Giacomino Golosone

La storia di Giacomino golosone, dagli espliciti intenti didattici, è la storia di un bambino ghiotto di wurstel e patatine fritte che si ritrova, dopo un scorpacciata di cibo poco sano, a fare i conti con dei famigerati mostri digestivi. Sarà una bella dose di frutta e verdura, prima sistematicamente ripudiata, a sistemare per le feste i mostriciattoli e a convincere Giacomino dell’importanza di far scorte di mele e zucche.

Resa accessibile secondo il metodo in-book, che vede impiegati i simboli WLS completamente riquadrati e vede simbolizzati tutti i singoli elementi del testo, la storia è stata creata e curata, nei testi e nelle immagini, dai ragazzi e dalle ragazze di un liceo di Gubbio. Il lavoro svolto, oltre a offrire un’occasione di lettura fruibile anche da bambini con disturbi della comunicazione, costituisce il frutto di un lavoro di sensibilizzazione sulle nuove generazioni particolarmente significativo.

 

Piccolo uovo

La storia di Piccolo uovo è tristemente e felicemente nota. Tristemente perché più volte e di recente è stata oggetto di discriminazioni e accuse folli rispetto alla possibilità che veicolasse messaggi pericolosi. Felicemente perché è stata riconosciuta dal pubblico e dalla critica come una storia di stacco, che ha avviato un discorso narrativo rivolto all’infanzia sul tema importante della molteplicità delle famiglie e forse – unica nota positiva del deprecabile polverone che le accuse al libro hanno sollevato – ha trovato modo di emergere e diffondersi, foss’anche solo per presa di posizione contro un oscurantismo tutt’altro che moderno.

Firmata nei testi e nelle illustrazioni rispettivamente da Francesca Pardi e da Altan, Piccolo uovo racconta del viaggio intrapreso da un ovetto prima della nascita. L’intento del protagonista è quello di vedere con i suoi stessi occhi cosa sia una famiglia: qualcosa di cui ha sentito parlare ma che non sa esattamente cosa sia. È così che incontra famiglie di ogni tipo – con una mamma, un papà e tanti fratelli tra loro molto simili, con una mamma, un papà e dei figli molto diversi, con due mamme, con due papà, con un solo genitore – tutte egualmente rassicuranti e capaci di fargli venir voglia di nascere, per scoprire come sarà la sua.

Originariamente pubblicato da  Lo Stampatello, Piccolo uovo è reso ora disponibile in versione in simboli all’interno della collana I Libri di Camilla di Uovonero, che già annoverava tra i suoi titoli Che rabbia!, Le parole di bianca sono farfalle, Lindo Porcello e Il piccolo coniglio bianco. Grazie al ricorso ai simboli WLS – qui delimitati da riquadri che ne agevolano l’individuazione da parte dei lettori alle prime armi (destinatari primari , non a caso, del volume) e che contengono l’elemento grafico ma non quello alfabetico – il volume risulta così fruibile anche in caso di difficoltà di lettura legate all’autismo o più in generale ai disturbi della comunicazione.

L’impostazione grafica del volume di partenza – con uno sfondo bianco molto pulito e i testi disposti in maniera poco confusiva – contribuisce a rendere la versione adattata piuttosto aderente, anche nell’aspetto,  all’originale. Lo stesso si può dire del testo: lineare ed essenziale già nella sua prima versione e pertanto ideale per un processo di simbolizzazione che predilige struttura poco arzigogolate. Le immagini, infine, oltre ad essere estremamente accoglienti e familiari proprio perché portano tutta la qualità, la semplicità profonda e la riconoscibilità del segno di Altan, si prestano anche molto bene a supportare la comprensione del testo in caso di difficoltà di lettura, grazie all’assenza assoluta di dettagli superflui, alla resa pulita delle espressioni dei personaggi e a figure ben definite che catturano piacevolmente  l’attenzione.

Un fantasma nella mia stanza

I fantasmi sono mascalzoni e scaltri: si nascondono nei luoghi più diversi – un armadio, un tappeto, una tenda o un baule dei giochi – e si spostano alla velocità della luce per non farsi acchiappare. C’è un solo modo per sistemarli per le feste e togliersi il pensiero di averli tra i piedi di notte:  affidarsi a un papà amorevole e paziente che controlli uno per uno tutti i possibili nascondigli. Solo allora sarà possibile addormentarsi sereni, proprio come accade a Giacomo che, pur essendo un pennuto, conosce bene i timori e i turbamenti notturni più comuni ai cuccioli di uomo.

Questa familiarità rispetto al mondo emotivo del potenziale lettore, unita alla semplicità della storia, all’iterazione  della struttura, alla linearità del testo e all’essenzialità delle immagini fa di Un fantasma nella mia stanza un albo che si presta molto bene alla simbolizzazione: procedura che, grazie all’impiego di simboli WLS, consente di agevolare la lettura condivisa anche con bambini con disturbi della comunicazione. Curato dal Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa e Alternativa di Milano, secondo il modello in-book, questo passaggio consente di offrire del bell’albo di Guido Van Genechten una versione accessibile ma molto simile all’originale.

Funzionale soprattutto a una lettura con il modeling (indicazione puntuale dei simboli con il dito man mano che vengono letti dall’adulto), questa versione mantiene il fascino di un’illustrazione delicata e rassicurante, in cui ci si può divertire a vedere come si muovono e cosa combinano i giocattoli del protagonisti, e la predisposizione per una lettura ad alta voce, garantita da un andamento piacevolmente ripetitivo e dal ricorso alle onomatopee.

Che paura, Sam!

Quando fuori impazza il temporale, tuoni e fulmini possono creare grande scompiglio emotivo. Serve un riparo – sotto il letto è l’ideale – e serve un amico – il proprio peluche preferito, per esempio- con cui condividere la paura per farla sembrare più accettabile. Le parole consolatorie, benché immaginarie, che un compagno di avventura può portare in una situazione simile si fanno infatti portatrici di un aiuto preziosissimo capace persino di far comparire un arcobaleno in cielo.

La storia di Sam non è nient’altro che una storia familiare a qualunque bambino, una storia di timori e superamento degli stessi, di incoraggiamenti reciproci, di piccole sfide e di cieli bui che possono tornare a risplendere. Che paura, Sam! racconta perciò una paura in cui è facile rispecchiarsi e una strategia buona per far sì che non ci travolga. Lo fa con parole e illustrazioni piane, il cui tratto domestico è piuttosto marcato a testimonianza del progetto scolastico in seno al quale il volume è nato. Autori e autrici dei testi e delle illustrazioni, insieme a Silvia Fanucci e Valeria Ruspi, sono infatti gli studenti e le studentesse di un Liceo di Gubbio, messi alla prova con una narrazione che potesse parlare anche a bambini con difficoltò di lettura.

Che paura, Sam! segue infatti il modello in-book e si caratterizza quindi per l’uso di simboli in bianco e nero riquadrati, per l’unione di elemento grafico ed elemento alfabetico all’interno del riquadro, e per la scrittura in simboli di tutti gli elementi delle frasi. Queste ultime appaiono perlopiù brevi e senza subordinate, non di rado in forma di discorso diretto. Questi elementi, nel loro complesso, concorrono a dare vita a un volume agile e snello, non solo nella forma (praticamente tascabile) ma anche nel contenuto che – date anche le tematiche trattate – risulta così fruibile in lettura condivisa da parte di bambini della scuola dell’infanzia.

Scorpacciata di carote

La vita del cavallo Duca è tutt’altro che riposante: tra corse, strigliate e ostacoli le sue giornate sono faticose e ripetitive. Ci vorrebbe proprio un diversivo! Per fortuna che Tobia, l’asino compagno di scuderia, sa come prendere l’amico e fargli cogliere il bello che lo circonda: in un attimo i due partono al galoppo per una gita in un campo di carote che salverà a entrambi l’umore e la giornata.

Caratterizzato da una storia semplice e lineare e da un testo composto perlopiù da frasi brevi e coordinate, Scorpacciata di carote dà vita a un racconto in simboli agevole da seguire ma con alcuni elementi (come esclamazioni non attribuite esplicitamente o alcuni vocaboli più ricercati) che ne aumentano il grado di complessità. La distribuzione sulla pagina dei simboli (di tipo WLS, contornati da un riquadro che contiene anche il vocabolo corrispondente) asseconda sempre, là dove possibile, la struttura della frase e accompagna illustrazioni che privilegiano la funzionalità e il sostegno alla comprensione testuale rispetto allo stupore estetico.

Nati in seno a un laboratorio di costruzione di libri su misura, per rispondere alle esigenze e agli interessi di una bambina appassionata di cavalli, il testo e la simbolizzazione della storia del cavallo Duca e dell’asino Tobia sono stati poi aggiustati in funzione di un pubblico più vasto e trasformati in un libro a tutti gli effetti dall’attivissima casa editrice Homeless Books: un percorso esemplare e significativo che rende conto molto bene del ruolo giocato dalle piccole realtà nel sovvertire alcuni vuoti editoriali che concernono la disabilità.

Il pinguino senza frac

Quella del pinguino senza frac è una storia dal sapore antico in cui la povertà spinge il protagonista a compiere un lungo viaggio di crescita e iniziazione. Il pinguino Limpo proviene infatti da una famiglia molto modesta che non può permettersi di acquistargli il frac per andare a scuola. Schernito e allontanato dai compagni, il cucciolo decide di partire per guadagnare il necessario e poter così apparire come gli altri. Il suo sarà un viaggio formativo ricco di incontri con creature diverse – pesci, orsi, trichechi e anche umani – e scoperte non sempre piacevoli ma funzionali all’acquisizione della consapevolezza che la conoscenza dell’altro è necessaria alla comprensione e all’arricchimento reciproci.

Oggi, a quasi settant’anni dalla prima edizione, Il Pinguino senza frac non smette di promuovere il rispetto della diversità non solo facendo leva su una storia senza tempo ma anche prestandosi a traduzioni e adattamenti che lo rendono fruibile a lettori con abilità diverse. Dopo essere stata tradotta in Braille grazie alla collaborazione tra Corsiero Editore e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e Associazione Scrittori Reggiani, la storia scritta da Silvio D’arzo veste ora infatti l’abito dei simboli grazie alla collaborazione tra lo stesso editore e l’associazione GIS – Genitori per l’Inclusione Sociale.

Questa edizione abbandona il suggestivo formato leporello in favore di un formato più classico e funzionale a una lettura basata sul modeling. Le splendide illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini, che sottolineano con forza le emozioni narrate e la ricchezza degli incontri fatti dal pinguino Limpo, riescono tuttavia a mantenere un posto e un ruolo di rilievo, concedendo respiro a pagine fitte di simboli. Il volume, realizzato secondo del linee guida del modello inbook, adotta in particolare i Widgit Literacy Symbols che, rispetto ad altri sistemi simbolici, garantiscono maggiore duttilità funzionale alla traduzione di un testo preesistente.

 

Yxxy – Un giorno speciale

Un giorno speciale è il primo titolo di una collana nata dalla collaborazione di realtà diverse e attente alle tematiche dell’inclusione quali la Biblioteca oltre l’Handicap di Bolzano e la neonata casa editrice Storie cucite, con la supervisione del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano. La sensibilità e le competenze di questi attori sono in particolare confluiti all’interno di questo progetto editoriale che prevede la pubblicazione di una serie di volumi in simboli prodotti secondo il modello inbook e pensati per dare spazio alle piccole grandi esperienze di crescita che il bambino può affrontare.

Dedicato ai timori e alle felici scoperte che il primo giorno di scuola dell’infanzia può portare con sé, Un giorno speciale intende in particolare accompagnare i bambini, compresi quelli con qualche difficoltà, in un momento così delicato come l’ingresso alla materna. Il bambino protagonista del racconto viene infatti seguito nella preparazione di questo importante giorno, nelle emozioni che la novità reca con sé, negli incoraggiamenti e nel sostegno che arrivano dagli adulti e negli incontri  felici che si realizzano. Le pagine di Un giorno speciale riservano cioè spazio alle possibilità che un’esperienza così impegnativa racchiude senza tralasciare i timori che essa nasconde, ben sottolineati questi ultimi dalle espressioni dei visi cui le illustrazioni di Licia Zuppardi dedicano particolare attenzione.

L’attenzione all’aspetto inclusivo del racconto viene in particolare dalla scelta di dare voce e rappresentazione a un protagonista con difficoltà motorie, dalla valorizzazione degli atteggiamenti accoglienti e rassicuranti degli adulti e dei pari nei suoi confronti e dalla cura nella traduzione del testo in simboli WLS. La disabilità viene cioè tenuta in considerazione sia nella concezione formale che in quella contenutistica del libro, intendendo così amplificare il messaggio di sensibilizzazione che lo contraddistingue. Forte ed esplicito quest’ultimo rischia di apparire un po’ ridondante in una lettura prettamente di piacere mentre si presta più felicemente a un uso funzionale (per esempio per stimolare il confronto, la riflessione, l’apertura) del libro.

Gnam

Dopo l’esperienza di Bravo!, si mantiene desta l’attenzione di Nati per leggere per la produzione editoriale accessibile anche ai piccolissimi con difficoltà di comunicazione. A distanza di qualche anno esce ora, infatti, un secondo volume in simboli patrocinato dall’organizzazione che promuove la lettura dai primissimi mesi. Si tratta di Gnam che, come il primo, è edito da Clavis e scritto e illustrato da Leen Van Durme.

Protagonista è nuovamente il paperotto che nel primo episodio imparava a saltare, correre, volare e nuotare e che qui, invece, va a caccia di cibo. La sua ricerca, scandita ogni doppia pagina da una domanda su un possibile alimento (la carota, l’erba, il verme e la ghianda) e da una risposta su chi se ne nutra in realtà (il coniglio, la mucca, la gallina e lo scoiattolo), accompagna il lettore a scoprire le abitudini alimentari di diversi animali e si conclude con una bella scorpacciata di briciole di pane.

Caratterizzato da testi leggermente più lunghi rispetto a Bravo!, Gnam li distribuisce su entrambe le pagine, invitando a una lettura di poco più impegnativa. Anche questa versione del testo di Leen Van Durme, che associa alle parole la relativa simbolizzazione basata sulla collezione WLS (Widgit Literacy Symbols), risulta tuttavia adatta a lettori molto piccoli, con o senza difficoltà, data la chiarezza delle immagini, la concisione dei testi, la pulizia grafica e la struttura volutamente ripetitiva.

Il Piccolo Principe

Non è la prima volta che l’editore Erickson si cimenta nell’adattamento di classici ad uso di giovani lettori, soprattutto con difficoltà di comunicazione, comprensione o decodifica testuale. Tra il 2015 e il 2016, in particolare, è nata la collana I classici facili, di cui fanno parte Pinocchio, Il piccolo principe e Il mago di Oz e che mira a favorire la condivisione di storie facenti parte dell’immaginario comune, grazie a una riduzione e a una semplificazione testuale curate da Carlo Scataglini. A partire da quegli stessi testi adattati, in particolare Pinocchio e Il piccolo principe, nascono oggi i primi volumi di una nuova collana intitolata I classici con la CAA che allargano ulteriormente le possibilità di lettura grazie a una traduzione del testo in simboli WLS secondo le linee guida del modello inbook. Il testo di Carlo Scataglini è stato infatti tradotto in simboli con la supervisione del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano.

Raffinati e affascinanti nella loro veste grafica, I classici con la CAA appaiono come volumi dalle grandi dimensioni: caratteristica funzionale non solo alla necessità di contenere testi e relative simbolizzazioni piuttosto lunghi ma anche alla scelta di dare spazio a illustrazioni di grande respiro, curate nel caso di Pinocchio da Giuseppe Braghiroli e nel caso de Il Piccolo Principe da Silvia Bonanni. Ne risultano libri davvero belli da guardare e comodi da utilizzare in occasione di letture condivise, oltre che contraddistinti da un testo fruibile ma non banalizzato. Capace di dare spazio a tutti gli episodi chiave dei racconti di Collodi e Saint-Exupery, questo è perlopiù frutto di un lavoro di revisione delle espressioni meno comuni, delle frasi più articolate, delle forme verbali passive o dei sottintesi. Il racconto che viene proposto al lettore mantiene quindi una certa lunghezza e complessità che richiedono un’attenzione e una dimestichezza con i simboli non elementare: una proposta interessante, insomma, per lettori non proprio alle prime armi ma con bisogni educativi speciali nei confronti dei quali spesso le proposte editoriali sono molto scarse. Da segnalare, inoltre, che i volumi della collana sono corredati da audiolibro in formato mp3, scaricabile gratuitamente dal sito dell’editore.

Pinocchio (I classici con la CAA)

Non è la prima volta che l’editore Erickson si cimenta nell’adattamento di classici ad uso di piccoli lettori, soprattutto con difficoltà di comunicazione, comprensione o decodifica testuale. Tra il 2015 e il 2016, in particolare, è nata la collana I classici facili, di cui fanno parte Pinocchio, Il piccolo principe e Il mago di Oz e che mira a favorire la condivisione di storie facenti parte dell’immaginario comune, grazie a una riduzione e a una semplificazione testuale curate da Carlo Scataglini. A partire da quegli stessi testi adattati, in particolare Pinocchio e Il piccolo principe, nascono oggi i primi volumi di una nuova collana intitolata I classici con la CAA che allargano ulteriormente le possibilità di lettura grazie a una traduzione del testo in simboli WLS secondo le linee guida del modello inbook. Il testo di Carlo Scataglini è stato infatti tradotto in simboli con la supervisione del Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano.

Raffinati e affascinanti nella loro veste grafica, I classici con la CAA appaiono come volumi dalle grandi dimensioni: caratteristica funzionale non solo alla necessità di contenere testi e relative simbolizzazioni piuttosto lunghi ma anche alla scelta di dare spazio a illustrazioni di grande respiro, curate nel caso di Pinocchio da Giuseppe Braghiroli e nel caso de Il Piccolo Principe da Silvia Bonanni. Ne risultano libri davvero belli da guardare e comodi da utilizzare in occasione di letture condivise, oltre che contraddistinti da un testo fruibile ma non banalizzato. Capace di dare spazio a tutti gli episodi chiave dei racconti di Collodi e Saint-Exupery, questo è perlopiù frutto di un lavoro di revisione delle espressioni meno comuni, delle frasi più articolate, delle forme verbali passive o dei sottintesi. Il racconto che viene proposto al lettore mantiene quindi una certa lunghezza e complessità che richiedono un’attenzione e una dimestichezza con i simboli non elementare: una proposta interessante, insomma, per lettori non proprio alle prime armi ma con bisogni educativi speciali nei confronti dei quali spesso le proposte editoriali sono molto scarse. Da segnalare, inoltre, che i volumi della collana sono corredati da audiolibro in formato mp3, scaricabile gratuitamente dal sito dell’editore.

Lindo Porcello

Creato dal pennello sottile di Eric Battut, interprete straordinario dello spirito infantile, Lindo Porcello è un personaggio che da anni fa innamorare occhi e orecchie in formato mignon. La sua avventura è corta ma intensa, perfettamente condensata in una serie di onomatopee, come si addice a un pubblico di piccolissimi. Il suo divorare una fettona di torta, dar vita a un bel disegno colorato, lanciarsi nel fango con la bicicletta, costruire un castello di sabbia, e infine darsi una bella ripulita è tutto marcato da un ragionato susseguirsi di gnam gnam, splish splash, et voilà e shshshshssss che rendono la lettura estremamente coinvolgente e invitano al contributo attivo da parte del piccolo lettore.

Non meriterebbe forse ogni bambino di godere di questo piccolo piacere? Assolutamente sì! Ecco perché la pubblicazione di Lindo Porcello all’interno della collana I libri di Camilla è davvero un’ottima notizia. Da ora infatti anche i bambini con disturbi della comunicazione potranno seguire a pieno le intense attività del maialino sorridente, grazie alla simbolizzazione del testo curata da Enza Crivelli in collaborazione con Auxilia. Come gli altri titoli di questa collana, Lindo Porcello risulta in tutto e per tutto – impostazione grafica, testo e immagini – rispettoso nei confronti del volume originale, e inserisce semplicemente i simboli WLS al di sotto del testo, in appositi riquadri. .

Il libro di Eric Battut, dal canto suo, sembrerebbe prestarsi naturalmente a una versione in CAA, per via della struttura narrativa asciutta e chiara, con un solo personaggio che compie una serie di azioni riconoscibili e familiari; per via delle frasi brevissime, disposte una per pagina e contraddistinte dalla costante ed esplicita ripresa del soggetto; per via della netta distinzione tra testo (a sinistra) e immagine (a destra); e infine per via della semplicità e della ripresa rigorosa (nella forma e nella posizione) del protagonista, così come rappresentato senza dettagli superflui su di un brillante sfondo rosso.

Il piccolo coniglio bianco

Andare a raccogliere i cavoli per fare la zuppa, tornare a casa e trovare una capra capraccia che se ne è deliberatamente impossessata. Ohibò, questo sì che è un brutto fatto! Ecco allora che il piccolo coniglio bianco, a cui questa disavventura è effettivamente capitata, si ritrova a vagare per la campagna alla ricerca di qualcuno che possa aiutarlo. E se non può contare sul bue, sul cane e sul gallo, perché troppo fifoni, il protagonista troverà per fortuna un insospettabile alleato nella formichina: non c’è trippa che tenga, i suoi pizzichini fanno scappare persino le capre capracce!

Divertente e capace di capovolgere le attese, Il piccolo coniglio bianco ha dalla sua ha dei personaggi buffissimi, una narrazione che fa un uso spassoso dell’iterazione e un linguaggio teneramente colloquiale che lo rendono efficacissimo per una lettura ad alta voce. Questi aspetti, insieme alla grafica piuttosto ordinata, hanno senz’altro giocato la loro parte nella scelta del volume, tra quelli editi da Kalandraka, per la traduzione in simboli da inserire all’interno della collana I libri di Camilla.

Dalla primavera 2017, infatti, l’albo di  Xosé Ballesteros e Óscar Villán figura tra i titoli che, grazie alla simbolizzazione basata sulla collezione WLS (Widgit Literacy Symbols), risultano fruibili anche da parte di bambini con disturbi della comunicazione o con difficoltà di lettura. Non solo: il curriculum, in termini di accessibilità, de Il piccolo coniglio bianco è arricchito da una precedente traduzione in simboli in terra spagnola che ne garantisce la funzionalità e il potenziale successo.

Zio lupo e la furbissima Giricoccola

Quella di Zio lupo e la furbissima Giricoccola è una fiaba dall’andamento tradizionalissimo in cui due figli, esortati dal padre in fin di vita, tentano di vincere una scommessa con Zio lupo ma falliscono miseramente, al contrario della terza figliola – la furbissima Giricoccola, appunto – che sconfigge il nemico con un bel po’ di ingegno. La scommessa in questione intende premiare chi resista di più senza arrabbiarsi e mentre i due fratelli più grandi si infuriano non appena Zio lupo contesta il loro modo di cucinare e pulire la casa, la fanciulla suscita le ire di quest’ultimo cucinandogli delle frittelle di sasso così dure da spaccare i denti. Con questo trucchetto diabolico vince quindi la scommessa, incassa il denaro e festeggia con delle deliziose frittelle (vere questa volta!), insieme ai suoi fratelli, per sempre felici e contenti.

Elaborata a partire dagli spunti offerti dal patrimonio fiabistico popolare (una Giricoccola, per esempio, trova spazio anche nella raccolta di Calvino e anche qui, pur compiendo un’impresa diversa, si distingue per la sua astuzia), Zio lupo e la furbissima Giricoccola nasce in questa particolare veste grazie alla collaborazione tra la casa editrice Homeless book (molto attiva sul fronte della produzione inclusiva, come dimostrano le pubblicazione di Pinocchio in CAA e de I tre porcellini in CAA), il centro di documentazione sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa Reciprocamente e una classe dell’Istituto di Grafica e Comunicazione Moriga-Perdisa di Ravenna. Il volume si contraddistingue infatti per una narrazione in simboli che consente la fruizione anche da parte di bambini con disturbi della comunicazione. Il sistema simbolico prescelto e impiegato è, nello specifico, quello dei Widgit Literacy Symbols (WLS), più indicato di altri per rendere al meglio la ricchezza e la complessità non elementare del testo in questione. Le frasi, sia brevi che lunghe, che lo compongono non prescindono, infatti, per esempio, dal ricorso a coordinate e subordinate, pronomi e  termini fuori dall’uso più comune. La cura profusa in questo senso è rimarcabile, così come è significativo e interessante che a diffondere la conoscenza e l’utilizzo della CAA siano coinvolti anche ragazzi giovanissimi, impegnati nella produzione di un supporto piacevole, utile e coinvolgente.

Ecco perché, se anche al primo impatto Zio lupo e la furbissima Giricoccola forse non entusiasma per via del suo aspetto un po’ casalingo e delle sue illustrazioni poco attraenti, vale ugualmente la pena di scoprirlo a fondo per cogliere il valore del progetto che lo anima e promuoverlo come un esempio di sinergia fruttuosa e positiva per l’intera comunità di lettori.

I tre porcellini in CAA

C’è il porcellino pigro e giocherellone, quello svogliato e dormiglione e quello forte e laborioso, ciascuno intento a costruire la sua casetta di paglia, di legno o di mattoni.  E poi,  certo, c’è il lupo che dei tre fratelli vuol fare un bel pranzetto. E infine, manco a dirlo, c’è una caduta in pentola che difficilmente si scorda. Insomma, nel libro della Homeless Book dedicato a I tre porcellini non manca alcun dettaglio della fiaba tradizionale e grazie ad esso anche i piccoli lettori con disturbi della comunicazione possono godere a pieno di questa avventura senza tempo.

Il libro si colloca infatti all’interno della collana in CAA che intende allargare le possibilità di fruizione di storie e che comprende anche un volume dedicato a Pinocchio e un volume intitolato Zio Lupo e la furbissima Giricoccola. Esteticamente più appetibile di questi ultimi, I tre porcellini vanta una particolare cura profusa nei testi – che combinano con equilibrio comprensibilità e scorrevolezza, dettagli narrativi e linearità sintattica – e nelle illustrazioni – che con uno stile brioso ma essenziale supportano la lettura, condensando e rispecchiando a dovere gli elementi chiave della storia.

I tre porcellini in CAA nasce da un lavoro sulla fiaba tradizionale che tiene conto delle Linee guida europee per la scrittura accessibile e che opta per l’impiego della collezione di Widgit Literacy Symbols  (WLS) per offrire una traduzione in simboli ricca e articolata. In virtù di questi aspetti il volume risulta mediamente complesso e adatto a lettori non piccolissimi o con un grado di difficoltà comunicative non elevato.

Le parole di Bianca sono farfalle – edizione in simboli

 

Se c’è un libro, tra quelli recentemente pubblicati e rivolti all’infanzia, che celebra il valore delle comunicazione attraverso canali insoliti e la valorizzazione delle abilità di ciascuno, quello è proprio Le parole di Bianca sono farfalle: un albo del 2013 targato Giralangolo che ha avuto un larghissimo successo di pubblico soprattutto per la delicatezza poetica con cui sa dipingere una disabilità (quella uditiva) non molto esplorata dalla letteratura per bambini e ragazzi. Ecco perché l’idea che quello stesso albo possa ora essere tradotto in simboli, grazie al felice progetto de I libri di Camillla, ci pare bellissima e ricca di senso: perché come Bianca intercetta e interpreta con le dita la musica del mondo, così i lettori che beneficiano della CAA hanno un modo a loro volta particolare e del tutto rispettabile di leggere la realtà e le storie.

Il libro di Chiara Lorenzoni e Sophie Fatus sposa insomma perfettamente lo spirito di una collana come I Libri di Camilla, che celebra il principio secondo cui esistono tanti modi di leggere ed esprimersi e che anche i bambini che utilizzano sistemi comunicativi fuori dalla norma hanno diritto di accedere a un immaginario fertile e condiviso, godendo della poesia che nasce dalle parole, dalle immagini e dal loro alchemico incontro. Con la scelta di questo albo come secondo titolo della collana (dopo l’esperienza inaugurale di Che rabbia!), Giralangolo (editore della versione originale del libro) e Uovonero (editore che cura questa versione in simboli) decidono di volare davvero alto e lanciare un bellissima sfida ai lettori che si avvalgono della Comunicazione Aumentativa e Alternativa e una proposta coraggiosa agli operatori che di essi si occupano.

La parole di Bianca sono farfalle è infatti graficamente e concettualmente articolato. Esso si avvale di espressioni metaforiche molto poetiche, propone illustrazioni tutt’altro che didascaliche e opta per una distribuzione testuale piuttosto libera. La versione addattata dal canto suo offre una rielaborazione minuziosa e competente di questi aspetti – rinunciando per esempio alle frasi disposte ad arco o prediligendo strutture sintattiche più lineari laddove quelle di partenza risultino troppo complesse –  ma non stravolge mai il senso e la qualità del volume originale. Davvero l’operazione non era banale ma il risultato è in definitiva un prodotto poetico e al contempo accessibile, non semplice certo  perché ancora forte di sinestesie ed espressioni figurate (ma chi l’ha detto che proprio un libro così non possa essere usato per aiutare a comprenderne il funzionamento?) ma insieme di grande impatto emotivo ed estremamente comunicativo.

Che rabbia!

Dal 2000, quando è stato pubblicato per la prima volta, l’albo Che rabbia! di Babalibri ha subito incontrato il favore del pubblico, riscuotendo un successo che dura ancora oggi: lo dimostrano le numerose ristampe e i frequenti prestiti bibliotecari. Difficile trovare un piccolo lettore che non abbia amato la storia del furibondo Roberto e della mostruosa cosa rossa, personificazione della sua ira, che distrugge tutto ciò che gli capita a tiro. L’albo è infatti costruito in maniera tale da stimolare la più immediata identificazione con il protagonista da parte del bambino e da dare una forma riconoscibile e incisiva a uno dei sentimenti più familiari e difficili da gestire in età infantile.

Per il suo sedicesimo compleanno Che rabbia! indossa un nuovo vestito, arricchendosi di una traduzione in Comunicazione Aumentativa e Alternativa che lo rende accessibile anche in caso di autismo, disturbi della comunicazione, difficoltà di lettura o deficit cognitivi. Pressoché identico all’originale, nella copertina come nell’aspetto interno, il volume amplia le possibilità di lettura senza compromettere la qualità del testo, delle illustrazioni e della loro armonica integrazione. A parte l’aggiunta dei simboli WLS (Widgit Literacy Symbols) al di sopra del testo e alcune minime modifiche alle frasi (finalizzate per esempio a privilegiare l’ordine soggetto-verbo-discorso diretto), questa versione mira proprio a risultare riconoscibile e volendo intercambiabile con quella da cui ha preso le mosse. Perché i bei libri, nel loro complesso e non solo nelle loro componenti singolarmente prese, costituiscono un patrimonio prezioso cui tutti i bambini dovrebbero poter accedere.

Che rabbia!, in questa nuova e importante forma, inaugura la collana di libri in simboli “I libri di Camilla” (Collana di Albi Modificati Inclusivi per Letture Liberamente Accessibili), nata dalla collaborazione tra Uovonero (che cura appunto la traduzione in CAA) e altre otto case editrici per bambini (Babalibri, Sinnos, Kalandraka, Giralangolo, Bohem press, Coccole Books, Topipittori e Lo Stampatello) con lo scopo di allargare le possibilità di fruizione di alcuni degli albi più amati anche a lettori con difficoltà di decodifica testuale.

Pinocchio in CAA

Pubblicato dall’editore ravennate Homeless Books, tradotto in simboli dalla Cooperativa Il cerchio e promosso dall’associazione Fare leggere tuttiPinocchio in CAA propone una versione semplificata e adattata del celebra capolavoro collodiano. Asciugato nel testo e nella trama, il libro curato da Raffaella Di Vaio porta anche i lettori con difficoltà di comunicazione a immergersi nelle avventure del burattino, dando risalto agli episodi principali che lo vedono protagonista con Il Grillo Parlante, Mangiafuoco, Il gatto e la Volpe, Lucignolo e il pescecane. L’intento, ambizioso e ammirevole, è quello di ampliare l’accesso a un patrimonio immaginifico condiviso (e per questo ancor più importante) anche a quei bambini che difficilmente si confrontano con il testo alfabetico ma che con piacere beneficiano di un libro illustrato corredato da simboli.

Il libro, dalla grafica non troppo elaborata, sfrutta i simboli Widgit che garantiscono rispetto ad altri una maggiore versatilità e complessità espressiva e si rivelano pertanto particolarmente adatti a una storia complessa come quella di Pinocchio. Proposto in formato ampio e orizzontale, Pinocchio in CAA presenta testi facilmente comprensibili senza rinunciare a frasi un pochino più articolate. L’attenzione dedicata all’accessibilità emerge soprattutto dalla scelta di un lessico abbordabile e familiare e dall’accordo tra gli a capo e la punteggiatura (punti, virgole, due punti) e  tra gli a capo e l’inizio di frasi coordinate o subordinate.

Il font utilizzato all’interno dei simboli è minuscolo e piuttosto piccolo, il che non rende agevolissimo seguire la lettura. Le immagini a tutta pagina, poste regolarmente sul lato sinistro del volume, risultano molto basiche. Forse non troppo stimolanti per un lettore che bazzichi con disinvoltura nel mondo variegato degli albi illustrati, risultano però efficaci nell’illustrare e sintetizzare gli episodi narrati e nel rendere più facilmente riconoscibili e senza distrazioni personaggi, relazioni ed emozioni, soprattutto per lettori che abbiano poca dimestichezza con questo tipo di pratica.

[Edit] Quattro anni dopo la sua prima pubblicazione, il Pinocchio in CAA di Homeless Book viene riproposto in una nuova veste cartonata, più robusta e appetibile, che ne rende senz’altro più agevole la lettura e la condivisione.

Le due metà del cielo

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Due personaggi (il sole e la luna), due copertine (una notturna e una diurna), due versi di lettura del libro (una dal dritto e una dal rovescio): come anticipa efficacemente il titolo, ne Le due metà del cielo tutto è doppio e solo un opportuno cambio di prospettiva consente di cogliere il pieno significato della storia. Solo capovolgendo il volume, a metà del racconto, è possibile scoprire il segreto della stella e del satellite di cui si narrano i tratti e assistere al loro eccezionale rendez-vous. Da un lato e dall’altro del libro si descrivono infatti proprietà e azioni tipiche dei due corpi celesti – l’uno aiuta i fiori a crescere, è il mago dei colori e vive al caldo, l’altro cambia forma, si nasconde talvolta e fa crescere i capelli – ma solo nella pagina centrale in cui entrambi compaiono si compie la magia dell’incontro. Così, attraverso la storia di due mondi apparentemente inconciliabili e distanti ma in realtà capaci di trovarsi e unirsi, gli autori celebrano il valore dell’integrazione e della differenza.

Il libro, stampato su cartoncino spesso e maneggevole, è pensato per risultare accessibile anche a giovanissimi lettori con disturbi della comunicazione, è un adattamento dell’omonimo volume già pubblicato dall’associazione Need You onlus tra il 2012 e il 2014 in diverse lingue (tra cui l’italiano, il francese, l’inglese, il portoghese e l’arabo) e diffuso gratuitamente in luoghi di accoglienza del disagio infantile. Rispetto alla versione originale, il volume è frutto di un grosso e preciso lavoro di semplificazione e traduzione in simboli WLS (Widgit Literacy Symbols) che un opuscolo allegato spiega sinteticamente come utilizzare. Ricco di immagini metaforiche e personificazioni che possono risultare un po’ difficili per lettori con poca dimestichezza col figurato, Le due metà del cielo risulta dotato di illustrazioni evocative ma al contempo attente a rendere i fenomeni scientifici cui si accenna (dalle fasi lunari alle maree, dalla rotazione dei pianeti all’eclisse). Ne risulta un prodotto non semplicissimo ma significativo sia sul piano didattico sia su quello narrativo.

Il libro è reperibile presso l’associazione Need You onlus e presso alcune sedi convenzionate come la Libreria Terme di Acqui Terme e viene offerto al pubblico a fronte di un’offerta minima volta a coprire le spese di produzione e supportare le iniziative future legate alla pubblicazione.

L’isola di Peter pan

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Il mondo incantato descritto da Barrie, in cui trovano posto Peter Pan, la fatina Trilli, la dolce Wendy e i suoi fratelli oltre a una vasta gamma di personaggi fantasiosi inclusi Capitan Uncino e il famelico coccodrillo, non è certo facile da ridurre ai minimi termini e sintetizzare in una versione semplificata. La cooperativa rietina Puntidivista si è ciononostante cimentata nell’impresa con l’ammirevole volontà di rendere accessibile un immaginario largamente condiviso anche a chi soffre di disturbi dello spettro autistico.

Inserito all’interno della collana “Libreria magicaa”, L’isola di Peter Pan si rivolge perciò, prima di tutto, a bambini con difficoltà di comunicazione e decodifica del testo scritto. Fortemente ridotta, sia nel contenuto che nell’espressione, la storia dell’eterno fanciullo prende forma attraverso i simboli caratteristici della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA – da cui il titolo della collana).

I libretti che compongono la serie sono compatti e resistenti, stampati con colori brillanti su carta plastificata. All’interno dei simboli il testo è maiuscolo per venire incontro alle esigenze di giovani lettori alle prime esperienze e il riquadro dei simboli cambia colore a seconda che si tratti di sostantivi, verbi o altre parti del testo. Tasto dolente sono senz’altro le immagini che corredano il testo: nelle intenzioni sufficientemente semplici da agevolare la lettura in caso di difficoltà, nei risultati eccessivamente spoglie, amatoriali e poco accattivanti.

All’interno del volume sono inserite anche tutte le illustrazioni in formato cartolina e in bianco e nero che i lettori possono autonomamente colorare. Ad esso è inoltre possibile unire, con acquisto separato (3,80 €), una confezione contenente tutti i simboli impiegati per raccontare la storia, utilizzabili per prendere familiarità con il codice simbolico e per giocare a ricostruire la vicenda: una semplice ma utile idea per prolungare il piacere e le possibilità di arricchimento della lettura.

Il ballo di Cenerentola

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Insieme a Biancaneve, Peter Pan e Pollicino anche il personaggio di Cenerentola approda tra le pagine in simboli della cooperativa Puntidivista.

Inserito all’interno della collana “Libreria magicaa”, Il ballo di Cenerentola si rivolge prima di tutto a bambini con difficoltà di comunicazione e decodifica del testo scritto. Raccontata attraverso frasi brevi e un lessico semplificato (per esempio si rinuncia alla figura della matrigna in favore di quella di una più generica cattiva signora), la storia della povera figliastra che riesce ad andare al ballo del principe e a farlo innamorare, prende forma attraverso i simboli caratteristici della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA – da cui il titolo della collana).

I libretti che compongono la serie sono compatti e resistenti, stampati con colori brillanti su carta plastificata. All’interno dei simboli il testo è maiuscolo per venire incontro alle esigenze di giovani lettori alle prime esperienze e il riquadro dei simboli cambia colore a seconda che si tratti di sostantivi, verbi o altre parti del testo. Tasto dolente sono senz’altro le immagini che corredano il testo: nelle intenzioni sufficientemente semplici da agevolare la lettura in caso di difficoltà, nei risultati eccessivamente spoglie, amatoriali e poco accattivanti.

Al volume sono allegate, staccabili, tutte le illustrazioni in bianco e nero che i lettori possono autonomamente colorare.

La mela di Biancaneve

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Tra gli sparuti libri in simboli che il mercato italiano mette a disposizione, sono diversi quelli che attingono al patrimonio di fiabe tradizionali. Causa principale è la difficoltà a ottenere il permesso di tradurre in un codice dalle esigenze piuttosto rigide testi coperti da copyright. Allo stesso modo giocano un ruolo fondamentale l’essenzialità e il carattere asciutto di questo particolare tipo di narrazione, che ben si presta ad una traduzione in simboli. Così accade che, pur nella generale penuria di titoli in CAA, della stessa fiaba possano nascere versioni differenti. È il caso di Biancaneve, che dopo aver trovato posto nel catalogo di Uovonero, viene ripresa e adattata anche da Puntidivista.

Inserita all’interno della collana “Libreria magicaa”, La mela di Biancaneve si rivolge prima di tutto a bambini con difficoltà di comunicazione e decodifica del testo scritto. Raccontata in forma semplice, attraverso frasi brevi e non troppo articolate, la storia della fanciulla avvelenata e dei sette nani, prende forma attraverso i simboli caratteristici della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA – da cui il titolo della collana).

I libretti che compongono la serie sono compatti e resistenti, stampati con colori brillanti su carta plastificata. All’interno dei simboli il testo è maiuscolo per venire incontro alle esigenze di giovani lettori alle prime esperienze e il riquadro dei simboli cambia colore a seconda che si tratti di sostantivi, verbi o altre parti del testo. Tasto dolente sono senz’altro le immagini che corredano il testo: nelle intenzioni sufficientemente semplici da agevolare la lettura in caso di difficoltà, nei risultati eccessivamente spoglie, amatoriali e poco accattivanti.

All’interno del volume sono inserite anche tutte le illustrazioni in formato cartolina e in bianco e nero che i lettori possono autonomamente colorare. Ad esso è inoltre possibile unire, con acquisto separato (3,80 €), una confezione contenente tutti i simboli impiegati per raccontare la storia, utilizzabili per prendere familiarità con il codice simbolico e per giocare a ricostruire la vicenda: una semplice ma utile idea per prolungare il piacere e le possibilità di arricchimento della lettura.

Il gatto carboncino

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Quella del gatto Carboncino è una storia semplice con protagonisti un bambino e un micio. Il primo trova il secondo per strada, gli si affeziona, lo porta a casa, viene sgridato dalla mamma che non vuole animali in casa ma che finalmente si ricrede quando il nuovo arrivato fa scappare uno sgradito topo.

Lo sviluppo lineare, la presenza di un numero molto contenuto di personaggi e il ricorso a testi elementari rende abbordabile la comprensione dei fatti, anche in presenza di difficoltà cognitive o di decodifica del testo. In entrambi i casi, risultano di supporto i simboli impiegati dalla casa editrici per raccontare la storia e ispirati al sistema WLS (Widgit Literacy Symbols). Il volume rientra non a caso all’interno della collana Libreria magicaa che ricorre all’utilizzo della Comunicazione Aumentativa e Alternativa per offrire occasioni di lettura fruibili anche in caso di disturbi della comunicazione.

Il volume de Il gatto carboncino si presenta maneggevole e robusto, grazie alle pagine spesse e  plastificate. Di minore qualità, invece, le illustrazioni che corredano regolarmente il testo. Benché utili nell’agevolare la comprensione del testo, non spiccano infatti per personalità e attraenza.