Pepe senza coda
Pepe senza coda di Daniela Piga ha almeno tre cose che dovrebbe avere un buon libro tattile: una storia (aspetto, questo, spesso trascurato in ambito tattile a favore di narrazioni più metaforiche ed evocative), la scelta di figure ricorrenti, significative e ben riconoscibili e la presenza di elementi interattivi e coinvolgenti.
Il libro racconta del cavallo Pepe che si sente triste e si nasconde perché, a differenza dei suoi simili, non ha la coda. La svolta, per lui, arriva quando scopre che nel negozio Tail shop le code sono messe in vendita. Ce ne sono di tutti i tipi: per l’estate e per l’inverno, per il giorno e per la notte. Ma soprattutto ce ne sono di specialissime, come la Coda di vento. Proprio su quest’ultima si orienta Pepe che inizia così a correre veloce e diventa ciò che forse ha sempre desiderato.
Composto da sottili pagine in stoffa color crema, Pepe senza coda si caratterizza per il ricorso a illustrazioni minimali, la cui essenzialità è frutto di uno studio accorto e generatrice di un connubio interessante tra estetica e funzionalità. Tutto si basa su sagome nere di cavalli che, oltre a dare alla pagina un aspetto molto raffinato, risultano estremamente riconoscibili: lo spessore è, infatti, adeguato e tutti gli elementi più significativi dell’animale sono presenti (4 zampe, orecchie a punta, muso lungo, criniera e – per chi ce l’ha – una coda). E poiché il libro parla proprio di somiglianza e diversità, l’autrice gioca con l’aggiunta di pochi elementi distintivi, di volta in volta differenti, applicati su una sagoma che è invece sempre identica (se non per la misura). Il lettore che esplora le figure con le dita sarà dunque fortemente agevolato nel suo compito di decodifica.
Non solo: Daniela Piga introduce nelle sue illustrazioni degli efficaci e attraenti elementi di interazione che non solo supportano la felice partecipazione del bambino alla lettura ma facilitano concretamente anche l’appropriazione del racconto. Il fatto che nella pagina dedicata al Tail Shop, le code possano essere davvero staccate e attaccate alla sagoma di Pepe o che quest’ultima, quando si dota della coda di vento, possa davvero staccarsi e volare grazie all’aiuto del bambino, fa infatti sì che ciò che la parola dice possa di fatto attualizzarsi. Il divertimento va dunque a braccetto con la facilità di comprensione. Da non sottovalutare, infine, all’attenzione rivolta all’aspetto multisensoriale, nella misura in cui la corsa di Pepe, divenuto ormai veloce come il vento, può essere sonoramente evocata dal lettore (o dal mediatore), grazie a un pezzo di metallo inserito sulla pagina su cui le dita possono tamburellare.
Il risultato è un libro tattile in cui ogni dettaglio è studiato a modino e la cui letture appare accattivante, coinvolgente ed estremamente fruibile.
