Non cancellarmi
Il diritto al gioco, il diritto al cibo, il diritto a una casa, il diritto a un ambiente familiare sereno, il diritto ai sogni… quante cose cancella la guerra ai danni dei bambini? Angelo Ruta prova a esplorare questo tema delicato attraverso le pagine di un albo totalmente privo di parole e di grande impatto simbolico.
Il suo Non cancellarmi, nato dalla collaborazione tra Carthusia e l’associazione culturale U-mani-tà, mostra due bambini all’interno di normalissime situazioni quotidiane – in cortile, al parco, in casa, a tavola… – rappresentando in bianco e con i contorni tratteggiati tutti quegli elementi quotidiani che una situazione di deprivazione può portare via. Così dello scivolo non resta che la scaletta, della casa una porta, del pasto la tavola vuota e via dicendo. Certo, la resilienza è qualità principe dei bambini che infatti provano a sopperire alle mancanze e a ricucire i danni con l’ingegno e la fantasia, ma a quale prezzo?
L’espediente del tratteggio trovato dall’autore è molto efficace perché riesce a dire in maniera eloquente ed evocativa una realtà scomoda e complessa. Il contesto della guerra, dal canto suo, è citato in quarta di copertina ma non risulta di fatto evidente all’interno del libro: aspetto questo che rende la lettura particolarmente versatile e adatta più in generale a un lavoro sui diritti dei bambini.