Pimpa e la scuola di Tito
Recensione pubblicata il: 21/07/2025
Quest’anno Pimpa festeggia 50 anni tondi tondi. C’è forse un modo migliore per celebrare un traguardo così importante di rendere accessibili le avventure della cagnolina più amata d’Italia anche a chi fino ad ora non ha potuto farlo? Probabilmente no! Ecco allora che l’iniziativa curata da Franco Cosimo Panini in collaborazione con la Fondazione Paideia appare quantomai felice: l’editore ufficiale di Pimpa e la fondazione torinese molto attiva nella creazione di supporti in CAA hanno infatti dato vita a una serie di storie di Pimpa con il testo supportato visivamente dai simboli WLS.
Si tratta di volumi al contempo molto fruibili e molto curati dal punto di vista compositivo ed estetico. La qualità della carta e della stampa, la grafica e l’impaginazione rendono, infatti, questi libri assolutamente equivalenti, in termini di aspetto oltre che di contenuto, ai libri di cui costituiscono un adattamento. E questo è un goal non da poco per una tipologia di libro – quella in simboli – che spesso deve fare i conti con pubblicazioni non strettamente editoriali e di conseguenza non propriamente di valore.
Non solo: i volumi così confezionati appaiono anche particolarmente rispettosi degli originali. L’aggiunta dei simboli implica di fatto una riduzione dello spazio dedicato alle illustrazioni, che risultano cioè poco più piccole ma egualmente di ampio respiro, ma non compromette l’equilibrio con cui originariamente testi e figure erano stati combinati sulla pagina. Per far sì che questo accada e al contempo per rendere la lettura più accessibile e meno ostica, alcune frasi vengono sintetizzate, eliminate o ridotte, mantenendo però intatto il senso del testo e in buona parte anche il ritmo.
Il processo di simbolizzazione, dal canto suo, appare ispirato a un certo equilibrio tra dettaglio ed economia: la maggior parte delle parole viene, cioè, individualmente simbolizzata, fatto salvo per quei casi in cui risulta più chiaro e comprensibile associare più elementi testuali allo stesso simbolo (es: “la lettera z”, “c’era una volta”…). In generale, articoli e aggettivi vengono sempre uniti al soggetto di riferimento (nel primo caso privi di specifico simbolo, nel secondo caso con il simbolo inserito nello stesso riquadro del simbolo del sostantivo), l’elemento di negazione (non) viene sempre associato al verbo a cui è associato (il cui simbolo appare quindi sbarrato), e le locuzioni verbali vengono sempre tenute compatte (talvolta in associazione a un solo simbolo, talvolta a più di uno).
In Pimpa e la scuola di Tito, Pimpa si prepara ad andare a scuola. Per Tito la faccenda è del tutto nuova perciò, mosso da sincera curiosità, tempesta Pimpa di domande su questo luogo così misterioso. Cosa si fa? Cosa ti insegnano? Come si chiama la maestra? A cosa servono le lettere? Cosa disegnate? Posso venire anch’io? Ma Tito è troppo piccolo, dice Pimpa mentre si appresta a saltare sul pulmino. Poco male: rimasto a casa, Tito trova nei mobili e nei complementi – animati, come sempre accade nelle storie di Altan – un validissimo aiuto per imparare a scrivere, a leggere e a disegnare. Grande sarà la sorpresa di Pimpa al suo ritorno e meritatissima la merenda che i due si concederanno dopo il duro lavoro!
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