Un livre (Francia)
Se c’è un autore che ha dedicato la sua opera artistica a dare vita a libri in cui il piacere e il gioco fossero protagonisti, quello è senza ombra di dubbio Hervé Tullet. Il suo Un libro è forse, in questo senso, il suo titolo più emblematico: un progetto editoriale originale che in maniera intelligentissima e divergente esplora e sviluppa su carta il concetto di interattività.
Il meccanismo che vi sta alla base è semplice e immediato. Ogni pagina indica al lettore una semplice operazione (schiaccia, scuoti, soffia, inclina…) che deve compiere sulle figure che compaiono sulla pagina. Ognuna di queste operazioni genera una trasformazione sulla pagina successiva. Le figure – essenzialmente cerchi gialli, rossi e blu – cambiano infatti dimensione, posizione e sfondo in funzione di ciò che il lettore fa, assicurandogli a ogni passaggio sorpresa e divertimento. Impossibile stufarsi!
Geniale e innovativo, soprattutto considerando il periodo in cui è stato creato (siamo all’inizio degli anni 2010, quando i libri-gioco di qualità non erano esattamente numerosissimi), Un libro è presto diventato uno dei libri interattivi più amati, conosciuti e diffusi sia in famiglia sia nei servizi socio-educativi. Un libro è, insomma, un progetto molto amato e ha tutte le ragioni si esserlo. Per questo, la scelta della casa editrice francese Les Doigts Qui Rêvent di realizzarne una versione tattile, fruibile anche in caso di disabilità visiva, è per noi una scelta particolarmente felice. I libri belli e innovativi, che incidono profondamente sui nostri immaginari, meritano di essere portati a tutti i bambini!
Non solo: oltre ad avere tutte queste qualità, Un libro ha anche una composizione particolarmente funzionale a un adattamento di tipo tattile. Le sue figure minime ed essenziali, la sua predisposizione a un’interazione fisica con la pagina e la sua pulizia grafica facilitano, infatti, in maniera significativa la trasposizione per il tatto. E poco importa che il volume originale si basi, di fatto, sui colori: a ben guardare, ciò che conta, sono l’azione e la distinzione. Se al posto di schiacciare il pallino giallo, per esempio, il bambino è chiamato a schiacciare quello peloso, non sarà difficile intuire quanto poco cambi i fini del piacere di lettura e della realizzazione del progetto dell’autore.
Il lavoro fatto dall’équipe di Les Doigts Qui Rêvent va in questa direzione: vengono mantenuti fedeli all’originale le trasformazioni delle forme, il ritmo e l’andamento del testo e in buona parte l’impianto grafico, mentre i tre colori che caratterizzano i cerchi, vengono sostituiti da tre texture differenti e molto ben distinguibili (una pelosa, una setosa e una vellutata). Voilà, il gioco è presto fatto, con massima resa e minimi compromessi.
Il volume pubblicato dalla casa editrice francese, risulta fruibile in autonomia in caso di disabilità visiva anche nella sua parte testuale. Quest’ultima, a grande carattere, è infatti trascritta anche in Braille. Può essere tuttavia utile sottolineare che l’aggiunta di elementi tattili può rappresentare un valore aggiunto non solo per chi non può vedere la pagina tradizionalmente stampata. La possibilità di godere di un’esplorazione multisensoriale rappresenta infatti una ricchezza per qualunque lettore: per chi per esempio necessita di un rapporto più fisico con il libro per mantenere alto l’interesse ma anche per chi può già aver scoperto Un libro nella sua forma più nota e può qui sperimentarlo in una forma nuova.
