Il mistero del cucciolo scomparso

Nella famiglia di Martina, non ci sono molti soldi e nemmeno molte manifestazioni d’affetto. Martina, che del libro di Petra Soukupova è protagonista e narratrice, manifesta insofferenza nei confronti di entrambe le mancanze, ma impara a nasconderla sotto una scorza dura e a tratti respingente, la stessa che poi porta con sé anche al di fuori delle mura di casa. A scuola, per esempio, dove la ragazzina – unica della classe senza device tecnologici – si sente spesso un pesce fuor d’acqua e fatica a trovare amici sinceri. Anche per questo, forse, ciò che desidera sopra ogni altra cosa è un cane: un amico fedele come lo era stato il suo vecchio Zampa.

E così, quando i genitori le permettono, non senza sbuffi, di adottare un cane, Martina stenta a crederci. La sua scelta ricade su Fiocco di neve, un cagnone candido che fin da subito rivela il suo carattere selvatico e indomabile. Sordo, letteralmente, a ogni insegnamento, Zampa si caccia sovente nei guai, contribuendo a suo modo a incrinare ulteriormente la solitudine della ragazzina. Fiocco di neve si rende spesso protagonista di fughe e morsi, fino a quando, in uno straziante colpo di scena, viene trovato morto. La sua morte  diventa a tutti gli effetti uno spartiacque: c’è un prima e c’è un dopo, ci sono quelli che aiutano Martina a scoprire il colpevole e quelli che invece gioiscono per quella scomparsa, ci sono i sospettati e ci sono gli alleati. Le indagini per la risoluzione del mistero della morte di Fiocco di neve vedono coinvolta non solo Martina ma anche alcuni suoi amici e, a vario titolo, diversi abitanti del paesino in cui tutti loro vivono. La ricerca della verità diventerà per la protagonista un modo per esorcizzare la morte, per scandagliare le emozioni che la attraversano e per esplorare relazioni tra pari multisfaccettate e complesse. Fino alla risoluzione del mistero, che assume dal canto suo la forma di una vera e propria catarsi.

Il romanzo di Petra Soukupova è schietto e a tratti crudo, grazie a una scrittura tagliente che lascia poco spazio a fronzoli e ricami sentimentali. Il lettore è catapultato fino al collo in una vicenda in cui bene e male non sono mai netti e in cui le emozioni si mescolano e si intrecciano, restituendo una visione dei fatti e del mondo che non è mai semplice o scontata. Che poi è quello che succede nella realtà.

Avvincente e fuori dagli schemi, Il mistero del cucciolo scomparso è pubblicato in Italia da Beisler che lo propone nella sua ormai collaudata collana leggieascolta. I libri che ne fanno parte si caratterizzano per la presenza di un qr code che consente di fruire dell’audiolettura tramite un’apposita app, scaricabile gratuitamente sia per Android sia per Ios. La possibilità di godere del testo sia tramite lettura sia tramite ascolto rappresenta, dal canto suo, un’opportunità importante offerta dall’editore perché moltiplica i canali di fruizione della narrazione, facilitando il libero movimento del lettore tra le parole. Un accorgimento fondamentale per quei lettori che in ragione di una disabilità o un disturbo specifico dell’apprendimento si trovano spersi di fronte a un fitto testo scritto ma anche per quei lettori che, più semplicemente, prediligono l’immersione in una storia tramite l’ascolto.

Tanto amore non può morire

Un romanzo può essere commuovente dalla prima all’ultima pagina (letteralmente) senza per questo apparire melenso. Può raccontare la morte senza per questo risultare funesto. Può scavare nel dolore e nonostante, anzi proprio grazie a questo, far affiorare la gioia delle relazioni. Tanto amore non può morire di Moni Nilsson dimostra, dal canto suo, tutte e tre queste cose.

Lo fa attraverso la storia e il punto di vista di Lea, dieci anni, una famiglia unita e ordinaria, una passione per il calcio, un carattere tosto, un’amica che è praticamente una sorella e una mamma malata di cancro. Lea sa della malattia della madre ma, anche in virtù di un’età in cui consapevolezza ed elaborazione fantastica tendono a mescolarsi, rifiuta in fondo l’idea che possa morire a breve. Così, quando la sua migliore amica Noa le dice di aver visto sua madre al Galà del Cancro e di essere dispiaciuta per la sua morte imminente, la fragile e tutto sommato rassicurante idea di realtà imbastita da Lea improvvisamente crolla. Noa diventa una traditrice per aver saputo prima di lei e per averle rivelato ciò che lei non vedeva o non voleva vedere. Lea fa di lei una sorta di capro espiatorio e al contempo di soggetto scaramantico: finché la odierà e rinuncerà alla sua amicizia, forse la mamma non morirà. Accade, allora, che mentre la malattia di Johanna peggiora, lasciandole sempre più di rado dei momenti buoni in cui fare scorta di piccole felicità, Lea sperimenta la paura del distacco in maniera ancora più dolorosa perché non può contare sulla sua amica più cara. Proprio quella che, nonostante, tutto, continua a cercarla e a tentare un riavvicinamento dopo il pasticciaccio del Galà. Arriva un momento, però, in cui gli allontanamenti forzati, i tentativi di distrazione e le nuove amicizie non bastano più a coprire il vuoto enorme che si fa spazio dentro Lea. Ed è proprio lì che le relazioni importanti, che si stringono in quella che è una famiglia allargata a tutti gli effetti, affiorano con forza e si fanno rete di sicurezza. Quella a cui affidarsi senza timore e di cui sentirsi indissolubilmente filo.

Asciutto, intenso e meravigliosamente scritto, Tanto amore non può morire prende di petto un tema delicatissimo scansando in uno slalom ardito le trappole del sentimentalismo e dello sbrodolamento. Qui, verosimilmente, il tempo e il ritmo cambiano in funzione della situazione che vive Lea e degli stati emotivi che essa reca con sé. Le relazioni – grandi protagoniste del romanzo – palpitano autentiche nelle parole e nei gesti dei personaggi, portando alla luce tutto ciò che di buono può esserci nel dolore più buio. È un romanzo forte, appassionante, incisivo, questo di Moni Nilsson, che merita di essere proposto e consigliato ai ragazzi e alle ragazze nonostante tema portante e copertina possano apparire respingenti. Ultimo ma non meno importante: Uovonero lo propone con caratteristiche di alta leggibilità evidenti e importanti che a loro volta sostengono una lettura già di per sé densa e magnetica.