Contare sulle dita
Del talento di Claire Dé nel coniugare riconoscibilità delle immagini e moltiplicazione dei sentieri interpretativi attraverso la fotografia avevamo già detto, raccontando lo splendido Imagine… c’est tout blanc. Quello stesso talento lo ritroviamo ora all’interno di Contare sulle dita, un progetto editoriale che per fortuna, a differenza del precedente, è arrivato ora anche in Italia. Lo ha portato Editoriale Scienza che sta dedicando particolare attenzione a una promettente valorizzazione di titoli fotografici.
Contare sulle dita, dal canto suo, è un libro ibrido, multiforme, difficile da incasellare. È un libro per contare? È un libro per guardare? È un libro per creare collegamenti tra le cose? Sì, sì e sì, è in effetti tutte e tre queste cose, e probabilmente non solo. Ogni doppia pagina di questo robusto cartonato di formato quadrato, propone due fotografie (in una manciata di casi, una sola fotografia che occupa l’intero spazio) nitidissime e dai colori attraenti, associate a un numero o una semplice addizione che interpreta matematicamente gli elementi che la compongono. Più difficile a dirsi che a vedersi, in effetti! Qualche esempio può forse venirci in soccorso: un sasso a sinistra, una conchiglia a destra, la scritta “1”; due insetti a sinistra, due foglie a destra, la scritta “1+1 = 2”; tre coleotteri grandi e uno piccolo a sinistra, quattro foglie a destra, la scritta “3+1 = 4”; quattro foglie gialle e una rossa a sinistra, tre sassi gialli e due rossi a destra, la scritta “4+1 = 3+2” e via dicendo…
Descritto a parole, potrebbe sembrare un libro semplice semplice, che facilmente può esaurire l’interesse. Bene, la verità è che questo libro è l’esatto contrario! Contare sulle dita sottende, infatti, un’architettura raffinatissima, all’interno della quale crescono non solo i numeri ma anche la complessità dei soggetti e delle operazioni matematiche ad essi correlate e soprattutto all’interno della quale tutto, ma proprio tutto, chiede di essere letto: i colori con cui sono scritti i diversi numeri, la loro posizione sulla pagina, i richiami cromatici tra fotografie affiancate, gli sfondi, le luci i giochi di vuoti e pieni, di proporzioni e di contrasti. Di fronte a questo libro risulta, infatti, davvero difficile ostinarsi a ritenere la lettura visiva una lettura di serie B!
Lo sguardo e l’intelletto del bambino, non necessariamente piccolo (anzi!), sono sollecitati senza posa, invitati a cogliere nessi ed equivalenze, a godere di composizioni esteticamente meravigliose, a scoprire che la matematica è intrinsecamente custodita in ogni cosa del mondo, a riconoscere figure, colori e tesori della natura. A fare tutte queste cose o farne anche solo una: e questo è proprio il bello, anche in termini di potenzialità inclusive. In un libro piccolo come questo sono pronti a dipanarsi innumerevoli possibilità di letture e altrettanti percorsi didattici, in cui scienza e poesia possono viaggiare a braccetto.