La zuppa dell’orco (FabuLIS)

Lettori impressionabili e dal cuore debole, tenetevi alla larga: La zuppa dell’orco non è affare per voi! Perfettamente in linea con la tradizione più autentica e non edulcorata delle fiabe dei Grimm, il racconto di Vincent Cuvellier non esita a mettere in scena orchi sporchi del sangue dei bambini ingurgitati e genitori disposti a tagliare a pezzetti i figli. Il gusto un po’ cruento non manca insomma nell’avventura che vede protagonista l’astuto Josef, il più piccolo di sette fratelli, alle prese con genitori fannulloni e disposti a mutilare i figli per farli mendicare più efficacemente. Venuto casualmente a conoscenza del truce piano di mamma e papà, il bambino organizza una furbissima fuga, inganna e rabbonisce un terribile orco cieco e rimedia, infine, un destino gioioso per sé e per i suoi fratelli.

Il libro, stampata ad alta leggibilità dalla Biancoenero, racchiude illustrazioni espressive che ben si sposano con i toni cupi della storia e un racconto che unisce la sospensione tipica della fiaba e l’ironia caratteristica dell’autore francese. Non è raro infatti trovarsi a sorridere tra un pericolo e l’altro in cui incappano gli otto fratelli. Proprio grazie a questo stile strenuamente leggero, Vincent Cuvellier (già noto ai lettori della casa editrice romana per Giancretino e ioScappiamo!La settima onda e Mamma e papà oggi sposi) riesce a dare forma a una narrazione in cui temi forti come il disagio familiare e la disabilità, pur trattati in un contesto fiabesco, emergono con forza nuda e cruda e trovano nel finale un riscatto sorridente. Lo dice bene quel “Visto che i bambini avevano le mani, se le strinsero forte. Visto che avevano i piedi, ballarono tutta la notte. Visto che avevano gli occhi si guardarono a lungo sorridendo, fino a quando spuntò il sole su quel paese di neve e di notte”, con cui si chiude il racconto e che celebra l’importanza di trovare il bello della propria condizione. Qualunque essa sia.

Pubblicato per la prima volta da Biancoenero nel 2016, e insignito di diversi riconoscimenti tra cui il premio Andersen come miglior libro 6-9 anni e il premio Orbil come miglior libro 6-10 anni, La zuppa dell’orco torna ora protagonista di un nuovo e importante progetto della casa editrice romana: il progetto Fabulis. Il volume di Vincent Cuvellier e Andrea Antinori viene cioè riproposto in una nuova versione, che non sostituisce ma si affianca alla precedente. Qui, ogni doppia pagina presenta sulla sinistra un QRcode grazie al quale accedere a un video che ne racconta il testo in Lingua dei Segni Italiana. L’illustrazione figura, come una sorta di sfondo, anche alle spalle dell’interprete, facilitando così l’associazione tra i due supporti. Nella parte destra di ogni doppia pagina, inoltre, possono essere presenti altri QRcode contraddistinti da un bordo di colore differente. Questi attivano la traduzione in LIS delle parole meno comuni o di più difficile comprensione, all’interno di video che, così come i precedenti, non presentano audio.

Fabulis è un progetto estremamente significativo e apprezzabile, per più di una ragione. In primo luogo perché sfrutta in maniera semplice ma efficace la sinergia tra cartaceo e digitale. Grazie al basico riconoscimento di un QRcode, che rinvia a un video caricato su Vimeo, il lettore ha infatti la possibilità di fruire di una modalità narrativa e comunicativa supplementare che mal si accorderebbe con l’inserimento sulla pagina, senza dover per questo rinunciare al valore del rapporto con la fisicità del volume. L’espediente del QRcode, inoltre, è molto poco invasivo e questo fa sì che la pagina risulti praticamente identica a quella della versione originale del libro. Il lettore si trova perciò tra le mani un volume bello e curato come l’originale ma ancora più accessibile.

La corrispondenza puntuale tra testo in italiano sulla pagina e video in LIS non solo favorisce l’appropriazione e il pieno godimento del racconto da parte dei bambini sordi segnanti ma facilita anche la costruzione di un ponte tra le due lingue che questi lettori si trovano a fronteggiare nella vita quotidiana. La zuppa dell’orco, così come gli altri volumi che compongono la collana Fabulis,  costituisce, cioè, una bellissima proposta di narrativa che merita e chiama il libero gusto e il gratuito piacere della lettura, rivelandosi però anche un prezioso e valido strumento di sostegno all’apprendimento.

Da ultimo, non va trascurato il processo che ha portato alla nascita della collana. Il coinvolgimento, insieme a Biancoenero, dell’ENS (Ente Nazionale per la Protezione e l’Assistenza dei Sordi) e di Huawei (azienda privata già sensibile al tema e attiva sul campo grazie al progetto Storysign), mette in luce l’importanza e la validità di progetti che fanno leva sull’integrazione di competenze specifiche e complementari così da offrire ai lettori prodotti di qualità tanto dal punto di vista dell’accessibilità quanto da quello letterario.

Il nostro cane Max (FabuLIS)

Gli animali domestici sono, per tanti padroni e padroncini, autentici membri della famiglia. Con loro si condividono rituali, viaggi, esperienze, emozioni e così, quando muoiono, lasciano un vuoto grande e un segno indelebile. Proprio questa parabola esistenziale, tanto familiare a chiunque abbia posseduto e amato un cane o un gatto, trova posto tra le pagine de Il nostro cane Max.

Il libro scritto da Alessandra Bocchetti omaggia e ripercorre la vita del cane Max all’interno della famiglia che lo ha accolto quando era ancora piccolissimo e brutto. L’autrice racconta in particolar modo il rapporto speciale e unico che il cane instaura con i diversi membri della famiglia, dando un assaggio delle piccole gioie che, dal primo all’ultimo giorno, la sua presenza ha regalato. Fino a che la vecchiaia lo porta via, senza che tuttavia il suo ricordo svanisca. Tutt’altro: nel cielo, nelle rocce e persino nella forma di un’isola Max torna a far visita ai suoi padroncini, nel nome di un legame intenso e sempre vivo.

Lineare e senza arzigogolate capriole narrative, Il nostro cane Max si presenta come un omaggio personalissimo a un cagnolino realmente esistito che suscita simpatia e affetto. Piacevole da leggere e commuovente nel finale, il libro fa parte di una doppia collana. La versione originale è stata inserita, infatti, all’interno della Minizoom di cui il libro condivide tutte le apprezzabili caratteristiche di alta leggibilità: font specifica, spaziatura, maggiore tra lettere, parole, righe e paragrafi, sbandieratura a destra e carta color crema. Una seconda versione, che va ad affiancarsi alla precedente e che ne mantiene tutte le caratteristiche sopracitate, è stata invece di recente messa a punto da Biancoenero e inserita nella nuovissima collana Fabulis.

In questa nuova versione, inserita all’interno della collana Fabulis, ogni doppia pagina del volume di Alessandra Bocchetti e Martina Tonello presenta sulla sinistra un QRcode grazie al quale accedere a un video che ne racconta il testo in Lingua dei Segni Italiana. L’illustrazione figura, come una sorta di sfondo,  anche alle spalle dell’interprete, facilitando  così l’associazione tra i due supporti. Nella parte destra di ogni doppia pagina, inoltre, possono essere presenti altri QRcode contraddistinti da un bordo di colore differente. Questi attivano la traduzione in LIS delle parole meno comuni o di più difficile comprensione, all’interno di video che, così come i precedenti, non presentano audio.

La collana Fabulis è frutto di un progetto estremamente significativo e apprezzabile, per più di una ragione. In primo luogo perché sfrutta in maniera semplice ma efficace la sinergia tra cartaceo e digitale. Grazie al basico riconoscimento di un QRcode, che rinvia a un video caricato su Vimeo, il lettore ha infatti la possibilità di fruire di una modalità narrativa e comunicativa supplementare che mal si accorderebbe con l’inserimento sulla pagina, senza dover per questo rinunciare al valore del rapporto con la fisicità del volume. L’espediente del QRcode, inoltre, è molto poco invasivo e questo fa sì che la pagina risulti praticamente identica a quella della versione originale del libro. Il lettore si trova perciò tra le mani un volume bello e curato come l’originale ma più accessibile.

La corrispondenza puntuale tra testo in italiano sulla pagina e video in LIS non solo favorisce l’appropriazione e il pieno godimento del racconto da parte dei bambini sordi segnanti ma facilita anche la costruzione di un ponte tra le due lingue che questi lettori si trovano a fronteggiare nella vita quotidiana. Il nostro cane Max, così come gli altri volumi che compongono la collana Fabulis,  costituisce, cioè, una bellissima proposta di narrativa che merita e chiama il libero gusto e il gratuito piacere della lettura, rivelandosi però anche un prezioso e valido strumento di sostegno all’apprendimento.

Da ultimo, non va trascurato il processo che ha portato alla nascita della collana. Il coinvolgimento, insieme a Biancoenero, dell’ENS (Ente Nazionale per la Protezione e l’Assistenza dei Sordi) e di Huawei (azienda privata già sensibile al tema e attiva sul campo grazie al progetto Storysign), mette in luce l’importanza e la validità di progetti che fanno leva sull’integrazione di competenze specifiche e complementari così da offrire ai lettori prodotti di qualità tanto dal punto di vista dell’accessibilità quanto da quello letterario.

Lingua dei Segni Italiana – Piccolo Vocabolario bebè e genitori

Pratici, spendibili, accattivanti: i libretti dedicati alla Lingua del Segni Italiana da poco pubblicati da Logos sono strumenti di cui davvero si sentiva la mancanza. Progettati in un’ottica squisitamente inclusiva, si presentano come manuali snelli e di facile uso e si rivolgono a un pubblico ampio, tutt’altro che limitato ai bambini sordi o ai loro familiari. Il progetto da cui prendono le mosse – SegniAmo Bimbi – promuove, infatti, la diffusione della LIS tra i bambini udenti più e oltre che tra i bambini sordi, forte dell’idea che la conoscenza della Lingua dei Segni può riservare benefici importanti non solo in termini di superamento di barriere comunicative e culturali ma anche di supporto all’apprendimento della lingua vocale. Per tutti.

I libri ad oggi pubblicati da Logos in questa direzione sono due: Piccolo vocabolario bebè e genitori e Alfabeto manuale.

Piccolo vocabolario bebè e genitori raccoglie circa 120 segni divisi per argomento e scelti tra quelli che più facilmente possono toccare la quotidianità di un bambino e, dunque, risultare utili nella comunicazione in famiglia. Troviamo, per esempio, segni inerenti alla famiglia, al cibo, al corpo, alla natura o ai sentimenti. Di ogni segno viene offerta la rappresentazione grafica, resa con il suo stile inconfondibile da Roger Olmos, e la corrispettiva parola. Ogni doppia pagina si presenta, perciò, molto pulita ed essenziale, con un efficace sfondo bianco su cui si stagliano al massimo quattro segni. In alto compare inoltre sempre un QR code che in maniera molto pratica consente di visualizzare gli stessi segni in formato video: una modalità, questa, che ne valorizza l’aspetto dinamico e ne chiarisce al meglio la modalità di esecuzione.

Il volume, come indicato dal titolo stesso, nasce per facilitare la comunicazione tra genitori e bebè, quando questi ancora non padroneggiano la parola. In questo senso Piccolo vocabolario bebè e genitori si avvicina, per intento, al programma Baby Signs il quale sfrutta però allo stesso fine sia segni tratti dalla LIS sia segni altri. Occorre tuttavia precisare che molti dei segni inclusi all’interno del volume di Logos sono assolutamente spendibili anche molto più avanti, per esempio in età prescolare o durante la scuola primaria. In questo senso, se è vero che il titolo scelto concorre a sottolineare l’utilità dell’uso della LIS con i bambini piccolissimi, speriamo non disincentivi la scoperta e l’impiego del volume con e da parte di bambini più grandi.

La forza di volumi come Piccolo vocabolario bebè e genitori e Alfabeto manuale risiede, invece, in almeno tre qualità. La prima è fare della LIS uno strumento trasversale che possa esprimere le proprie potenzialità ben al di là dell’ambito della disabilità uditiva. La seconda è coinvolgere a questo fine un illustratore del calibro e della bravura di Roger Olmos, grazie al quale il confine tra rappresentazione grafica del segno e illustrazione espressiva diventa molto labile. La terza, infine, è sfruttare in maniera intelligente ed efficace la sinergia tra cartaceo e digitale, sfruttando le potenzialità di quest’ultimo non per inserire inconsistenti orpelli ma per apportare un significativo valore aggiunto.

Lingua dei segni italiana – Alfabeto manuale

Pratici, spendibili, accattivanti: i libretti dedicati alla Lingua del Segni Italiana da poco pubblicati da Logos sono strumenti di cui davvero si sentiva la mancanza. Progettati in un’ottica squisitamente inclusiva, si presentano come manuali snelli e di facile uso e si rivolgono a un pubblico ampio, tutt’altro che limitato ai bambini sordi o ai loro familiari. Il progetto da cui prendono le mosse – SegniAmo Bimbi – promuove, infatti, la diffusione della LIS tra i bambini udenti più e oltre che tra i bambini sordi, forte dell’idea che la conoscenza della Lingua dei Segni può riservare benefici importanti non solo in termini di superamento di barriere comunicative e culturali ma anche di supporto all’apprendimento della lingua vocale. Per tutti.

I libri ad oggi pubblicati da Logos in questa direzione sono due: Piccolo vocabolario bebè e genitori e Alfabeto manuale.

Alfabeto manuale si propone di accompagnare i bambini, sordi ma anche e soprattutto udenti, alla scoperta della dattilologia, ossia della rappresentazione delle lettere attraverso specifiche configurazioni delle mani. Si tratta, nello specifico, di uno strumento impiegato dalle persone sorde per rendere comprensibili delle nuove parole o per esprimere nomi propri a cui non corrisponde un segno specifico. Agli occhi di un udente, l’alfabeto manuale può ricordare l’alfabeto muto usato nei giochi infantili e proprio valorizzando un analogo approccio ludico e piacevole viene proposto in questo libro. L’alfabeto manuale può, infatti, risultare utilissimo a chiunque per inviare messaggi segreti, per comunicare senza farsi sentire o per farsi capire in condizioni di caos e inquinamento acustico: tutte forme di scambio e interazione che possono peraltro coinvolgere anche bambini sordi in una dinamica assolutamente paritaria. È proprio quando uno strumento messo a punto per una disabilità trova il modo di uscire dai confini ristretti di quest’ultima per diventare patrimonio di tutti che possiamo a tutti gli effetti parlare di inclusione.

Come in una sorta di alfabetiere, ogni pagina di Alfabeto manuale è dedicata a una diversa lettera. Quest’ultima viene riportata in minuscolo e in maiuscolo, viene associata al nome di un animale di cui è iniziale (scritto a sua volta in stampatello minuscolo e in corsivo) e viene soprattutto resa attraverso la configurazione manuale corrispondente, vera protagonista della pagina. La peculiarità del volume risiede senz’altro nel tocco artistico aggiunto da Roger Olmos, a cui è affidata la rappresentazione della configurazione di ogni lettera e l’illustrazione dell’animale di cui è iniziale. Non solo perché questo rende molto attraente la pagina, invitando a scoprirne e sperimentarne il contenuto, ma anche perché crea un’interazione tra mano e animale (per esempio, il koala appare come abbracciato al polso, il collo del fenicottero si insinua tra le dita mentre l’iguana si arrampica agile sul dorso) che favorisce la memorizzazione. Su ogni pagina compare inoltre sempre un QR code che in maniera molto pratica consente di visualizzare in formato video i segni relativi agli animali rappresentati così come la loro indicazione tramite alfabeto manuale: un formato, questo, che valorizza l’aspetto dinamico dei segni e ne chiarisce al meglio la modalità di esecuzione.

La forza di volumi come Piccolo vocabolario bebè e genitori e Alfabeto manuale risiede in almeno tre qualità. La prima è fare della LIS uno strumento trasversale che possa esprimere le proprie potenzialità ben al di là dell’ambito della disabilità uditiva. La seconda è coinvolgere a questo fine un illustratore del calibro e della bravura di Roger Olmos, grazie al quale il confine tra rappresentazione grafica del segno e illustrazione espressiva diventa molto labile. La terza, infine, è sfruttare in maniera intelligente ed efficace la sinergia tra cartaceo e digitale, sfruttando le potenzialità di quest’ultimo non per inserire inconsistenti orpelli ma per apportare un significativo valore aggiunto.

Tu sei

Tu sei è letteralmente un libro più unico che raro. Non solo perché vanta una raffinatezza e una bellezza minimalista che lasciano incantati ma anche e soprattutto perché può contemporaneamente dirsi un libro tattile, un libro in simboli e un libro in lingua dei segni.

Composto da eleganti pagine in velluto nero, rilegate in modo da restare agevolmente aperte a 180°, il libro di Michela Tonella e Antonella Veracchi (le due anime di E.T. Editoria tattile) è progettato in maniera ingegnosa, tale da consentire al singolo lettore (o, più facilmente, al mediatore che è con lui), di scegliere il codice a lui più congeniale. Se il testo in nero è infatti cucito sulla pagina, le sue traduzioni in LIS, Braille e simboli WLS sono rese disponibili su pratici cartoncini, contenuti in apposite taschine al fondo del libro e applicabili di volta in volta sulle pagine corrispondenti. Queste ultime contengono infatti dei piccoli tagli in cui i cartoncini possono essere agevolmente inseriti e da cui, altrettanto agevolmente possono essere sfilati. Oltre a risultare molto pratico per adattare la lettura alle esigenze del singolo lettore, questo sistema si presta perfettamente a far sperimentare a un gruppo classe le diverse e spesso sconosciute modalità di lettura che l’editoria ci offre. In questo senso la forza di Tu sei sta anche nella capacità di trasformare un limite oggettivo – quello di far stare sulla pagina molti codici diversi e piuttosto ingombranti – in una possibilità di ricchezza e creatività.

Dedicato al tema delle relazioni, qui rappresentate attraverso la metafora delle costellazioni, Tu sei presenta testi in versi, brevi e ricercati, e illustrazioni essenzialissime realizzate con un semplice filo bianco e sobri bottoncini del medesimo colore. Di grande effetto per il contrasto con le pagine scure, fili e bottoni vanno a illustrare stelle e costellazioni in una maniera suggestiva e perfettamente percepibile al tatto. Qui, così come in Ombra, le due autrici si cimentano con un soggetto potenzialmente ostico per il lettore non vedente, che può percepire le stelle solo attraverso il racconto di chi vede, trovando la maniera di renderlo esperibile e intellegibile.

Il risultato è un libro da accarezzare, sognare, con cui riflettere e da condividere. Un libro che apre a interrogativi e confronti, che tiene insieme la poesia e la scienza, e che mette in luce la bellezza della diversità tanto nella forma quanto nel contenuto.

La sfida di Lepre e Riccio

Un mattino come tanti, ai piedi della collina, qualcosa pare turbare gli animali. Il cervo, i cinghiali e persino lo scoiattolo sembrano più mogi del solito e Riccio, sceso al campo di mais per raccogliere qualche pannocchia, ne scopre presto il motivo. Lepre ha, infatti, preso possesso del campo, sostenendo di essere arrivata per prima e dunque di avere diritto di proprietà. Riccio, dal canto suo, non è veloce quanto l’animale dalle lunghe orecchie ma è decisamente furbo e così propone a Lepre una gara di corsa con la quale decidere a chi spetti davvero il campo di mais. Spavalda, Lepre accetta, ignara che Riccio abbia messo a punto un ingegnoso piano per arrivare primo. Certo, c’è di mezzo un piccolo inganno ma in fondo è a fin di bene: tutti (ma proprio tutti!), al termine della corsa, potranno beneficiare di un campo in cui c’è posto sì per il mais ma anche per seminare amicizia e condivisione.

Se fosse esclusivamente per la trama, La sfida di Lepre e Riccio non sarebbe che una piacevole favola illustrata di grimmiana memoria (benché l’originale avesse un finale ben più truce!). E invece ci sono due aspetti che rendono questo libro tutto fuorché ordinario. Il primo è il fatto che inquadrando con lo smartphone o il tablet il QRcode stampato sulla prima pagina, il lettore può beneficiare della lettura in Lingua dei Segni Italiana. Quest’ultima, caricata sulla piattaforma tellyourstories (www.tellyourstories.org), presenta un interprete che narra la storia attraverso i segni mentre le illustrazioni del libro gli scorrono a fianco. Il video è pulito, chiaro e realizzato in maniera esteticamente gradevole. Per garantire la piena condivisibilità del racconto, libro e video devono andare di pari passo perché il primo contiene solo il testo in italiano mentre il secondo solo il testo in LIS. Il secondo aspetto che caratterizza La sfida di Lepre e Riccio è il fatto che la fiaba cui è ispirata sia stata rielaborata in maniera tale da inserirvi degli elementi caratteristici della cultura sorda. Così, per esempio, il libro si apre con Riccio che sfida i suoi piccoli a trovare un segno in cui la mano indichi il numero tre. Analogamente, gli amici di Riccio paiono festeggiare la vittoria con un applauso “segnato”, con le mani che si muovono in alto e, fin dalla copertina, Lepre è ritratta come se stesse replicando un gesto che ne esalta la sbruffoneria e la certezza di vincere.

L’idea che sta alla base di questo lavoro, che rientra all’interno del progetto InSegnare le favole di Mason Perkind Deafness Fund, è che le storie hanno un grosso potere in termini di creazione e condivisione di immaginari: ecco, allora, che consentire ai bambini sordi di ritrovare frammenti della loro quotidianità nei racconti e ai loro compagni di entrare in contatto con quest’ultima attraverso la narrazione, significa costruire occasioni semplici ma fruttuose di scambio e incontro.

La sfida di Lepre e Riccio è acquistabile con una donazione minima di 18 (comprensiva di spese di spedizione del volume) alla Mason Perkins Deafness Fund. Maggiori informazioni sul progetto sono reperibili qui.

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Questo (non) è un leone

Dal toro Ferdinando in avanti, più di un animale della letteratura per l’infanzia si è ribellato a ruoli ed etichette precostituiti. Il leone Leonard non fa eccezione: animo gentile e indole poetica, il protagonista di Questo (non) è un leone fatica a farsi riconoscere dai suoi simili come un leone a tutti gli effetti. I leoni – dicono questi – sono feroci, non possono essere gentili e soprattutto, senza dubbio alcuno, se si trovano una papera di fronte se la mangiano. Ma Leonard no. Lui con la papera Marianna non solo fa amicizia ma scrive pure poesie bellissime. E proprio la poesia, capace di “cambiare il mondo” perché “le parole fanno pensare”, diventa la sua personalissima e potentissima maniera di dire che non c’è un solo modo per essere un leone.

Dichiarazione spassionata e appassionata in favore del diritto a essere sé stessi, Questo (non) è un leone presenta un testo molto diretto e dal piglio filosofico, unito a illustrazioni dal tratto marcato e dalle tinte decise. Sono queste ultime, in particolare, a dire con chiarezza i sentimenti taciuti dalle parole e a restituire in certi dettagli (la papera e il leone che schizzano su monopattino e skateboard, per esempio, o il leone dall’attenzione labile che insegue farfalle mentre Leonard parla…) una leggerezza scherzosa che solletica il lettore.

A rendere particolarmente intrigante il libro di Ed Vere dal punto di vista dell’accessibilità è il fatto che si tratta di uno dei titoli resi disponibili in LIS dall’app Storysign: un’app straordinaria lanciata nel 2018 da Huawei e sviluppata in collaborazione con numerosi partner tra cui l’Unione Europea dei Sordi e la British Deaf Association.

L’applicazione, scaricabile gratuitamente e disponibile sia per Android sia per iOS, consente di arricchire alcuni libri cartacei di una simultanea traduzione in Lingua dei Segni condotta da un avatar di nome Star. Avviando l’applicazione sullo smartphone e inquadrandovi la pagina di uno dei libri a catalogo, si avvia infatti un video in cui Star interpreta il testo in Lingua dei Segni.

Ciò che rende davvero nuova questa proposta è il fatto che il video si attiva solo nel momento in cui lo smartphone inquadra la pagina corrispondente. Esso inoltre non solo restituisce la traduzione in Lingua dei Segni ma ne sottolinea anche la puntuale correlazione con il testo originale grazie a un efficace sistema di evidenziazione cromatica.

Quella che si innesca così tra libro cartaceo e tecnologia digitale è una necessaria e funzionale sinergia che, valorizzando e intersecando le specificità di ciascun mezzo, migliora concretamente le possibilità di lettura dei bambini con disabilità (uditiva in questo caso).

Piu Caganita (Portogallo)

Piu Caganita è un libro multiformato portoghese che propone il medesimo racconto illustrato in versione tradizionale, semplificata in simboli PCS, in Braille, audio e video in Lingua Gestual Portuguesa (LGP).

Protagonista del racconto è un uccellino un po’ ingenuo e sprovveduto che svolazzando su campi e tetti non si accorge di colpire con i suoi escrementi chi gli passa sotto. Umani, lumache, conigli, mucche e maiali sono tutti egualmente vittime dei suoi involontari bombardamenti e comprensibilmente finiscono per indispettirsi. Solo immaginando un rovesciamento della situazione l’uccellino si rende conto dei guai causati e trova una semplice ma funzionale soluzione. Amicizia e decoro sono salvi. Anche se in fondo in fondo, qualcuno finisce per rimetterci…

Pubblicato da Briza Editora, Piu Gaganita nasce come progetto di lettura accessibile intenzionato ad accogliere una ampia platea di bambini con e senza disabilità sensoriale, cognitiva e comunicativa. Insieme al testo tradizionale e alle illustrazioni sgargianti, entrambi curati dall’autrice Tania Bailao Lopes, le pagine del volume offrono una versione più semplice corredata da simboli PCS: accoppiata che risulta piacevole alla vista e funzionale. Ugualmente efficaci risultano, dal canto loro, la versione in Lingua dei Segni e quella audio, rese disponibili tramite QR code. Ad apparire invece più sacrificata è senz’altro la versione accessibile in caso di disabilità visiva: quest’ultima si compone infatti di una serie di pagine totalmente bianche su cui viene riportato il testo in Braille affiancate ad alcune illustrazioni in rilievo di difficile riconoscibilità. Resta interessante e apprezzabile, tuttavia, il tentativo qui perseguito strenuamente di costruire un libro che risulti davvero per tutti e che raccolga al suo interno quanti più modi possibile di raccontare la medesima storia.

Un ultimo dettaglio utile, la presenza di due legende: quella relativo all’alfabeto LGP e quello relativo all’alfabeto Braille, che costituiscono un semplice ma significativo strumento per avvicinare i lettori normodotati a codici a loro probabilmente sconosciuti.

Como eu vou (Brasile)

È un libro molto semplice, Como eu vou, ma è nel suo piccolo un libro rivoluzionario. Progettato da un’équipe multidisciplinare facente capo all’Universidade Federal do Rio Grande do Sul (Brasile), il volume mette infatti in campo un tentativo di ampliamento di pubblico difficilmente reperibile altrove. Tra le sue pagine convivono in particolare codici diversi, capaci di rispondere ai bisogni di bambini con disabilità visiva, uditiva e comunicativa, oltre che bambini privi di difficoltà specifiche di lettura.

Così, nel proporre una carrellata di mezzi di trasporto, ciascuno particolarmente adatto a muoversi in un determinato ambiente, il libro unisce testo a grandi caratteri, illustrazioni tattili in compensato e simboli ARASAAC. Esso aggiunge inoltre, su separato supporto, la possibilità di fruire dell’audiodescrizione, del testo in Braille o di quello in LSP (lengua de señas portugues).

Libri come questo sono senz’altro complessi da realizzare (e per questo più unici che rari) per molteplici ragioni, non ultime quelle pratiche legate ai costi delle differenti competenze implicate e alla necessità di condensare in una sola pagina più testi e illustrazioni che rispondono a esigenze di lettura anche molto diverse tra loro. Ma proprio questa loro complessità invita a riflessioni non trascurabili poiché rende evidente da un lato quanto siamo ancora distanti dall’idea di un libro davvero “per tutti” e sottolinea dall’altro quanto l’apertura nei confronti della diversità, nelle sue molteplici forme, possa manifestarsi innanzitutto nella disponibilità a stare con essa, a condividere, cioè, uno spazio fisico e simbolico come può essere quello di una pagina.

Maggiori informazioni sul libro e sul progetto che gli ha dato vita si possono trovare sul sito: https://www.ufrgs.br/multi/.

Petit Penguin est dans la lune (Francia)

Routine e incombenze di ogni giorno portano via una sacco di tempo prezioso alla quotidianità più piacevole e affettuosa di una famiglia e così mamme e papà – umani o pinguini che siano – si trovano frequentemente a sollecitare i loro cuccioli affinché si sbrighino ad alzarsi, far colazione, lavarsi o correre a scuola, dando luogo a un carico emotivo che può essere difficile gestire per i piccoli. Così accade a Petit Pengouin che, strigliato e rincorso, si ritrova spesso in lacrime e finisce per pensare che i suoi genitori non gli vogliano più bene. Ma è davvero così? La rivelazione di mamma e papà porterà una nuova inattesa luce sui frequenti rimbrotti.

Contraddistinto da illustrazioni tenere in cui il piccolo lettore può facilmente immedesimarsi e da un racconto lineare e piacevolmente ricorsivo, Petit Pingouin est dans la lune racconta una storia di emozioni quotidiane attraverso il testo alfabetico e una sua particolare conversione in LSF (Langue des Signes Française), chiamata Français signé (francese segnato) in cui i segni si modulano sulla sintassi del francese scritto. Quella proposta dal volume non è dunque una vera e propria traduzione in Lingua dei Segni, rispettosa delle peculiarità sintattiche e compositive di quest’ultima, quanto piuttosto un adattamento che favorisce un primo avvicinamento (tanto per i bambini sordi quanto per i loro compagni) alla comunicazione propria di una parte della comunità non udente.

Se la conversione non è dunque (consapevolmente) rigorosa, la rappresentazione grafica dei segni è davvero molto precisa e capace di indicare in maniera piuttosto chiara i movimenti che occorre riprodurre, anche quando è prevista una sequenza complessa. L‘invito a cimentarsi con una narrazione gestuale  – per chi la conosce, così come per chi ne è totalmente digiuno – si fa così particolarmente irresistibile e accessibile. Il libro si presenta in definitiva come un supporto prezioso non tanto per consentire di godere direttamente della storia in LFS quanto per familiarizzare con quest’ultima modalità comunicativa, grazie anche alla chiara descrizione dei diversi segni che si trova in chiusura del volume.

Veo veo adivinanzas (Spagna)

24 indovinelli in rima e altrettante traduzioni in Lengua de Signos Española, sia in formato grafico sia in formato video: così si presenta  Veo veo. Adivinanzas, il volume proposto da Carambuco Ediciones all’interno della foltissima collana Cuentos LSE (che conta ad oggi quasi venti titoli, tutti con doppio testo in caratteri alfabetici e in lingua dei segni!). 24 indovinelli dedicati a elementi naturali, animali e oggetti capaci di far incontrare esperienza quotidiana (e quindi riconoscibilità da parte del lettore) e interpretazione poetica.

Dal sole al vento, dal faro al polpo, ogni soggetto è piacevolmente suggerito dalle illustrazioni di Mercè Galì che, con il loro tratto irresistibilmente ironico, rendono divertente provare ad anticipare la soluzione prima ancora di leggere il testo e goderne la cadenza. Essenziale ma tutt’altro che criptico, questo non mira tanto a mantenere il mistero sui protagonisti dei singoli indovinelli quanto piuttosto a fare dell’aspetto ludico insito nell’enigma un pretesto per far incontrare il lettore con una composizione curata e gradevole. Questa, dal canto suo, si presta nello stesso tempo ad essere ascoltata, letta e – perché no? – replicata, grazie alla puntuale indicazione dei segni della LSE che la riproducono.

Il volume si ispira infatti alla cosiddetta comunicazione bimodale, una forma di incontro simultaneo tra lingua orale e segni. Declinata qui in forma scritta, grazie a una trasposizione in forma grafica della lingua dei segni, tale comunicazione privilegia la struttura sintattica della lingua orale a cui accompagna rigorosamente i segni associati alle singole parole. Si tratta cioè una forma comunicativa che si presta bene soprattutto ad avvicinare alla conoscenza della lingua dei segni e a favorire, nei bambini sordi segnanti, la comprensione delle diverse parti del testo.  Per una più efficace e precisa narrazione in Lingua dei Segni, il lettore può affidarsi invece al DVD unito al volume che propone gli stessi indovinelli in formato video animato.

Buon compleanno!

Storysign è un’app straordinaria lanciata nel 2018 da Huawei e sviluppata in collaborazione con numerosi partner tra cui l’Unione Europea dei Sordi e la British Deaf Association. L’applicazione, scaricabile gratuitamente e disponibile sia per Android sia per iOS, consente di arricchire alcuni libri cartacei di una simultanea traduzione in Lingua dei Segni condotta da un avatar di nome Star. Avviando l’applicazione sullo smartphone e inquadrandovi la pagina di uno dei libri a catalogo, si avvia infatti un video in cui Star interpreta il testo in Lingua dei Segni.

Ciò che rende davvero nuova questa proposta è il fatto che il video si attiva solo nel momento in cui lo smartphone inquadra la pagina corrispondente. Esso inoltre non solo restituisce la traduzione in Lingua dei Segni ma ne sottolinea anche la puntuale correlazione con il testo originale grazie a un efficace sistema di evidenziazione cromatica. Quella che si innesca così tra libro cartaceo e tecnologia digitale è una necessaria e funzionale sinergia che, valorizzando e intersecando le specificità di ciascun mezzo, migliora concretamente le possibilità di lettura dei bambini con disabilità (uditiva in questo caso).

Tra i primi titoli resi disponibili in LIS dall’app Storysign c’è Buon compleanno!, ispirato a una delle storie originali di Beatrix Potter. Protagonista è il più noto dei personaggi creati dall’autrice britannica: Peter Coniglio. Indispettito dal fatto che nessuno sembra prestargli attenzione proprio nel giorno del suo compleanno, questi non ha alcuna voglia di festeggiare. Le sue sorelline – Mopsy, Flopsy e Cottontail – declinano l’invito a giocare con lui, dichiarandosi molto molto indaffarate. Il cugino Benjamin, intento a trafficare con un arnese e un pezzo di legno, salta via prima ancora che Peter possa rivolgergli la parola. E la mamma, solitamente molto disponibile, è tutta presa in cucina tra utensili e fornelli. A Peter pare proprio che quello possa essere il peggior compleanno della sua vita ma, attirato in giardino da voci e rumori imprevisti, sarà travolto da un’inattesa sorpresa che vede coinvolti tutti i suoi cari.

collana Baby signs

Baby Signs è il nome di un programma, nato in America e ora coltivato anche in Italia, che si basa sull’utilizzo di segni per agevolare la comunicazione con e da parte di bambini che non padroneggiano ancora il linguaggio. L’idea che vi sta alla base è semplice ma significativa: la comunicazione può avvenire in molti modi e soprattutto può avvenire anche in assenza di parole, condizione questa che accomuna i bambini molto piccoli e le persone con disabilità comunicativa. Non a caso la stessa CAA muove da un principio analogo.

Il programma Baby Signs, in particolare, guarda alle esigenze dei bambini di pochi mesi e fa leva sulla loro predisposizione a esprimersi attraverso modalità gestuali prima e più che attraverso modalità verbali. Per questa ragione individua 175 segni legati alla loro quotidianità che, una volta acquisiti, consentono una comunicazione bambino-adulto molto più efficace (e quindi meno frustrante) e di conseguenza una possibilità relazionale più serena.

Un aspetto particolarmente interessante del programma è il fatto che buona parte dei segni che impiega è mutuata dalla Lingua dei Segni Italiana, il che non solo sottolinea l’importanza di attivare precocemente delle possibilità comunicativa anche per bambini con disabilità ma mette anche e soprattutto in evidenza  la ricchezza ad ampio raggio insita in soluzioni – come la LIS per l’appunto – che proprio per rispondere a una disabilità nascono. Anche attraverso esperienze come questa si evidenzia, cioè, in maniera molto concreta che la comunicazione non ha una forma unica e insostituibile per nessuno di noi, e che proprio dall’incontro con la disabilità, che erroneamente siamo abituati ad associare alla sola idea di mancanza, possono emergere possibilità di grande profitto per chiunque.

Nel definire i 175 segni che compongono il programma, i curatori hanno dato fondo a un lavoro rigoroso e approfondito di adattamento della base americana. Per rispondere davvero alle esigenze comunicative quotidiane dei bambini italiani sono state, innanzitutto selezionate parole ad hoc (come pasta, asilo, bello…) ed eliminate parole poco pertinenti per il pubblico di riferimento (come marines, tacchino…). In secondo luogo si è sostituito l’ASL (American Sign Language) con la LIS, prediligendo all’interno di quest’ultima le varianti più semplici e agevoli da realizzare anche per un bambino. Infine, proprio perché lo scopo è favorire l’espressione di esigenze, pensieri e sentimenti nella maniera più naturale passibile, ad alcuni dei segni individuati è stata affiancata una versione definita baby friendly perché di più immediato e comune uso da parte dei piccoli (come per esempio il soffio per indicare il caldo).

I segni contemplati dal programma indicano in particolare oggetti di uso comune per un bambino di pochi mesi (palla, pane, papera, scarpe…), persone di riferimento particolarmente vicine (mamma, papà, nonni, amico..), azioni inerenti alle attività quotidiane più elementari (giocare, dormire, piangere…), aggettivi utili (bello, pericoloso, spaventato…) o formule per relazionarsi (ciao, scusa, grazie…). L’esposizione del bambino a tali segni dipende chiaramente dall’uso che gli adulti intorno a lui ne possono fare. Non a caso oltre a rivolgersi ai genitori, il programma viene spesso adottato anche da educatori degli asili nido e delle scuole dell’infanzia.

Per favorire la conoscenza e l’appropriazione di tali segni, Baby Signs Italia ha messo a punto un cofanetto composto da 4 libretti cartonati che adulti e bambini possono condividere per un momento di gioco e lettura piacevole oltre che utile.

Tre di essi – Preferiti , L’ora della pappa e L’ora della nanna – si presentano come raccolte di segni base composte da una ventina di pagine ciascuna. Ogni doppia pagina propone  una parola (mamma, per esempio), affiancata da una fotografia che la illustra (una mamma con la sua bimba in braccio). A fianco si ritrova invece la rappresentazione grafica del segno corrispondente, la descrizione del movimento che occorre fare per realizzarlo e la fotografia di un bimbo intento a riprodurlo.  Il fatto che i libri privilegino immagini fotografiche è aspetto tutt’altro che irrilevante: nonostante la produzione editoriale italiana risulti ancora molto scarsa su questo fronte, i libri fotografici vantano un appeal e una fruibilità straordinaria per i bambini piccolissimi e come tali danno vita a supporti realmente a loro misura e appetibili. Questa scelta va dunque in un’ottima direzione nell’intenzione di catturare l’attenzione del pubblico di riferimento, oltre che di rendere i segni trattati davvero chiari. Non da ultimo, la centralità, all’interno della pagina, di figure infantili intente a segnare concorre in maniera incisiva ad attivare un rispecchiamento da parte del piccolo lettore e a stimolare la replica del movimento.

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Gli altri tre volumi – Gli animali, Al parco e Vestiamoci – sono anch’essi cartonati ma di dimensione più piccina (particolarmente adatta a essere portata in viaggio!). Qui, nella pagina di sinistra, il segno relativo a ogni oggetto viene proposto soltanto in formato grafico in associazione alla parola corrispondente (cane, per esempio) mentre in quella di destra si trova una breve frase (Edo abbraccia il suo cane) che mette al centro l’oggetto in questione e un bambino che con lui interagisce. Il tratto delle illustrazioni è piacevole, rassicurante e privo di dettagli superflui il che lo rende molto spendibile e godibile anche da bambini molto piccoli, come quelli in effetti coinvolti dal programma.

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Ai sei volumi cartacei si affiancano eventualmente un DVD che presenta un video-dizionario dei segni e un cartone animato che aiuta a familiarizzare con sei primi segni. A disposizione degli adulti, inoltre, vengono messi una guida rapida riassuntiva e un piccolo manuale. Tutti i materiali sono acquistabili sul sito https://www.babysignsitalia.com/ dove è possibile trovare inoltre  informazioni interessanti sul programma, sugli studi su cui poggia e sui benefici che ne possono derivare.

Fortunatamente

Fortunatamente è un albo delizioso che narra le peripezie affrontate dal giovane e impavido Ned per partecipare alla festa a sorpresa a cui è stato invitato: peripezie tutt’altro che banali, se si considera che comprendono il pilotare un areo che esplode per aria, buttarsi con un paracadute bucato, finire su un covone di fieno da cui spunta un forcone, esplorare un tunnel sotterraneo popolato da tigri, solo per citarne alcune. Ma Ned mantiene costantemente saldi i suoi nervi e, aiutato da una buona e regolare dose di fortuna, riesce a raggiungere la festa il cui ospite d’onore è davvero speciale!

Perfettamente congegnato dall’autore americano Remy Charlip che alterna con perizia avvenimenti fortunati ed avvenimenti sfortunati in un susseguirsi di emozioni irresistibile, Fortunatamente gioca con gusto con l’uso del colore e del bianco e nero e si contraddistingue per un testo incisivo e di grande ritmo. Scritto più di cinquant’anni fa, Fortunatamente è stato portato in Italia da Orecchio acerbo nel 2013. È però alla squadra de Il treno, cooperativa romana specializzata nella proposta di attività e prodotti in LIS, che si deve l’adattamento di questo straordinario lavoro in modo da risultare davvero a misura di bambini sordi segnanti. Grazie al passaggio dalla carta al digitale, che consente l’introduzione a ogni pagina di brevi video che raccontano il testo in LIS, Fortunatamente raggiunge più facilmente un pubblico spesso trascurato dall’editoria per l’infanzia. Lo fa peraltro con un prodotto apprezzabilissimo soprattutto per la maniera rispettosa e armonica con cui l’elemento aggiuntivo – i video in LIS appunto – va a integrarsi sulla pagina originale.

Alice nel paese delle mani

Alice nel paese delle mani è davvero un libro molto strano, difficile da incasellare. Non è propriamente un libro senza parole, perché due piccoli testi lo aprono e lo chiudono, e non è propriamente un libro in LIS, perché non ci sono in effetti  parole e segni affiancati. Eppure il racconto procede essenzialmente per immagini prescindendo dal testo (se non per una più agevole contestualizzazione) e i segni, dal canto loro, compaiono e assumono un ruolo narrativo particolare.

Ciò che accade tra le pagine di questo libro edito dalla cooperativa romana Il Treno è che una novella Alice si addentri in un rivisitato Paese delle meraviglie in cui animali e oggetti prendono forma in base al segno della LIS che li esprime. Si delinea così un paesaggio fatto di mani che si muovono, si piegano, si incrociano e si drizzano: alberi, conigli, bruchi, fiori e laghi fatti di dita accolgono la piccola esploratrice conducendola in un viaggio di esplorazione e conoscenza non solo di sé ma anche di una lingua inconsueta fatta di gesti. L’effetto è bizzarro, piuttosto distante dalla più consueta produzione per l’infanzia e manifestamente artigianale in certi aspetti, ma comunque  interessante e curioso. Tutt’altro che banale è infatti l’operazione che porta a trasformare un gesto codificato dalla LIS nell’immagine dell’oggetto corrispondente, in un modo che  renda abbastanza riconoscibile tanto il primo quanto il secondo.

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In questo senso la lettura risulta senz’altro più agevole per quei bambini e ragazzi che la Lingua dei Segni Italiana la padroneggiano – il che può portare, in una lettura condivisa a una proficua valorizzazione di questa competenza – ma non è del tutto proibitiva per tutti gli altri dal momento che alla fine del libro si trova un piccolo glossario che associa illustrazione, immagine dell’oggetto rappresentato e segno della LIS relativo. Per questi ultimi quindi la lettura si sviluppa perlopiù come una sorta di caccia al tesoro in cui le illustrazioni forniscono degli indizi più o meno espliciti di ciò che sta accadendo mentre la soluzione o l’aiuto definitivo sopraggiungono al fondo. Per tutti il volume costituisce uno strumento particolare che promuove un originale approccio alla Lingua Dei Segni, valorizzandone la peculiarità espressiva.

Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa – Le api arcobaleno (audio e LIS)

Parola d’ordine: versatilità! Il principio che ispira il lavoro della cooperativa rietina Puntidivista è proprio che ogni bambino possa accedere a una medesima storia attraverso la via che gli è più congeniale, perché esistono modi diversi di raccontare le storie e modi diversi di goderne. Attraverso versioni differenziate, che sfruttano molteplici codici come la Lingua Italiana dei Segni o i simboli WLS, molteplici supporti come il libro cartaceo o i DVD, e molteplici forme di narrazione, orale o scritta, i libri di Puntidivista abbracciano un pubblico che vuole essere il più ampio possibile.

L’idea e l’iniziativa sono degne di interesse e di nota soprattutto perché si tratta di un primissimo originale tentativo di proporre un grado di accessibilità davvero esteso che non guardi alle esigenze imposte da un solo tipo di disabilità ma che, al contrario, scelga la strada della varietà. Le storie sono scritte ad hoc e corredate da illustrazioni casalinghe. Apripista, in questo progetto, sono le avventure di due personaggi – Dino detto Lampadino e Nella detta Caramella -: due fratelli che, attraverso un misterioso passaggio segreto nel parco arrivano in un mondo fantastico popolato da animali parlanti.

In Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa – Le api arcobaleno, i due bambini aiutano Zampacorta, il figlio del re del Magiregno, a trovare le api arcobaleno, catturate secondo il dire comune, da malvagie creature che abitano la Grotta dei mille Orsi Feroci. Nonostante le temibili premesse i ragazzi decidono di intraprendere una spedizione di ricerca delle api, scortati dalla guardia reale, l’elefante Sansone.  Sarà la loro capacità di andare oltre pregiudizi ed apparenze a permettere di scoprire che gli Orsi della grotta sono tutt’altro che feroci e che le api si sono spontaneamente trasferite in quello che pare essere un luogo paradisiaco.

La storia, che come nel primo episodio è caratterizzata di una messaggio educativo marcato ed esplicito, viene  raccontata anche in Lingua Italiana dei Segni sul DVD allegato al volume che comprende anche la traccia audio del racconto e una serie di contenuti aggiuntivi come canzoni e giochi. La stessa storia è inoltre disponibile in tre versioni in simboli con tre gradi diversi di complessità (base, ridotta e semplificata) .

Lampadino e Caramella nel MagiRegno degli Zampa – La riscoperta del Natale (LIS)

Parola d’ordine: versatilità! Il principio che ispira il lavoro della cooperativa rietina Puntidivista è proprio che ogni bambino possa accedere a una medesima storia attraverso la via che gli è più congeniale, perché esistono modi diversi di raccontare le storie e modi diversi di goderne. Attraverso versioni differenziate, che sfruttano molteplici codici come la Lingua Italiana dei Segni o i simboli WLS, molteplici supporti come il libro cartaceo o i DVD, e molteplici forme di narrazione, orale o scritta, i libri di Puntidivista abbracciano un pubblico che vuole essere il più ampio possibile.

L’idea e l’iniziativa sono degne di interesse e di nota soprattutto perché si tratta di un primissimo originale tentativo di proporre un grado di accessibilità davvero esteso che non guardi alle esigenze imposte da un solo tipo di disabilità ma che, al contrario, scelga la strada della varietà. Le storie sono scritte ad hoc e corredate da illustrazioni casalinghe. Apripista, in questo progetto, sono le avventure di due personaggi – Dino detto Lampadino e Nella detta Caramella -: due fratelli che, attraverso un misterioso passaggio segreto nel parco arrivano in un mondo fantastico popolato da animali parlanti.

In Lampadino e Caramella nel Magiregno degli Zampa – La riscoperta del Natale, i due bambini aiutano Zampacorta, il figlio del re del Magiregno, a individuare il furfante che da tempo ormai fa razzia delle provviste per l’inverno. L’impresa riesce grazie a un po’ di creatività e a un’intuizione di ispirazione natalizia che aiuterà gli stessi protagonisti a riscoprire il vero significato della festa. La storia, dall’esplicito e noto messaggio educativo (non sono i giocattoli a fare bello il Natale ma i nostri cari che ci vogliono bene), è piuttosto semplice e lineare e viene raccontata anche in Lingua Italiana dei Segni sul DVD allegato al volume. Il video-racconto vede in particolare un’interprete segnare il testo, opportunamente riportato anche in sovraimpressione, su uno sfondo costituito dalle stesse illustrazioni del cartaceo. La stessa storia è inoltre disponibile in una versione in simboli (WLS), corredata da una registrazione audio.

Al mare – Primi segni

Collana Primi segni

Che leggere ad alta voce fin dai primi mesi di vita sia fondamentale per la crescita del bambino è fatto ormai assodato, così come instancabilmente ricordato e promosso da Nati per Leggere. Ma che leggere “a chiari segni” sia altrettanto importante per bambini piccoli sordi è cosa meno evidente e diffusa. Eppure se l’auspicio è che anche chi non percepisce i suoni che compongono storie e poesie possa imparare a godere del loro succo immaginifico, è necessario che quanti più libri accessibili si rendano disponibili fin dalla più tenera età.

Ecco perché la pubblicazione della collana Primi segni, proposta dalla cooperativa romana Il treno, è una notizia non lieta ma lietissima. In un colpo solo 8 libretti cartonati, quadrati e resistenti, si offrono a piccole mani curiose. Sono pagine che si sfogliano (facilmente perdipiù!) e porte che si aprono: piccole occasioni per incontrarsi, per condividere, per comunicare. Ogni libretto ha un tema – dai giochi alla tavola, dai vestiti alla città – che rispetta l’esperienza reale e quotidiana del bambino.

Senza pretese letterarie ma con una forte motivazione inclusiva, la collana nasce su iniziativa di una mamma che ha immaginato l’utilità di libricini che raccogliessero oggetti, parole e segni, così da agevolare l’avvicinamento dei figli sordi al testo scritto e alla lingua segnata. I libri sono pensati infatti per la fascia di età 0-3 anni: il periodo in cui i bambini in generale iniziano a nominare il mondo che li circonda e in particolare i bambini con disabilità uditiva iniziano a segnare gli oggetti che lo compongono. Un’esigenza concreta e fortemente avvertita è dunque alla base di questo lavoro, nato grazie a una serie di sponsor ma anche grazie a un progetto di crowdfunding che ha visto la vendita di un centinaio di copie prima ancora che fossero prodotti.

La realizzazione della collana ha seguito un lungo percorso in cui sono stati coinvolti diversi partner, primo fra tutti il Laboratorio di Ricerca Language and Communication Across Modalities (LaCam) dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del CNR che ha contribuito alla scelta dei vocaboli più significativi, utili e riconoscibili da inserire all’interno di ogni volume. Le illustrazioni sono state invece realizzate da disegnatori sordi, a loro volta implicati nel processo progettuale e creativo. Questa scelta risulta piuttosto diffusa nell’ambito dei volumi per l’infanzia in Lingua dei Segni e se da un lato ha il vantaggio di garantire attenzione alle esigenze di comprensione, riconoscimento e associazione al testo implicate dalla disabilità uditiva, ha tuttavia dall’altro lo svantaggio di mettere in secondo piano la reale qualità artistica del lavoro. La speranza è che pubblicazioni di questo genere, utilissime e coraggiose, possano via via moltiplicarsi provando a conciliare la cultura della sordità con l’esperienza dell’illustrazione professionale, così da arrivare a produrre volumi sempre più accattivanti e per questo condivisibili.

I volumetti possono essere acquistati tramite il sito della cooperativa Il Treno o presso alcune librerie convenzionate (altre librerie eventualmente interessate a distribuirli possono mettersi in contatto con la cooperativa stessa).

 

Al mare

Costume, telo, ombrellone, ciambella, paletta e secchiello… c’è tutto il necessaire per un tuffo come si deve al mare. Il librotto dedicato alla vita da spiaggia raccoglie gli oggetti essenziali che compongono una giornata tra le onde. Le illustrazioni sono basilari ma ben riconoscibili e la frase finale non può che essere una: “Facciamo il bagno?”

In campagna – Primi segni

Collana Primi segni

Che leggere ad alta voce fin dai primi mesi di vita sia fondamentale per la crescita del bambino è fatto ormai assodato, così come instancabilmente ricordato e promosso da Nati per Leggere. Ma che leggere “a chiari segni” sia altrettanto importante per bambini piccoli sordi è cosa meno evidente e diffusa. Eppure se l’auspicio è che anche chi non percepisce i suoni che compongono storie e poesie possa imparare a godere del loro succo immaginifico, è necessario che quanti più libri accessibili si rendano disponibili fin dalla più tenera età.

Ecco perché la pubblicazione della collana Primi segni, proposta dalla cooperativa romana Il treno, è una notizia non lieta ma lietissima. In un colpo solo 8 libretti cartonati, quadrati e resistenti, si offrono a piccole mani curiose. Sono pagine che si sfogliano (facilmente perdipiù!) e porte che si aprono: piccole occasioni per incontrarsi, per condividere, per comunicare. Ogni libretto ha un tema – dai giochi alla tavola, dai vestiti alla città – che rispetta l’esperienza reale e quotidiana del bambino.

Senza pretese letterarie ma con una forte motivazione inclusiva, la collana nasce su iniziativa di una mamma che ha immaginato l’utilità di libricini che raccogliessero oggetti, parole e segni, così da agevolare l’avvicinamento dei figli sordi al testo scritto e alla lingua segnata. I libri sono pensati infatti per la fascia di età 0-3 anni: il periodo in cui i bambini in generale iniziano a nominare il mondo che li circonda e in particolare i bambini con disabilità uditiva iniziano a segnare gli oggetti che lo compongono. Un’esigenza concreta e fortemente avvertita è dunque alla base di questo lavoro, nato grazie a una serie di sponsor ma anche grazie a un progetto di crowdfunding che ha visto la vendita di un centinaio di copie prima ancora che fossero prodotti.

La realizzazione della collana ha seguito un lungo percorso in cui sono stati coinvolti diversi partner, primo fra tutti il Laboratorio di Ricerca Language and Communication Across Modalities (LaCam) dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del CNR che ha contribuito alla scelta dei vocaboli più significativi, utili e riconoscibili da inserire all’interno di ogni volume. Le illustrazioni sono state invece realizzate da disegnatori sordi, a loro volta implicati nel processo progettuale e creativo. Questa scelta risulta piuttosto diffusa nell’ambito dei volumi per l’infanzia in Lingua dei Segni e se da un lato ha il vantaggio di garantire attenzione alle esigenze di comprensione, riconoscimento e associazione al testo implicate dalla disabilità uditiva, ha tuttavia dall’altro lo svantaggio di mettere in secondo piano la reale qualità artistica del lavoro. La speranza è che pubblicazioni di questo genere, utilissime e coraggiose, possano via via moltiplicarsi provando a conciliare la cultura della sordità con l’esperienza dell’illustrazione professionale, così da arrivare a produrre volumi sempre più accattivanti e per questo condivisibili.

I volumetti possono essere acquistati tramite il sito della cooperativa Il Treno o presso alcune librerie convenzionate (altre librerie eventualmente interessate a distribuirli possono mettersi in contatto con la cooperativa stessa).

 

In campagna

Non solo gli animali della vecchia fattoria ma anche qualche ortaggio e qualche prodotto alimentare rustico fanno la loro comparsa nel librotto dedicato alla campagna. Le illustrazioni sono molto semplici ma chiare e riconoscibili. Insieme alle cose e agli abitanti della campagna, i lettori hanno modo di familiarizzare anche con oggetti e animali tipici del mare, della città e della montagna cui sono rispettivamente dedicati tre altri titoli della collana.

In città – Primi segni

Collana Primi segni

Che leggere ad alta voce fin dai primi mesi di vita sia fondamentale per la crescita del bambino è fatto ormai assodato, così come instancabilmente ricordato e promosso da Nati per Leggere. Ma che leggere “a chiari segni” sia altrettanto importante per bambini piccoli sordi è cosa meno evidente e diffusa. Eppure se l’auspicio è che anche chi non percepisce i suoni che compongono storie e poesie possa imparare a godere del loro succo immaginifico, è necessario che quanti più libri accessibili si rendano disponibili fin dalla più tenera età.

Ecco perché la pubblicazione della collana Primi segni, proposta dalla cooperativa romana Il treno, è una notizia non lieta ma lietissima. In un colpo solo 8 libretti cartonati, quadrati e resistenti, si offrono a piccole mani curiose. Sono pagine che si sfogliano (facilmente perdipiù!) e porte che si aprono: piccole occasioni per incontrarsi, per condividere, per comunicare. Ogni libretto ha un tema – dai giochi alla tavola, dai vestiti alla città – che rispetta l’esperienza reale e quotidiana del bambino.

Senza pretese letterarie ma con una forte motivazione inclusiva, la collana nasce su iniziativa di una mamma che ha immaginato l’utilità di libricini che raccogliessero oggetti, parole e segni, così da agevolare l’avvicinamento dei figli sordi al testo scritto e alla lingua segnata. I libri sono pensati infatti per la fascia di età 0-3 anni: il periodo in cui i bambini in generale iniziano a nominare il mondo che li circonda e in particolare i bambini con disabilità uditiva iniziano a segnare gli oggetti che lo compongono. Un’esigenza concreta e fortemente avvertita è dunque alla base di questo lavoro, nato grazie a una serie di sponsor ma anche grazie a un progetto di crowdfunding che ha visto la vendita di un centinaio di copie prima ancora che fossero prodotti.

La realizzazione della collana ha seguito un lungo percorso in cui sono stati coinvolti diversi partner, primo fra tutti il Laboratorio di Ricerca Language and Communication Across Modalities (LaCam) dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del CNR che ha contribuito alla scelta dei vocaboli più significativi, utili e riconoscibili da inserire all’interno di ogni volume. Le illustrazioni sono state invece realizzate da disegnatori sordi, a loro volta implicati nel processo progettuale e creativo. Questa scelta risulta piuttosto diffusa nell’ambito dei volumi per l’infanzia in Lingua dei Segni e se da un lato ha il vantaggio di garantire attenzione alle esigenze di comprensione, riconoscimento e associazione al testo implicate dalla disabilità uditiva, ha tuttavia dall’altro lo svantaggio di mettere in secondo piano la reale qualità artistica del lavoro. La speranza è che pubblicazioni di questo genere, utilissime e coraggiose, possano via via moltiplicarsi provando a conciliare la cultura della sordità con l’esperienza dell’illustrazione professionale, così da arrivare a produrre volumi sempre più accattivanti e per questo condivisibili.

I volumetti possono essere acquistati tramite il sito della cooperativa Il Treno o presso alcune librerie convenzionate (altre librerie eventualmente interessate a distribuirli possono mettersi in contatto con la cooperativa stessa).

 

In città

Un viaggio attraverso strade, semafori, palazzi e negozi: il librotto In città identifica e nomina alcune tra le cose più caratteristiche di un paesaggio cittadino. In questo caso le illustrazioni sono un po’ scarne (penso alla strada, per esempio, che ricorda i disegni dei bambini) e talvolta poco rappresentative (penso alla scuola, per esempio, che ricorda piuttosto un tribunale). Insieme alle cose della città, i lettori hanno modo di familiarizzare anche con oggetti e animali tipici del mare, della montagna e della montagna cui sono rispettivamente dedicati tre altri titoli della collana.

In montagna – Primi segni

Collana Primi segni

Che leggere ad alta voce fin dai primi mesi di vita sia fondamentale per la crescita del bambino è fatto ormai assodato, così come instancabilmente ricordato e promosso da Nati per Leggere. Ma che leggere “a chiari segni” sia altrettanto importante per bambini piccoli sordi è cosa meno evidente e diffusa. Eppure se l’auspicio è che anche chi non percepisce i suoni che compongono storie e poesie possa imparare a godere del loro succo immaginifico, è necessario che quanti più libri accessibili si rendano disponibili fin dalla più tenera età.

Ecco perché la pubblicazione della collana Primi segni, proposta dalla cooperativa romana Il treno, è una notizia non lieta ma lietissima. In un colpo solo 8 libretti cartonati, quadrati e resistenti, si offrono a piccole mani curiose. Sono pagine che si sfogliano (facilmente perdipiù!) e porte che si aprono: piccole occasioni per incontrarsi, per condividere, per comunicare. Ogni libretto ha un tema – dai giochi alla tavola, dai vestiti alla città – che rispetta l’esperienza reale e quotidiana del bambino.

Senza pretese letterarie ma con una forte motivazione inclusiva, la collana nasce su iniziativa di una mamma che ha immaginato l’utilità di libricini che raccogliessero oggetti, parole e segni, così da agevolare l’avvicinamento dei figli sordi al testo scritto e alla lingua segnata. I libri sono pensati infatti per la fascia di età 0-3 anni: il periodo in cui i bambini in generale iniziano a nominare il mondo che li circonda e in particolare i bambini con disabilità uditiva iniziano a segnare gli oggetti che lo compongono. Un’esigenza concreta e fortemente avvertita è dunque alla base di questo lavoro, nato grazie a una serie di sponsor ma anche grazie a un progetto di crowdfunding che ha visto la vendita di un centinaio di copie prima ancora che fossero prodotti.

La realizzazione della collana ha seguito un lungo percorso in cui sono stati coinvolti diversi partner, primo fra tutti il Laboratorio di Ricerca Language and Communication Across Modalities (LaCam) dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del CNR che ha contribuito alla scelta dei vocaboli più significativi, utili e riconoscibili da inserire all’interno di ogni volume. Le illustrazioni sono state invece realizzate da disegnatori sordi, a loro volta implicati nel processo progettuale e creativo. Questa scelta risulta piuttosto diffusa nell’ambito dei volumi per l’infanzia in Lingua dei Segni e se da un lato ha il vantaggio di garantire attenzione alle esigenze di comprensione, riconoscimento e associazione al testo implicate dalla disabilità uditiva, ha tuttavia dall’altro lo svantaggio di mettere in secondo piano la reale qualità artistica del lavoro. La speranza è che pubblicazioni di questo genere, utilissime e coraggiose, possano via via moltiplicarsi provando a conciliare la cultura della sordità con l’esperienza dell’illustrazione professionale, così da arrivare a produrre volumi sempre più accattivanti e per questo condivisibili.

I volumetti possono essere acquistati tramite il sito della cooperativa Il Treno o presso alcune librerie convenzionate (altre librerie eventualmente interessate a distribuirli possono mettersi in contatto con la cooperativa stessa).

 

In montagna

Il librotto si sofferma su ciò che è possibile incontrare durante una passeggiata in montagna – cervi, ricci, castagne o alberi – attraverso illustrazioni dal tratto naïf e simpatico. Insieme alle cose e agli abitanti della montagna, i lettori hanno modo di familiarizzare anche con oggetti e animali tipici del mare, della città e della campagna cui sono rispettivamente dedicati tre altri titoli della collana.

A tavola – Primi segni

Collana Primi segni

Che leggere ad alta voce fin dai primi mesi di vita sia fondamentale per la crescita del bambino è fatto ormai assodato, così come instancabilmente ricordato e promosso da Nati per Leggere. Ma che leggere “a chiari segni” sia altrettanto importante per bambini piccoli sordi è cosa meno evidente e diffusa. Eppure se l’auspicio è che anche chi non percepisce i suoni che compongono storie e poesie possa imparare a godere del loro succo immaginifico, è necessario che quanti più libri accessibili si rendano disponibili fin dalla più tenera età.

Ecco perché la pubblicazione della collana Primi segni, proposta dalla cooperativa romana Il treno, è una notizia non lieta ma lietissima. In un colpo solo 8 libretti cartonati, quadrati e resistenti, si offrono a piccole mani curiose. Sono pagine che si sfogliano (facilmente perdipiù!) e porte che si aprono: piccole occasioni per incontrarsi, per condividere, per comunicare. Ogni libretto ha un tema – dai giochi alla tavola, dai vestiti alla città – che rispetta l’esperienza reale e quotidiana del bambino.

Senza pretese letterarie ma con una forte motivazione inclusiva, la collana nasce su iniziativa di una mamma che ha immaginato l’utilità di libricini che raccogliessero oggetti, parole e segni, così da agevolare l’avvicinamento dei figli sordi al testo scritto e alla lingua segnata. I libri sono pensati infatti per la fascia di età 0-3 anni: il periodo in cui i bambini in generale iniziano a nominare il mondo che li circonda e in particolare i bambini con disabilità uditiva iniziano a segnare gli oggetti che lo compongono. Un’esigenza concreta e fortemente avvertita è dunque alla base di questo lavoro, nato grazie a una serie di sponsor ma anche grazie a un progetto di crowdfunding che ha visto la vendita di un centinaio di copie prima ancora che fossero prodotti.

La realizzazione della collana ha seguito un lungo percorso in cui sono stati coinvolti diversi partner, primo fra tutti il Laboratorio di Ricerca Language and Communication Across Modalities (LaCam) dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del CNR che ha contribuito alla scelta dei vocaboli più significativi, utili e riconoscibili da inserire all’interno di ogni volume. Le illustrazioni sono state invece realizzate da disegnatori sordi, a loro volta implicati nel processo progettuale e creativo. Questa scelta risulta piuttosto diffusa nell’ambito dei volumi per l’infanzia in Lingua dei Segni e se da un lato ha il vantaggio di garantire attenzione alle esigenze di comprensione, riconoscimento e associazione al testo implicate dalla disabilità uditiva, ha tuttavia dall’altro lo svantaggio di mettere in secondo piano la reale qualità artistica del lavoro. La speranza è che pubblicazioni di questo genere, utilissime e coraggiose, possano via via moltiplicarsi provando a conciliare la cultura della sordità con l’esperienza dell’illustrazione professionale, così da arrivare a produrre volumi sempre più accattivanti e per questo condivisibili.

I volumetti possono essere acquistati tramite il sito della cooperativa Il Treno o presso alcune librerie convenzionate (altre librerie eventualmente interessate a distribuirli possono mettersi in contatto con la cooperativa stessa).

 

A tavola

Il librotto dedicato alla tavola passa in rassegna una selezione di cibi comuni, dai più amati (come i biscotti o il pollo) ai più odiati (come la minestra o gli spinaci). Alcune illustrazioni non sono proprio chiarissime e gli stessi personaggi risultano qui più statici che altrove. Il “Buon appetito” finale è più che calzante.

I giochi – Primi segni

Collana Primi segni

Che leggere ad alta voce fin dai primi mesi di vita sia fondamentale per la crescita del bambino è fatto ormai assodato, così come instancabilmente ricordato e promosso da Nati per Leggere. Ma che leggere “a chiari segni” sia altrettanto importante per bambini piccoli sordi è cosa meno evidente e diffusa. Eppure se l’auspicio è che anche chi non percepisce i suoni che compongono storie e poesie possa imparare a godere del loro succo immaginifico, è necessario che quanti più libri accessibili si rendano disponibili fin dalla più tenera età.

Ecco perché la pubblicazione della collana Primi segni, proposta dalla cooperativa romana Il treno, è una notizia non lieta ma lietissima. In un colpo solo 8 libretti cartonati, quadrati e resistenti, si offrono a piccole mani curiose. Sono pagine che si sfogliano (facilmente perdipiù!) e porte che si aprono: piccole occasioni per incontrarsi, per condividere, per comunicare. Ogni libretto ha un tema – dai giochi alla tavola, dai vestiti alla città – che rispetta l’esperienza reale e quotidiana del bambino.

Senza pretese letterarie ma con una forte motivazione inclusiva, la collana nasce su iniziativa di una mamma che ha immaginato l’utilità di libricini che raccogliessero oggetti, parole e segni, così da agevolare l’avvicinamento dei figli sordi al testo scritto e alla lingua segnata. I libri sono pensati infatti per la fascia di età 0-3 anni: il periodo in cui i bambini in generale iniziano a nominare il mondo che li circonda e in particolare i bambini con disabilità uditiva iniziano a segnare gli oggetti che lo compongono. Un’esigenza concreta e fortemente avvertita è dunque alla base di questo lavoro, nato grazie a una serie di sponsor ma anche grazie a un progetto di crowdfunding che ha visto la vendita di un centinaio di copie prima ancora che fossero prodotti.

La realizzazione della collana ha seguito un lungo percorso in cui sono stati coinvolti diversi partner, primo fra tutti il Laboratorio di Ricerca Language and Communication Across Modalities (LaCam) dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del CNR che ha contribuito alla scelta dei vocaboli più significativi, utili e riconoscibili da inserire all’interno di ogni volume. Le illustrazioni sono state invece realizzate da disegnatori sordi, a loro volta implicati nel processo progettuale e creativo. Questa scelta risulta piuttosto diffusa nell’ambito dei volumi per l’infanzia in Lingua dei Segni e se da un lato ha il vantaggio di garantire attenzione alle esigenze di comprensione, riconoscimento e associazione al testo implicate dalla disabilità uditiva, ha tuttavia dall’altro lo svantaggio di mettere in secondo piano la reale qualità artistica del lavoro. La speranza è che pubblicazioni di questo genere, utilissime e coraggiose, possano via via moltiplicarsi provando a conciliare la cultura della sordità con l’esperienza dell’illustrazione professionale, così da arrivare a produrre volumi sempre più accattivanti e per questo condivisibili.

I volumetti possono essere acquistati tramite il sito della cooperativa Il Treno o presso alcune librerie convenzionate (altre librerie eventualmente interessate a distribuirli possono mettersi in contatto con la cooperativa stessa).

 

I giochi

Dalla palla al trenino, dalle costruzioni alla bambola: i giochi più basilari (e forse in parte un po’ d’antan) trovano spazio nel librotto dedicato agli svaghi che con accortezza li associa indiscriminatamente a un solo personaggio (di sesso femminile). Il gusto un po’ retrò è sottolineato da illustrazioni sfumate ad acquerello. La frase completa finale non potrebbe essere più azzeccata. “Giochiamo insieme?”. E la risposta, dal canto suo, è la più utile di tutte!

A casa – Primi segni

Collana Primi segni

Che leggere ad alta voce fin dai primi mesi di vita sia fondamentale per la crescita del bambino è fatto ormai assodato, così come instancabilmente ricordato e promosso da Nati per Leggere. Ma che leggere “a chiari segni” sia altrettanto importante per bambini piccoli sordi è cosa meno evidente e diffusa. Eppure se l’auspicio è che anche chi non percepisce i suoni che compongono storie e poesie possa imparare a godere del loro succo immaginifico, è necessario che quanti più libri accessibili si rendano disponibili fin dalla più tenera età.

Ecco perché la pubblicazione della collana Primi segni, proposta dalla cooperativa romana Il treno, è una notizia non lieta ma lietissima. In un colpo solo 8 libretti cartonati, quadrati e resistenti, si offrono a piccole mani curiose. Sono pagine che si sfogliano (facilmente perdipiù!) e porte che si aprono: piccole occasioni per incontrarsi, per condividere, per comunicare. Ogni libretto ha un tema – dai giochi alla tavola, dai vestiti alla città – che rispetta l’esperienza reale e quotidiana del bambino.

Senza pretese letterarie ma con una forte motivazione inclusiva, la collana nasce su iniziativa di una mamma che ha immaginato l’utilità di libricini che raccogliessero oggetti, parole e segni, così da agevolare l’avvicinamento dei figli sordi al testo scritto e alla lingua segnata. I libri sono pensati infatti per la fascia di età 0-3 anni: il periodo in cui i bambini in generale iniziano a nominare il mondo che li circonda e in particolare i bambini con disabilità uditiva iniziano a segnare gli oggetti che lo compongono. Un’esigenza concreta e fortemente avvertita è dunque alla base di questo lavoro, nato grazie a una serie di sponsor ma anche grazie a un progetto di crowdfunding che ha visto la vendita di un centinaio di copie prima ancora che fossero prodotti.

La realizzazione della collana ha seguito un lungo percorso in cui sono stati coinvolti diversi partner, primo fra tutti il Laboratorio di Ricerca Language and Communication Across Modalities (LaCam) dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del CNR che ha contribuito alla scelta dei vocaboli più significativi, utili e riconoscibili da inserire all’interno di ogni volume. Le illustrazioni sono state invece realizzate da disegnatori sordi, a loro volta implicati nel processo progettuale e creativo. Questa scelta risulta piuttosto diffusa nell’ambito dei volumi per l’infanzia in Lingua dei Segni e se da un lato ha il vantaggio di garantire attenzione alle esigenze di comprensione, riconoscimento e associazione al testo implicate dalla disabilità uditiva, ha tuttavia dall’altro lo svantaggio di mettere in secondo piano la reale qualità artistica del lavoro. La speranza è che pubblicazioni di questo genere, utilissime e coraggiose, possano via via moltiplicarsi provando a conciliare la cultura della sordità con l’esperienza dell’illustrazione professionale, così da arrivare a produrre volumi sempre più accattivanti e per questo condivisibili.

I volumetti possono essere acquistati tramite il sito della cooperativa Il Treno o presso alcune librerie convenzionate (altre librerie eventualmente interessate a distribuirli possono mettersi in contatto con la cooperativa stessa).

 

A casa

Il librotto dedicato alla casa seleziona alcuni degli oggetti più familiari per qualunque bambino. Dal divano al frigo, dal lavabo al letto: mobili ed elettrodomestici sono scelti in modo tale da non tralasciare alcuna stanza e sono rappresentati con tratto schizzato e senza fronzoli.

Ti racconto… 5 storie con i segni

Cinque storie da raccontare con le parole e con le mani, da leggere e da guardare, da scoprire per imparare e per condividere. Il progetto editoriale proposto dalla Cooperativa romana Le Farfalle narra infatti in Lingua Italiana dei Segni cinque famosi albi illustrati editi da Lapis e Babalibri: un modo straordinariamente semplice ed efficace per far sì che il patrimonio fantastico dei bambini possa superare le barriere linguistiche.

Grazie al DVD in cui un segnastorie racconta in LIS, anche i bambini sordi hanno modo di far propri i personaggi di Zou la zebra e di Marco l’orsetto o di seguire con passione le piccole scoperte di uova di tartaruga o di piccoli pettirossi. Per ogni storia, le pagine dell’albo originale scorrono sullo sfondo e il lettore può scegliere il livello di difficoltà dei sottotitoli, accordandolo alla sua competenza linguistica e alle sue specifiche esigenze.

In questo modo il testo scritto cessa di costituire un ostacolo per divenire piuttosto un elemento da scoprire progressivamente, che si arricchisce via via arricchendo di riflesso il bagaglio del lettore. Non a caso gli stessi curatori del DVD invitano caldamente all’utilizzo del supporto multimediale insieme al volume vero e proprio, per far sì che l’esperienza della lettura si arricchisca di strumenti di comprensione indispensabili, come la traduzione in LIS, ma non perda il fascino del rapporto tra parole e immagini e soprattutto la possibilità di essere condivisa con familiari e compagni.

Ecco, in estrema sintesi, il contenuto delle storie incluse nel dvd:

Ho trovato un pettirosso narra dell’amicizia tenera e bislacca tra un bambino e un pettirosso, nata in una fredda e nevosa sera d’inverno. Privo di parole, l’albo racconta attraverso le sole immagini il ritrovamento dell’uccellino e le cure che il bambino gli riserva.

Che meraviglia è la storia di una piccola grande scoperta fatta in spiaggia da una bambina curiosa: il ritrovamento fortuito di uova di tartaruga. Il volume, che è totalmente privo di testo, è recensito nel catalogo a questo link.

No, no e poi no parla di capricci e di emozioni attraverso il personaggio di Marco, un orso che dice no a tutto – maestra, giochi e caramelle – fino a che un gesto speciale non gli fa cambiare dolcemente idea.

Zou racconta dell’esuberante e omonima zebra, desiderosa di svegliare i genitori per affrontare insieme a loro una giocosa giornata. Ma cosa accade se i genitori sonnecchiano ancora? E se i tentativi di destarli rischiano di diventare pasticci?

Ti ho visto è la storia buffa di una torta da consegnare e dei piccoli incidenti di percorso che costringono Paolino a mangiarla prima di arrivare dalla nonna.

Matteo è sordo

Une storia, una grafica e delle illustrazioni di una semplicità estrema, per un libro che non fa fantasticare ma racconta bene cosa capita quando la sordità di un bambino viene riconosciuta. Attraverso la sequenza di quadri essenziali, accompagnati da testi chiari e sintetici, l’esperienza di Matteo ci porta a scoprire difficoltà e successi quotidiani di chi come lui deve imparare a comunicare con mondi che parlano lingue diverse.

La LIS –  Lingua italiana de Segni – viene allora presentata a  bambini e genitori come ponte possibile di collegamento tra quei mondi. Stimolando la curiosità e il gioco, il libro offre una serie di tessere sul modello del classico memory che aiutano chiunque ad avvicinarsi con semplicità a questo linguaggio perché sia davvero una forma di comunicazione e non di distacco, per gli adulti come per i bambini.

Perché l’accettazione, la comprensione e la reazione alla diagnosi di un handicap come quello uditivo richiedono il superamento di sbarramenti e incertezze indipendentemente dall’età. Ecco allora che una storia semplice come quella di Matteo, raccontata prima per i più piccoli, con le immagini e poche parole, poi  per i più grandi, in maniera diffusa e dettagliata, e infine per tutti, con lo stratagemma del gioco, diventa strumento universale di accompagnamento alla scoperta di piccole ma importanti conquiste comunicative.

Colori, colors, couleurs, farben, colores


L’espressività è senz’altro la cifra di Colori, colors, couleurs, farben, colores. Non c’è una vera e propria storia, infatti, al centro di questo libro, ma piuttosto il tentativo di suggerire esperienze di comunicazione e condivisione estetica attraverso linguaggi diversi.

Il primo di questi è, in particolare, quello artistico: ogni doppia pagina appare infatti dedicata a un colore, soggettivamente e intensamente rappresentato in un acquerello dell’autrice. Un’interpretazione personale del soggetto, insomma, cui si affianca regolarmente il più oggettivo dei codici – quello alfabetico –, che nomina in diverse lingue europee il colore in questione.

Il libro spalanca, dunque, possibilità comunicative interlinguistiche basate su un’esperienza elementare e ricchissima come quella cromatica. Ma non è tutto. Ciò che lo rende davvero innovativo è la ferma intenzione di allargare queste possibilità al di là delle lingue più note, per includervi anche la Lingua Italiana dei Segni e il Sign Writing: due codici studiati per favorire la comunicazione tra e con le persone disabili uditive.

Il regalo del nonno

Quello della lettura è un mondo ricco, entusiasmante, favoloso e vario. Ma è anche un mondo un po’ faticoso soprattutto per chi, alle prime armi, deve imparare a destreggiarsi tra lettere e punteggiatura. Lo stesso vale, ovviamente, per i bambini sordi che si approcciano per le prime volte ai testi scritti, dovendo familiarizzare con una doppia lingua: quella dei segni da un lato e quella alfabetica dall’altro.

Ecco allora che il progetto editoriale marchiato Sinnos e volto a offrire racconti illustrati, stampati in caratteri tradizionali e corredati da una traduzione in LIS sotto forma di disegni, appare particolarmente interessante e denso di significato ai fini di una reale e diffusa messa in pratica del diritto alla lettura. E al suo apprendimento.

Attraverso l’affiancamento di chiavi linguistiche differenti, applicate ad un testo semplice e gradevole, Il regalo del nonno trasforma infatti il racconto di una giornata speciale in una possibilità di lettura condivisa in cui la molteplicità dei linguaggi scatena interesse, curiosità e scambio.