Fiabe di Andersen
Semplificate, simbolizzate, valorizzate: le Fiabe di Andersen trovano in questa nuova edizione in CAA targata Erickson una veste nuova e inedita che vale la pena scoprire. Dieci delle più note fiabe dell’autore danese sono qui rielaborate da Carlo Scataglini secondo i principi compositivi della scrittura semplificata, sono supportate visivamente nella parte testuale dalla presenza di simboli WLS impiegati secondo il modello inbook, sono illustrate magnificamente da Oscar Sabini e sono rese ancora più accessibili grazie alla presenza di un qr code che rimanda alla versione audio.
Ricco, anzi ricchissimo, questo progetto editoriale ha davvero molti pregi. È prima di tutto molto curata dal punto di vista estetico, con pagine di ampio formato che danno il giusto risalto alle illustrazioni. Presenta un adattamento testuale che mantiene un interessante equilibrio tra semplicità di lettura e qualità narrativa. Predilige una simbolizzazione puntuale (un simbolo per ogni parola, compresi articoli, pronomi o preposizioni) senza che la pagina risulti sgradevolmente affollata. Si sforza di abbracciare quante più esigenze di lettura diverse – legate alla sfera cognitiva, comunicativa ma anche sensoriale – senza rinunciare ad attrarre anche un pubblico normodotato.
Il lettore ha dunque modo di immergersi in un mondo fantastico che ha segnato l’immaginario di molte generazioni e che è a tutti gli effetti diventato un classico della letteratura. Dalle fiabe più note come La Sirenetta, Il soldatino di piombo, I vestiti nuovi dell’imperatore o Il brutto anatroccolo a quelle meno famose ma altrettanto suggestive come L’abete o I cigni selvatici, il volume offre al lettore racconti al contempo fruibili e suggestivi, rispettando così le esigenze di chi pur necessitando del supporto della CAA cerca narrazioni dense, appaganti e tutt’altro che scontate.
Inattese, perturbanti, talvolta criptiche e sempre dense di poesia, le illustrazioni di questo volume sottendono una scelta inusitata e apprezzabile. Esse denotano il desiderio di offrire anche ai bambini con difficoltà comunicative delle figure che non siano solo pura didascalia e che non servano necessariamente a consolidare la comprensione. Qui le figure, infatti, hanno tutt’altra funzione: attraggono, interrogano, evocano, dicono le emozioni più che i fatti. E questo è coraggioso e importante: perché magari saranno meno d’aiuto di altre a seguire il racconto ma offriranno un’opportunità nuova, sfidante e autentica, soprattutto per chi è abituato ai canoni visivi dell’editoria in simboli. Senza scordare, poi, che figure così affascinanti possono rappresentare una chiave significativa di condivisione del libro con chi non necessita di specifici accorgimenti di lettura.