Stili cognitivi e didattica efficace

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Per comprendere in pieno i processi di apprendimento occorre conoscere le funzioni esecutive che ne stanno alla base, come attenzione, memoria, capacità di problem solving. Tuttavia vi sono differenze notevoli tra le modalità di imparare dei ragazzi, dovute a quelli che Robert Sternberg definisce “Stili cognitivi”.

Uno stile cognitivo è la tendenza costante e stabile nel tempo a usare una determinata classe di strategie. Questo non deve riguardare solo l’ambito scolastico, ma anche la vita di tutti i giorni e deve verificarsi con una certa stabilità. La preferenza verso un gruppo di strategie anziché altre è dettata innanzitutto dalle caratteristiche individuali del soggetto ma viene poi supportata dalle circostanze ambientali: l’efficacia di una strategia farà sì che essa venga riproposta in futuro.

Anche Cesare Cornoldi, Rosanna De Beni e il Gruppo MT hanno individuato 5 coppie di polarità riferite agli stili cognitivi:
• Sistematico – Intuitivo
• Globale – Analitico
• Impulsivo – Riflessivo
• Verbale – Visuale
• Autonomo / Creativo – Dipendente dal campo

Ma in che modo gli stili cognitivi influenzano i processi di apprendimento? Le strategie di elaborazione di uno stile particolare sono quelle che lo studente mette in atto con più facilità e naturalezza perciò si potrebbe dire che è la modalità di apprendimento privilegiata. Sicuramente è importante che la scuola, in un certo senso, stimoli l’allievo con richieste non esclusivamente consone al suo stile cognitivo, in modo che venga abituato a stimolare strategie che abitualmente non usa.

Tuttavia occorre considerare un fattore importante: anche i docenti, di riflesso, hanno una modalità di insegnamento che segue un proprio stile cognitivo e che può essere discordante con quella prevalente dell’allievo. Ecco quindi che può nascere qualche incomprensione rispetto alle prestazioni dei ragazzi che possono sembrare poco adeguate: in realtà si tratta di proposte difficili da gestire per i ragazzi perché non congeniali al loro stile di apprendimento e dove pertanto non riusciranno ad eccellere. La discordanza di stile tra insegnante e allievo non deve pertanto essere confusa con una mancanza di abilità da parte di quest’ultimo. È quindi fondamentale conoscere lo stile cognitivo del ragazzo, soprattutto nei casi di ragazzi con disturbi dell’apprendimento, dove è importantissimo fare proposte didattiche adatte al suo stile di apprendimento: solo in questo modo l’alunno può essere messo a proprio agio nel comprendere le richieste da parte dell’insegnante. Se ad esempio uno studente ha uno stile visualizzatore preferirà maggiormente strategie basate sulla rielaborazione “visiva” del contenuto da studiare come mappe concettuali e schemi o immagini da commentare e farà più fatica ad esempio nel comporre un riassunto o estrapolare una rielaborazione orale da un testo scritto. È importante quindi che l’insegnante sia a conoscenza del fatto che esistono diversi stili cognitivi e che sarebbe importante valorizzarli, attraverso proposte di lavoro e attività varie che permettano a ciascun alunno di utilizzare il proprio stile di apprendimento. La differenziazione nella proposta di insegnamento è un’opportunità importante per i ragazzi, poiché attraverso la molteplicità delle proposte permette a ciascuno di trovare quella maggiormente congeniale al proprio stile cognitivo.