Recensione pubblicata il: 8/02/2018

Autore Yoshitoki Oima Illustratore Yoshitoki Oima Editore Star comics Paese di pubblicazione Italia Anno 2015 Numero di pagine 192 Prezzo 4,90 €

Fascia d'età 12-14 anni Sezione Libri sulla disabilità

Si parla di Disabilità uditiva

C’è sempre una prima volta, anche per la recensione di un manga. A silent voice è infatti il primo fumetto giapponese che arriva su Di.To, in virtù di una storia che mette al centro una disabilità invisibile come quella uditiva e soprattutto le dinamiche di che intorno ad essa possono attivarsi. Il protagonista del fumetto è infatti  un ragazzo tediato dalla vita e piuttosto superficiale – Shoya Ishida – che trascorre le sue giornate a trovare un modo di sconfiggere la noia quotidiana. Che sia un tuffo da altezze improponibili o il battersi con energumeni, poco importa: quel che sta a cuore al ragazzo è il divertimenti fine a sé stesso e del tutto indifferente agli effetti su chi lo circonda. Per questo quando nella sua classe arriva Shoko Nishimiya, una ragazzina sorda, Shoya Ishida non perde occasione di darle il tormento, anche in maniera piuttosto pesante. Sono espliciti messaggi di disprezzo o atti di autentica crudeltà, i suoi, che feriscono profondamente Shoko Nishimiya che si mostra sempre paziente ma che alla fine abbandona la scuola. Sarà allora che il ragazzo si renderà conto di ciò che ha fatto e degli effetti che hanno causato le sue azioni: malvagità che gli si ritorceranno contro con l’avversione dell’intera comunità scolastica. Il bullo finisce quindi per trovarsi dall’altra parte della barricata, vittima di un biasimo e  di un’emarginazione che tanta parte avranno nel convincerlo a rimediare per tutti i danni fatti.

La storia di Shoya Ishida e Shoko Nishimiya è narrata da Yoshitoki Oima nella tradizionale forma del manga che si legge da destra a sinistra. Contraddistinto da un ritmo serrato, da vignette fitte (talvolta con disegni e scritte piccolissimi) in bianco e nero, da testi diretti e non troppo ricercati (a partire dall’utilizzo dell’espressione linguaggio dei segni al posto di lingua), A silent voice non propone una storia particolarmente segnante e travolgente ma mette l’accento su aspetti della vita scolastica in caso di disabilità su cui spesso la letteratura per bambini e ragazzi tace. Quello del bullismo, perpetrato in forme anche molto mortificanti, è un tema qui centrale che viene trattato con un’esasperazione e un crudezza poco abituali.

A silent voice è in realtà una serie composta da altri sette volumi, oltre quello in questione. In ciascuno si approfondisce la relazione tra Shoya Ishida e Shoko Nishimiya,passando attraverso riavvicinamenti e drammatiche distanze che cercando in maniera piuttosto calcata di rendere conto degli effetti, anche a lungo termine, che il fenomeno del bullismo può generare.