Leggere l’inclusione – Albi illustrati e libri per tutti e per ciascuno

Letture consigliate

A cura di Enrico Angelo Emili, Vanessa Macchi

Leggere l’inclusione è un saggio, formato da contributi di diversi autori, che introduce il lettore al mondo dell’editoria accessibile. Nel libro si sottolinea con forza che tale tipo di editoria, per potersi definire inclusiva, deve sposare i principi dell’Universal Design for Learning: per ricomporre la cesura fra i lettori con una disabilità e gli altri lettori, un libro accessibile deve cioè essere utilizzabile e attrattivo anche per chi non presenta una disabilità. Ad esempio, un libro scritto in braille deve contenere anche il testo alfabetico, in tal modo quel testo può essere utilizzato da chiunque.

Gli autori esaminano le varie tipologie di libri accessibili, ma innanzitutto sottolineano con forza l’importanza e la bellezza della lettura, ricordando come essa sia un diritto di tutti. In caso di disabilità la lettura viene spesso bistrattata o non la si considera particolarmente rilevante, se messa a confronto con le problematiche che la persona disabile si trova a dover affrontare. Qui tale visione viene confutata e rovesciata per ribadire i molteplici motivi per cui il bambino che presenta una disabilità non possa e non debba assolutamente rinunciare alla lettura, uno degli strumenti principi per la crescita dell’individuo e per la sua inclusione.

Leggere l’inclusione si concentra prevalentemente sulla letteratura per l’infanzia: William Grandi, analizza come è stato trattato il tema della disabilità in questo tipo di letteratura dall’Ottocento ai giorni nostri. Marta Teresa Trisciuzzi porta alcuni esempi, che spaziano dal cinema per ragazzi alla letteratura rivolta a questa fascia di età, dai più conosciuti ai meno noti, in cui le differenze vengono fortemente valorizzate in modo non banale e scontato. Silvana Sola propone una serie di libri, nazionali e internazionali, che non possono mancare in una biblioteca inclusiva “che raccolga buoni libri, edizioni di particolare qualità visiva e testuale accanto a libri realizzati per rispondere a bisogni speciali. Libri nei quali si intrecciano storie e figure capaci di muovere l’immaginario, di parlare a bambini e ragazzi invitandoli a cogliere la complessità di una vita nella quale normale, diverso, unico, uguale, sono termini che si alternano senza creare gerarchie, ognuno con il proprio significato specifico, che può anche diventare altro a seconda dei contesti, delle narrazioni”.

Marcella Terrusi introduce i libri senza parole, ovvero quelli che raccontano una storia esclusivamente tramite immagini: libri che possono avere gradi di complessità molto diversi e che possono anche servire a fare emergere le voci di quei bambini del gruppo classe che di solito non si esprimono. Vanessa Macchia riflette sul valore altamente inclusivo del Kamishibai. Questa tecnica nasce in Giappone alla fine degli anni ’20 del secolo scorso: un cantastorie itinerante raccontava delle storie per bambini con l’uso di disegni eseguiti su cartoni. Andato in disuso quando si è diffusa la TV, il kamishibai sta tornando in auge nelle scuole, perché, oltre a stimolare la creazione di una storia, favorisce il consolidarsi di legami all’interno del gruppo classe e permette a quei bambini che fanno fatica a leggere di giocare ad armi pari con gli altri. Inoltre, essendo uno strumento particolarmente duttile, si può facilmente adattare, ad esempio, ai bambini con bisogni comunicativi complessi.

Enrico Angelo Emili si occupa di dislessia e illustra le varie modalità per facilitare la lettura a chi sperimenta questo disturbo. Inoltre, propone alcuni libri che hanno come protagonisti persone con dislessia e scritti di personaggi famosi che raccontano la propria esperienza.

Moira Sannipoli discute dei libri in simboli. Questa tipologia viene usata generalmente con bambini che non riescono ad accedere ad un sistema simbolico così strutturato e complesso come quello alfabetico. Enrica Potato approfondisce il tema dei libri tattilmente illustrati: libri che aiutano i bambini non vedenti, attraverso immagini in rilievo, a formarsi una rappresentazione della realtà e favoriscono la relazione con i coetanei e con i propri genitori. Purtroppo, questo tipo di letteratura non è molto diffusa a causa degli eccessivi costi di produzione.