Le parole scappate

Due patologie differenti: Alzheimer e dislessia. Due età opposte: un’anziana e un bambino. Due difficoltà distanti: decifrazione e ricordo. Le caratteristiche di Mariadele e di suo nipote non potrebbero sembrare meno ravvicinabili. Eppure…

Con Le parole scappate, Arianna Papini immagina e fa immaginare come possano convergere storie apparentemente diverse e prive di un binario comune. Attraverso un racconto poetico e essenziale e illustrazioni dal tratto marcatamente poetico, le parole si scoprono infatti elemento  di incontro tra una nonnaa che difetta nella memoria e un ragazzino che stenta a leggere correntemente.

In entrambi i casi le parole si fanno protagoniste di perdite, di mancanze e talvolta di autentiche forme di sofferenza, ma diventano al contempo anche stimolo e strumento di riscatto. La narrazione, verbale e più genericamente artistica, diventa in effetti una possibilità di contatto attraverso la quale nonna e nipote trovano una personale e condivisa strada per l’accettazione di sé.

 

Sii amorevole con Eddie Lee

Sii amorevole con Eddie Lee”, è il monito che Christy si sente ripetere dalla mamma ogni volta che esce a giocare. E lei lo sarebbe anche amorevole con Eddie Lee, ma chissà cosa penserebbe, poi, quel bulletto di JimBud se la vedesse divertirsi con quello strano bambino così tozzo e malfatto, dagli occhi un po’ a mandorla e i movimenti impacciati. Così capita che Christy faccia finta di non sentire e lasci che Eddie Lee, pur così gentile e delicato nei suoi confronti, resti in giardino da solo mentre lei e JimBud se ne vanno al fiume.

C’è poca attenzione e tanta scortesia verso questo bambino down. Ma il suo desiderio di condividere scoperte e avventure con i coetanei si mescola con un’ingenua garbatezza nei confronti di qualunque persona, gentile o prepotente essa sia. Nulla importa, perciò, che JimBud l’abbia scacciato via con un ruvidissimo “Sciò”. Varrà lo stesso la pena di svelare a lui e Christy quei segreti del lago che solo lui ha scoperto e conservato.

Le delicatissime uova di rana che si nascondono tra le ninfee e che proprio una mano così goffa ha saputo trovare, diventano allora ancor più preziose poiché svelano come il pregiudizio possa sciogliersi con incredibile semplicità, laddove le acque smosse di un fiume aiutano a rendere ogni viso simile e incantevole nella sua imperfezione.

Il grande cavallo blu

Ci sono, in questo libro, cavalli amici dei bambini e uomini trottola che passano il loro tempo a ruotare. Ogni cosa e ogni persona non ha insomma un solo volto ma cambia aspetto a seconda dei punti di vista: il cavallo è, sì, un cavallo ma per il protagonista Paolo è davvero un amico, il solo che ha tra le mura dell’ospedale psichiatrico di Trieste dove lavora sua madre; e l’uomo trottola crede, sì, di dover ruotare su se stesso tutto il giorno ma è davvero un uomo, almeno per chi lo sa vedere come tale. Come il dottor Basaglia che, quando arriva nell’ospedale della città, prova a restituire ai malati psichiatrici quella dignità umana che era stata loro tolta e che si scopre non avere granché a che fare con la necessità di annullarli e tenerli rinchiusi in una struttura alienante.

Chi sia Basaglia e quale sia la sua vicenda, l’autrice non lo racconta ai giovani lettori (anche se la maggior parte di loro non ne ha probabilmente mai nemmeno sentito il nome), ma lo suggerisce attraverso parole e immagini evocative che trovano il loro simbolo in un grande cavallo blu che rompe le porte pur di riuscire a uscire in strada per celebrare l’apertura dell’ospedale. Perché in questa faccenda, i simboli sono forse più importanti della comodità pratica, i fatti sono più importanti dei nomi e le storie sono più importanti delle diagnosi.

Ciò che Orecchio Acerbo propone al suo pubblico è non a caso un libro insolito che prima di tutto  tocca, emoziona, turba e scombussola. Un libro coraggioso che decide di raccontare un tema difficile e che soprattutto decide di farlo con una delicatezza e una forza che raramente sanno convivere così naturalmente. Non escono risposte o giudizi, dalle pagine, ma suggestioni e speranze sì: merito delle immagini sfumate e sfuggenti ma capaci di lasciar un segno incisivo firmate da Maurizio Quarello e delle parole  pesate come gemme preziose da Irène Cohen-Janca e tradotte con la stessa cura da Paolo Cesari. Come tele, le pagine si animano di forme espressive che si intersecano in un gioco mai scontato di grassetti, maiuscoli, spaziature e invasioni spaziali che più di ogni altra cosa sanno modulare una melodia malinconica e gioiosa insieme.

Il trattamento Ridarelli

 

E’ una storia semplice, quella dei Ridarelli. Ed è una storia strepitosa come solo le storie semplici, a volte, sanno essere. Racconta di creature bizzarre e divertenti – i Ridarelli appunto – che difendono i bambini vittime di ingiustizie da parte degli adulti, collocando sulla via di questi ultimi una cacca di cane puntualmente raccolta e posizionata. Una giustizia spiccia e incisiva, insomma, che scatena sorrisi di portata portentosa al solo sentirla raccontare. Ma cosa succede se un “errore giudiziario” porta il signor Smack, assaggiatore di biscotti e padre buonissimo, sull’odorosa via del trattamento? Una rincorsa senza eguali toccherà di certo ai suoi figli e al cane Roger per evitargli la temibile e puzzolente punizione…

In questo suo primo lavoro per ragazzi, Roddy Doyle si dimostra esilarante, sottile e avvincente come pochi. E quando un autore non è bravo ma di più – quando addirittura è “un genio”, come J.K. Rowling ha definito l’inventore dei Ridarelli – è proprio un peccato non permettere a qualcuno di conoscerne l’opera ed immergervisi fino alle orecchie. In questo senso la scelta della Emons di proporre testi come Il trattamento Ridarelli in versione audiolibro appare davvero provvidenziale. Gli audiolibri sono infatti uno strumento prezioso per chi non ama, non riesce o non può leggere. Essi danno voce quindi – è il caso di dirlo – alle esigenze non soltanto di chi ama sentirsi raccontare le storie ma anche di chi, cieco, ipovedente o con difficoltà di lettura, trova nelle parole recitate una porta indispensabile di apertura immaginaria.

Il meraviglioso mago di Oz

Semplicità ed efficacia sembrano comporre, ancora una volta, il motto della casa editrice Biancoenero, sempre attenta alle esigenze che i diversi lettori possono avere di fronte a uno specifico libro: esigenze di lettura, esigenze di comprensione ma anche esigenze estetiche.

Così nasce, per esempio, Il meraviglioso mago di Oz che unisce una copertina attraente dai colori caldi, una versione adattata del testo originale di Lyman Frank Baum, un carattere tipografico appositamente messo a punto per agevolare i casi di dislessia e un CD MP3 per seguire il testo con meno fatica. L’ascolto viene perciò a supportare la vista o a invitare alla lettura coloro che a scorrer le righe scritte proprio si annoiano.

Si percepisce, dunque, lo sforzo di trasformare l’accessibilità in un obiettivo concreto attraverso la sinergia tra mezzi, codici e stratagemmi differenti. Ciascuno può cioè, scegliere di affidarsi alla sola lettura semplificata, al solo riposante ascolto o alla combinazione dei due percorsi, inseguendo, a suo modo e con il suo passo, il leone senza coraggio, lo spaventapasseri senza cervello e l’omino di latta senza cuore.

Le avventure di Itamar

Un’ora tonda tonda per godersi un lettura appassionata e convincente. A coccolare le orecchie dei bambini (e non solo, a dire il vero!) sono la voce di Pierfrancesco Favino e le parole di David Grossman. Impeccabili entrambe. L’audiolibro de Le avventure di Itamar, inserito nel catalogo della casa editrice romana Emons, è dunque una proposta stuzzicante e inusuale che ridona vita a una delicata raccolta di racconti pubblicati per la prima volta, in cartaceo, più di vent’anni fa.

La riscoperta non lascia delusi. Nonostante abbiano superato la maggiore età, i racconti di Grossman conservano una rara capacità di conciliare uno stupore delicato e un umorismo sottile, che solo chi sa ricordare come si guarda il mondo da bambini può trasformare così abilmente in parole. Al fianco di un protagonista come Itamar, con le sue paure, le sue fantasie, le sue scoperte e i suoi desideri, ci si addentra in territori in cui ciascuno può facilmente trovare frammenti e sfumature della sua infanzia, presente o passata.

Favole

Nuova vita per favole antiche. La voce roca e dal sapore toscano dell’attore Marco Messeri riscopre, infatti, e fa riscoprire quelle favole di La Fontaine insieme un po’ polverose e un po’ intramontabili. Sfidano il tempo e le difficoltà di lettura questi intensi racconti mai più lunghi di quattro minuti e tredici, riportando alle orecchie una melodia e una morale ironica in parte dimenticate.

Utile per dare un tono diverso a storie del patrimonio comune e per garantire una maggiore accessibilità ad un classico spesso impiegato nelle scuole, l’audiolibro delle Favole diviene uno strumento prezioso e consigliabile. Tutto il cinismo, la criticità e l’umorismo dell’intellettuale secentesco sono infatti valorizzati dal ritmo e dall’intonazione che Masseri dedica loro.

Così, le vicende di rane che vogliono diventar grosse come buoi, di carrettieri impantanati, di corvi che imitano le aquile e di lupi travestiti da pastore si susseguono come tessere di un irresistibile mosaico naturale e umano, insospettabilmente capace di incuriosire pubblici di età differenti.

Nikolasa. Avventure e sventure

Bernardo Atxaga è forse il più celebre scrittore basco contemporaneo, noto ai lettori adulti soprattutto per le sue Storie di Obaba. Un’inconfondibile sfumatura magica caratterizza tutti i suoi testi, compresi gli innumerevoli racconti scritti per l’infanzia. Tra questi, la casa editrice Angolo Manzoni ha scelto Nikolasa. Avventure e sventure per inserirlo nel suo catalogo di libri che non solo solleticano ma agevolano anche, il più possibile, la lettura.

Le strampalate imprese dell’impavida Nikolasa in cui spuntano un fratello aviatore colto da sonno profondo, una lettera pesantissima carica di fatture e un’improbabile Grande Gara della Carota, sono infatti stampate in carattere Easyreading, per contrastare le difficoltà causate dalla dislessia, e in corpo 16, per favorire la distinzione dei caratteri anche in caso di ipovisione.

Ma non è tutto. Il volume è infatti accompagnato da un cd audio che amplia notevolmente le possibilità di accesso alle vicende narrate, permettendo di ascoltare la storia fin dall’inizio o quando lo sforzo della lettura inizia a farsi pesante. Ciliegina sulla torta: stampa e registrazione sonora prevedono anche la versione originale spagnola per chi proprio voglia fare dell’immersione nel testo un’esperienza a 360°.

Kahuna. Alla scoperta della terra cava e delle tavolette rongo rongo

La prima cosa che si nota di questo libro per bambini è senz’altro la mole: le sue 544 pagine lo rendono infatti particolarmente corposo e fanno del CD che porta in allegato una risorsa appetibile e interessante. Kahuna. Alla scoperta della Terra Cava e delle tavolette rongo rongo, edito dalla Angolo Manzoni, prevede infatti che il lettore possa affidarsi all’ascolto per seguire le peripezie di Luna, peraltro scritte in carattere EasyReading che agevola la lettura dei bambini dislessici.

Magnifico! Questa del CD e del carattere speciale è senza dubbio un’opportunità ben spesa poiché il libro si legge piacevolmente, come dimostrano i molti premi attribuitigli. Quello che il lettore vi trova è un’accattivante miscela di avventura, storia, magia e mistero: la protagonista gode infatti del potere di comunicare con gli animali che la porterà a scoprire una terra nascosta, a decifrare una lingua sconosciuta e a esplorare luoghi affascinanti insieme al suo inseparabile opossum José. La mole del libro o la durata dell’ascolto valgono dunque la pena, soprattutto per chi sa apprezzare le storie dense e appassionanti.

Brevissima storia di una bambina e di una gatta che volevano vivere aggrappate alla luna

Che ci voglia carattere per affrontare temi delicati come la malattia è fuor di dubbio e la Brevissima storia di una bambina e di una gatta che volevano vivere aggrappate alla luna pare condensare al massimo quest’idea. Edito dalla Angolo Manzoni e vincitore 2010 del premio Cassa di Risparmio di Cento, il libro di Gianpiero Scalia unisce infatti un carattere tipografico speciale – con stampa in corpo 16 e in font Easy Reading, supportata dalla disponibilità del testo su CD MP3 – e un carattere stilistico vigorosamente delicato visto l’argomento e il pubblico di riferimento.

Si rende così ampiamente accessibile – anche in caso di dislessia o problemi di vista – un racconto denso come il miele ma fortunatamente non altrettanto sdolcinato, che affronta la malattia con gli occhi e con la voce coraggiosi della bambina che ne è affetta. Qui trovano posto marionette, dottori, amici e giocattoli mescolati a questioni ingombranti dall’anima alla morte e dall’amore alla religione: il tutto in un flusso mai fuori dagli argini nonostante l’impeto dei sentimenti che rende la lettura adatta a ragazzi dallo sguardo profondo e non velato.

Dalla parte delle sorellastre

I personaggi sono buffi, lo stile è divertente e il ritmo è incalzante. Ma soprattutto il carattere è leggibile, l’impaginazione è pulita e il testo è comprensibile. Ecco perché il libro di Kaye Umansky vale bene una segnalazione: perché fa parte di un progetto interessante, realizzato da Biancoenero edizioni e Sinnos editrice, per la promozione della lettura tra i ragazzi con difficoltà.

I libri della collana Leggimi! uniscono infatti la selezione di storie appassionanti o spassose all’attenzione per i dettagli tipografici che agevolano il flusso naturale della lettura. L’interesse che nasce da un racconto ben scelto e l’aiuto che viene dall’uso della carta opaca, del font speciale leggimi.oft, delle frasi brevi e dell’interruzione di riga in base al ritmo della narrazione, favoriscono così un rapporto meno conflittuale con l’oggetto libro e con le scoperte che esso racchiude. La collana Leggimi! comprende ad oggi 13 titoli e si inserisce nel progetto Alta Leggibilità insieme alla collana Raccontami, composta di audiolibri.

In questo modo, un testo come Dalla parte delle sorellastre, tutto giocato su una versione inedita e insolita della storia di Cenerentola, finisce per acquistare un valore molteplice. Quella stramba vicenda della scarpetta, del ballo e del principe azzurro, raccontata dalle sorellastre di Cenerentola –  Lardina e Angula -, genera infatti un piacere di lettura insolito cui gli accorgimenti tipografici spianano la strada ed accentuano gli effetti. Il divertimento che nasce dall’humour e dalla penna strampalata della Humansky scorre forse, così, un po’ più fluido, qualunque bambino si appresti a scoprirlo.

Il giovane Dracula

Un libro leggero, nel peso e nella sostanza, per dar battaglia all’idea che la lettura debba sempre essere un peso. Immaginando la storia del giovane Goffredo, figlio del memorabile e spaventevole Conte Dracula, Michael Lawrence propone anche ai lettori meno esperti e spigliati un momento di svago narrativo affrontabile e gradevole.

Grazie anche agli accorgimenti caratteristici della collana Leggimi!, messa a punto da Biancoenero e Sinnos, gli occhi scorrono infatti più agevolmente sulla pagina: l’impiego di carta color avorio, la preferenza di capitoli, paragrafi e frasi brevi, l’uso di un font appositamente studiato e la distribuzione del testo secondo il ritmo del racconto, affaticano meno la vista e la mente, soprattutto ma non solo di chi risente della confusione di lettere e segni grafici.

Scoprire, così, quali segreti nasconde la famiglia del noto vampiro e quali inattese e dissacranti avventure attendono il suo rampollo non finisce per succhiare il sangue (e le energie!) di chi si cimenta nella lettura!

Pela la mela e bela

Parola d’ordine: lettura divertente. Pela la mela e bela si presenta infatti come una raccolta curiosa, singolare e avvincente di storie spassose, il cui senso-non senso trova sempre un appiglio nei suoni e nelle suggestioni ad essi correlate. Accade così che il fondamento educativo e riabilitativo su cui poggia il libro, pensato per agevolare il lavoro terapeutico sui disturbi fonologici nei bambini, finisce per scomparire del tutto agli occhi dei lettori, ben sovrastato da una proposta di lettura solida, autentica e coinvolgente.

Dalle sfilate della mucca Carolina alle danze del gallo Gugu, passando a tutta birra per le bolle che un giorno invasero il cielo di Roma, ci si trova catapultati in una girandola di invenzioni fantastiche tutte nate dal potere evocatore della parola. Pela la mela e bela, oltre a dare il titolo al volume e a inaugurare una serie di libri preziosi marchiati Sinnos Editore, diventa così una vera e propria formula magica capace di far scaturire emozioni e occasioni di comunicazione del tutto inaspettate.

Pinocchio ed. CAM

Tutti conosciamo la storia di Pinocchio, ma conoscerla e leggerla da sé non sono esattamente la stessa cosa. Leggerla da sé significa anche, infatti, padroneggiare le strutture del testo che la racconta distinguendo agevolmente i diversi elementi che lo compongono e il ruolo che essi svolgono al suo interno: operazione piuttosto immediata in condizioni consuete di percezione e apprendimento ma non in caso di sordità. Questo handicap non coinvolge, infatti, il solo senso dell’udito ma implica difficoltà anche nella comprensione dei testi scritto.

È con questa consapevolezza, dunque, che nasce un libro come Pinocchio, messo a punto dalla Cooperativa Allegro con Moto. La celeberrima storia di Collodi è infatti qui rivista e adattata affinché le frasi risultino più semplici e affinché i loro meccanismi di coesione siano marcati visualmente. Frecce, colori e font differenti sono perciò impiegati per agevolare il riconoscimento di connettivi, possessivi ed elementi grammaticali diversi cosicché il piacere della lettura si renda accessibile anche grazie al pieno possesso del testo.

Il principe

Ci sono tutti gli ingredienti fondamentali di una fiaba tradizionale in questo libro: dal principe che dà il titolo al volume alla bella di cui è innamorato, dalle prove che deve superare agli oggetti magici in cui incappa, dalla foresta incantata in cui si imbatte al lieto fine che lo aspetta. Ma c’è anche qualcosa in più. Tutti questi elementi sono, infatti, resi accessibili anche ai bambini ciechi grazie alla stampa in braille e all’utilizzo della tecnica del collage materico.

Come le precedenti, quest’ultima pubblicazione a cura de L’Albero della Speranza non rinuncia all’accessibilità tattile dei suoi contenuti, tanto testuali quanto iconici, proponendo un albo suggestivo nella sua semplicità di esplorazione. Il solido castello con i suoi merli, i soffici abiti di panno, l’irregolare terreno al di sotto dei ruvidi tronchi d’albero che infittiscono la foresta amplificano, infatti, la magia della storia consentendo di entrarvi anche in punta di polpastrello. Il risultato è senz’altro piacevole e facilmente condivisibile, presupposti indispensabile per una autentica esperienza di integrazione.

Mossy Trotter

Una giostra di personaggi scombinati e un vortice di guai domestici trasformano le giornate di Mossy in un’avventura a tratti elettrizzante e a tratti terrificante. Ci sono di mezzo una sorellina e un nuovo pupo in arrivo in famiglia, una mamma dalle amiche a modino, un nonno che fa bere birra allo zenzero con inaudita nonchalance, e un primo amore dai tratti inaspettati. A quindici giorni dal suo ottavo compleanno, il protagonista si trova invischiato in una serie infinita di vicissitudini che sanno di ginocchia sbucciate e brutti quarti d’ora, e assapora pomeriggi all’insegna di paghette da spendere al negozio di caramelle, discariche piene di tesori da scovare, pasticcini con la scritta di glassa, esperimenti coi trampoli e trappole per conigli.

Quella di Mossy, insomma, è la storia di un bambino dalla fantasia allenata, dalla lingua lunga e dalle gambe impazienti: la storia di un bambino che per interessi e preoccupazioni appare decisamente retrò, ma che con attualissima naturalezza riesce a suscitare il senso di curiosità e il gusto per la marachella del lettore più moderno. Nato nel 1967 dalla penna della scrittrice Elizabeth Taylor, il personaggio di Mossy è stato recentemente riscoperto, rispolverato e riproposto dalla Biancoenero Edizioni, guadagnando non a caso una prestigiosa candidatura al Premio Andersen 2012, nella categoria 9-12 anni. Le sue sono insomma avventure piacevolissime che, stampate peraltro in carattere ad alta leggibilità, risultano davvero godibili ad ampio raggio.

Il paese di Chicistà

Quando la penna è quella di Roberto Piumini raramente si resta delusi così la levità, il ritmo e la trasparenza poetica che l’autore sa infondere al racconto rapiscono con pacata gentilezza anche il lettore di questa storia. Questi segue infatti, come attratto da un pifferaio magico, il viaggio di Chiara e Tommaso nel paese di Chicistà e nella sottile metafora dell’inclusione che esso svela.

Qui si incontrano personaggi bislacchi, ciascuno fatto a suo modo e come tale ben accetto dai concittadini. I Dammideltu, i Pastabianca, i Senzaperché e i Cantabruno, per esempio, sfoggiano ciascuno i suoi tratti peculiari come pezzetti di una filastrocca incantevole e irresistibile. Qui trovano dunque posto i due visitatori e i loro amici Claudio, Simone e Arianna anche se battono ostinatamente con un pestello o sferruzzano senza posa una sciarpa.

Liberati dal controllo degli astrusi Biscabalurda il cui solo interesse sono sterili classificazioni, questi bambini particolari possono infatti trovare il loro posto a Chicistà, non più segregati al di là di un muro che divide ma al contrario uniti da un interminabile filo che abbraccia.

Clara va al mare

Svestirsi per un attimo dei propri panni quotidiani per indossare quelli di Clara, scostarsi un poco dal proprio modo di guardare al mondo per assumere lo sguardo ingenuo e ostinato di questa ragazzina down. Qui sta il segreto di Guido Quarzo: nella capacità di usare parole autentiche per fare di una storia semplice una vera avventura, catapultandoci dal di dentro nei sentimenti più schietti che animano la bambina.

C’è meraviglia, infatti, in questo racconto, ci sono rabbia, curiosità, fastidio, affetto, soddisfazione e paura anche se non si narra che di Clara e della sua decisione improvvisa di andare al mare. Sola, in un giorno di sole, la bambina prende un treno e raggiunge le onde, circondata e stuzzicata dagli approcci impacciati delle persone che incontra e dal confronto diretto con le sfide del mondo aperto.

Approcci e sfide che fanno della sua giornata un lungo momento di vita piena su cui questa lettura apre un profondo e limpido squarcio.

Amelia e Zio Gatto. Indagine alle PMI

Un bambina e un gatto dotato di gilet come zio. La premessa del libro di Anna Lo Piano non è certo consueta e il prosieguo del volume ha il merito di tenerle fede. Amelia e Zio Gatto. Indagine alla PMI è infatti un avvincente racconto per ragazzi, fitto di mistero, suspance e avventura.

Spuntano qua e là personaggi bizzarri che aggiungono un tocco di umorismo alla vicenda permettendole di affrontare, senza renderli pesanti, temi di scottante attualità come l’ecologia. La realtà entra così nelle indagini condotte dalla improbabile coppia investigativa che si muove senza indugio negli ambienti televisivi e dei nuovi media.

Il libro, reso accattivante anche dalle illustrazioni firmate da Chiara Nocentini, vanta inoltre il merito di ampliare la gamma di titoli accessibili in caso di dislessia. Adottando il carattere ad alta leggibilità (Leggimi!) anche in questa nuova serie, Sinnos rinnova così, una volta di più, il proprio sostanzioso impegno in favore della lettura aperta anche a chi sperimenta delle difficoltà nella decifrazione dei caratteri stampati.

La voce dei colori

Aprite l’albo illustrato firmato, nei testi come nelle immagini, da Jimmy Liao, e mettete in conto che una sola lettura non sarà sufficiente. Unico, delicato e caleidoscopico, questo libro saprà togliervi il respiro ad ogni pagina come se vi facesse immergere in un mondo di volta in volta sempre nuovo. Un mondo in cui realtà e fantasia si sovrappongono, si mescolano, si intersecano e si influenzano come in un continuo gioco di specchi e di illusioni ottiche.

E non è forse un caso, se l’autore insiste nel giocare così sottilmente con la vista, le sue suggestioni e i suoi inganni: l’intero volume segue infatti in punta di piedi l’intimo viaggio real-immaginifico di una ragazzina divenuta cieca. Dove finisce la percezione e dove inizia la sua rielaborazione fantastica? A ciascuno, l’onere e l’onore di stabilirlo, uscendo e rientrando al fianco della protagonista da stazioni della metropolitana zeppe di dettagli in cui smarrirsi senza posa.

Si riemerge così da un viaggio perfettamente compiuto nella sua imprevedibile giustapposizione di quadri che rende tangibile come la pacata poesia possa rivelarsi, in definitiva, a dir poco strepitosa.

Supercloze. parole in fuga

Programma per la preparazione di cloze. Vengono proposti tre ambienti:1. creazione del testo: è possibile digitarlo direttamente o importare file TXT; 2. creazione del cloze: il programma consente di nascondere una o più parole (o parti di parola) del testo, associando eventualmente una definizione o un sinonimo a ogni parola nascosta; 3. gioco: permette di risolvere i cloze, precedentemente creati. Per la risoluzione del gioco, il bambino può avvalersi di aiuti di diverso genere: sinonimi, definizioni, apparizioni di singole lettere o pezzi di frase per scoprire le parole nascoste. Il gioco è pensato per bambini dai 6 ai 14 anni.

Buttati, Bernardo!


Libri smilzi, da fuori e da dentro: ecco come appaiono Buttati Bernardo! e gli altri titoli di “Zoom”, la collana fresca di stampa dai tipi della Biancoenero. Sottili nel formato, leggeri nell’impaginazione, essenziali nel carattere e spensierati nel contenuto, questi volumi centrano in pieno l’idea racchiusa nel nome della collana: che la lettura, cioè, possa essere avvicinata, con opportuni accorgimenti, anche ai lettori più restii.

Alla scelta di storie fresche e di ritmi frizzanti, appetibili per ogni pubblico giovanile, i libri della “Zoom” aggiungono, in particolare, una cura tipografica non comune – fatta di font speciale, spazi ampi, carta color crema e righe irregolari – che strizza l’occhio a chi suda sette camicie di fronte ai libri tradizionali, per problemi di vista, di dislessia o di semplice estraneità alla lettura.

In questo modo le avventure di Ester e Bernardo, alle prese con una zia maniaca delle pulizie, un terribile maestro di nuoto e una strega alla ricerca della sua scopa magica scivolano via lisce lisce lasciando un sorriso sulle labbra e la soddisfazione di una lettura abbordabile.

L’ultimo elfo

È fresca di stampa – o meglio di registrazione – una delle proposte più interessanti della Emons audiolibri: si tratta de L’ultimo elfo scritto da Silvana De Mari e pubblicato nel 2004 dalla Salani. La proposta è, nella fattispecie, interessante perché ribadisce a gran voce l’importanza di rendere accessibili ai bambini ciechi, ipovedenti o con difficoltà di lettura, non soltanto i testi strettamente indispensabili alla loro formazione scolastica ma anche le storie che ne consentono lo svago più puro e il confronto con i compagni.

L’ultimo elfo è infatti, originariamente, un libro che ha riscosso un grande successo tra i ragazzi delle scuole elementari e medie ai quali è rivolto oltre che tra i critici che gli hanno attribuito il prestigioso premio Andersen. Esso offre, in particolare, una combinazione sapiente di avventura, invenzione, magia e coraggio che ne fanno uno dei romanzi fantasy italiani più degni di nota. Quella stessa combinazione, d’altra parte, si svela al lettore grazie ad uno stile evocativo e coinvolgente che ben si presta a solleticare le orecchie quando a leggere il racconto è la voce suadente della cantante Mietta.

Le macchine fantastiche di Bubus

Evviva! Con il libro di Franco Signoracci si palesa chiaramene come l’efficacia di un racconto possa superare di gran lunga quella di una spiegazione, anche e soprattutto a proposito dell’handicap. Ma attenzione, non un racconto-che-poi-non-è-mica-davvero-un-racconto-perchè-in-realtà-insegna-qualcosa. Un racconto e basta. Un racconto in cui la protagonista, Enrica, può viaggiare in sella alla sua sedia a rotelle senza dover per questo implicare vicende ad hoc pro riflessioni moralistiche o tentativi di riscatto.

Il modo in cui Enrica si sposta è, infatti, solo una delle sue caratteristiche, senz’altro non l’unica o quella totalizzante. Essa comporta certo delle difficoltà significative rispetto all’avventura narrata ma lo fa nella maniera in cui potrebbe farlo qualsiasi altro tratto di un protagonista, dalla curiosità all’essere secchioni, dall’amore per gli animali all’esser figli di Madonna.

La disabilità di Enrica, semplicemente, viene integrata nel racconto così come nella vita del personaggio, senza cioè che le sue implicazioni appaiano ignorate o, al contrario, amplificate. E questa ci pare un’ottima cosa, là dove si voglia trovare in un libro uno strumento di integrazione: quel che si vede qui è, infatti, che una ragazzina disabile può essere protagonista di una storia non tanto perché disabile quanto piuttosto perché ragazzina.

Peccato l’autore scivoli qua e là sullo sdrucciolevole terreno narrativo, svelando precipitevolmente il gustoso mistero delle macchine di Bubus o scegliendo un rapido finale tutto miele modello “il bullo cattivo che si innamora della buona protagonista”. Ciò non toglie, tuttavia, che il libro nasca e suggerisca a sua volta spunti interessanti e si snodi con uno stile piuttosto ironico e frizzante.