L’inventario delle mie stranezze

Recensione pubblicata il: 24/12/2022

Autore Silvia Pillin Editore Einaudi Ragazzi Paese di pubblicazione Italia ISBN 9788866566809 Anno 2021 Numero di pagine 144 Prezzo 14,50 €

Fascia d'età 12-14 anni Sezione Libri sulla disabilità

Si parla di Autismo e disturbi della comunicazione

La quotidianità di Agata, ragazzina in età da scuole medie, è scandita da regole ferree da lei stabilite: cosa può mangiare e cosa no, quali stoviglie può utilizzare per ogni pasto, ogni quanto va lavata l’unica felpa che intende indossare, quanto deve scaldare il latte al microonde, a quale minuto spaccato deve uscire di casa e via dicendo. Ogni scelta ha la sua logica ma spesso quest’ultima risulta incomprensibile per chiunque non sia la stessa Agata.

La ragazza si rende conto che il suo modo di affrontare le situazioni e le relazioni non è ordinario, eppure non si spiega il perché di questa diversità ma tende piuttosto a subirla e ad adattarvisi a scapito della possibilità di crearsi delle amicizie e di integrarsi in classe. Qui il suo obiettivo è principalmente quello di rendersi invisibile: Agata vorrebbe infatti assomigliare alle sue compagne, così spigliate e così legate tra loro, ma non sapendo come fare si rassegna a vivere la dimensione scolastica in totale solitudine. Anche la mamma, che pur le vuole bene e si sforza di assecondarla là dove le è possibile, fatica a entrare davvero nel suo mondo e a capire cosa le frulli nella testa.

Saranno l’incontro con un coetaneo appassionato di matematica come lei e il dialogo con una vicina di casa insospettabilmente capace di capirla a consentire ad Agata e ai suoi cari di guardare con più lucidità al suo modo di essere e di accoglierlo più serenamente, con i suoi pro e i suoi contro.

Scritto da Silvia Pillin, L’inventario delle mie stranezze mette in luce alcune caratteristiche della sindrome di Asperger, le difficoltà relazionali che questa implica e la dimensione emotiva che (a dispetto degli stereotipi) non viene annulla dalla disabilità. Tali aspetti tendono dal canto loro a monopolizzare l’attenzione e il focus del racconto, lasciando un po’ troppo poco spazio allo sviluppo psicologico dei personaggi e all’approfondimento della vicenda narrativa che pur avrebbe interessanti potenzialità.