Pio pio bau bau

Tratto essenziale, figure evidenti, colori pieni, contorni netti: la cifra di Attilio Cassinelli è inconfondibile, tanto nelle sue fiabe illustrate quanto nei suoi libri senza parole o onomatopeici. Pio pio bau bau rientra in questa seconda categoria. Il libro, che fa parte di una collana di quattro titoli intitolata I senza parole di Attilio, presenta un formato che si sviluppa in orizzontale, perfetto per mettere in valore il lungo cammino del suo protagonista: un pulcino intraprendente che supera il recinto del pollaio per avventurarsi nei dintorni, prima di fare ritorno dai suoi cari. Il suo è un viaggio ricco di incontri: una capra, un cane, varie rane e cornacchie incrociano il suo cammino e a ogni tappa il pulcino impara un verso diverso che si esercita a replicare. Grande è lo stupore di mamma chioccia nel sentirlo belare, abbaiare, gracidare e gracchiare. Basta, però, il pigolio dei fratelli per far ritrovare al pulcino la strada e i suoni di casa…

Attilio, maestro nel raccontare storie in maniera chiara con pochissimi tratti ben scelti, rende perfettamente il senso di marcia del protagonista e dell’interazione con i suoi interlocutori. Lineare nello sviluppo, pulito nella composizione e sempre attento a non affollare la pagina con un numero troppo elevato di personaggi, Pio pio bau bau procede per sole immagini e onomatopee, risultando molto immediato e fruibile anche a bambini piccoli o con difficoltà di comprensione e aggancio a testi più articolati.

Lo sbadiglio

È possibile raccontare una storia – o, addirittura, la Storia – con un solo suono? A leggere Lo sbadiglio di Ilan Brenman e Renato Moriconi si direbbe proprio di sì! Questo libro (quasi) senza parole, che nasce sulla scia di Telefono senza fili, mette infatti in successione rigorosamente cronologica e profondamente ironica una serie di personaggi – dall’ominide all’astronauta, passando attraverso il faraone egizio, il guerriero vichingo e Napoleone – e li collega attraverso un filo narrativo inaspettato: lo sbadiglio, per l’appunto. A ben pensarci, in effetti, tante cose sono cambiate nel tempo ma tutti (proprio tutti) gli uomini e le donne della storia hanno senz’altro provato e manifestato noia e sonnolenza. Ecco allora che un sonoro Oooohhhh (con un numero di o e di h variabile), attraversa i secoli e le pagine di questo libro invitando irresistibilmente il lettore a interpretarlo alla maniera dei diversi personaggi ritratti. Eva, una statua greca e Charlie Chaplin sbadiglieranno mica alla stessa maniera?

Lo sbadiglia si presenta come un libro molto accessibile e altrettanto stratificato. È accessibile perché l’unica parola di cui fa uso è un’onomatopea, perché segue un filo cronologico chiaro, perché si compone di illustrazioni ampie e riconoscibili e perché ogni pagina presenta un solo personaggio alla volta. È stratificato perché può essere letto in tanti modi, perché le sue tavole possono essere godute anche singolarmente e perché alla rappresentazione in primo piano, realistica e apparentemente seria, Renato Moriconi aggiunge degli imprevisti dettagli di sfondo che generano spasso, straniamento, inferenza e invito alla lettura minuziosa: il cartello di divieto di sosta vicino all’albero di mele del paradiso, la sfinge con le orecchie da Topolino, un greco munito di fionda a fianco ad Icaro che precipita, ma anche Cappuccetto rosso insieme alla lupa di Romolo e Remo o il Bianconiglio e gli orologi di Dalì dietro l’inventore della relatività.

Difficile dire che la Storia è noiosa, di fronte a una rappresentazione di questo tipo. Reale e fantastico, passato e futuro scompigliano infatti le carte e creano percorsi inattesi, ricchi di citazioni tutte da scoprire. Che bello sarebbe fare didattica a partire da libri così?

La canzone degli insetti

Franco Cosimo Panini ha portato in Italia una piccola serie di deliziosi cartonati di grande formato firmati da Thierry Dedieu, poliedrico autore francese che sa combinare in maniera originale ed efficace sguardo scientifico e indole artistica.

La collana si rivolge a un pubblico di piccolissimi e si compone di volumi in bianco e nero dalle pagine ampie, resistenti e sufficientemente spesse da potersi tenere in piedi da sole. Attraenti fin dalla nascita, i titoli che la compongono si caratterizzano per le grandi figure nere che spiccano senza fronzoli sulla pagina bianca e che delineano un mondo naturalmente incantevole.

La canzone degli insetti, in particolare, propone una breve successione di pagine (12 in tutto) su cui si stagliano dapprima le grandi sagome di un coleottero, di una mantide e di una libellula (uno per doppia pagina), poi uno scenario erboso che pullula di creature volanti e non, e infine una raccolta di onomatopee che descrivono acusticamente quanto visto vino ad allora. A una prima parte del tutto priva di parole fa seguito, dunque, una seconda composta solo di suoni. Gli insetti cantano, come ci dice in effetti il titolo del libro, e il loro concerto è un’armonica combinazione di Bzzz, Cricricri, ssh ssh ssh e flap falp flap tutta da ascoltare e da riprodurre.

Le figure di Dedieu sono ad alto contrasto, precise e nette, così da risultare ben riconoscibili da parte di bambini che abbiano in minimo di esperienza della natura, e allo stesso tempo ammalianti per chi da poco si sia affacciato al mondo. Il libro si presta in questo senso a letture, osservazioni ed esplorazioni trasversali per età e abilità all’interno delle quali è l’incanto dei contrasti e delle sonorità a fare da guida e da filo conduttore.

Sssh

Le storie si possono narrare in tanti modi, lo diciamo spesso. Anche con i rumori? Certo che sì! Sssh fa, infatti, esattamente questo: racconta la giornata di un piccolo protagonista attraverso i suoni che di situazione in situazione lo circondano.

Ogni doppia pagina fotografa un preciso momento della giornata in una particolare cornice – in casa, in classe, in piscina, per strada – dando spazio alle figure umane e agli oggetti più disparati che di volta in volta spiccano, emettendo un suono. Dal tostapane ai denti strofinati, dalle forbici al martello pneumatico: ogni cosa si fa sentire e partecipa alla sinfonia dell’ambiente. All’interno di quadri molto colorati e attenti alla vita vera dei bambini, come nello stile inconfondibile di Mariana Ruiz Johnson, risaltano dunque una serie di dettagli che si accompagnano ad eloquenti e riconoscibilissime onomatopee. Lì cade l’occhio e si attiva l’attenzione del lettore.

Ecco allora che il reperimento sulla pagina di una serie di elementi rumorosi non solo innesca un divertente e interessante meccanismo di associazione tra oggetto, azione e rumore, ma permette a un piccolo percorso narrativo di snodarsi attraverso i suoni evidenziati.  Soffermandosi su di essi e cogliendo i fili sottili che non di rado li collegano – il gatto che miagola sembra fuggire dall’aspirapolvere rombante, per esempio, o la risata che si sente nello spogliatoio della piscina si presume sia scatenata da una puzzetta – accade infatti che l’istantanea dipinta in ogni pagina si dilati e si animi secondo una logica tutt’altro che casuale.

C’è infatti una coerenza interna di base grazie alla quale il lettore non solo riconosce uno sviluppo temporale che si dipana attraverso le pagine ma può anche cogliere una serie di richiami tra di esse che danno sostanza alla narrazione. Elemento chiave, in questo senso, è la presenza fissa e ricorrente di un libro rappresentato accanto al protagonista. Dopo una giornata immerso nei suoni più variegati, infatti, questi trova nel finale un rifugio quieto tra le pagine del suo volume preferito: un luogo in cui il silenzio assume un ruolo del tutto ineffabile.

Vietato dunque ridurre Sssh a un comune libro di suoni che procede per semplice giustapposizione. Il volume rivela infatti un’orditura trasparente che lo rende molto più ricco e ne moltiplica le possibilità di lettura.  Nato da un progetto editoriale di Camelozampa, Sssh mette insieme due firme internazionali importanti: quella di Fred Paronuzzi e quella di Mariana Ruiz Johnson, dando vita a una proposta assolutamente originale e stuzzicante, oltre che dalle straordinarie potenzialità inclusive.

Sssh si presta infatti a una lettura ad alta voce irresistibile ed estremamente coinvolgente, anche nei confronti di quei bambini che per deficit cognitivi, comunicativi o di attenzione faticano a seguire un racconto complesso. Lo sviluppo di una narrazione basata su di una forma comunicativa basica ed efficacissima come quella onomatopeica, inoltre, permette di agganciare e stimolare, sia sul piano della comprensione che su quello della verbalizzazione, anche bambini con difficoltà più marcate. Da ultimo, la presenza di un numero di parole molto circoscritto e facilmente intuibile fa sì che anche una lettura individuale possa essere condotta con soddisfazione da chi non coltiva una relazione facile con il testo (o ancora non sa leggere). Una volta colto che le parole scritte rispondono a un preciso meccanismo – quello di restituire il suono emesso dalle figure ad esse associate – esse possono essere facilmente ricostruite e, anche laddove vengano sostituite da sinonimi o affini, l’effetto non cambia.

Il lavoro originale e difficilmente incasellabile di Fred Paronuzzi e Mariana Ruiz Johnson contiene dunque un vero e proprio tesoro di opportunità che difficilmente ci si aspetterebbe da un libro di onomatopee e che invece rivela tutta la sua ricchezza a chi gli presti occhio (e orecchio) attento. Parafrasando i Negrita, alla domanda che rumore fa la felicità? Probabilmente potremmo rispondere Sssh!