Di che colore è il vento

Recensione pubblicata il: 16/12/2015

Autore Anne Herbaut Illustratore Anne Herbaut Editore Gallucci Paese di pubblicazione Italia ISBN 9788861458741 Anno 2015 Numero di pagine 48 Prezzo 24,00 €

Fascia d'età 6-8 anni 9-11 anni Sezione Libri sulla disabilità

Si parla di Disabilità visiva

[usr=4,5]

Di libri che raccontano la cecità attraverso l’espediente dei colori e della loro rappresentazione nella mente di chi non vede ce ne sono diversi (tra questi, per esempio, Il libro nero dei colori o Marcolino, Ciccciopalla e la voce dei colori) ma quello di Anne Herbauts, recentemente pubblicato da Gallucci,  è senz’altro uno dei più suggestivi e riusciti perché fa dell’interrogativo il pretesto per un’esplorazione sensoriale ricca e poetica della natura. Protagonista di Di che colore è il vento? è un piccolo gigante che si pone proprio la domanda riportata dal titolo e che si avventura per il mondo per trovare una risposta. Il suo è un lungo cammino durante il quale, con naturale spirito animistico, interpella animali e cose traendo da ciascuno una personale interpretazione: tutte stimolanti e ben accolte, nessuna giusta o sbagliata. La sua ricerca diventa così un catalogo variegato di esperienze in cui il vento assume l’odore brusco del bosco (a detta del lupo), l’aspetto di tende, panni stesi e insegne (per bocca del villaggio), il colore della linfa e della granatina (stando alle radici) o quello del tempo (opinione della finestra). C’è anche chi non sa rispondere, come la pioggia, o chi trova la risposta nel frusciare delle pagine, come l’enorme gigante che incontra il protagonista in chiusura e lo invita a sperimentare la carezza del vento. Così, con il “vento del libro” che lo stesso lettore può saggiare, si conclude questo lavoro delicatissimo e potente.

Anne Herbauts è un’autrice e illustratrice straordinaria. La poesia scivola con naturalezza dalla sua penna e dal suo pennello, come dimostrato anche da titoli precedenti come Lunedì e Cosa fa la luna di notte?.  La sua capacità fuori dal comune sta nel cogliere le parole come fossero piccoli frutti delicati, nel comporre immagini che rimandano a una dimensione altra e di costruire libri che oggetti interessanti oltre che contenitori di storie. Di che colore il vento concretizza bene questa capacità, offrendo al lettore un’esperienza di scoperta e riflessione che chiama in gioco sensi e sentimenti diversi. Le pagine ampie, piene o vuote a seconda delle necessità espressive, parlano non solo attraverso i brevi testi e le figure composti dall’autrice ma anche attraverso i materiali di fondo di cui si compongono; le texture sottili (troppo per una lettura solo tattile ma abbastanza per una lettura multisensoriale) che fanno emergere figure e cornici;  le sagome ritagliate che danno fisicità ad alcuni elementi e i rilievi che riecheggiano, indicano dettagli, suggeriscono stati d’animo. Sono pagine che raccontano, a chi si prenda il tempo di prestar loro attenzione, il senso della scoperta e dell’indugio; pagine che danno rilievo alla pratica dell’ascolto e alla complessità del mondo che ci accoglie.

Il libro porta lo stesso titolo di una bellissima manifestazione promossa qualche anno fa dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi che ha portato in diverse città italiane un’esposizione internazionale di libri tattili e momenti di approfondimento di altissimo livello sulle tematiche dell’illustrazione per le dita. L’iniziativa ha coinvolto in diverse forme anche la casa editrice francese Les Doigts Qui Rêvent di cui più volte su Di.To abbiamo parlato, che molto strettamente collabora con la Federazione e che un ruolo importante ha giocato anche nella nascita del libro stesso di Anne Herbauts. L’interrogativo da cui il volume prende le mosse rappresenta infatti una curiosità realmente espressa da un bambino cieco durante una passeggiata con il papà e raccolta con attenzione dalla casa editrice di Dijon che l’ha condivisa con l’autrice e che ha supportato quest’ultima nella cura degli aspetti tecnici del volume. Pur non confluendo, in definitiva, in un libro tattile vero e proprio – con tanto di testo in Braille e illustrazioni totalmente fruibili al tatto –  Di che colore è il vento? mostra un occhio di riguardo per le sensazioni non solo visive che la pagina può offrire, divenendo non tanto una reale possibilità di lettura per chi non ci vede quanto un omaggio prezioso a chi sa ascoltare e riconoscere la realtà delle cose anche a occhi chiusi.