Recensione pubblicata il: 28/11/2017

Autore Kenneth Oppel Illustratore Jon Klassen Editore Rizzoli Paese di pubblicazione Italia ISBN 9788817089197 Anno 2016 Numero di pagine 252 Prezzo 16 €

Fascia d'età 12-14 anni Sezione Libri sulla disabilità

Steve ha 12 anni, una famiglia abbastanza normale, una babysitter esperta di insetti e una certa difficoltà a vivere con serenità le piccole difficoltà quotidiane. È un bambino “molto sensibile!”, Steve – così lo definiscono i genitori – un bambino con piccole ossessioni e il bisogno di contenere le ansie ripetendo delle liste e affidandosi a personalissimi rituali. Data la situazione di partenza, l’arrivo di un fratellino – Theo – con una patologia non definita che lo rende fragile e diverso, non contribuisce a rasserenare il protagonista. Dopo essere stato punto da uno strano tipo di vespa cui peraltro è allergico, questi inizia infatti a fare strani sogni in cui dialoga con la regina e in cui progetta una soluzione per i problemi di Theo. L’idea di ritrovarsi con un fratellino normale, e anzi perfetto, dapprima lo affascina e tranquillizza ma quando capisce in cosa consiste l’inquietante piano della vespa i suoi pensieri accelerano e il suo diventa un percorso di accettazione della diversità tormentato in cui spendersi e rischiare in prima persona.

Il libro di Kenneth Oppel è tutt’altro che usuale e rassicurante. L’intreccio tra reale o onirico in cui lascia sospeso il lettore, stimola, interroga e spiazza  quest’ultimo. Forte di questo doppio piano narrativo, mai nettamente definito, Il nido affronta il tema della diversità da un’angolatura insolita e proprio per questo illuminante. Senza che il protagonista sia in prima persona toccato dall’imperfezione causata da una malattia o da una disabilità, questa trova un posto preminente nella narrazione attraverso il tormentato percorso del bambino. Non ci sono moralismi spicci o lunghi discorsi sul tema, tra queste pagine,  e questo fa sì che la messa in discussione di  un’idea di perfezione auspicabile a tutti i costi, non puzzi di retorico o artificioso. Sono i sogni, le decisioni riviste, le azioni e le relazioni di Steve a portarci a riflettere, supportati in maniera puntualissima dalle illustrazioni in bianco e nero di Jon Klassen che fanno del loro caratteristico gioco di ombre, spessori e inquadrature distorte la lente perfetta per mettere a fuoco un racconto così suggestivo.