Martin lo scheletro
Recensione pubblicata il: 6/06/2025
Il protagonista di questo libro è uno scheletro. La copertina di questo libro (così come le illustrazioni al suo interno) sono accese da un vivace rosa fluo. Insolito, no? Bene, le inattese nozze tra un soggetto potenzialmente pauroso e un tono decisamente sgargiante dichiarano fin da subito, prima ancora di iniziare a leggere il volume, la sua carica originale e sorprendente.
Perché Martin lo scheletro è esattamente così: originale e sorprendente. La storia inizia quando, dopo anni di onorato servizio come scheletro scolastico, a Martin viene concessa la meritata pensione. Saranno due vecchietti – denominati, per l’appunto, il vecchietto e la vecchietta – a prenderlo in carico in questa nuova fase della sua vita (se così, per uno scheletro, si può dire). Martin viene infatti accolto in casa loro e rimesso in sesto: da quel momento diventa a tutti gli effetti un inquilino della casa, una presenza fissa e rassicurante, un amico e confidente che sembra aver fatto parte della famiglia da sempre.
La sua presenza diventa utile per dissuadere pericolosi rapinatori ma anche per rendere più spassoso il bagno quotidiano dei nipotini, per raccogliere la fatica di una giornata agitata ma anche per trasformare il giorno della sauna in un ricordo epico. Apparentemente, Martin non dice né fa nulla ma, nei fatti, dice e fa molto, per chi gli sta accanto. E lo fa con una levità aggraziata e commuovente, anche e soprattutto quando la morte (quella vera) sopraggiunge, certo non imprevista ma comunque gravosa
La forza di Martin lo scheletro sta proprio qui: nel trasformare con la sua sola presenza, l’insostenibile in accettabile, l’ordinario in straordinario. Triinu Laan dà vita, infatti, a un personaggio meravigliosamente originale che anima una moltitudine di situazioni contraddistinte giusto da un pizzico di assurdità ma sempre raccontate con una naturalezza che spiazza e diverte. L’ironia costantemente sottesa al racconto, contribuisce dal canto suo a renderlo irresistibile, al pari dell’universalità dei sentimenti dipinti. Non a caso, Martin è l’unico ad avere un vero e proprio nome: tutti gli altri – il vecchietto e la vecchietta, il bambino e la bambina – incarnano un passaggio della vita in cui chiunque può facilmente riconoscersi.
Ironia e capacità di specchiare il lettore giocano, d’altro canto, un ruolo importante anche in un’ottica di accessibilità. Questi aspetti, uniti alla qualità attraente e perfettamente in linea con il racconto, delle illustrazioni, sono infatti i primi importanti motori della motivazione alla lettura. La presenza poi di un’impaginazione ad alta leggibilità e di una struttura narrativa che di fatto si compone di tanti micro-episodi quasi a sé stanti, completano infine il quadro di un libro capace di accogliere e solleticare anche i lettori meno forti o con maggiori difficoltò legate alla dislessia. Una piccola chicca assolutamente da far scoprire ai bambini!
Caratteristiche del supporto:
Caratteristiche del contenuto:
Caratteristiche del testo:
Caratteristiche delle immagini:
Ti potrebbe interessare anche