La distanza tra me e il ciliegio

Recensione pubblicata il: 21/07/2025

Autore Paola Peretti Editore Giunti Paese di pubblicazione Italia ISBN 9788809877696 Anno 2023 Numero di pagine 208 Prezzo 16 €

Fascia d'età 12-14 anni Sezione Libri sulla disabilità

Si parla di Disabilità visiva

Il ciliegio che svetta robusto nel cortile della scuola elementare di Mafalda ha per lei un valore speciale. Qui la bambina immagina che si sia trasferito lo spirito dell’amata nonna, ora che non c’è più. Qui si arrampica come nessun’altro (o meglio, come Cosimo de Il barone rampante, libro preferito del papà). Qui ha trovato il gatto Ottimo Turcaret e ha conosciuto Estella, operatrice scolastica fuori dal comune, quella volta che non riusciva più a scendere dai rami. E qui, soprattutto, fissa il suo punto di riferimento, la sua personale unità di misura che evidenzia il calo graduale e inesorabile della sua vista.

A Mafalda è stata infatti diagnosticata una malattia oculare rara – la malattia di Stargardt – che comporta la progressiva perdita della visione centrale. Settanta metri, sessanta metri, cinquanta metri, quaranta metri, trenta metri…  a ogni capitolo del libro si accorcia la distanza da cui Mafalda percepisce il suo ciliegio mentre, la macula oculare, in maniera proporzionalmente inversa, si allarga. Il libro racconta, così, la maniera in cui la bambina, coraggiosa e intraprendente, impara a fare i conti con una disabilità molto invalidante, sì, ma incapace di cancellare la sua personalità, i suoi sogni, il suo modo di stare al mondo. Estella, a sua volta alle prese con una personale battaglia con la malattia, insegna a Mafalda a cercare e custodire ciò che per lei essenziale, ciò di cui, anche senza vista, non può proprio fare a meno.

Già, ma come si fa a capire che cosa è essenziale per ciascuno di noi? Mafalda non lo sa e per capirlo avrà bisogno di immaginare e sperimentare, di infrangere le regole e di uscire dalla sua comfort zone, di conoscersi a fondo e di conoscere chi le sta intorno. Insieme ai suoi genitori, tanto affettuosi quanto apprensivi, Mafalda farà tesoro dell’incontro con persone speciali, quelle che sanno parlarle con schiettezza e non si fanno condizionare dalla sua disabilità: Estella, certo, ma anche Filippo, bambino irrequieto e attaccabrighe che per Mafalda diventa un amico sincero e fidatissimo e che, a sua volta, in Mafalda trova un porto sicuro nella tempesta della sua vita familiare. Con il loro supporto ma soprattutto con una straordinaria dose di resilienza, Mafalda cresce consapevole e capace di andare incontro al giorno in cui tutto diventa grigio, con la certezza che le cose per lei più significative non perderanno colore.

Intenso e commuovente, La distanza tra me e il ciliegio ha il pregio di raccontare la disabilità ai ragazzi con una certa sincerità e lucidità: quella che non rinuncia a dire gli aspetti meno felici di questa condizione ma che allo stesso tempo sa cogliere e restituire la luce che quella condizione non spegne. E se è vero che i personaggi mostrano a volte voci e atteggiamenti più da grandi rispetto a quella che sarebbe la loro età sulla pagina, il racconto risulta comunque solido, appassionante e capace di coinvolgere e toccare il lettore dalla prima all’ultima pagina.