Stella procione

Scoprire una nuova specie animale è un’autentica avventura per uno scienziato. Ma anche scegliere il nome per la nuova specie scoperta può non essere da meno, parola di dottor Storr.

Quando quest’ultimo – tipo eccentrico e curioso – si trova faccia a faccia con un animale che assomiglia moltissimo a un cane ma che a tutti gli effetti è una creatura a sé, inizia infatti un appassionante lavoro di osservazione e nominazione, non del tutto privo di imprevisti. Le bestiole con cui si trova ad avere a che fare sono di fatto procioni intraprendenti e vivaci. Mica facile starci dietro! Un aiuto imprevisto al dottor Storr arriverà però dal cielo che con le sue costellazioni e le storie che queste custodiscono si rivelerà fonte di ispirazione inesauribile e preziosa.

La storia che lega la specie dei procioni all’astronomia è ispirata a una storia vera ed è proposta da Sinnos in un volume smilzo e piacevole della collana Leggimi, curato da Letizia Iannaccone e Alessandro Parodi. Oltre a raccontare una storia curiosa, Stella procione vanta caratteristiche di alta leggibilità che concernono font, spaziatura e allineamento e che rendono la lettura particolarmente agevole anche in caso di dislessia.

Charlie e il misterioso professor Tiberius

Le giornate di Charlie si svolgono nel segno della regolarità: regolarità nel vestire (rigorosamente magliette neutre, felpe larghe, Crocs blu per stare in casa, nere per stare fuori), regolarità nel mangiare (preferibilmente se non esclusivamente nuggets di pollo), regolarità nel lavarsi le mani (né più né meno che 12 serie di insaponamento e risciacquo, una per ogni suo anno di vita), tanto per fare qualche esempio. Non sarà dunque difficile comprendere il tornado emotivo che investe Charlie quando suo papà, giornalista di guerra, torna ferito dall’Afghanistan e necessita di cure specifiche dall’altra parte degli Stati Uniti. In pochissimo tempo le routine e la rassicurante quotidianità di Charlie saltano e, come se non bastasse, sua sorella Davis, adolescente ribelle, convince lui e i gemelli Joel e Jake, pestiferi decenni, a mettersi in macchina per raggiungere la clinica in cui il papà è ricoverato.

Sarà un lungo e avventuroso viaggio quello che aspetta i quattro fratelli, accompagnati da una giovane di nome Ludmila il cui passato in Bosnia e il cui legame con il papà dei ragazzi si vela di mistero fino all’arrivo. Charlie accetta suo malgrado di partecipare alla spedizione, perlopiù motivato dalla possibilità di visitare i luoghi natali del professor Tiberius Shaw, ornitologo di cui è grandissimo estimatore e di cui possiede, per fortuite circostanze, un prezioso manoscritto. Non solo: quel viaggio di chilometri e chilometri attraverso montagne, foreste e pianure americane è per Charlie l’occasione perfetta per avvistare gli esemplari della Lista degli Uccelli da Vedere Prima o Poi che ha compilato tempo prima con il papà e a cui si aggrappa con tutte le sue forze nella convinzione che spuntarli tutti possa significare la guarigione del genitore. Un modo tutto suo, insomma, per tenere a bada le preoccupazioni e dimostrare un affetto che solo apparentemente non si manifesta.

Con il suo interesse spasmodico per gli uccelli, i suoi comportamenti bizzarri e la sua totale insofferenza verso norme sociali di dubbio senso, Charlie ricorda un poco Ted, il protagonista della serie Netflix Atypical, che condivide con il romanzo di Sally J. Pla una schiettezza ironica rispetto al tema della neurodiversità. Al seguito di Charlie e della sua sgangherata famiglia ci inoltriamo su territori che per la gran parte di noi risultano sconosciuti e sono resi insidiosi da pregiudizi e visioni stereotipate. Siamo portati a conoscere, per esempio, l’oppressione fisica che determinate sensazioni e situazioni generano in Charlie e lo sfiancante contrasto tra la sua difficoltà a esprimere sentimenti e la sua attitudine a provarli, ritrovando oltre che una storia appassionante e avvincente, anche un ritratto palpitante di cosa significhi interagire con il mondo e interpretarlo secondo schemi differenti.

Quattro viaggi straordinari

Invenzioni avveniristiche, viaggi avventurosi, missioni delicatissime ed esplorazioni misteriose: dentro i Quattro viaggi straordinari di Luigi Capuana c’è tutto questo, peraltro impastato in una forma snella e accattivante. Nonostante i loro annetti, i racconti dell’autore siciliano mantengono infatti uno spirito fresco che può incontrare anche il favore di ragazzini d’oggi. La lingua certo, è, ricercata e il fraseggio è di un certo respiro ma l’appeal dell’invenzione narrativa e il bel lavoro editoriale fatto dalla Splen restituiscono ai racconti una veste piacevole e moderna. Basterà poco quindi per tuffarsi sulle ali di un marchingegno volante, alla ricerca di un popolo di scimmie, nelle profondità di una grotta oscura, naufraghi su un’isola selvaggia e godersi un viaggio tanto breve (il che significa lettura abbordabile!) quanto straordinario.

Il cofanetto proposto da Splen si presenta al contempo amichevole ed elegante. Apprezzabilissima, in particolare, la scelta di affidare le illustrazioni a pennelli diversi – Santo Pappalardo, Lucia Scuderi, M. Rachele Fichera, Riccardo Francaviglia e Margherita Sgarlata -, ciascuno con un carattere particolare. In questo modo la fantasia sfrenata dell’autore, lasciata correre attraverso tempi e mondi lontani, trova eco e valorizzazione. Da non sottovalutare, infine, l’attenzione riservata ai lettori con dislessia. I Quattro viaggi straordinari sono infatti pubblicati con font Easyreading che rende meno ostica la decodifica testuale e resi disponibili anche in versione ebook con maggiori possibilità di personalizzazione della lettura.

Manuale del piccolo aviatore

Un libro di narrativa certo non è, ma data la particolarità del progetto che lo supporta Il manuale del piccolo aviatore merita senz’altro una segnalazione. Il libro è un concentrato di informazioni utili e interessanti, soprattutto per quei bambini e quelle bambine che amano stare con il naso all’insù e che vedono nel volo, nella tecnologia aeronautica e nell’esplorazione dello spazio una realtà a dir poco affascinante. Qui si trovano riunite e spiegate in modo chiaro informazioni variegate relative alla storia del volo, alla flotta della nostra Aeronautica, al mestiere di Pilota, alla Frecce Tricolore, ai record spaziali e all’esperienza dell’ormai notissimo capitano Samantha Cristoforetti. Provvisto di diversi box di curiosità e di un glossario riassuntivo, il libro si chiude con il test del piccolo aviatore e un attestato ritagliabile che valorizza le conoscenze acquisite dal lettore. La ricchezza dei contenuti qui raccolti è dunque notevole benché la grafica non renda loro effettiva giustizia. Molto semplice e a tratti dall’aspetto casalingo, questa agevola la comprensibilità delle informazioni pur a scapito dell’appeal estetico.

Il manuale del piccolo aviatore è disponibile in cinque versioni diverse – tradizionale, Braille (senza illustrazioni ma con doppio testo nero-Braille), a grandi caratteri, ad alta leggibilità (con utilizzo della font Puntidivistafacile), in simboli – così da soddisfare bisogni di lettura differenti. Diverse nel formato, nell’adattamento testuale, nell’aspetto grafico oltre che nel tipo di codice impiegato, queste rispondono all’idea che strade diverse possano condurre al medesimo contenuto, garantendo a tutti i bambini le medesime opportunità di scoperta. Frutto di un progetto inclusivo che vede partner l’Aeronautica militare e la casa editrice Puntidivista, i cinque volumi si ispirano all’idea che , così come il cielo, anche il diritto alla lettura debba essere di tutti.

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Le due metà del cielo

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Due personaggi (il sole e la luna), due copertine (una notturna e una diurna), due versi di lettura del libro (una dal dritto e una dal rovescio): come anticipa efficacemente il titolo, ne Le due metà del cielo tutto è doppio e solo un opportuno cambio di prospettiva consente di cogliere il pieno significato della storia. Solo capovolgendo il volume, a metà del racconto, è possibile scoprire il segreto della stella e del satellite di cui si narrano i tratti e assistere al loro eccezionale rendez-vous. Da un lato e dall’altro del libro si descrivono infatti proprietà e azioni tipiche dei due corpi celesti – l’uno aiuta i fiori a crescere, è il mago dei colori e vive al caldo, l’altro cambia forma, si nasconde talvolta e fa crescere i capelli – ma solo nella pagina centrale in cui entrambi compaiono si compie la magia dell’incontro. Così, attraverso la storia di due mondi apparentemente inconciliabili e distanti ma in realtà capaci di trovarsi e unirsi, gli autori celebrano il valore dell’integrazione e della differenza.

Il libro, stampato su cartoncino spesso e maneggevole, è pensato per risultare accessibile anche a giovanissimi lettori con disturbi della comunicazione, è un adattamento dell’omonimo volume già pubblicato dall’associazione Need You onlus tra il 2012 e il 2014 in diverse lingue (tra cui l’italiano, il francese, l’inglese, il portoghese e l’arabo) e diffuso gratuitamente in luoghi di accoglienza del disagio infantile. Rispetto alla versione originale, il volume è frutto di un grosso e preciso lavoro di semplificazione e traduzione in simboli WLS (Widgit Literacy Symbols) che un opuscolo allegato spiega sinteticamente come utilizzare. Ricco di immagini metaforiche e personificazioni che possono risultare un po’ difficili per lettori con poca dimestichezza col figurato, Le due metà del cielo risulta dotato di illustrazioni evocative ma al contempo attente a rendere i fenomeni scientifici cui si accenna (dalle fasi lunari alle maree, dalla rotazione dei pianeti all’eclisse). Ne risulta un prodotto non semplicissimo ma significativo sia sul piano didattico sia su quello narrativo.

Il libro è reperibile presso l’associazione Need You onlus e presso alcune sedi convenzionate come la Libreria Terme di Acqui Terme e viene offerto al pubblico a fronte di un’offerta minima volta a coprire le spese di produzione e supportare le iniziative future legate alla pubblicazione.

I colori

Le scoperte di Bebo e Bice, ovvero un lombrico rosa e una pulce blu all’assalto della scienza. Quella di Editoriale Scienza è una collana per bambini in età prescolare davvero molto curiosa.

Protagonisti sono Bebo e Bice, due intrepidi esploratori che si imbattono ad ogni episodio in curiosi fenomeni, indagati e spiegati grazie a semplici e replicabili esperimenti scientifici.

I libretti che racchiudono le scoperte di Bebo e Bice sono amichevoli nell’aspetto e nei contenuti: oltre a spiegare i principi scientifici in maniera molto concreta e comprensibile, questi prediligono infatti  testi brevi e interamente basati su dialoghi chiaramente attribuiti, una stampa in maiuscolo che facilita i lettori alle prime armi e alcune caratteristiche di alta leggibilità (come un font pulito e senza grazie e un’ampia spaziatura) che sorridono anche ai giovani lettori dislessici (magari ancora inconsapevoli).

Ogni volume presenta una struttura riconoscibile in base alla quale un problema in cui i due protagonisti incappano per caso viene risolto e spiegato grazie a un semplice principio scientifico, saggiabile dal lettore grazie a un esperimento suggerito. E’ possibile proseguire la lettura e la scoperta empirica trattata da ogni libretto grazie a una serie di video caricati dall’editore sul suo canale Youtube : un modo interattivo e accattivante per stimolare l’interesse scientifico e per amplificare gli stimoli lanciati dalla storia.

Nell’episodio intitolato I colori  i due protagonisti aiutano il contadino Severino a far tornare una zucca spuntata gialla del suo colore corretto. Dopo aver per sbaglio colorato la zucca di blu con dei mirtilli, Bebo e Bice scoprono che, mescolandosi, i colori ne formano di nuovi. Per realizzare l’esperimento suggerito per comprendere il fenomeno bastano davvero pochi oggetti a misura di bambino: acqua, carta crespa e bicchieri. Come possono dunque fare i lettori, anche Bebo e Bice imparano che mescolando giallo e blu si ottiene il verde e risolvono così il problema di Severino. A proposito di colori e di significato che possono recare con sè: i protagonisti della serie, Bebo e Bice, sono rispettivamente rosa e blu e portano questi colori con grande naturalezza. Questo, unito al fatto che entrambi manifestano uno spiccato interesse scientifico e che non si dividono i ruoli  in base a presunte predisposizioni  (entrambi fanno gli esperimenti, entrambi,  a turno, sono responsabili delle scoperte scientifiche, entrambi fanno giochi avventurosi o vestono  i panni del fruttivendolo…), fa della serie un preziosissimo strumento a misura di bambino anche per promuovere la parità e combattere gli stereotipi di genere, senza manifeste e pesanti intenzioni pedagogiche.