampatello minuscolo, all’interno del riquadro stesso perciò strettamente connessa alla parte grafica.

Il libro, inoltre, tiene conto dell’importanza- soprattutto in caso di difficoltà legate allo spettro autistico – di personalizzare il racconto in modo che rispecchi il più possibile l’esperienza del bambino-lettore. Per questo il volume è costruito in modo tale da consentire l’adeguamento della contestualizzazione alle singole esigenze (per esempio, con la possibilità di scelta tra il simbolo del vasino e quello del wc), il completamento attivo delle illustrazioni con le proprie foto o con le figure – contraddistinte da espressioni variegate – predisposte in fondo al volume e con l’offerta dei simboli più utili per costruire una tabella comunicativa a tema. Si tratta di piccoli accorgimenti dai risvolti pratici molto significativi che rendono la collana Completalotu – di cui Imparo a fare la pipì fa parte e a cui si è recentemente aggiunto anche il titolo Divento grade, vado a scuola – particolare e ben concepita.

Foglie

La natura ha un potere incantevole che ciascuno coglie in maniera differente. C’è lo stupore di fronte all’ingegnosa perfezione di animali, piante e ambienti, il desiderio di comprendere e conoscere i meccanismi che regolano ogni processo, la meraviglia poetica suscitata dalla bellezza e dalla varietà di ciò che ci circonda. E i libri (quelli buoni!), dal canto loro, non fanno che accogliere questi sentimenti e dar loro voce e spazio. Così, un volume come Foglie di Francesca Pirrone va a cogliere e mescolare queste diverse attitudini proponendo al lettore una carrellata di esemplari botanici, presentati in maniera personalissima. Ognuno rivela un’anima suggestiva e intrigante, suggerita e ispirata dalla forma di ogni foglia. C’è quella rotonda  forse perché mangia troppo e quella a forma di lancia ma che odia la guerra, quella piccola come un bambino e quella dentellata perché è sempre arrabbiata: un assortimento composito e stimolante che invita a una vera e propria danza con le cose più semplici e comuni della natura, gettando su di esse uno sguardo nuovo.

È questione di sguardo, sì, ma anche e soprattutto di tatto. Foglie è infatti un libro tattile costruito a modino, accessibile in tutti i suoi contenuti  anche in caso di disabilità visiva. Oltre ai testi stampati in nero e in Braille nella parte bassa della pagina, il volume dedica a ogni foglia un’illustrazione in legno significativa per gli occhi e per le dita. Identiche nella texture, le foglie di Francesca Pirrone si differenziano nella sagoma, proprio quella che nell’interpretazione dell’autrice ne suggerisce il carattere. Questa scelta, che certo non intende approfondire il realismo della rappresentazione, agevola e snellisce l’esplorazione al tatto che è chiamata così a concentrarsi su un solo aspetto del soggetto. Il risultato è una passeggiata autunnale originale, tra foglie dall’animo marcato, che invitano a (ri)scoprire la natura per farne oggetto e stimolo di nuovi percorsi scientifico- fantastici.

Vincitore della seconda edizione del concorso di libri tattili illustrati Tocca a te!, in qualità di miglior libro didattico, Foglie è stato realizzato e pubblicato in 400 copie dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi e distribuito gratuitamente ad altrettante biblioteche e associazioni sul territorio italiano grazie al contributo della Fondazione Cariplo. Nel corso del 2018 alcune copie del libro saranno rese invece disponibili per l’acquisto privato direttamente sul sito dell’editore.

Una giornata di Ivan

Quello a cui difficilmente si pensa, se non si hanno personali esperienze con bambini e ragazzi con autismo, è che anche le più semplici azioni quotidiane possano implicare grandi difficoltà e richiedere sforzi  commisurati. E invece questo è proprio ciò che accade, rendendo per queste persone anche soltanto la preparazione mattutina, una gita in piscina, una visita dal dentista o una cena al ristornante, una prova molto faticosa per la quale servono routine ben definite e previsioni rassicuranti di azioni, contesti ed emozioni.

Da qui nasce il progetto che ha dato vita a Una giornata di Ivan: un cofanetto di libri in simboli che aiutano i bambini con difficoltà legate alla sindrome autistica a conoscere, orientarsi e trovarsi a proprio agio di fronte a situazioni comuni come quelle sopracitate. E soprattutto a farlo grazie a uno strumento piacevole e curato come può essere un libro. L’intento pratico e istruttivo è dunque qui dichiarato fin dall’inizio: non ci si stupisce perciò di non trovare all’interno dei volumi che compongono il cofanetto delle vere e proprie storie ma piuttosto l’esposizione gradevolmente narrativa di come ci si comporta a casa, in piscina, in studio o al ristorante.

Ognuno dei quattro volumi – racchiusi in una pratica e carina valigetta – presenta il testo in simboli WLS a destra e un’illustrazione a tutta pagina a sinistra. Composto da frasi piuttosto lunghe e non prive di subordinate (e per questo adatto a bambini con una certa dimestichezza a seguire il testo) ma caratterizzato da una struttura lineare e da scelte lessicali quotidiane e comprensibili, il testo si compone di simboli a colori riquadrati in cui le parole, in minuscolo, sono collocate nella parte bassa de quadrato. Le illustrazioni, dal canto loro, focalizzano l’attenzione sugli elementi più significativi evidenziati dal testo e prediligono rappresentazioni chiare e nette, con frequenti primi piani che rendono più facilmente riconoscibile il protagonista e le sue emozioni. Gli sfondi, poi, presenti ma sfumati per non interferire con la decodifica dell’immagine centrale, donano maggiore coerenza, gradevolezza e identificabilità al quadro.

Una giornata di Ivan è frutto di un lavoro corale, coordinato dall’associazione Need You onlus (cui si deve già un altro volume in simboli: Le due metà del cielo) e sostenuto da diverse realtà tra cui la Regione Piemonte e l’Angsa. All’associazione promotrice del progetto è possibile fare riferimento per acquistare il cofanetto.

Che cosè il Magicoso?

Proposto dalla cooperativa Puntidivista, Che cos’è il magicoso? è un libro multicodice – con testo in nero e in Braille, arricchito da alcune illustrazioni tattili – che fa parte della collana Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa. Nata per rispondere al più ampio ventaglio di esigenze di lettura, secondo un progetto ambizioso e ammirevole, quest’ultima propone diverse versioni di ogni volume così da renderlo fruibile in caso di differenti disabilità. Ecco dunque che  il libro in questione trova posto nel catalogo della casa editrice rietina anche in versione tradizionale e in versione simbolizzata.

In tutte, protagonisti sono Lampadino e Caramella, due bambini curiosi, e il loro cane Zampacorta, alle prese con la ricerca di un misterioso oggetto smarrito dal ricco Michele nel Bosco verde. Che cosa sia questo oggetto misterioso, denominato Magicoso, non è dato saperlo fino alla fine, quando niente meno che una lente di ingrandimento salterà fuori dal ruscello.

Contraddistinto da una storia piana, un testo poco ostico e alcune illustrazioni realizzate a collage materico, Che cos’è il magicoso?,  nasce per risultare accessibile anche in caso di disabilità visiva. Il libro, stampato su carta piuttosto sottile e rilegato a spirale, presenta pagine di testo piuttosto fitte con il Braille sovrapposto al nero. Le illustrazioni – in numero inferiore rispetto alle pagine di testo perché dedicate soltanto alla presentazione dei protagonisti della storia – non si trovano mai affiancate a quest’ultimo, rendendo la corrispondenza tra descrizione verbale ed esplorazione tattile meno immediata. Le illustrazioni sono tuttavia poco complesse e perciò comunque decodificabili in differita rispetto alla lettura del testo. Che cosa sia lo stesso magicoso, oggetto cardine del racconto, non viene mai esplicitato ma reso piuttosto efficacemente a livello tattile, lasciando all’esplorazione del bambino la soluzione del mistero.

Il brutto anatroccolo

Anche solo osservato superficialmente, tenendo chiusa la copertina o sfogliando velocemente le pagine, Il brutto anatroccolo di Uovonero offre la netta e veritiera impressione di avere tra le mani un libro prezioso. Sono senz’altro le illustrazioni avvolgenti di Arianna Papini, così malinconiche e poetiche come è caratteristico dell’illustratrice fiorentina, a dire in maniera immediata al lettore quanta cura ci possa e ci debba essere in un libro progettato per risultare fruibile anche in caso di esigenze speciali.

Accolti da questa sensazione di piacevole benvenuto, ci si sofferma poi sulle pagine interne e sui testi, curati da Enza Crivelli, e anch’essi capaci di garantire l’accessibilità della storia senza per questo sacrificarne l’intensità.

In quelle frasi molto brevi e lineari, rafforzate dai simboli PCS riquadrati e affiancate da figure dall’aria imperturbabile e immortale – come d’altronde una fiaba dovrebbe essere – ritroviamo tutta la potenza di un racconto che parla in modo ancora straordinario di diversità. E che da oggi può farlo anche a bambini che faticano a leggere un testo tradizionalmente stampato e che beneficiano invece di un supporto alla comunicazione attraverso i simboli.

Questo brutto anatroccolo fa infatti parte dell’apprezzatissima collana I pesci parlanti di Uovonero che propone fiabe tradizionali in una versione adattata, con testi asciugati, simbolizzati e disposti in maniera molto pulita e chiara sulla pagina, per venire incontro alle esigenze di lettura di bambini con autismo o disturbi della comunicazione. Forte inoltre del sistema brevettato Sfogliafacile, il volume risulta più resistente anche nel caso in cui sia maneggiato con poca praticità, con frequenza o in situazioni poco agevoli.

L’idea di accoglienza e di abbraccio caloroso che sta alla base della collana trova qui una delle sue più piene concretizzazioni grazie alle scelte fatte dalle autrici. Il risultato è un libro che con il suo aspetto concorre fisicamente alla costruzione di un piacevole momento di lettura condivisa in famiglia, in classe e in biblioteca. E questo non è poco. Che poi il libro celebri il diritto e il bello di essere sé stessi, con tutte le complicazioni che questo comporta, non solo con il suo contenuto ma anche con la sua forma, è cosa ancor più rara che dà a quella iniziale e sfuggente impressione di preziosità un solido e motivato fondamento.

Per venire incontro a esigenze diverse di lettura, dal 2018 Il brutto anatroccolo e e le altre fiabe de I Pesci parlanti sono proposte dall’editore cremasco anche in una nuova collana chiamata I Pesciolini i cui volumi, identici nel contenuto ai loro “fratelli” maggiori, fanno a meno del formato Sfogliafacile e della cartonatura, risultando così più snelli ed economici (12.90 €).

 

Giacomino Golosone

La storia di Giacomino golosone, dagli espliciti intenti didattici, è la storia di un bambino ghiotto di wurstel e patatine fritte che si ritrova, dopo un scorpacciata di cibo poco sano, a fare i conti con dei famigerati mostri digestivi. Sarà una bella dose di frutta e verdura, prima sistematicamente ripudiata, a sistemare per le feste i mostriciattoli e a convincere Giacomino dell’importanza di far scorte di mele e zucche.

Resa accessibile secondo il metodo in-book, che vede impiegati i simboli WLS completamente riquadrati e vede simbolizzati tutti i singoli elementi del testo, la storia è stata creata e curata, nei testi e nelle immagini, dai ragazzi e dalle ragazze di un liceo di Gubbio. Il lavoro svolto, oltre a offrire un’occasione di lettura fruibile anche da bambini con disturbi della comunicazione, costituisce il frutto di un lavoro di sensibilizzazione sulle nuove generazioni particolarmente significativo.

 

Piccolo uovo

La storia di Piccolo uovo è tristemente e felicemente nota. Tristemente perché più volte e di recente è stata oggetto di discriminazioni e accuse folli rispetto alla possibilità che veicolasse messaggi pericolosi. Felicemente perché è stata riconosciuta dal pubblico e dalla critica come una storia di stacco, che ha avviato un discorso narrativo rivolto all’infanzia sul tema importante della molteplicità delle famiglie e forse – unica nota positiva del deprecabile polverone che le accuse al libro hanno sollevato – ha trovato modo di emergere e diffondersi, foss’anche solo per presa di posizione contro un oscurantismo tutt’altro che moderno.

Firmata nei testi e nelle illustrazioni rispettivamente da Francesca Pardi e da Altan, Piccolo uovo racconta del viaggio intrapreso da un ovetto prima della nascita. L’intento del protagonista è quello di vedere con i suoi stessi occhi cosa sia una famiglia: qualcosa di cui ha sentito parlare ma che non sa esattamente cosa sia. È così che incontra famiglie di ogni tipo – con una mamma, un papà e tanti fratelli tra loro molto simili, con una mamma, un papà e dei figli molto diversi, con due mamme, con due papà, con un solo genitore – tutte egualmente rassicuranti e capaci di fargli venir voglia di nascere, per scoprire come sarà la sua.

Originariamente pubblicato da  Lo Stampatello, Piccolo uovo è reso ora disponibile in versione in simboli all’interno della collana I Libri di Camilla di Uovonero, che già annoverava tra i suoi titoli Che rabbia!, Le parole di bianca sono farfalle, Lindo Porcello e Il piccolo coniglio bianco. Grazie al ricorso ai simboli WLS – qui delimitati da riquadri che ne agevolano l’individuazione da parte dei lettori alle prime armi (destinatari primari , non a caso, del volume) e che contengono l’elemento grafico ma non quello alfabetico – il volume risulta così fruibile anche in caso di difficoltà di lettura legate all’autismo o più in generale ai disturbi della comunicazione.

L’impostazione grafica del volume di partenza – con uno sfondo bianco molto pulito e i testi disposti in maniera poco confusiva – contribuisce a rendere la versione adattata piuttosto aderente, anche nell’aspetto,  all’originale. Lo stesso si può dire del testo: lineare ed essenziale già nella sua prima versione e pertanto ideale per un processo di simbolizzazione che predilige struttura poco arzigogolate. Le immagini, infine, oltre ad essere estremamente accoglienti e familiari proprio perché portano tutta la qualità, la semplicità profonda e la riconoscibilità del segno di Altan, si prestano anche molto bene a supportare la comprensione del testo in caso di difficoltà di lettura, grazie all’assenza assoluta di dettagli superflui, alla resa pulita delle espressioni dei personaggi e a figure ben definite che catturano piacevolmente  l’attenzione.

Un fantasma nella mia stanza

I fantasmi sono mascalzoni e scaltri: si nascondono nei luoghi più diversi – un armadio, un tappeto, una tenda o un baule dei giochi – e si spostano alla velocità della luce per non farsi acchiappare. C’è un solo modo per sistemarli per le feste e togliersi il pensiero di averli tra i piedi di notte:  affidarsi a un papà amorevole e paziente che controlli uno per uno tutti i possibili nascondigli. Solo allora sarà possibile addormentarsi sereni, proprio come accade a Giacomo che, pur essendo un pennuto, conosce bene i timori e i turbamenti notturni più comuni ai cuccioli di uomo.

Questa familiarità rispetto al mondo emotivo del potenziale lettore, unita alla semplicità della storia, all’iterazione  della struttura, alla linearità del testo e all’essenzialità delle immagini fa di Un fantasma nella mia stanza un albo che si presta molto bene alla simbolizzazione: procedura che, grazie all’impiego di simboli WLS, consente di agevolare la lettura condivisa anche con bambini con disturbi della comunicazione. Curato dal Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa e Alternativa di Milano, secondo il modello in-book, questo passaggio consente di offrire del bell’albo di Guido Van Genechten una versione accessibile ma molto simile all’originale.

Funzionale soprattutto a una lettura con il modeling (indicazione puntuale dei simboli con il dito man mano che vengono letti dall’adulto), questa versione mantiene il fascino di un’illustrazione delicata e rassicurante, in cui ci si può divertire a vedere come si muovono e cosa combinano i giocattoli del protagonisti, e la predisposizione per una lettura ad alta voce, garantita da un andamento piacevolmente ripetitivo e dal ricorso alle onomatopee.

Che paura, Sam!

Quando fuori impazza il temporale, tuoni e fulmini possono creare grande scompiglio emotivo. Serve un riparo – sotto il letto è l’ideale – e serve un amico – il proprio peluche preferito, per esempio- con cui condividere la paura per farla sembrare più accettabile. Le parole consolatorie, benché immaginarie, che un compagno di avventura può portare in una situazione simile si fanno infatti portatrici di un aiuto preziosissimo capace persino di far comparire un arcobaleno in cielo.

La storia di Sam non è nient’altro che una storia familiare a qualunque bambino, una storia di timori e superamento degli stessi, di incoraggiamenti reciproci, di piccole sfide e di cieli bui che possono tornare a risplendere. Che paura, Sam! racconta perciò una paura in cui è facile rispecchiarsi e una strategia buona per far sì che non ci travolga. Lo fa con parole e illustrazioni piane, il cui tratto domestico è piuttosto marcato a testimonianza del progetto scolastico in seno al quale il volume è nato. Autori e autrici dei testi e delle illustrazioni, insieme a Silvia Fanucci e Valeria Ruspi, sono infatti gli studenti e le studentesse di un Liceo di Gubbio, messi alla prova con una narrazione che potesse parlare anche a bambini con difficoltò di lettura.

Che paura, Sam! segue infatti il modello in-book e si caratterizza quindi per l’uso di simboli in bianco e nero riquadrati, per l’unione di elemento grafico ed elemento alfabetico all’interno del riquadro, e per la scrittura in simboli di tutti gli elementi delle frasi. Queste ultime appaiono perlopiù brevi e senza subordinate, non di rado in forma di discorso diretto. Questi elementi, nel loro complesso, concorrono a dare vita a un volume agile e snello, non solo nella forma (praticamente tascabile) ma anche nel contenuto che – date anche le tematiche trattate – risulta così fruibile in lettura condivisa da parte di bambini della scuola dell’infanzia.

Marghe e Calò

Marghe e Calò sono una margherita e un calabrone, protagonisti del racconto per occhi e dita che porta i loro nomi e che parla di amicizia, di distanze e di tenacia. Bella e vezzosa lei, allegro e perseverante lui, i due personaggi si incontrano a Roma tra i banchi del mercato. Da un piccolo qui pro quo nasce tra loro un legame fatto di attenzioni rifiutate e di ricerca di contatto: un legame tanto speciale da spingere Calò a cercare la sua amica anche quando questa verrà acquistata e cambierà quindi dimora.

Marghe e Calò nasce in casa Puntidivista come libro tradizionale e diventa poi, a cura della medesima cooperativa, anche un libro fruibile in caso di disabilità visiva. Le illustrazioni tattili che lo caratterizzano sono ben realizzate, con una selezione di materiali accurata (penso soprattutto alle ali del giovane calabrone fatte di retina sottile) e con una particolare attenzione alle forme. Semplici e ben riconoscibili queste invitano a un’esplorazione tattile che possa dare soddisfazione ai bambini non vedenti mentre i dettagli visuali che arricchiscono e animano ulteriormente la pagina, la rendono più completa agli occhi dei bambini vedenti. L’idea, dunque, è che il libro possa andare realmente incontro a esigenze di lettura diverse.

Il libro presenta pagine non troppo rigide e testi in Braille apposti su cartoncino. L’aspetto complessivo che ne deriva è forse meno resistente e armonico di altri volumi tattili ma concorre d’altra parte a mantenere contenuto il prezzo del volume: aspetto per nulla trascurabile quando si parla di accessibilità della lettura.

Scorpacciata di carote

La vita del cavallo Duca è tutt’altro che riposante: tra corse, strigliate e ostacoli le sue giornate sono faticose e ripetitive. Ci vorrebbe proprio un diversivo! Per fortuna che Tobia, l’asino compagno di scuderia, sa come prendere l’amico e fargli cogliere il bello che lo circonda: in un attimo i due partono al galoppo per una gita in un campo di carote che salverà a entrambi l’umore e la giornata.

Caratterizzato da una storia semplice e lineare e da un testo composto perlopiù da frasi brevi e coordinate, Scorpacciata di carote dà vita a un racconto in simboli agevole da seguire ma con alcuni elementi (come esclamazioni non attribuite esplicitamente o alcuni vocaboli più ricercati) che ne aumentano il grado di complessità. La distribuzione sulla pagina dei simboli (di tipo WLS, contornati da un riquadro che contiene anche il vocabolo corrispondente) asseconda sempre, là dove possibile, la struttura della frase e accompagna illustrazioni che privilegiano la funzionalità e il sostegno alla comprensione testuale rispetto allo stupore estetico.

Nati in seno a un laboratorio di costruzione di libri su misura, per rispondere alle esigenze e agli interessi di una bambina appassionata di cavalli, il testo e la simbolizzazione della storia del cavallo Duca e dell’asino Tobia sono stati poi aggiustati in funzione di un pubblico più vasto e trasformati in un libro a tutti gli effetti dall’attivissima casa editrice Homeless Books: un percorso esemplare e significativo che rende conto molto bene del ruolo giocato dalle piccole realtà nel sovvertire alcuni vuoti editoriali che concernono la disabilità.

Il pinguino senza frac

Quella del pinguino senza frac è una storia dal sapore antico in cui la povertà spinge il protagonista a compiere un lungo viaggio di crescita e iniziazione. Il pinguino Limpo proviene infatti da una famiglia molto modesta che non può permettersi di acquistargli il frac per andare a scuola. Schernito e allontanato dai compagni, il cucciolo decide di partire per guadagnare il necessario e poter così apparire come gli altri. Il suo sarà un viaggio formativo ricco di incontri con creature diverse – pesci, orsi, trichechi e anche umani – e scoperte non sempre piacevoli ma funzionali all’acquisizione della consapevolezza che la conoscenza dell’altro è necessaria alla comprensione e all’arricchimento reciproci.

Oggi, a quasi settant’anni dalla prima edizione, Il Pinguino senza frac non smette di promuovere il rispetto della diversità non solo facendo leva su una storia senza tempo ma anche prestandosi a traduzioni e adattamenti che lo rendono fruibile a lettori con abilità diverse. Dopo essere stata tradotta in Braille grazie alla collaborazione tra Corsiero Editore e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e Associazione Scrittori Reggiani, la storia scritta da Silvio D’arzo veste ora infatti l’abito dei simboli grazie alla collaborazione tra lo stesso editore e l’associazione GIS – Genitori per l’Inclusione Sociale.

Questa edizione abbandona il suggestivo formato leporello in favore di un formato più classico e funzionale a una lettura basata sul modeling. Le splendide illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini, che sottolineano con forza le emozioni narrate e la ricchezza degli incontri fatti dal pinguino Limpo, riescono tuttavia a mantenere un posto e un ruolo di rilievo, concedendo respiro a pagine fitte di simboli. Il volume, realizzato secondo del linee guida del modello inbook, adotta in particolare i Widgit Literacy Symbols che, rispetto ad altri sistemi simbolici, garantiscono maggiore duttilità funzionale alla traduzione di un testo preesistente.

 

Yxxy – Un giorno speciale

Un giorno speciale è il primo titolo di una collana nata dalla collaborazione di realtà diverse e attente alle tematiche dell’inclusione quali la Biblioteca oltre l’Handicap di Bolzano e la neonata casa editrice Storie cucite, con la supervisione del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano. La sensibilità e le competenze di questi attori sono in particolare confluiti all’interno di questo progetto editoriale che prevede la pubblicazione di una serie di volumi in simboli prodotti secondo il modello inbook e pensati per dare spazio alle piccole grandi esperienze di crescita che il bambino può affrontare.

Dedicato ai timori e alle felici scoperte che il primo giorno di scuola dell’infanzia può portare con sé, Un giorno speciale intende in particolare accompagnare i bambini, compresi quelli con qualche difficoltà, in un momento così delicato come l’ingresso alla materna. Il bambino protagonista del racconto viene infatti seguito nella preparazione di questo importante giorno, nelle emozioni che la novità reca con sé, negli incoraggiamenti e nel sostegno che arrivano dagli adulti e negli incontri  felici che si realizzano. Le pagine di Un giorno speciale riservano cioè spazio alle possibilità che un’esperienza così impegnativa racchiude senza tralasciare i timori che essa nasconde, ben sottolineati questi ultimi dalle espressioni dei visi cui le illustrazioni di Licia Zuppardi dedicano particolare attenzione.

L’attenzione all’aspetto inclusivo del racconto viene in particolare dalla scelta di dare voce e rappresentazione a un protagonista con difficoltà motorie, dalla valorizzazione degli atteggiamenti accoglienti e rassicuranti degli adulti e dei pari nei suoi confronti e dalla cura nella traduzione del testo in simboli WLS. La disabilità viene cioè tenuta in considerazione sia nella concezione formale che in quella contenutistica del libro, intendendo così amplificare il messaggio di sensibilizzazione che lo contraddistingue. Forte ed esplicito quest’ultimo rischia di apparire un po’ ridondante in una lettura prettamente di piacere mentre si presta più felicemente a un uso funzionale (per esempio per stimolare il confronto, la riflessione, l’apertura) del libro.

L’oggetto misterioso

I protagonisti de L’oggetto misterioso sono Lampadino, Caramella e Zampacorta: due fratellini e una cane già attivi in precedenti avventure accessibili pubblicate da Puntidivista. A conoscenza di un passaggio segreto per il Magiregno, i tre vi si recano anche in questo episodio recitando come di consueto le necessarie parole magiche. Qui incontrano il riccio Michele, disperatamente alla ricerca di un oggetto misterioso che pare essere il più bello e importante del regno. Ognuno di loro crede di aver capito di che cosa si tratti ma né il fischietto magico, né il fiore dei mille colori, né l’acqua della fonte chiara che portano al riccio risultano essere l’oggetto giusto, ben più elementare, rinvenuto infine in mezzo a un ruscello.

Come i precedenti volumi in simboli curati dalla casa editrice di Rieti, L’oggetto misterioso si caratterizza per una aspetto poco elaborato (rilegatura a spirale, illustrazioni piatte e aderenti al testo) che sacrifica la piacevolezza e l’appeal che sono tipici del libro illustrato in favore di un sostegno alla concentrazione sul racconto e della maneggevolezza del volume. Pensato per rispondere alle esigenze di un pubblico con esigenze speciali, legate soprattutto a disturbi della comunicazione e autismo, il libro si avvale di simboli simili ai Widgit Literacy Symbols, riquadrati e caratterizzati da testo in stampatello maiuscolo, e fa dell’asciuttezza (narrativa, testuale, iconica e grafica) la sua cifra.

Faccia di papà

Quello dell’editoria tattile è un ambito in cui i concorsi giocano un ruolo fondamentale affinché un’idea possa prendere la forma definitiva di un libro. Faccia di papà, arrivato alla stampa proprio a seguito della partecipazione al concorso di editoria tattile Tocca a te, ne è la positiva dimostrazione. Vincitore per il miglior testo dell’edizione 2011 del concorso, il prototipo di Cinzia Panarco ha abbandonato la veste di copia unica per rendersi disponibile a molteplici mani grazie all’impegno della casa editrici Puntidivista che lo ha trasformato in un libro tattile a tutti gli effetti.

Caratterizzato da una struttura piacevolmente iterata – tanto nel testo quanto nelle illustrazioni – Faccia di papà racconta dal punto di vista di ua bambino come cambia il volto del babbo con lo scorrere della settimana: un reportage emotivo-sensoriale che associa la crescita della barba alle emozioni di un piccolo e intimo gioco degli affetti.

Ogni doppia pagina presenta un breve testo in nero e in Braille (quest’ultimo su di un cartoncino attaccato alla pagina) a sinistra, un’illustrazione visuale (dai tratti piuttosto artigianali e non troppo entusiasmanti) che riempie lo spazio lasciato ibero dal testo e un’illustrazione tattile sulla destra. Quest’ultima, sempre dedicata al viso del papà, si contraddistingue per delle forme costanti, pulite, ben riconoscibili, per una scelta dei materiali molto pertinente (le carte vetrate a diversa grana, i fili di cotone e la gomma crepla rendono molto bene i diversi stadi della barba) e per un’esplorabilità agevolata e piacevole soprattutto ma non solo per i giovani lettori con disabilità visiva.

Cucù, sono qua!

Xavier Deneux è un autore francese molto prolifico e il cui stile, contraddistinto da tinte brillanti, forme pulite e linee amichevoli, è particolarmente apprezzato e apprezzabile da un pubblico di giovanissimi lettori. Il Castello (con i diversi marchi che comprende) ha pubblicato numerosi suoi lavori tra i quali spicca anche Cucù, sono qua!, un albo tutto dedicato al nascondino: gioco nel quale la complicità tra genitori e figli svolge un ruolo fondamentale per la costruzione di un divertimento condiviso.

Protagonista del libro è il coniglietto Marco che, nascosto dietro le tende, sotto il tavolo o tra la biancheria, viene cercato da una mamma e un papà molto affettuosi e astuti ed esce ogni volta allo scoperto al grido di “Cucù, sono qua”. Il gioco si ripete fino a sera, secondo quel principio di replica tanto caro all’infanzia. Sarà a quel punto il pupazzo Lillo a scomparire per un momento ma niente paura, forse si è solo nascosto e infatti… cucù, è qua anche lui, per una chiusura narrativa e una buonanotte davvero liete!

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Cucù, sono qua! è in catalogo dal 2012 per Tourbillon che ora lo propone anche in una versione simbolizzata che rispetta fedelmente l’impostazione grafica e il rapporto testo-immagini dell’originale. Grazie alla collaborazione con il Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano, l’editore ha infatti adattato il piacevole albo ricorrendo ai simboli WLS e rendendolo così accessibile anche a bambini con autismo e disturbi della comunicazione o a bambini che per altre ragioni (perché stranieri, per esempio) familiarizzino più facilmente con una narrazione visiva più o oltre che verbale.L’importante e meritevole iniziativa, che prevede al momento anche la simbolizzazione di altri tre titoli – Bravo, Gnam! e Un fantasma nella mia stanza – segna una significativa sensibilizzazione dell’editoria rispetto al tema dell’accessibilità della lettura.IMG_20170821_155439

 

Gnam

Dopo l’esperienza di Bravo!, si mantiene desta l’attenzione di Nati per leggere per la produzione editoriale accessibile anche ai piccolissimi con difficoltà di comunicazione. A distanza di qualche anno esce ora, infatti, un secondo volume in simboli patrocinato dall’organizzazione che promuove la lettura dai primissimi mesi. Si tratta di Gnam che, come il primo, è edito da Clavis e scritto e illustrato da Leen Van Durme.

Protagonista è nuovamente il paperotto che nel primo episodio imparava a saltare, correre, volare e nuotare e che qui, invece, va a caccia di cibo. La sua ricerca, scandita ogni doppia pagina da una domanda su un possibile alimento (la carota, l’erba, il verme e la ghianda) e da una risposta su chi se ne nutra in realtà (il coniglio, la mucca, la gallina e lo scoiattolo), accompagna il lettore a scoprire le abitudini alimentari di diversi animali e si conclude con una bella scorpacciata di briciole di pane.

Caratterizzato da testi leggermente più lunghi rispetto a Bravo!, Gnam li distribuisce su entrambe le pagine, invitando a una lettura di poco più impegnativa. Anche questa versione del testo di Leen Van Durme, che associa alle parole la relativa simbolizzazione basata sulla collezione WLS (Widgit Literacy Symbols), risulta tuttavia adatta a lettori molto piccoli, con o senza difficoltà, data la chiarezza delle immagini, la concisione dei testi, la pulizia grafica e la struttura volutamente ripetitiva.

Il Piccolo Principe

Non è la prima volta che l’editore Erickson si cimenta nell’adattamento di classici ad uso di giovani lettori, soprattutto con difficoltà di comunicazione, comprensione o decodifica testuale. Tra il 2015 e il 2016, in particolare, è nata la collana I classici facili, di cui fanno parte Pinocchio, Il piccolo principe e Il mago di Oz e che mira a favorire la condivisione di storie facenti parte dell’immaginario comune, grazie a una riduzione e a una semplificazione testuale curate da Carlo Scataglini. A partire da quegli stessi testi adattati, in particolare Pinocchio e Il piccolo principe, nascono oggi i primi volumi di una nuova collana intitolata I classici con la CAA che allargano ulteriormente le possibilità di lettura grazie a una traduzione del testo in simboli WLS secondo le linee guida del modello inbook. Il testo di Carlo Scataglini è stato infatti tradotto in simboli con la supervisione del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano.

Raffinati e affascinanti nella loro veste grafica, I classici con la CAA appaiono come volumi dalle grandi dimensioni: caratteristica funzionale non solo alla necessità di contenere testi e relative simbolizzazioni piuttosto lunghi ma anche alla scelta di dare spazio a illustrazioni di grande respiro, curate nel caso di Pinocchio da Giuseppe Braghiroli e nel caso de Il Piccolo Principe da Silvia Bonanni. Ne risultano libri davvero belli da guardare e comodi da utilizzare in occasione di letture condivise, oltre che contraddistinti da un testo fruibile ma non banalizzato. Capace di dare spazio a tutti gli episodi chiave dei racconti di Collodi e Saint-Exupery, questo è perlopiù frutto di un lavoro di revisione delle espressioni meno comuni, delle frasi più articolate, delle forme verbali passive o dei sottintesi. Il racconto che viene proposto al lettore mantiene quindi una certa lunghezza e complessità che richiedono un’attenzione e una dimestichezza con i simboli non elementare: una proposta interessante, insomma, per lettori non proprio alle prime armi ma con bisogni educativi speciali nei confronti dei quali spesso le proposte editoriali sono molto scarse. Da segnalare, inoltre, che i volumi della collana sono corredati da audiolibro in formato mp3, scaricabile gratuitamente dal sito dell’editore.

Pinocchio (I classici con la CAA)

Non è la prima volta che l’editore Erickson si cimenta nell’adattamento di classici ad uso di piccoli lettori, soprattutto con difficoltà di comunicazione, comprensione o decodifica testuale. Tra il 2015 e il 2016, in particolare, è nata la collana I classici facili, di cui fanno parte Pinocchio, Il piccolo principe e Il mago di Oz e che mira a favorire la condivisione di storie facenti parte dell’immaginario comune, grazie a una riduzione e a una semplificazione testuale curate da Carlo Scataglini. A partire da quegli stessi testi adattati, in particolare Pinocchio e Il piccolo principe, nascono oggi i primi volumi di una nuova collana intitolata I classici con la CAA che allargano ulteriormente le possibilità di lettura grazie a una traduzione del testo in simboli WLS secondo le linee guida del modello inbook. Il testo di Carlo Scataglini è stato infatti tradotto in simboli con la supervisione del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano.

Raffinati e affascinanti nella loro veste grafica, I classici con la CAA appaiono come volumi dalle grandi dimensioni: caratteristica funzionale non solo alla necessità di contenere testi e relative simbolizzazioni piuttosto lunghi ma anche alla scelta di dare spazio a illustrazioni di grande respiro, curate nel caso di Pinocchio da Giuseppe Braghiroli e nel caso de Il Piccolo Principe da Silvia Bonanni. Ne risultano libri davvero belli da guardare e comodi da utilizzare in occasione di letture condivise, oltre che contraddistinti da un testo fruibile ma non banalizzato. Capace di dare spazio a tutti gli episodi chiave dei racconti di Collodi e Saint-Exupery, questo è perlopiù frutto di un lavoro di revisione delle espressioni meno comuni, delle frasi più articolate, delle forme verbali passive o dei sottintesi. Il racconto che viene proposto al lettore mantiene quindi una certa lunghezza e complessità che richiedono un’attenzione e una dimestichezza con i simboli non elementare: una proposta interessante, insomma, per lettori non proprio alle prime armi ma con bisogni educativi speciali nei confronti dei quali spesso le proposte editoriali sono molto scarse. Da segnalare, inoltre, che i volumi della collana sono corredati da audiolibro in formato mp3, scaricabile gratuitamente dal sito dell’editore.

Lindo Porcello

Creato dal pennello sottile di Eric Battut, interprete straordinario dello spirito infantile, Lindo Porcello è un personaggio che da anni fa innamorare occhi e orecchie in formato mignon. La sua avventura è corta ma intensa, perfettamente condensata in una serie di onomatopee, come si addice a un pubblico di piccolissimi. Il suo divorare una fettona di torta, dar vita a un bel disegno colorato, lanciarsi nel fango con la bicicletta, costruire un castello di sabbia, e infine darsi una bella ripulita è tutto marcato da un ragionato susseguirsi di gnam gnam, splish splash, et voilà e shshshshssss che rendono la lettura estremamente coinvolgente e invitano al contributo attivo da parte del piccolo lettore.

Non meriterebbe forse ogni bambino di godere di questo piccolo piacere? Assolutamente sì! Ecco perché la pubblicazione di Lindo Porcello all’interno della collana I libri di Camilla è davvero un’ottima notizia. Da ora infatti anche i bambini con disturbi della comunicazione potranno seguire a pieno le intense attività del maialino sorridente, grazie alla simbolizzazione del testo curata da Enza Crivelli in collaborazione con Auxilia. Come gli altri titoli di questa collana, Lindo Porcello risulta in tutto e per tutto – impostazione grafica, testo e immagini – rispettoso nei confronti del volume originale, e inserisce semplicemente i simboli WLS al di sotto del testo, in appositi riquadri. .

Il libro di Eric Battut, dal canto suo, sembrerebbe prestarsi naturalmente a una versione in CAA, per via della struttura narrativa asciutta e chiara, con un solo personaggio che compie una serie di azioni riconoscibili e familiari; per via delle frasi brevissime, disposte una per pagina e contraddistinte dalla costante ed esplicita ripresa del soggetto; per via della netta distinzione tra testo (a sinistra) e immagine (a destra); e infine per via della semplicità e della ripresa rigorosa (nella forma e nella posizione) del protagonista, così come rappresentato senza dettagli superflui su di un brillante sfondo rosso.

Il piccolo coniglio bianco

Andare a raccogliere i cavoli per fare la zuppa, tornare a casa e trovare una capra capraccia che se ne è deliberatamente impossessata. Ohibò, questo sì che è un brutto fatto! Ecco allora che il piccolo coniglio bianco, a cui questa disavventura è effettivamente capitata, si ritrova a vagare per la campagna alla ricerca di qualcuno che possa aiutarlo. E se non può contare sul bue, sul cane e sul gallo, perché troppo fifoni, il protagonista troverà per fortuna un insospettabile alleato nella formichina: non c’è trippa che tenga, i suoi pizzichini fanno scappare persino le capre capracce!

Divertente e capace di capovolgere le attese, Il piccolo coniglio bianco ha dalla sua ha dei personaggi buffissimi, una narrazione che fa un uso spassoso dell’iterazione e un linguaggio teneramente colloquiale che lo rendono efficacissimo per una lettura ad alta voce. Questi aspetti, insieme alla grafica piuttosto ordinata, hanno senz’altro giocato la loro parte nella scelta del volume, tra quelli editi da Kalandraka, per la traduzione in simboli da inserire all’interno della collana I libri di Camilla.

Dalla primavera 2017, infatti, l’albo di  Xosé Ballesteros e Óscar Villán figura tra i titoli che, grazie alla simbolizzazione basata sulla collezione WLS (Widgit Literacy Symbols), risultano fruibili anche da parte di bambini con disturbi della comunicazione o con difficoltà di lettura. Non solo: il curriculum, in termini di accessibilità, de Il piccolo coniglio bianco è arricchito da una precedente traduzione in simboli in terra spagnola che ne garantisce la funzionalità e il potenziale successo.

Zio lupo e la furbissima Giricoccola

Quella di Zio lupo e la furbissima Giricoccola è una fiaba dall’andamento tradizionalissimo in cui due figli, esortati dal padre in fin di vita, tentano di vincere una scommessa con Zio lupo ma falliscono miseramente, al contrario della terza figliola – la furbissima Giricoccola, appunto – che sconfigge il nemico con un bel po’ di ingegno. La scommessa in questione intende premiare chi resista di più senza arrabbiarsi e mentre i due fratelli più grandi si infuriano non appena Zio lupo contesta il loro modo di cucinare e pulire la casa, la fanciulla suscita le ire di quest’ultimo cucinandogli delle frittelle di sasso così dure da spaccare i denti. Con questo trucchetto diabolico vince quindi la scommessa, incassa il denaro e festeggia con delle deliziose frittelle (vere questa volta!), insieme ai suoi fratelli, per sempre felici e contenti.

Elaborata a partire dagli spunti offerti dal patrimonio fiabistico popolare (una Giricoccola, per esempio, trova spazio anche nella raccolta di Calvino e anche qui, pur compiendo un’impresa diversa, si distingue per la sua astuzia), Zio lupo e la furbissima Giricoccola nasce in questa particolare veste grazie alla collaborazione tra la casa editrice Homeless book (molto attiva sul fronte della produzione inclusiva, come dimostrano le pubblicazione di Pinocchio in CAA e de I tre porcellini in CAA), il centro di documentazione sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa Reciprocamente e una classe dell’Istituto di Grafica e Comunicazione Moriga-Perdisa di Ravenna. Il volume si contraddistingue infatti per una narrazione in simboli che consente la fruizione anche da parte di bambini con disturbi della comunicazione. Il sistema simbolico prescelto e impiegato è, nello specifico, quello dei Widgit Literacy Symbols (WLS), più indicato di altri per rendere al meglio la ricchezza e la complessità non elementare del testo in questione. Le frasi, sia brevi che lunghe, che lo compongono non prescindono, infatti, per esempio, dal ricorso a coordinate e subordinate, pronomi e  termini fuori dall’uso più comune. La cura profusa in questo senso è rimarcabile, così come è significativo e interessante che a diffondere la conoscenza e l’utilizzo della CAA siano coinvolti anche ragazzi giovanissimi, impegnati nella produzione di un supporto piacevole, utile e coinvolgente.

Ecco perché, se anche al primo impatto Zio lupo e la furbissima Giricoccola forse non entusiasma per via del suo aspetto un po’ casalingo e delle sue illustrazioni poco attraenti, vale ugualmente la pena di scoprirlo a fondo per cogliere il valore del progetto che lo anima e promuoverlo come un esempio di sinergia fruttuosa e positiva per l’intera comunità di lettori.

Ciao ciao

Tocco, gioco e leggo è un progetto strepitoso. Questa è la prima indispensabile premessa che occorre fare. L’omonima collana, realizzata dalla cooperativa Zajedno e pubblicata da Bordeaux edizioni, raccoglie infatti tre libri capaci come pochissimi altri, forse nessuno, di guardare in maniera accogliente a bambini con disabilità molto diverse, facendo di un unico supporto uno strumento potentissimo per costruire legami e occasioni di incontro fantastico.

Che buono!, Cucù…settete e Ciao ciao, questi i titoli dei volumi editi, uniscono i punti di forza di tre tipologie di libri accessibili – i libri in LIS, tattili e senza parole – garantendo la possibilità di piena fruizione da parte di lettori con disabilità visiva, uditiva, intellettiva, comunicativa oltre che di lettori con DSA e di lettori semplicemente curiosi. Ogni volume si compone di pagine di stoffa ridottissime in numero (quattro nella fattispecie) ma estremamente stimolanti e interattive. Su di ognuna sono infatti cuciti alcuni oggetti inerenti al tema trattato, anch’essi realizzati perlopiù in tessuto e in buona parte estraibili e manipolabili a 360 °, pur essendo assicurati alla pagine grazie a un nastrino. Nella taschina apposta in quarta di copertina il lettore può trovare quattro tesserine che richiamano le illustrazioni interne, con una rappresentazione fedele in miniatura, e vi associano il corrispettivo segno della Lingua dei Segni Italiana.

In Ciao ciao in particolare, il lettore trova rappresentati sulle pagine quattro mezzi di trasporto – la nave, l’aereo, il treno e l’automobile – riprodotti sulle tesserine in LIS insieme ai verbi che più li caratterizzano (rispettivamente andare, passare, volare, correre). Essendo le illustrazioni interamente in stoffa il riconoscimento degli oggetti al tatto è affidato alla loro sola forma e supportato da ingegnosi sistemi di spostamento sulla pagina.

Il mago di Oz

Più di mezzo secolo fa una talentuosissima illustratrice svizzera ideò una versione di Cappuccetto Rosso interamente illustrata con una grafica simbolica fatta di cerchi di diversa misura e colore. Diversi anni più tardi l’editore francese Les Doigts Qui Revent traspose tattilmente quella versione e il risultato fu un’opera pazzesca. Nell’ambito dell’illustrazione per le dita, più che in qualunque altro forse, la simbolizzazione e la semplificazione giocano in netto favore del lettore e del suo reale piacere di lettura. Ecco perché Il mago di Oz dell’Albero della Speranza, caratterizzato da questo stesso tipo di scelta stilistica, costituisce davvero un prodotto molto interessante.

Tutti i personaggi qui – da Dorothy al leone, dall’omino di latta allo spaventapasseri – sono rappresentati da ritagli geometrici di diversi materiali come gomma crepla, pannolenci, juta e fogli di metallo. Grazie a una legenda posta all’inizio del volume, il lettore ha agevolmente modo di riconoscerli senza che la forma delle sagome debba aggiungere alcun indizio. Il potere comunicativo delle immagini si fa così immediato e chiaro, compensando una riduzione testuale meno curata e avvicinando la fruizione tattile a quella visiva. Qualunque sia il senso che il lettore impiega per condurre la lettura, il libro curato da Anna De Stefano costituisce un invito a far volare l’immaginazione lungo le strade che conducono al Regno di Oz, generando possibilità di incontro e confronto molto significative e particolarmente spendibili in ambito scolastico.

Andiamo!

Premiato nel 2013 come miglior libro d’artista in occasione del concorso nazionale di editoria tattile “Tocca a te”, Andiamo! è un libro in stoffa, con testo in nero e in Braille, che fa del risveglio mattutino una scoperta sorprendente. Le semplici e comuni operazioni che si susseguono – dallo scendere dal letto al lavarsi bene, dal fare colazione all’andare a scuola – sono rese curiose e intriganti dal fatto che le relative illustrazioni richiedono necessariamente un’esplorazione tattile e quindi un coinvolgimento attivo del lettore.

Il letto in miniatura, lo spazzolino da denti e il tappetino da bagno, il cucchiaio sulla tovaglia e il quaderno degli appunti sono infatti inseriti all’interno di taschine di stoffa in cui introdurre la mano e tastare con cura. L’esperienza che ne deriva ha il potere di mettere sullo stesso piano lettori con abilità diverse, con e senza disturbi visivi in particolare, stimolando un approccio (quello tattile) alla realtà cui progressivamente tendiamo a rinunciare in un mondo dominato dal senso della vista. Concorre a questo risultato anche il gioco accurato tra dentro e fuori che caratterizza ogni pagina: ogni taschina presenta infatti un dettaglio da toccare – che sia il bordo della coperta, la tenda della doccia, o la cinghia dello zainetto – che offre qualche indizio su cosa possa trovarsi all’interno e raddoppia al contempo il piacere della scoperta tattile.

Raffinato e gradevole, con le sue pagine bianche e morbide, le sue illustrazioni familiari e i suoi testi minimali, Andiamo! è un invito più che riuscito a condividere piccole grandi esperienze: il risveglio, la lettura, il cammino.

I tre porcellini in CAA

C’è il porcellino pigro e giocherellone, quello svogliato e dormiglione e quello forte e laborioso, ciascuno intento a costruire la sua casetta di paglia, di legno o di mattoni.  E poi,  certo, c’è il lupo che dei tre fratelli vuol fare un bel pranzetto. E infine, manco a dirlo, c’è una caduta in pentola che difficilmente si scorda. Insomma, nel libro della Homeless Book dedicato a I tre porcellini non manca alcun dettaglio della fiaba tradizionale e grazie ad esso anche i piccoli lettori con disturbi della comunicazione possono godere a pieno di questa avventura senza tempo.

Il libro si colloca infatti all’interno della collana in CAA che intende allargare le possibilità di fruizione di storie e che comprende anche un volume dedicato a Pinocchio e un volume intitolato Zio Lupo e la furbissima Giricoccola. Esteticamente più appetibile di questi ultimi, I tre porcellini vanta una particolare cura profusa nei testi – che combinano con equilibrio comprensibilità e scorrevolezza, dettagli narrativi e linearità sintattica – e nelle illustrazioni – che con uno stile brioso ma essenziale supportano la lettura, condensando e rispecchiando a dovere gli elementi chiave della storia.

I tre porcellini in CAA nasce da un lavoro sulla fiaba tradizionale che tiene conto delle Linee guida europee per la scrittura accessibile e che opta per l’impiego della collezione di Widgit Literacy Symbols  (WLS) per offrire una traduzione in simboli ricca e articolata. In virtù di questi aspetti il volume risulta mediamente complesso e adatto a lettori non piccolissimi o con un grado di difficoltà comunicative non elevato.

Le parole di Bianca sono farfalle – edizione in simboli

 

Se c’è un libro, tra quelli recentemente pubblicati e rivolti all’infanzia, che celebra il valore delle comunicazione attraverso canali insoliti e la valorizzazione delle abilità di ciascuno, quello è proprio Le parole di Bianca sono farfalle: un albo del 2013 targato Giralangolo che ha avuto un larghissimo successo di pubblico soprattutto per la delicatezza poetica con cui sa dipingere una disabilità (quella uditiva) non molto esplorata dalla letteratura per bambini e ragazzi. Ecco perché l’idea che quello stesso albo possa ora essere tradotto in simboli, grazie al felice progetto de I libri di Camillla, ci pare bellissima e ricca di senso: perché come Bianca intercetta e interpreta con le dita la musica del mondo, così i lettori che beneficiano della CAA hanno un modo a loro volta particolare e del tutto rispettabile di leggere la realtà e le storie.

Il libro di Chiara Lorenzoni e Sophie Fatus sposa insomma perfettamente lo spirito di una collana come I Libri di Camilla, che celebra il principio secondo cui esistono tanti modi di leggere ed esprimersi e che anche i bambini che utilizzano sistemi comunicativi fuori dalla norma hanno diritto di accedere a un immaginario fertile e condiviso, godendo della poesia che nasce dalle parole, dalle immagini e dal loro alchemico incontro. Con la scelta di questo albo come secondo titolo della collana (dopo l’esperienza inaugurale di Che rabbia!), Giralangolo (editore della versione originale del libro) e Uovonero (editore che cura questa versione in simboli) decidono di volare davvero alto e lanciare un bellissima sfida ai lettori che si avvalgono della Comunicazione Aumentativa e Alternativa e una proposta coraggiosa agli operatori che di essi si occupano.

La parole di Bianca sono farfalle è infatti graficamente e concettualmente articolato. Esso si avvale di espressioni metaforiche molto poetiche, propone illustrazioni tutt’altro che didascaliche e opta per una distribuzione testuale piuttosto libera. La versione addattata dal canto suo offre una rielaborazione minuziosa e competente di questi aspetti – rinunciando per esempio alle frasi disposte ad arco o prediligendo strutture sintattiche più lineari laddove quelle di partenza risultino troppo complesse –  ma non stravolge mai il senso e la qualità del volume originale. Davvero l’operazione non era banale ma il risultato è in definitiva un prodotto poetico e al contempo accessibile, non semplice certo  perché ancora forte di sinestesie ed espressioni figurate (ma chi l’ha detto che proprio un libro così non possa essere usato per aiutare a comprenderne il funzionamento?) ma insieme di grande impatto emotivo ed estremamente comunicativo.

Che rabbia!

Dal 2000, quando è stato pubblicato per la prima volta, l’albo Che rabbia! di Babalibri ha subito incontrato il favore del pubblico, riscuotendo un successo che dura ancora oggi: lo dimostrano le numerose ristampe e i frequenti prestiti bibliotecari. Difficile trovare un piccolo lettore che non abbia amato la storia del furibondo Roberto e della mostruosa cosa rossa, personificazione della sua ira, che distrugge tutto ciò che gli capita a tiro. L’albo è infatti costruito in maniera tale da stimolare la più immediata identificazione con il protagonista da parte del bambino e da dare una forma riconoscibile e incisiva a uno dei sentimenti più familiari e difficili da gestire in età infantile.

Per il suo sedicesimo compleanno Che rabbia! indossa un nuovo vestito, arricchendosi di una traduzione in Comunicazione Aumentativa e Alternativa che lo rende accessibile anche in caso di autismo, disturbi della comunicazione, difficoltà di lettura o deficit cognitivi. Pressoché identico all’originale, nella copertina come nell’aspetto interno, il volume amplia le possibilità di lettura senza compromettere la qualità del testo, delle illustrazioni e della loro armonica integrazione. A parte l’aggiunta dei simboli WLS (Widgit Literacy Symbols) al di sopra del testo e alcune minime modifiche alle frasi (finalizzate per esempio a privilegiare l’ordine soggetto-verbo-discorso diretto), questa versione mira proprio a risultare riconoscibile e volendo intercambiabile con quella da cui ha preso le mosse. Perché i bei libri, nel loro complesso e non solo nelle loro componenti singolarmente prese, costituiscono un patrimonio prezioso cui tutti i bambini dovrebbero poter accedere.

Che rabbia!, in questa nuova e importante forma, inaugura la collana di libri in simboli “I libri di Camilla” (Collana di Albi Modificati Inclusivi per Letture Liberamente Accessibili), nata dalla collaborazione tra Uovonero (che cura appunto la traduzione in CAA) e altre otto case editrici per bambini (Babalibri, Sinnos, Kalandraka, Giralangolo, Bohem press, Coccole Books, Topipittori e Lo Stampatello) con lo scopo di allargare le possibilità di fruizione di alcuni degli albi più amati anche a lettori con difficoltà di decodifica testuale.

Manuale del piccolo aviatore

Un libro di narrativa certo non è, ma data la particolarità del progetto che lo supporta Il manuale del piccolo aviatore merita senz’altro una segnalazione. Il libro è un concentrato di informazioni utili e interessanti, soprattutto per quei bambini e quelle bambine che amano stare con il naso all’insù e che vedono nel volo, nella tecnologia aeronautica e nell’esplorazione dello spazio una realtà a dir poco affascinante. Qui si trovano riunite e spiegate in modo chiaro informazioni variegate relative alla storia del volo, alla flotta della nostra Aeronautica, al mestiere di Pilota, alla Frecce Tricolore, ai record spaziali e all’esperienza dell’ormai notissimo capitano Samantha Cristoforetti. Provvisto di diversi box di curiosità e di un glossario riassuntivo, il libro si chiude con il test del piccolo aviatore e un attestato ritagliabile che valorizza le conoscenze acquisite dal lettore. La ricchezza dei contenuti qui raccolti è dunque notevole benché la grafica non renda loro effettiva giustizia. Molto semplice e a tratti dall’aspetto casalingo, questa agevola la comprensibilità delle informazioni pur a scapito dell’appeal estetico.

Il manuale del piccolo aviatore è disponibile in cinque versioni diverse – tradizionale, Braille (senza illustrazioni ma con doppio testo nero-Braille), a grandi caratteri, ad alta leggibilità (con utilizzo della font Puntidivistafacile), in simboli – così da soddisfare bisogni di lettura differenti. Diverse nel formato, nell’adattamento testuale, nell’aspetto grafico oltre che nel tipo di codice impiegato, queste rispondono all’idea che strade diverse possano condurre al medesimo contenuto, garantendo a tutti i bambini le medesime opportunità di scoperta. Frutto di un progetto inclusivo che vede partner l’Aeronautica militare e la casa editrice Puntidivista, i cinque volumi si ispirano all’idea che , così come il cielo, anche il diritto alla lettura debba essere di tutti.

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Settestella

Settestella è – come anticipa il nome – una stella un po’ particolare che di punte ne ha sette invece che cinque. Caduta dal cielo in mare, la stella perde le sue punte ma trova diversi amici, tra cui animali marini e terrestri, oggetti naturali e agenti atmosferici, che riconoscono la sua unicità e le fanno doni capaci di renderla ancora più speciale. La protagonista diventa così “una stella di pinna, di foglia, di ago, di baffo, di piuma, lancetta e bastone”, incarnando l’arricchimento che l’incontro con l’altro può regalare.

Dario Moretti, autore e illustratore del volume, opta per immagini interamente realizzate in cartoncino rigido, sfruttando giochi di spessori, vuoti e pieni, rilievi e incisioni. Il risultato è una carrellata di immagini tattili  piuttosto semplici nell’aspetto ma non agevolissime da esplorare al tatto (penso per esempio al gufo, la cui forma non è così intuitiva e i cui dettagli interni non sono così marcati), piacevoli soprattutto per chi può godere anche della vista. Prive di dettagli superflui, queste accompagnano un testo poetico ed essenziale, trascritto sia in nero sia in Braille.

Ultimo di una collana preziosissima di libri tattili editi dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi grazie al sostegno di Enel Cuore, Settestella verrà distribuito in centinaia di copie gratuite a biblioteche, associazioni ed enti che hanno aderito al progetto A spasso con le dita. Il libro condensa bene i temi della diversità, dell’identità e della partecipazione che la Federazione ha fatto propri negli ultimi anni e sviluppato anche attraverso la mostra itinerante di tavole tattili Le parole della solidarietà, in cui sono stati coinvolti più di 10 artisti italiani.

Aria acqua terra fuoco

Che delizioso lavoro è Aria acqua terra fuoco, l’ultimo dei libri tattili creati dall’infaticabile squadra de L’albero della Speranza. Del tutto insolito rispetto alla precedente produzione della casa editrice di Ivrea, il volume strizza l’occhio anche al lettore adulto e rivela una cura eccezionale fin dall’involucro in cartoncino ondulato che lo impreziosisce e dalla copertina telata che lo racchiude.

Dentro, si racconta la storia dei quattro elementi, ciascuno dei quali ritiene e pretende di essere più importante degli altri. Anche l’uomo, una volta sopraggiunto, crede di potersi imporre dominando le forze della natura. Sarà solo la saggezza dei bambini a far capire a tutti – elementi, uomo e lettore – che il pianeta non è proprietà di nessuno e come tale va rispettato. O per dirla con un antico proverbio masai: non riceviamo la Terra in eredità dai nostri padri ma in prestito dai nostri figli.

Gli autori hanno optato qui per una rappresentazione fortemente simbolica – il che costituisce spesso una buona scelta in ambito tattile – chiaramente illustrata da una legenda posta all’inizio del libro ed efficacemente realizzata attraverso materiali corposi e ben distinti. Essenziali e proprio per questo molto suggestive, le immagini tattili di Aria acqua terra fuoco lasciano quindi le dita libere di esplorare con facilità e di suggerire spunti fertili all’immaginazione del lettore.

E riprese a volare

Nato dalle mani abili de L’albero della speranza alla fine del 2015, E riprese a volare racconta di un passerotto triste e inizialmente incapace di librarsi nel cielo che vive rassegnato e solo a terra fino a quando un amico non gli mostra un’occasione di riscatto e l’amore non gli offre la possibilità tanto attesa di tornare a volare. Costruito, come nella miglior tradizione della casa editrice di Ivrea, con doppio testo – nero e Braille – e illustrazioni al 100% esplorabili con le dita, il volume è adatto a un pubblico di giovanissimi lettori, anche privi di una grande esperienza in fatto di decodifica tattile.

Ci sono dentro il libro, è vero, i temi importanti della solitudine, dell’amicizia e dell’amore ma il racconto – non dei più entusiasmanti in  definitiva –  non tiene il passo di illustrazioni invece accurate in cui si vede profuso un grandissimo impegno. La loro semplicità e piacevolezza – si pensi, a titolo d’esempio, al sofficissimo piumaggio dei protagonisti, alle fronde realmente penzolanti del salice piangente o alla dura liscezza delle uova – rende il volume particolarmente fruibile in caso di disabilità visiva e altresì attraente per quei bambini che trovano nella manipolazione di superfici particolari, e morbide soprattutto, stimoli positivi e preziosi.

Pinocchio in CAA

Pubblicato dall’editore ravennate Homeless Books, tradotto in simboli dalla Cooperativa Il cerchio e promosso dall’associazione Fare leggere tuttiPinocchio in CAA propone una versione semplificata e adattata del celebra capolavoro collodiano. Asciugato nel testo e nella trama, il libro curato da Raffaella Di Vaio porta anche i lettori con difficoltà di comunicazione a immergersi nelle avventure del burattino, dando risalto agli episodi principali che lo vedono protagonista con Il Grillo Parlante, Mangiafuoco, Il gatto e la Volpe, Lucignolo e il pescecane. L’intento, ambizioso e ammirevole, è quello di ampliare l’accesso a un patrimonio immaginifico condiviso (e per questo ancor più importante) anche a quei bambini che difficilmente si confrontano con il testo alfabetico ma che con piacere beneficiano di un libro illustrato corredato da simboli.

Il libro, dalla grafica non troppo elaborata, sfrutta i simboli Widgit che garantiscono rispetto ad altri una maggiore versatilità e complessità espressiva e si rivelano pertanto particolarmente adatti a una storia complessa come quella di Pinocchio. Proposto in formato ampio e orizzontale, Pinocchio in CAA presenta testi facilmente comprensibili senza rinunciare a frasi un pochino più articolate. L’attenzione dedicata all’accessibilità emerge soprattutto dalla scelta di un lessico abbordabile e familiare e dall’accordo tra gli a capo e la punteggiatura (punti, virgole, due punti) e  tra gli a capo e l’inizio di frasi coordinate o subordinate.

Il font utilizzato all’interno dei simboli è minuscolo e piuttosto piccolo, il che non rende agevolissimo seguire la lettura. Le immagini a tutta pagina, poste regolarmente sul lato sinistro del volume, risultano molto basiche. Forse non troppo stimolanti per un lettore che bazzichi con disinvoltura nel mondo variegato degli albi illustrati, risultano però efficaci nell’illustrare e sintetizzare gli episodi narrati e nel rendere più facilmente riconoscibili e senza distrazioni personaggi, relazioni ed emozioni, soprattutto per lettori che abbiano poca dimestichezza con questo tipo di pratica.

[Edit] Quattro anni dopo la sua prima pubblicazione, il Pinocchio in CAA di Homeless Book viene riproposto in una nuova veste cartonata, più robusta e appetibile, che ne rende senz’altro più agevole la lettura e la condivisione.

Il piccolo principe – ed. con marcatori visivi

Premessa necessaria: il volumetto de Il piccolo principe, curato da Maria Michela Sebastiani ed Emanuela Valenzano, non è tanto un libro pensato per la diffusione tradizionale tra i piccoli lettori quanto uno strumento utilizzabile nell’ambito di laboratori e di workshop. Alla luce di questo aspetto si comprenderà quindi il perché di una grafica e di illustrazioni tanto naïf e di fatto poco paragonabili a quella della maggior parte degli albi reperibili sul mercato.

Le illustrazioni di questo piccolo ma densissimo libro sono infatti curate da una lettrice dodicenne con disabilità uditiva che ha disegnato ciò che ha autonomamente compreso del testo grazie al sistema dei marcatori visivi (MA.VI) impiegato. Messo a punto dalle due curatrici del libro (oltre che del saggio Educare alla lettura con i Marcatori Visivi), il sistema dei MA.VI. consente infatti di agevolare la comprensione del ruolo, del senso e della relazione tra le parti del testo che spesso sfuggono a chi non vive immerso in un mondo fatto di parole (ma anche a chi, per ragioni diverse dalla sordità, non padroneggia perfettamente le strutture linguistiche e sintattiche).

Rispetto ai lavori precedenti realizzati con lo stesso sistema (Pinocchio, I tre porcellini, Il gatto stivalato), Il piccolo principe sfrutta soltanto l’elemento del colore che evidenzia in maniera molto immediata i rapporti tra gli elementi testuali. Adatto a un pubblico di ragazzi tra la fine della scuola elementare e la scuola media, quest’ultimo lavoro mostra bene come semplici ma ricercati accorgimenti consentano di preservare realmente una complessità testuale che certo concorre a determinare il piacere della lettura.

Pinocchio – ed. tattile

Le avventure del burattino collodiano sono tra le vicende fantastiche più note, amate e feconde del nostro immaginario. Anche per questo, forse, quello di Pinocchio è uno de testi più frequentemente ripresi, esplorati e adattati della letteratura per l’infanzia. Alle numerose versioni che popolano i nostri scaffali se ne aggiunge ora una particolarmente preziosa e importante. Si tratta della versione tattile – con testo in nero e in Braille e illustrazioni da toccare – curata dalla casa editrice eporediese L’albero della Speranza e destinata ad aprire le vicende del burattino di legno anche a un pubblico di giovani lettori con disabilità visiva.

Se il testo in questo Pinocchio non è proprio eccezionalmente curato benché funzionale al riconoscimento delle immagini, le illustrazioni (che nei libri tattili tanta parte hanno e tanto cruciali sono) appaiono molto valide. Decisamente classiche nella forma e dallo stile rintracciabile negli altri volumi della collana “Il tocco magico”, queste risultano sufficientemente spesse e solide, curate nei dettagli, piacevoli da toccare e contraddistinte da una scelta dei materiali compositivi scrupolosa e suggestiva.

L’attenzione dedicata inoltre alla loro esplorabilità (il burattino con gli arti mobili, il Pinocchio finale in versione bambino staccabile, il martello estraibile per schiacciare il grillo, il vestito della fata a più strati e così via…), in favore di una loro più agevole comprensione al tatto, è nettamente superiore rispetto ai precedenti lavori della casa editrice e ne segna perciò un felicissimo salto di qualità!

Pinocchio (ed. Erickson)

Nasce dai tipi di Erickson una collana che si propone di rendere più ampio l’accesso ad alcuni testi fondamentali della nostra tradizione per l’infanzia. Capofila, in questo senso, è il volume dedicato al capolavoro collodiano Pinocchio. Il lavoro fatto dai curatori al fine di rendere il testo più fruibile e largamente condivisibile, anche da parte di chi sperimenta difficoltà di lettura, di attenzione e di decodifica sintattica, si basa su un’attenta semplificazione, non tanto della trama, che mantiene qui invariati i suoi episodi chiave – dal teatro dei burattini alla prigione, dall’avventura in mare al Paese dei Balocchi – quanto del testo che risulta contraddistinto da espressioni più comuni, frasi meno articolate, forme verbali attive e soggetti esplicitati.

La semplificazione testuale non è tuttavia l’unica accortezza messa in campo per aumentare il grado di accessibilità del racconto di Collodi. Questa operazione passa anche infatti attraverso l’evidenziazione e la spiegazione degli elementi lessicali meno noti, la sintesi dei capitoli, la registrazione audio del testo (che l’editore sceglie di non incidere su cd ma di rendere scaricabile tramite QR code o passaggio sul sito) e l’aggiunta di illustrazioni poco elaborate ma eloquenti. Frequenti, ben integrate con il testo e indispensabili per identificare i protagonisti e tenere il filo della narrazione, queste mettono bene a fuoco i momenti salienti della storia.

Sia Il piccolo principe sia Pinocchio sono curati da Carlo Scataglini, insegnante e autore di numerosi testi tra cui figura anche Adattamento dei libri di testo. Semplificazione progressiva delle difficoltà, edito dalla stessa Erickson. Il volume (138 pagine, 24,90 €) mette in luce i principali ostacoli di comprensione testuale in cui si imbattano alcuni allievi, soprattutto (ma non soltanto) in caso di disabilitadattamento dei libri di testoà cognitive e difficoltà di concentrazione. A partire da queste considerazione, gli autori (insieme a Scataglini figura anche Annalisa Gustini) provano a individuare ed evidenziare alcune strategie di adattamento dei testi che ne consentano un accesso più ampio e paritario, e di conseguenza inclusivo. A seguire, nella parte più corposa del libro, vengono proposti alcuni esempi di analisi delle difficoltà citate, ma anche di evidenziazione, schematizzazione, ristrutturazione e riduzione di testi adatti a classi diverse dalla terza elementare alla terza superiore e afferenti a materie diverse (dalla storia alla geografia, dalle scienze alla narrativa). Il libro può fornire quindi utili spunti a insegnanti di scuole di diverso ordine e grado che con sempre maggiore frequenza si trovano di fronte alla necessità di personalizzare e rendere più accessibili determinati contenuti didattici.

 

 

Le due metà del cielo

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Due personaggi (il sole e la luna), due copertine (una notturna e una diurna), due versi di lettura del libro (una dal dritto e una dal rovescio): come anticipa efficacemente il titolo, ne Le due metà del cielo tutto è doppio e solo un opportuno cambio di prospettiva consente di cogliere il pieno significato della storia. Solo capovolgendo il volume, a metà del racconto, è possibile scoprire il segreto della stella e del satellite di cui si narrano i tratti e assistere al loro eccezionale rendez-vous. Da un lato e dall’altro del libro si descrivono infatti proprietà e azioni tipiche dei due corpi celesti – l’uno aiuta i fiori a crescere, è il mago dei colori e vive al caldo, l’altro cambia forma, si nasconde talvolta e fa crescere i capelli – ma solo nella pagina centrale in cui entrambi compaiono si compie la magia dell’incontro. Così, attraverso la storia di due mondi apparentemente inconciliabili e distanti ma in realtà capaci di trovarsi e unirsi, gli autori celebrano il valore dell’integrazione e della differenza.

Il libro, stampato su cartoncino spesso e maneggevole, è pensato per risultare accessibile anche a giovanissimi lettori con disturbi della comunicazione, è un adattamento dell’omonimo volume già pubblicato dall’associazione Need You onlus tra il 2012 e il 2014 in diverse lingue (tra cui l’italiano, il francese, l’inglese, il portoghese e l’arabo) e diffuso gratuitamente in luoghi di accoglienza del disagio infantile. Rispetto alla versione originale, il volume è frutto di un grosso e preciso lavoro di semplificazione e traduzione in simboli WLS (Widgit Literacy Symbols) che un opuscolo allegato spiega sinteticamente come utilizzare. Ricco di immagini metaforiche e personificazioni che possono risultare un po’ difficili per lettori con poca dimestichezza col figurato, Le due metà del cielo risulta dotato di illustrazioni evocative ma al contempo attente a rendere i fenomeni scientifici cui si accenna (dalle fasi lunari alle maree, dalla rotazione dei pianeti all’eclisse). Ne risulta un prodotto non semplicissimo ma significativo sia sul piano didattico sia su quello narrativo.

Il libro è reperibile presso l’associazione Need You onlus e presso alcune sedi convenzionate come la Libreria Terme di Acqui Terme e viene offerto al pubblico a fronte di un’offerta minima volta a coprire le spese di produzione e supportare le iniziative future legate alla pubblicazione.

Libri e ciambelle per Johnny

Ascoltare storie e divorare ciambelle: chi non scalpiterebbe di fronte a una prospettiva così deliziosa? Ecco perché immedesimarsi nel protagonista di Libri e ciambelle per Johnny, diventa cosa piuttosto immediata. Johnny è nella fattispecie un tenero criceto che si destreggia tra casa, scuola e biblioteca come potrebbe fare un qualunque bambino e che all’ultima pagina riesce a conciliare la sua passione smodata per letture e merende.

La sua storia, raccontata con grande semplicità da Giovanna Micaglio, è nata ed è stata largamente utilizzata con i piccoli frequentatori delle biblioteche romane all’interno di un progetto intitolato Il libro a portata di mano. L’origine artigianale giustifica le illustrazioni molto casalinghe ma non ha impedito ai curatori del lavoro di prestare un’attenzione professionale alla traduzione del testo in simboli PCS così che potesse risultare accessibile anche in caso di disturbi della comunicazione o deficit cognitivi. Il libro presenta inoltre una curiosa struttura in cui il testo tradizionalmente stampato appare capovolto in cima alla pagina di destra: un accorgimento a prima vista insignificante o al limite strambo che rivela però una destinazione d’uso precisa, all’interno di gruppi classe o gruppi di lettura, e una specifica abitudine da parte degli ideatori a fare delle letture condivise un momento agevole e piacevole. Questo stratagemma consente infatti al pubblico di godere di immagini e simboli senza costringere il lettore adulto ad acrobazie e salti mortali per leggere ad alta voce il testo.

Il risultato è un libretto piacevole da impiegare, resistente e funzionale anche al di là del contesto bibliotecario per il quale è nato. Lavori come questo, che nella stragrande maggioranza dei casi restano realizzati in copia unica presso le biblioteche che li mettono a punto, costituiscono un patrimonio estremamente prezioso per la lettura da parte di bambini con difficoltà comunicative e intellettive e meriterebbero possibilità di realizzazione in serie.

L’isola di Peter pan

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Il mondo incantato descritto da Barrie, in cui trovano posto Peter Pan, la fatina Trilli, la dolce Wendy e i suoi fratelli oltre a una vasta gamma di personaggi fantasiosi inclusi Capitan Uncino e il famelico coccodrillo, non è certo facile da ridurre ai minimi termini e sintetizzare in una versione semplificata. La cooperativa rietina Puntidivista si è ciononostante cimentata nell’impresa con l’ammirevole volontà di rendere accessibile un immaginario largamente condiviso anche a chi soffre di disturbi dello spettro autistico.

Inserito all’interno della collana “Libreria magicaa”, L’isola di Peter Pan si rivolge perciò, prima di tutto, a bambini con difficoltà di comunicazione e decodifica del testo scritto. Fortemente ridotta, sia nel contenuto che nell’espressione, la storia dell’eterno fanciullo prende forma attraverso i simboli caratteristici della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA – da cui il titolo della collana).

I libretti che compongono la serie sono compatti e resistenti, stampati con colori brillanti su carta plastificata. All’interno dei simboli il testo è maiuscolo per venire incontro alle esigenze di giovani lettori alle prime esperienze e il riquadro dei simboli cambia colore a seconda che si tratti di sostantivi, verbi o altre parti del testo. Tasto dolente sono senz’altro le immagini che corredano il testo: nelle intenzioni sufficientemente semplici da agevolare la lettura in caso di difficoltà, nei risultati eccessivamente spoglie, amatoriali e poco accattivanti.

All’interno del volume sono inserite anche tutte le illustrazioni in formato cartolina e in bianco e nero che i lettori possono autonomamente colorare. Ad esso è inoltre possibile unire, con acquisto separato (3,80 €), una confezione contenente tutti i simboli impiegati per raccontare la storia, utilizzabili per prendere familiarità con il codice simbolico e per giocare a ricostruire la vicenda: una semplice ma utile idea per prolungare il piacere e le possibilità di arricchimento della lettura.

Il ballo di Cenerentola

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Insieme a Biancaneve, Peter Pan e Pollicino anche il personaggio di Cenerentola approda tra le pagine in simboli della cooperativa Puntidivista.

Inserito all’interno della collana “Libreria magicaa”, Il ballo di Cenerentola si rivolge prima di tutto a bambini con difficoltà di comunicazione e decodifica del testo scritto. Raccontata attraverso frasi brevi e un lessico semplificato (per esempio si rinuncia alla figura della matrigna in favore di quella di una più generica cattiva signora), la storia della povera figliastra che riesce ad andare al ballo del principe e a farlo innamorare, prende forma attraverso i simboli caratteristici della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA – da cui il titolo della collana).

I libretti che compongono la serie sono compatti e resistenti, stampati con colori brillanti su carta plastificata. All’interno dei simboli il testo è maiuscolo per venire incontro alle esigenze di giovani lettori alle prime esperienze e il riquadro dei simboli cambia colore a seconda che si tratti di sostantivi, verbi o altre parti del testo. Tasto dolente sono senz’altro le immagini che corredano il testo: nelle intenzioni sufficientemente semplici da agevolare la lettura in caso di difficoltà, nei risultati eccessivamente spoglie, amatoriali e poco accattivanti.

Al volume sono allegate, staccabili, tutte le illustrazioni in bianco e nero che i lettori possono autonomamente colorare.

La mela di Biancaneve

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Tra gli sparuti libri in simboli che il mercato italiano mette a disposizione, sono diversi quelli che attingono al patrimonio di fiabe tradizionali. Causa principale è la difficoltà a ottenere il permesso di tradurre in un codice dalle esigenze piuttosto rigide testi coperti da copyright. Allo stesso modo giocano un ruolo fondamentale l’essenzialità e il carattere asciutto di questo particolare tipo di narrazione, che ben si presta ad una traduzione in simboli. Così accade che, pur nella generale penuria di titoli in CAA, della stessa fiaba possano nascere versioni differenti. È il caso di Biancaneve, che dopo aver trovato posto nel catalogo di Uovonero, viene ripresa e adattata anche da Puntidivista.

Inserita all’interno della collana “Libreria magicaa”, La mela di Biancaneve si rivolge prima di tutto a bambini con difficoltà di comunicazione e decodifica del testo scritto. Raccontata in forma semplice, attraverso frasi brevi e non troppo articolate, la storia della fanciulla avvelenata e dei sette nani, prende forma attraverso i simboli caratteristici della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA – da cui il titolo della collana).

I libretti che compongono la serie sono compatti e resistenti, stampati con colori brillanti su carta plastificata. All’interno dei simboli il testo è maiuscolo per venire incontro alle esigenze di giovani lettori alle prime esperienze e il riquadro dei simboli cambia colore a seconda che si tratti di sostantivi, verbi o altre parti del testo. Tasto dolente sono senz’altro le immagini che corredano il testo: nelle intenzioni sufficientemente semplici da agevolare la lettura in caso di difficoltà, nei risultati eccessivamente spoglie, amatoriali e poco accattivanti.

All’interno del volume sono inserite anche tutte le illustrazioni in formato cartolina e in bianco e nero che i lettori possono autonomamente colorare. Ad esso è inoltre possibile unire, con acquisto separato (3,80 €), una confezione contenente tutti i simboli impiegati per raccontare la storia, utilizzabili per prendere familiarità con il codice simbolico e per giocare a ricostruire la vicenda: una semplice ma utile idea per prolungare il piacere e le possibilità di arricchimento della lettura.

Il gatto carboncino

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Quella del gatto Carboncino è una storia semplice con protagonisti un bambino e un micio. Il primo trova il secondo per strada, gli si affeziona, lo porta a casa, viene sgridato dalla mamma che non vuole animali in casa ma che finalmente si ricrede quando il nuovo arrivato fa scappare uno sgradito topo.

Lo sviluppo lineare, la presenza di un numero molto contenuto di personaggi e il ricorso a testi elementari rende abbordabile la comprensione dei fatti, anche in presenza di difficoltà cognitive o di decodifica del testo. In entrambi i casi, risultano di supporto i simboli impiegati dalla casa editrici per raccontare la storia e ispirati al sistema WLS (Widgit Literacy Symbols). Il volume rientra non a caso all’interno della collana Libreria magicaa che ricorre all’utilizzo della Comunicazione Aumentativa e Alternativa per offrire occasioni di lettura fruibili anche in caso di disturbi della comunicazione.

Il volume de Il gatto carboncino si presenta maneggevole e robusto, grazie alle pagine spesse e  plastificate. Di minore qualità, invece, le illustrazioni che corredano regolarmente il testo. Benché utili nell’agevolare la comprensione del testo, non spiccano infatti per personalità e attraenza.

 

Storia di retta

La semplicità che anima Storia di retta è a dir poco strabiliante: sulle pagine a fisarmonica di questo nuovo libro curato da L’albero della speranza si muove infatti un filo banalissimo ma capace di attivare percorsi fantastici. Protagonista del racconto è una retta indomita e curiosa che si scatena in un susseguirsi senza posa di movimenti, emozioni, garbugli, azioni. Da piatta essa si fa infatti ondulata, a zig zag, a scale, a spirale e chi più ne ha più ne metta ascoltando l’istinto del momento, la voglia di cambiare, l’istinto di scoprire.

La sua è un’avventura, come suggerisce il titolo giocoso, non solo di retta ma anche diretta perché immediata, essenziale e facile da seguire anche da parte di chi esplora la pagina solo con le dita. E in questo senz’altro la forma insolita del volume, che consente un continuum illustrativo senza soluzioni di continuità, non è solo accattivante e piacevole a vedersi e maneggiarsi ma anche funzionale a favorire l’esplorazione tattile.

Un libro come questo, che solletica la fantasia con pochissimi elementi, è garanzia di piccole escursioni immaginative che colmano di soddisfazione proprio perché a misura di bambino e di dito inesperto. Storia di retta costituisce perciò un esperimento della casa editrice eporediese molto ben riuscito dal punto di vista tecnico oltre che molto felice nel contenuto. Alla fine della lettura, si chiude infatti la fisarmonica convinti che – parafrasando Munari – se nasci retta, non è detto che resti tale tutta la vita!

La mia coperta

Coperte e copertine spiccano in cima alla classifica degli oggetti più rassicuranti. Linus docet. Calde e confortanti, la trapuntine popolano alcuni tra i momenti più intimi e sereni della giornata dei bambini. Ecco perché il libro tattile di Silvia Sopranzi, che a quest’oggetto e alle sue molteplici declinazioni è interamente dedicato, va a pescare tra le esperienze più familiari e condivisibili da lettori con disabilità visiva e non.

In una rassegna precisa e curata, le pagine del libro invitano ad esplorare diversi tipi di  coperte – quelle da sonnellino e quelle da picnic, quelle di lana e quelle a pois, quelle sotto cui ci si nasconde e quelle da personalizzare con etichette e bottoni. Della stessa forma ma di materiali diversi, ben scelti e facilmente riconoscibili, le copertine presentate da Silvia Sopranzi richiamo alle dita, agli occhi e alla mente piccole gioie quotidiane. Ad ognuna infatti si lega un’esperienza a misura di bambino, conosciuta e gioiosa, così da trasformare una morbida carrellata di oggetti in una toccante rassegna emotiva.

Vincitore come miglio libro tattile italiano al concorso “Tocca a te” del 2013, La mia coperta è stato messo a punto nella sua versione definitiva dalla Federazione Nazionale Delle Istituzioni Pro Ciechi e  inserito all’interno della collana “Sotto a chi tocca”.

Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa – Le api arcobaleno (CAA – semplificata)

Parola d’ordine: versatilità! Il principio che ispira il lavoro della cooperativa rietina Puntidivista è proprio che ogni bambino possa accedere a una medesima storia attraverso la via che gli è più congeniale, perché esistono modi diversi di raccontare le storie e modi diversi di goderne. Attraverso versioni differenziate, che sfruttano molteplici codici come la Lingua Italiana dei Segni o i simboli WLS, molteplici supporti come il libro cartaceo o i DVD, e molteplici forme di narrazione, orale o scritta, i libri di Puntidivista abbracciano un pubblico che vuole essere il più ampio possibile.

L’idea e l’iniziativa sono degne di interesse e di nota soprattutto perché si tratta di un primissimo originale tentativo di proporre un grado di accessibilità davvero esteso che non guardi alle esigenze imposte da un solo tipo di disabilità ma che, al contrario, scelga la strada della varietà. Le storie sono scritte ad hoc e corredate da illustrazioni casalinghe. Apripista, in questo progetto, sono le avventure di due personaggi – Dino detto Lampadino e Nella detta Caramella -: due fratelli che, attraverso un misterioso passaggio segreto nel parco arrivano in un mondo fantastico popolato da animali parlanti.

In Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa – Le api arcobaleno, i due bambini aiutano Zampacorta, il figlio del re del Magiregno, a trovare le api arcobaleno, catturate secondo il dire comune, da malvagie creature che abitano la Grotta dei mille Orsi Feroci. Nonostante le temibili premesse i ragazzi decidono di intraprendere una spedizione di ricerca delle api, scortati dalla guardia reale, l’elefante Sansone.  Sarà la loro capacità di andare oltre pregiudizi ed apparenze a permettere di scoprire che gli Orsi della grotta sono tutt’altro che feroci e che le api si sono spontaneamente trasferite in quello che pare essere un luogo paradisiaco.

La storia, che come nel primo episodio è caratterizzata da una messaggio educativo marcato ed esplicito, viene raccontata in questa versione riducendo e semplificando il testo rispetto all’originale e ricorrendo all’uso dei simboli caratteristici della Comunicazione Aumentativa e Alternativa, così da venire incontro alle esigenze di giovani lettori con disturbi della comunicazione e con autismo. Gli interventi effettuati dagli autori sono in questa versione piuttosto marcati così da offrire un risultato decisamente più essenziale, facile da seguire e in definitiva adatto a chi fatica a seguire storie lunghe, non ha grossa dimestichezza con i simboli e la lettura e sperimenta difficoltà di comunicazione e attenzione significative. Altr due versioni in simboli, una ridotta e l’altra estesa, sono altresì rese disponibili dall’editore in modo da venire in contro a gradi di esperienza e competenze di lettura diverse.  La stessa storia è inoltre disponibile in una versione standard, semplicemente scritta in italiano e illustrata, cui si unisce un DVD con il video racconto il LIS che agevola la comprensione da parte di lettori sordi segnanti.

Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa – Le api arcobaleno (CAA – ridotta)

Parola d’ordine: versatilità! Il principio che ispira il lavoro della cooperativa rietina Puntidivista è proprio che ogni bambino possa accedere a una medesima storia attraverso la via che gli è più congeniale, perché esistono modi diversi di raccontare le storie e modi diversi di goderne. Attraverso versioni differenziate, che sfruttano molteplici codici come la Lingua Italiana dei Segni o i simboli WLS, molteplici supporti come il libro cartaceo o i DVD, e molteplici forme di narrazione, orale o scritta, i libri di Puntidivista abbracciano un pubblico che vuole essere il più ampio possibile.

L’idea e l’iniziativa sono degne di interesse e di nota soprattutto perché si tratta di un primissimo originale tentativo di proporre un grado di accessibilità davvero esteso che non guardi alle esigenze imposte da un solo tipo di disabilità ma che, al contrario, scelga la strada della varietà. Le storie sono scritte ad hoc e corredate da illustrazioni casalinghe. Apripista, in questo progetto, sono le avventure di due personaggi – Dino detto Lampadino e Nella detta Caramella -: due fratelli che, attraverso un misterioso passaggio segreto nel parco arrivano in un mondo fantastico popolato da animali parlanti.

In Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa – Le api arcobaleno, i due bambini aiutano Zampacorta, il figlio del re del Magiregno, a trovare le api arcobaleno, catturate secondo il dire comune, da malvagie creature che abitano la Grotta dei mille Orsi Feroci. Nonostante le temibili premesse i ragazzi decidono di intraprendere una spedizione di ricerca delle api, scortati dalla guardia reale, l’elefante Sansone.  Sarà la loro capacità di andare oltre pregiudizi ed apparenze a permettere di scoprire che gli Orsi della grotta sono tutt’altro che feroci e che le api si sono spontaneamente trasferite in quello che pare essere un luogo paradisiaco.

La storia, che come nel primo episodio è caratterizzata da una messaggio educativo marcato ed esplicito, viene raccontata in questa versione semplificando il testo rispetto all’originale e ricorrendo all’uso dei simboli caratteristici della Comunicazione Aumentativa e Alternativa, così da venire incontro alle esigenze di giovani lettori con disturbi della comunicazione e con autismo. Gli interventi effettuati dagli autori restituiscono  un testo più snello e basato sull’azione più che sul dialogo. Le frasi mantengono invece una certa lunghezza e articolazione. Tale versione costituisce una sorta di via di mezzo tra quella estesa e quella semplificata, entrambe in simboli. La stessa storia è inoltre disponibile in una versione standard, semplicemente scritta in italiano e illustrata, cui si unisce un DVD con il video racconto il LIS che agevola la comprensione da parte di lettori sordi segnanti.

Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa – Le api arcobaleno (CAA)

Parola d’ordine: versatilità! Il principio che ispira il lavoro della cooperativa rietina Puntidivista è proprio che ogni bambino possa accedere a una medesima storia attraverso la via che gli è più congeniale, perché esistono modi diversi di raccontare le storie e modi diversi di goderne. Attraverso versioni differenziate, che sfruttano molteplici codici come la Lingua Italiana dei Segni o i simboli WLS, molteplici supporti come il libro cartaceo o i DVD, e molteplici forme di narrazione, orale o scritta, i libri di Puntidivista abbracciano un pubblico che vuole essere il più ampio possibile.

L’idea e l’iniziativa sono degne di interesse e di nota soprattutto perché si tratta di un primissimo originale tentativo di proporre un grado di accessibilità davvero esteso che non guardi alle esigenze imposte da un solo tipo di disabilità ma che, al contrario, scelga la strada della varietà. Le storie sono scritte ad hoc e corredate da illustrazioni casalinghe. Apripista, in questo progetto, sono le avventure di due personaggi – Dino detto Lampadino e Nella detta Caramella -: due fratelli che, attraverso un misterioso passaggio segreto nel parco arrivano in un mondo fantastico popolato da animali parlanti.

In Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa – Le api arcobaleno, i due bambini aiutano Zampacorta, il figlio del re del Magiregno, a trovare le api arcobaleno, catturate secondo il dire comune, da malvagie creature che abitano la Grotta dei mille Orsi Feroci. Nonostante le temibili premesse i ragazzi decidono di intraprendere una spedizione di ricerca delle api, scortati dalla guardia reale, l’elefante Sansone.  Sarà la loro capacità di andare oltre pregiudizi ed apparenze a permettere di scoprire che gli Orsi della grotta sono tutt’altro che feroci e che le api si sono spontaneamente trasferite in quello che pare essere un luogo paradisiaco.

La storia, che come nel primo episodio è caratterizzata da una messaggio educativo marcato ed esplicito, viene raccontata in questa versione ricorrendo all’uso dei simboli caratteristici della Comunicazione Aumentativa e Alternativa, così da venire incontro alle esigenze di giovani lettori con disturbi della comunicazione e con autismo. La scelta operata dagli autori di non modificare pressoché in nulla il testo originale, trasponendolo semplicemente in simboli, fa sì che il volume risulti piuttosto corposo e che la lettura si presenti come molto impegnativa, adatta perlopiù a lettori con una buona esperienza. Alla base di questa scelta c’è l’idea che per i lettori meno esperti e con maggiori difficoltà possano risultare più congeniali altre due versioni del testo, anch’esse basate sull’uso di simboli, ma rispettivamente ridotta e semplificata. La stessa storia è inoltre disponibile in una versione standard, semplicemente scritta in italiano e illustrata, cui si unisce un DVD con il video racconto il LIS che agevola la comprensione da parte di lettori sordi segnanti.

Lampadino e Caramella nel MagiRegno degli Zampa – La riscoperta del Natale (audio e CAA)

Parola d’ordine: versatilità! Il principio che ispira il lavoro della cooperativa rietina Puntidivista è proprio che ogni bambino possa accedere a una medesima storia attraverso la via che gli è più congeniale, perché esistono modi diversi di raccontare le storie e modi diversi di goderne. Attraverso versioni differenziate, che sfruttano molteplici codici come la Lingua Italiana dei Segni o i simboli WLS, molteplici supporti come il libro cartaceo o i DVD, e molteplici forme di narrazione, orale o scritta, i libri di Puntidivista abbracciano un pubblico che vuole essere il più ampio possibile.

L’idea e l’iniziativa sono degne di interesse e di nota soprattutto perché si tratta di un primissimo originale tentativo di proporre un grado di accessibilità davvero esteso che non guardi alle esigenze imposte da un solo tipo di disabilità ma che, al contrario, scelga la strada della varietà. Le storie sono scritte ad hoc e corredate da illustrazioni casalinghe. Apripista, in questo progetto, sono le avventure di due personaggi – Dino detto Lampadino e Nella detta Caramella -: due fratelli che, attraverso un misterioso passaggio segreto nel parco arrivano in un mondo fantastico popolato da animali parlanti.

In Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa – La riscoperta del Natale, i due bambini aiutano Zampacorta, il figlio del re del Magiregno, a individuare il furfante che da tempo ormai fa razzia delle provviste per l’inverno. L’impresa riesce grazie a un po’ di creatività e a un’intuizione di ispirazione natalizia che aiuterà gli stessi protagonisti a riscoprire il vero significato della festa. La storia, dall’esplicito e noto messaggio educativo (non sono i giocattoli a fare bello il Natale ma i nostri cari che ci vogliono bene), è piuttosto semplice e lineare. Questo agevola senz’altro la traduzione in simboli, utili in caso di autismo e disturbi della comunicazione. Il testo così tradotto, frutto di limitati interventi, rispetta abbastanza fedelmente l’originale e si mantiene in definitiva piuttosto lungo, cosa che costituisce forse un vantaggio più per lettori con una certa dimestichezza con la CAA che per lettori inesperti. Allegato al volume si trova un CD che, oltre a disegni da colorare e canzoncine ispirate al testo, propone una versione audio del racconto utile anche in caso di dislessia. La stessa storia è inoltre disponibile in una versione standard, semplicemente scritta in italiano e illustrata, cui si unisce un DVD con il video racconto il LIS che agevola la comprensione da parte di lettori sordi segnanti.

Bravo!

Quadrato, solido, semplice: già da fuori Bravo! strizza l’occhio, amichevole, al potenziale lettore (o ascoltatore) curioso. Il papero svolazzante che figura in copertina ispira un’immediata simpatia e invita a seguirlo in un breve viaggio che lo porterà di pagina in pagina a fianco di amici più o meno diversi da lui: una lepre, una pecora, un cigno e una farfalla. Ognuno compie un’azione particolare – chi salta, chi corre, chi vola e chi nuota – azioni che il protagonista, in un’ultima pagina, scopre di poter fare altrettanto bene. Il suo viaggio diventa così un percorso di piacevoli scoperte, di nuove abilità, di piccole soddisfazioni e di confronti positivi con sé e con gli altri. Lo stesso che, pur in assenza di piume, può coinvolgere e far crescere un qualunque giovanissimo lettore del libro di Leen Van Durme.

Già pubblicato da Clavis nel 2010 in versione tradizionale, Bravo! approda ora sugli scaffali di librerie e biblioteche con una traduzione in simboli del testo, curata dal Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa e Alternativa di Milano. Il volumetto rinuncia cioè al font buffo della prima edizione per privilegiare l’utilizzo regolare di simboli WLS e garantire così una maggiore leggibilità e partecipazione da parte di bambini con esigenze diverse. Questa attenzione, unita a un testo semplice e dalla struttura ricorrente e a immagini piacevoli, chiare e pulite, dà vita a un libro attento a gusti e bisogni di lettori alle prime armi, che iniziano a scoprire il piacere di avere tra le mani un libro e di decodificare il suo magico contenuto. Il bello è che non si tratta solo di familiarizzare con l’oggetto-libro ma anche con i diversi codici – testi, immagini e anche simboli – che esso racchiude, a tutto vantaggio di chi, più avanti, di quegli stessi codici farà uso. Si tratta quindi di scoprire, di sperimentare, di impratichirsi con la lettura, autonoma o condivisa che sia, fino a poter dire anche ”io so fare tutto quello che fate voi”. (con un libro in mano). Ecco, l’intento di inclusione e condivisione che sta alla base dell’IN-book non potrebbe essere più chiaro!

Bravo, dunque, Clavis, primo editore non specializzato ad aprire il suo catalogo a un libro in simboli (dal prezzo per di più invariato rispetto all’edizione originale!). Bravo il progetto Nati per leggere che, facendo rete con un realtà attivissima sul fronte dell’inclusione come il Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello e patrocinando questo prodotto, ha riconosciuto e promosso il valore di un IN-book per qualunque bambino in tenerissima età. E Bravo, non da ultimo, il lettore che sfoglierà, ascolterà e proverà a leggere e rileggere il bell’albo di Leen Van Durme fino a consumarne, forse, le ben robuste pagine. Il titolo è infatti anche un azzeccatissimo riconoscimento per la piccola grande fatica che la straordinaria avventura del leggere porta con sé.

Biancaneve

Quando il 2014 sembrava già pronto a salutarci, un nuovo nato in casa Uovonero è arrivato ad arricchire la collana dei Pesci parlanti. Così, con una versione essenziale ed espressiva di Biancaneve, la casa editrice cremasca ha aggiunto una settima immancabile fiaba al suo catalogo di libri in simboli. La storia della fanciulla lasciata nel bosco, accolta dai nani, avvelenata dalla mela e risvegliata dal principe, viene qui adattata e tradotta con competenza in simboli PCS da Enza Crivelli e illustrata con stile intenso e malinconico da Tommaso D’Incalci.

Il testo che occupa le pagine di sinistra è conciso e ritmato, distribuito sulla pagina in modo da seguire la punteggiatura e consentire un’adeguata visione dei simboli che ne agevolano la comprensione non solo in caso di autismo ma anche in quei casi in cui, per ragioni diverse, la padronanza dell’italiano risulta traballante. Le illustrazioni, che occupano le pagine di destra, fanno un uso incisivo del bianco e nero, affidando a sprazzi di colore il compito di sottolineare elementi narrativamente significativi o rinforzare l’intensità di immagini la cui cifra pensierosa e a tratti inquietante (penso soprattutto alla strega), recupera lo spirito originale delle fiabe dei Grimm.

Per il suo stile asciutto e poco avvezzo ai fronzoli, la fiaba si presta di per sé naturalmente a una trasposizione che mira a cogliere il succo più concentrato della storia e a renderlo in un modo il più lineare e semplice possibile, così come opportuno nei libri che sfruttano la Comunicazione Aumentativa e Alternativa. Ciò non toglie, tuttavia, che la qualità del risultato possa variare di molto e dipenda strettamente dalle parole che raccolgono e raccontano questo succo, e dalle figure che ne ampliano il significato, il dettaglio e il sentimento. Ecco, il merito di Uovonero sta proprio anche in questo: nel privilegiare fiabe tradizionali, note e arcinote, senza per questo rinunciare a offrire un prodotto non solo accessibile ma anche ricercato e originale. Scegliendo per esempio e di volta in volta illustratori dagli stili variegati, essa celebra anche nell’aspetto estetico dei libri – del quale mai smetteremo di sottolineare l’importanza anche a fini inclusivi – la diversità come ricchezza.

Per venire incontro a esigenze diverse di lettura, dal 2018 Biancaneve e e le altre fiabe de I Pesci parlanti sono proposte dall’editore cremasco anche in una nuova collana chiamata I Pesciolini i cui volumi, identici nel contenuto ai loro “fratelli” maggiori, fanno a meno del formato Sfogliafacile e della cartonatura, risultando così più snelli ed economici (12.90 €).

Storie con la CAA 3

Tre storie di amicizia, a loro modo originali, sono al centro dell’ultimo volume in simboli pubblicato da Erickson. Con la talpa Clotilde alla ricerca del coniglio Filippo, con Clarabella che apre la sua casa splendente alle altre goccioline e con la meteora Lucilla che arriva puntuale all’appuntamento con i terrestri grazie all’aiuto di Vecchio Pietrone, Storie con la CAA 3 celebra il valore della relazione umana, del reciproco aiuto e dell’affetto: temi di particolare delicatezza soprattutto ma non solo per i bambini con disturbi dello spettro autistico.

Destinatari privilegiati di questo lavoro, i bambini con esigenze comunicative speciali possono trovare nel libro spunti narrativi più complessi rispetto ai due precedenti volumi della collana, grazie a testi più ampiamente strutturati e felicemente supportati dalla scelta di un sistema simbolico meno intuitivo ma più articolato quale quello dei WLS (Widgit Literacy Symbols).

Contraddistinto da un formato insolitamente ampio, da illustrazioni dal sapore casalingo e da storie dalla struttura piuttosto, il volume lascia trasparire un’origine artigianale ma curata. I tre racconti nascono, non a caso, all’interno dell’iniziativa “Leggere diversamente” della biblioteca civica di Brugherio che ha visto coinvolte e integrate professionalità diverse di ambito soprattutto educativo e riabilitativo. D’altro canto, proprio questa peculiarità garantisce al volume un particolare rigore nell’utilizzo dei simboli e un elevato grado di rispetto nei confronti delle esigenze di lettura dei bambini con difficoltà comunicative.

I tre porcellini

Dopo l’esperimento di Pinocchio (2010), ad oggi purtroppo ancora poco conosciuto benché accolto con grande favore dagli specialisti, Michela Sebastiani ed Emanuela Valenzano proseguono il loro lavoro sui marcatori visivi con due nuovi titoli ispirati a fiabe tradizionali.

I tre porcellini e Il gatto stivalato, rivolti rispettivamente a un pubblico di più giovani e di più esperti lettori (primo e secondo ciclo delle elementari), tornano a fare ricorso a un elaborato sistema di frecce, colori, sottolineature e corsivi per facilitare la comprensione di alcune parti del testo più ostiche agli occhi di lettori con disabilità uditiva. Anche le illustrazioni, senza dubbio casalinghe, supportano questo processo, essendo create ad hoc per assecondare fedelmente il racconto ed agevolarne la decodifica.

Malgrado l’aspetto poco accattivante e piuttosto artigianale, i due volumi meritano un’attenzione particolare poiché nascono da un lavoro teorico e pratico minuzioso ed estremamente  competente dalle due autrici, esperte pedagogiste e linguiste, da anni impegnate nell’educazione di bambini sordi.

Quindi ci penserà il polipo

Quindi ci penserà il polipo è un libro tattile tenero e semplice. Racconta di due pesci dalle code aggrovigliate che vengono liberati da un polipo astuto grazie a una soluzione originale e ingegnosa. Attraverso pagine colorate ricche di spugne in forma di alga, tessuti glitterati in forma di pesce e carta vetro in forma di spiaggia, i giovani lettori hanno la possibilità di farsi coinvolgere da una piacevole storia di amicizia, esplorabile sia con lo sguardo sia con le dita.

Nonostante l’aspetto artigianale e la precarietà di alcuni elementi attaccati alla pagina, la qualità della ricerca profusa in questo volume è davvero rimarcabile. La scelta dei materiali è in effetti azzeccata ed evocativa e l’attenzione riservata all’esplorabilità  e all’impiego interattivo dei soggetti è stimolante e ben calibrata.

Se poi si aggiunge che il racconto è nato da un percorso di scrittura che ha visto protagonisti numerosi bambini e che la sua realizzazione ha coinvolto diversi soggetti in difficoltà, non si può che considerare questo prodotto davvero prezioso, sperando che possa trovare un’ampia e meritata diffusione.

Ghiribizzi

Ghiribizzi è un inno all’invenzione più sfrenata. Traduzione del polacco Rozmanitosti, il titolo è un primo onomatopeico assaggio del viaggio fantastico che il libro propone al suo lettore. Attraverso nove quadri dalle forme, dai colori e dai materiali più disparati, questi accede infatti, a un percorso tattile che può plasmare a suo piacimento dando alle sagome che incontra ad ogni pagina il significato che ritiene più appropriato.

La varietà mirabolante di textures, ritagliate e assemblate in figure astratte e mai ripetitive, non è infatti accompagnata da alcuna parola che rischierebbe di vincolarne l’esplorazione e l’interpretazione. Non c’è insomma un senso giusto o sbagliato qui: ogni strada è buona perché è il lettore in  tutto e per tutto a tracciarla.  L’artista, dal canto suo si limita  – se così si può dire – a proporre stimoli straordinari che generano sensazioni che si trasformano in immagini che a loro volta animano storie sempre nuove e soprattutto personali.

Con questo volume, già vincitore nel 2006 del prestigioso premio internazionale di editoria tattile Typhlo & Tactus, la cura, la perizia e la visionarietà dei prodotti proposti dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi in collaborazione  con Les Doigts Qui Rêvent raggiungono esiti davvero superlativi. E come se non bastasse, la scelta insolita di affidarsi al solo potere evocativo delle immagini tattili rende il volume appetibile anche a chi rischia di inciampare nel testo scritto, per esempio in caso di disabilità uditiva o DSA.

Il lupo e i sette capretti

Forte di una buona dose di suspance, la storia del lupo e dei sette capretti è una piccola sfida da brivido per lettori impavidi. Trasmessa a generazioni intere di bambini, la favola vede sei dei sette figli di mamma capra ingannati e inghiottiti dal malvagio lupo e infine salvati in extremis dal più piccolo e scaltro capretto. È una storia che racconta di ammonimenti e di coraggio, di fiducia e di astuzia, di timore e di ascolto.

Nella versione in simboli proposta da Uovonero, all’interno della collana I pesci parlanti, il racconto è reso come al solito essenziale e chiaro, ricondotto a una struttura solida e lineare che si priva dei fronzoli per concentrare l’attenzione sui fatti. Le emozioni vengono da sé, grazie alle implicazioni forti della storia e al contributo immaginifico delle illustrazioni. Affidate al tratta di Andrea Alemanno, queste sottolineano i toni tenebrosi della storia dando forma a un lupo cattivo che più lupo cattivo non si può e avvolgendo ogni scena in un’atmosfera sospesa.

Per venire incontro a esigenze diverse di lettura, dal 2018 Il lupo e i sette capretti e e le altre fiabe de I Pesci parlanti sono proposte dall’editore cremasco anche in una nuova collana chiamata I Pesciolini i cui volumi, identici nel contenuto ai loro “fratelli” maggiori, fanno a meno del formato Sfogliafacile e della cartonatura, risultando così più snelli ed economici (12.90 €).

Wonder – ebook

Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, che appassiona, stimola, diverte e commuove.
Un wonder romanzo, insomma, come se ne vorrebbero leggere di più, sia da piccoli che da grandi. Ecco perché pare particolarmente calzante il titolo di questo volume edito da Giunti, che ha meritatamente spopolato in America dove è stato pubblicato per la prima volta lo scorso anno.

Wonder racconta il primo anno di scuola media di August, ragazzino affetto dalla sindrome di Treachers-Collins: una malattia congenita che comporta significative deformazioni del volto, che richiede molte e dolorose operazioni ma che non implica una vera e propria disabilità. August infatti parla, pensa e si muove come gli altri: non c’è niente che non possa fare se non ciò che la paura, la diffidenza o l’eccessiva protezione – sue o altrui – gli precludono di fare. “L’unica ragione per cui non sono normale – afferma il protagonista in una delle prime pagine del libro – è perché nessuno mi considera normale” e in effetti nulla pare più vero di questa considerazione man mano che la storia avanza.

A raccontarcela non è solo il protagonista ma un coro di voci: a turno August, sua sorella e i suoi amici restituiscono la propria versione degli eventi, contribuendo da un lato ad arricchirne la visione e dall’altro a far avanzare la narrazione. Niente meglio di questo espediente rende l’idea della ricchezza che la diversità assicura a questo mondo e della varietà di opinioni ed emozioni che possono circondare una vicenda. Così, attraverso zoom efficaci sui rapporti di amicizia e rivalità e su momenti clou come la gita, la festa di Halloween o la recita di fine anno, l’autrice narra la storia di un incontro, con se stessi e con gli altri, che sa risultare speciale e universale al contempo.

Lo fa con un’ironia inusuale che non indebolisce il vigore dei sentimenti messi in campo e esplorati. Il lettore ritrova così, pressoché intatti, il dolore, la preoccupazione e la vergogna che una diversità tanto marcata si porta a rimorchio, ma anche l’affetto più spassionato, la tenerezza, la soddisfazione e l’entusiasmo che essa non sa sradicare. Quello che ci viene offerto, insomma, è un autentico catalogo delle emozioni umane che rende la lettura del libro un tempo davvero ben speso.

 

Raperonzolo

Una fanciulla dai capelli lunghissimi, una torre inespugnabile e un cavaliere temerario. L’ultima proposta della casa editrice Uovonero attinge una volta di più dal ricchissimo patrimonio delle fiabe tradizionali, dando nuova eco e nuova linfa alla storia di Raperonzolo.

Le vicende commuoventi dei due innamorati divisi dai malefici di una perfida strega danno in particolare un’impronta nuova e intensa alla collana dei Pesci Parlanti, anche grazie alle illustrazioni oniriche di Antonio Boffa.

Il volume è frutto di un curatissimo lavoro di rielaborazione testuale, che mira a cogliere l’essenza della storia, e di una scrupolosa operazione di trasposizione in simboli PCS, che consente anche a chi sperimenta difficoltà comunicative di accedere agevolmente al testo.

Per venire incontro a esigenze diverse di lettura, dal 2018 Raperonzolo e e le altre fiabe de I Pesci parlanti sono proposte dall’editore cremasco anche in una nuova collana chiamata I Pesciolini i cui volumi, identici nel contenuto ai loro “fratelli” maggiori, fanno a meno del formato Sfogliafacile e della cartonatura, risultando così più snelli ed economici (12.90 €).

Storie con la CAA 1

Le storie di Anna, Paolo e Luigi sono storie di vita quotidiana: storie di gioco, di altalene, di capricci, di minestre, di capelli e di somiglianze in famiglia. Sono storie che toccano da vicino, con semplicità e ironia, tutti i bambini e proprio per questo è bello pensare che tutti  bambini possano in esse riconoscersi. Ecco perché l’idea di trasformarle in un libro in simboli WLS, accessibile anche in caso di autismo e di disturbi della comunicazione, pare calzare a pennello.

L’iniziativa è firmata dalla casa editrice Erickson, da anni attenta alle tematiche dell’handicap, che propone un cofanetto composto da tre mini-volumi: Paolo e i capelli ribelli, Anna e l’altalena e Luigi e il Minestrone . Accomunati da una struttura snella, da una grafica essenziale e buffa e da una cura lessicale, sintattica e narrativa attenta ai bisogni di giovani lettori con difficoltà espressive, i tre libretti offrono uno strumento pratico e davvero spendibile per allargare le possibilità di lettura a chi normalmente ne viene escluso e per incuriosire con un linguaggio efficacissimo chi alla lettura inizia ad avvicinarsi.

Pinocchio ed. CAM

Tutti conosciamo la storia di Pinocchio, ma conoscerla e leggerla da sé non sono esattamente la stessa cosa. Leggerla da sé significa anche, infatti, padroneggiare le strutture del testo che la racconta distinguendo agevolmente i diversi elementi che lo compongono e il ruolo che essi svolgono al suo interno: operazione piuttosto immediata in condizioni consuete di percezione e apprendimento ma non in caso di sordità. Questo handicap non coinvolge, infatti, il solo senso dell’udito ma implica difficoltà anche nella comprensione dei testi scritto.

È con questa consapevolezza, dunque, che nasce un libro come Pinocchio, messo a punto dalla Cooperativa Allegro con Moto. La celeberrima storia di Collodi è infatti qui rivista e adattata affinché le frasi risultino più semplici e affinché i loro meccanismi di coesione siano marcati visualmente. Frecce, colori e font differenti sono perciò impiegati per agevolare il riconoscimento di connettivi, possessivi ed elementi grammaticali diversi cosicché il piacere della lettura si renda accessibile anche grazie al pieno possesso del testo.

Storia di una stella

Storia di una stella è un libro tattile, al contempo essenziale e non immediato, prodotto da L’Albero della Speranza, casa editrice dalla recente ma ostinata e meritevole attività. La storia che narra è delle più lineari, senza grossi colpi di scena o complicazioni, come si confà ad un libro come questo, destinato ai lettori meno esperti. Tutto giocato su sparizioni, ricomparse e trasformazioni della protagonista che dà il titolo al volume, questo appare nel complesso di facile esplorazione.

Il soggetto è, ciononostante, quanto di più distante si possa immaginare dall’esperienza di un bambino cieco, principale beneficiario del libro. Lontane e percepibili essenzialmente per la loro luce puntiforme e flebile, le stelle restano oggetti difficili da concettualizzare, immaginare e riconoscere, tanto più nella loro caratteristica e stilizzata rappresentazione a cinque punte. Il libro può perciò rappresentare una sfida ardua per le dita alle prime armi per le quali può diventare, però, con l’adeguato accompagnamento, occasione di scoperta di cose esistenti anche se non percepibili al tatto.

Il principe

Ci sono tutti gli ingredienti fondamentali di una fiaba tradizionale in questo libro: dal principe che dà il titolo al volume alla bella di cui è innamorato, dalle prove che deve superare agli oggetti magici in cui incappa, dalla foresta incantata in cui si imbatte al lieto fine che lo aspetta. Ma c’è anche qualcosa in più. Tutti questi elementi sono, infatti, resi accessibili anche ai bambini ciechi grazie alla stampa in braille e all’utilizzo della tecnica del collage materico.

Come le precedenti, quest’ultima pubblicazione a cura de L’Albero della Speranza non rinuncia all’accessibilità tattile dei suoi contenuti, tanto testuali quanto iconici, proponendo un albo suggestivo nella sua semplicità di esplorazione. Il solido castello con i suoi merli, i soffici abiti di panno, l’irregolare terreno al di sotto dei ruvidi tronchi d’albero che infittiscono la foresta amplificano, infatti, la magia della storia consentendo di entrarvi anche in punta di polpastrello. Il risultato è senz’altro piacevole e facilmente condivisibile, presupposti indispensabile per una autentica esperienza di integrazione.

Giacomino e il fagiolo magico

La storia di Giacomino e il fagiolo magico si trasmette da decenni, ormai, in un numero indefinibile di versioni contraddistinte da dettagli, comparse e finezze narrative di volta in volta differenti. Come tutte le fiabe mantiene un’ossatura forte e stabile su cui si posano vesti che, nel tempo e nello spazio, possono variare rendendo sempre apparentemente nuovo il racconto. Per questo motivo, storie come questa paiono prestarsi particolarmente bene a una rielaborazione testuale che ne consenta l’accesso anche a lettori con esigenze particolari, dettate per esempio da difficoltà di comunicazione.

Nella bella versione di Giacomino e il fagiolo magico proposta dalla casa editrice Uovonero, curata da Enza Crivelli e illustrata da Peppo Bianchessi, si riconoscono perciò marcatamente il giovane e curioso protagonista, la stupefacente gallina dalla uova d’oro, la magica pianta di fagioli che arriva fino al cielo e i terrificanti coniugi orco e orchessa abitanti del castello tra le nuvole, ma si apprezza anche la ricerca di una forma narrativa che vada all’osso della storia, che elimini ogni elemento superfluo e che rende il racconto quando più lineare, scandito e fruibile possibile.

Il risultato è in definitiva una fiaba davvero essenziale che ben sui presta a essere tradotta anche in simboli PSC (Picture Communication Symbols), rendendo la lettura accessibile non solo a chi fatica a cogliere il significato delle parole ma anche a chi, come gli apprendisti lettori, inizia a decodificare i testi senza l’aiuto di una voce adulta.

Per venire incontro a esigenze diverse di lettura, dal 2018 Giacomino e il fagiolo magico e e le altre fiabe de I Pesci parlanti sono proposte dall’editore cremasco anche in una nuova collana chiamata I Pesciolini i cui volumi, identici nel contenuto ai loro “fratelli” maggiori, fanno a meno del formato Sfogliafacile e della cartonatura, risultando così più snelli ed economici (12.90 €).

Cappuccetto rosso

– Che occhi grandi che hai…

– È per guardarti meglio…

Già, per guardarti meglio: perché guardando si scoprono molte cose e si colgono significati. Questo accade a tutti e in particolare a quelle persone affette da autismo o più in generale da disturbi della comunicazione, per le quali i codici iconici, basati su simboli e immagini, risultano più immediati ed efficaci nel loro intento di trasmettere messaggi o raccontare storie.

Ecco perché, finalmente, anche i libri hanno iniziato ad aprirsi a forme di narrazione basate su sistemi simbolici da tempo utilizzati come tecnica di Comunicazione Aumentativa e Alternativa. I simboli PCS (Picture Communication Symbols), in particolare, sono impiegati con perizia dalla casa editrice Uovonero che li accosta al testo e alle illustrazioni tradizionali in tutti i libri che compongono la collana dei Pesci parlanti.

Cappuccetto Rosso, in particolare, è il primo titolo che fa la sua comparsa in questa insolita collezione e che stupisce al primo sguardo per il complesso lavoro di elaborazione testuale e di traduzione in simboli che lo rende davvero fruibile a orecchie e soprattutto occhi molto esigenti. Alla faccia del lupo, sono i lettori questa volta che si tolgono lo sfizio di divorare (il libro)!

Per venire incontro a esigenze diverse di lettura, dal 2018 Cappuccetto rosso e e le altre fiabe de I Pesci parlanti sono proposte dall’editore cremasco anche in una nuova collana chiamata I Pesciolini i cui volumi, identici nel contenuto ai loro “fratelli” maggiori, fanno a meno del formato Sfogliafacile e della cartonatura, risultando così più snelli ed economici (12.90 €).

Riccioli d’oro e i tre orsi

Una bambina e una famiglia di orsi. E poi tre sedie, tre ciotole, tre letti e una serie di disastri domestici, tutti moltiplicati per tre. La storia della guastafeste Riccioli d’oro, con quel suo ritmo instancabilmente ricorrente e tripartito, risulta inconfondibile e nota a generazioni intere di bambini.

Da oggi – con somma letizia – le disavventure dell’orso grande, dell’orso medio e dell’orso piccolo (anche noti come papà orso, mamma orso e piccolo orso, in una versione più tradizionale), arrivano tra le mani dei bambini con difficoltà di comunicazione e disturbi dello spettro autistico. Inserito nella collana Pesci parlanti, Riccioli d’oro e i tre orsi viene pubblicato da Uovonero corredato da una preziosa traduzione in simboli PCS che ne agevola la comprensione.

Il volume, frutto di un curatissimo lavoro di rielaborazione testuale, volta a cogliere l’essenzialità della storia e a valorizzarne la qualità iterativa, e di una scrupolosa operazione di trasposizione, basata su di una delle più diffuse tecniche di comunicazione aumentativa e alternativa, allarga così le possibilità di accesso ad uno dei classici letterari più conosciuti e amati dai piccoli lettori.

Per venire incontro a esigenze diverse di lettura, dal 2018 Riccioli d’oro e i tre orsi e e le altre fiabe de I Pesci parlanti sono proposte dall’editore cremasco anche in una nuova collana chiamata I Pesciolini i cui volumi, identici nel contenuto ai loro “fratelli” maggiori, fanno a meno del formato Sfogliafacile e della cartonatura, risultando così più snelli ed economici (12.90 €).

Giorgetto l’animale che cambia aspetto

Ci sono libri belli da vedere. E poi ci sono libri belli da vedere, belli da toccare e belli da condividere. Ma sono libri un po’ trascurati, nonostante la loro straordinaria qualità e l’insito potenziale di integrazione che racchiudono tra le pagine. È il caso dei libri tattili prodotti dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi e dalla casa editrice francese Les doigts qui rêvent: libri per difendere il diritto alla lettura e all’immaginazione dei bambini ciechi o ipovedenti e per far sì che questo diritto sia condiviso con i bambini normodotati.

I libri tattili illustrati sono infatti pensati perché qualsiasi bambino possa trarne piacere: i testi sono scritti sia in nero sia in braille e le illustrazioni sono ideate e realizzate attraverso la tecnica del collage materico perché possano essere non solo viste ma anche esplorate con le dita. E poiché la possibilità di esplorazione detiene un fascino pressoché universale, la scoperta condivisa di libri preziosi come questi può farsi con facile mezzo di comunicazione ed integrazione tra bambini con esigenze differenti. L’illustrazione tattile rappresenta infatti una qualità appetibile e attraente che finisce per costituire une vera e propria ricchezza più che un espediente per superare delle difficoltà fisiche.

Lo dimostra bene Giorgetto l’animale che cambia aspetto, il libro tattile ideato da Claudette Kraemer nel 2000. Basta aprirne le pagine robuste per capire cosa significhi curiosare, conoscere e ammirare con la punta delle dita. L’animale di panno Giorgetto spunta infatti dal vaso in cartoncino della prima pagina e accompagna fisicamente il lettore nel suo avventurarsi attraverso ambienti diversi. E poiché il manto colorato del personaggio acquisisce di volta in volta tratti piumosi, lanosi, erbosi o sabbiosi, l’avanzamento nella lettura suscita una sorpresa continua che si anima e fa correre i polpastrelli. Giorgetto è un libro semplicemente complesso e complicatamente semplice, adatto a bambini dai 3 anni ma capace di incuriosire e stupire bambini molto più grandi soprattutto se proposto per un’esperienza di lettura al buio. Il libro è acquistabile solo online, attraverso il sito della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi. Quest’ultima peraltro lo distribuisce gratuitamente sia ai suoi utenti sia a numerose biblioteche pubbliche, centri per l’intervento precoce e la riabilitazione, ospedali pediatrici e sezioni dell’Unione italiana Ciechi, grazie al contributo di Enel Cuore.