Cos’è la valutazione multidimensionale?

Le persone con disabilità hanno spesso particolari necessità di assistenza e cure, sia sul piano cognitivo e delle relazioni, sia sul piano della cura della persona. Si parla in questo caso di bisogni socio-sanitari.

Queste esigenze vengono affrontate in modi diversi, con soluzioni domiciliari o residenziali o con mix di interventi (domiciliari, semi-residenziali e residenziali); nel caso dei minori prevalgono nettamente le soluzioni domiciliari.

Soluzioni domiciliari per la disabilità nei minori

Esempi di soluzioni domiciliari sono il contributo per una baby-sitter (o per una “badante” nel caso di adulti e anziani), definito spesso “assegno di cura”; la presenza di un educatore o educatrice; la fornitura di un operatore socio-sanitario (OSS) per l’igiene personale e la gestione della casa.

Spesso è prevista una forma di assistenza a bassa intensità, sotto forma di “buon vicinato”, o “assistenza solidale”. In Torino, per esempio, essa prende il nome di “affido diurno”. Si tratta in ogni caso di una persona che è stata scelta scelta direttamente dall’interessato (o genitori) oppure viene fornita dal Servizio Sociale, con il compito di affiancare la persona nello svolgimento di alcune attività o di trascorrere tempo libero insieme a lei.

A cosa serve la valutazione multidimensionale?

La valutazione multidimensionale serve per erogare le prestazioni socio-sanitarie in modo il più possibile adeguato alle necessità assistenziali della persona.

Una valutazione multidimensionale  socio-sanitaria prende in esame diversi aspetti sociali e aspetti sanitari, produce un punteggio sociale e un punteggio sanitario, che sommati fra loro costituiscono un punteggio socio-sanitario; questo punteggio serve a orientare i Servizi rispetto alle necessità assistenziali della persona, da lievi (“lieve intensità assistenziale”) a elevate (“alta intensità assistenziale”)

Il punteggio sociale della valutazione multidimensionale da gennaio 2023 serve anche per accedere al contributo Piemonte Scelta Sociale

Aggiornato al 21 febbraio 2023

Come superare i gradini nell’ingresso del condominio?

Per effetto della legge 13 del 9 gennaio 1989, i condomìni progettati prima del 1989 sono accessibili alle persone con disabilità motoria.

La legge indica infatti i seguenti requisiti obbligatori di accessibilità:

a) accorgimenti tecnici idonei alla installazione di meccanismi per l’accesso ai piani superiori, ivi compresi i servoscala;

b) idonei accessi alle parti comuni degli edifici e alle singole unità immobiliari;

c) almeno un accesso in piano, rampe prive di gradini o idonei mezzi di sollevamento;

d) l’installazione, nel caso di immobili con più di tre livelli fuori terra, di un ascensore per ogni scala principale raggiungibile mediante rampe prive di gradini.

 

I condomini progettati precedentemente all’entrata in vigore della Legge 13/89, possono quindi presentare barriere architettoniche: una delle barriere più frequenti, per esempio, è la classica rampa di gradini all’ingresso dello stabile, per raggiungere l’ascensore.

Per superare una rampa sono possibili generalmente due soluzioni:

Come richiedere il montascale all’ASL

Il montascale è un ausilio ceduto in comodato d’uso gratuito dall’ASL alle persone che si spostano in carrozzina, che deve essere prescritto da un medico specialista nella patologia o menomazione (nel caso di minori si tratta solitamente del neuropsichiatra infantile).

Oltre alla prescrizione medica specialistica, sono necessarie due relazioni, entrambe rilasciate dal Comune di residenza:

E’ indispensabile inoltre essere in possesso di un verbale d’invalidità, tranne nel caso di minori. Se avete smarrito il verbale, leggete: Come recuperare i verbali d’invalidità e handicap (l. 104/92)

Una volta ottenuti questi quattro documenti, occorre fare riferimento al servizio “Assistenza protesica e integrativa” (o “Servizio ausili e protesi“) della vostra ASL di residenza.

Per Torino: https://www.aslcittaditorino.it/servizi/assistenza-protesica-integrativa/

Come tutti gli ausili erogati gratuitamente dal Servizio Sanitario, esso è compreso negli elenchi del DM 332/99 (Elenco 3):

è indicato per soggetti totalmente non deambulanti dimoranti abitualmente in edifici sprovvisti di ascensore idoneo, serviti da scale non superabili mediante l’installazione di una rampa […]; oppure per il superamento di barriere architettoniche interne all’abitazione. L’indagine sociale dovrà attestare l’assoluta indispensabilità di tale dispositivo.

NB: è importante che il medico specialista che prescrive il montascale verifichi che la carrozzina in vostro possesso sia adatta, altrimenti egli dovrà prescrivere un cambio carrozzina oppure un’ulteriore carrozzina

 

Riferimenti:

DM 332/99 e in particolare l’Elenco 3

Procedura per i residenti in Torino (Sito Informa disabile Torino)

 

Il montascale o servoscala

Se il montascale non è idoneo, oppure se più condòmini vogliono sostenere collettivamente la spesa, è solitamente possibile installare un montascale o un servo scala.

Il montascale può essere installato anche se il condominio non è d’accordo, purché sia facilmente rimovibile (per esempio montascale richiudibile a libro ) e non constituisca pericolo per se stesi o per gli altri, o non ci sia un vincolo da parte delle Belle arti per motivi storico-artistici. Vai al post

I costi in questo caso sono a carico dell’interessato (persona disabile o chi la ha a carico, o condominio), ma sono previste agevolazioni fiscali e possono essere previsti dei contributi regionali. Per approfondire vai al nostro post sui Contributi della Legge 13/89

La legge di bilancio 2023 ha prorogato al 31 dicembre 2025 l’agevolazione IRPEF del 75 % per spese inerenti eliminazione delle barriere architettoniche in edifici già esistenti: vai alla guida dell’Agenzia delle entrate

La spesa per il servoscala gode dell’IVA al 4% e della detrazione IRPEF del 19%

Per quanto concerne l’I.V.A., l’acquisto di servoscala o di altri mezzi simili atti al superamento di barriere architettoniche per soggetti con ridotte o impedite capacità motorie è ridotta al 4% (punto 31 della Tabella A, parte seconda, allegata al Dpr 633/972)

Aggiornato il 11-05-23

Come si può ottenere la protesi acustica?

Quando un bambino soffre di ipoacusia, può beneficiare di una protesi acustica tramite il Servizio Sanitario.

La prescrizione

Per poter richiedere una protesi acustica occorre innanzitutto che il pediatra o il medico di famiglia preparino un’impegnativa di visita specialistica per “valutazione acusia a fini protesici”.

Il medico specialista a sua volta farà fare al minore una serie di valutazioni cliniche per poter prescrivere la protesi più adatta.

I requisiti

Per poter ottenere un apparecchio acustico occorre una certificazione d’invalidità civile.

Leggi: come presentare domanda d’invalidità civile

 

La fornitura della protesi acustica

La fornitura dell’apparecchio acustico rispetta la procedura prevista per tutti gli ausili: vi consigliamo di documentarvi su questo aspetto presso la vostra ASL di residenza (solitamente sul sito aziendale sono riportate le informazioni necessarie.

 

Le forniture successive alla prima

Il rinnovo della prescrizione dell’apparecchio uditivo, deve essere attestata dallo specialista, sulla base della documentazione tecnica disponibile, quando il dispositivo è divenuto non idoneo per usura (l’apparecchio è definito non riparabile dal fornitore o da un suo mandatario), o per variazione delle condizioni cliniche e/o piano riabilitativo.

Furto o smarrimento della protesi acustica

In caso di smarrimento del dispositivo, per ottenere una nuova fornitura è necessario presentare all’ASL  (servizio ausili e protesi) la denuncia e una nuova prescrizione da parte dello specialista. La fornitura su smarrimento/furto  può avvenire solo una volta nell’arco della vita.

Vai alle linee guida

CONTRIBUTI PER APPARECCHI ACUSTICI DIGITALI (0-14 ANNI)

La Regione Piemonte ogni anno,  (ultimamente a fine anno) delibera i contributi per:

– la quota eccedente relativa ad apparecchi acustici digitali per minori di età compresa fra 0 e 14 anni

– processore esterno orecchio medio e relativo materiale acustico

– pile ricaricabili e carica batterie per portatori di impianto cocleare

NB: Le famiglie che hanno sostenuto questo tipo di spese nell’arco del 2016, pertanto, possono richiedere il rimborso

Vai alle disposizioni regionali

 

Come si ottiene un ausilio?

Un ausilio si ottiene se autorizzato dall’ASL di residenza. A parte gli apparecchi acustici, è possibile la prescrizione di un ausilio ai minori anche in assenza di riconoscimento d’invalidità civile.

Le fasi per l’ottenimento di un ausilio sono cinque, e cioè:

  1. la prescrizione da parte di un medico specialista del servizio pubblico (ASL o ospedale) dell’ausilio necessario; la Regione Piemonte (Linee Guida di applicazione del Nomenclatore Tariffario) indica l’oppurtunità che prescriva l’ausilio il medico che segue effettivamente nella riabilitazione il bambino disabile;
  2. il preventivo: dovrete recarvi presso una ditta, un negozio o una farmacia ortopedici per richiedere il preventivo esatto in base alla prescrizione dello specialista; in alcuni casi occorrono due preventivi;
  3. l’autorizzazione: portate prescrizione e preventivo all’ufficio protesi della vostra ASL, poiché ogni fornitura di ausilio deve essere anche autorizzata dall’ASL; qualora scegliate un tipo o un modello di dispositivo non incluso nel nomenclatore tariffario, ma riconducibile a giudizio dello specialista prescrittore per omogeneità funzionale a quello prescritto l’ASL di competenza autorizza la fornitura e corrisponde una remunerazione non superiore alla tariffa applicata o al prezzo determinato dall’ASL stessa per il dispositivo incluso nel nomenclatore e corrispondente a quello;
  4. la consegna: può avvenire a domicilio o presso la vostra ASL: siete voi a decidere;
  5. il collaudo: deve avvenire entro 20 giorni dalla consegna e deve essere eseguito dal medico specialista che ha prescritto l’ausilio. Se l’ausilio è stato preso presso ditta che ha vinto l’appalto di fornitura all’ASL, il collaudo non viene richiesto. Il collaudo è la verifica da parte dello specialista della congruità clinica dell’ausilio rispetto alla prescrizione (cioè del fatto che sia proprio quello che vi aveva prescritto, che finzioni e che sia l’ausilio clinicamente adatto alla situazione)

NB: in Piemonte anche i bambini stranieri non regolarmente presenti hanno diritto agli ausili (DGR 6-3264 27/06/06)

Per verificare la procedura corretta per ottenere ausili e protesi è opportuno consultare il sito dell’ASL di riferimento. Per Torino: http://www.aslcittaditorino.it/servizi/assistenza-protesica-integrativa/

Aggiornato al 19-4-2021

Esistono cataloghi di ausili aggiornati?

Il nomenclatore tariffario degli ausili è parte integrante del decreto 332/99. Ovviamente negli anni successivi i progressi tecnologici (materiali, efficienza delle batterie, maneggevolezza, capacità di un ausilio di adattarsi a contesti diversi, ecc.) sono stati notevoli.

Per avere una panoramica sugli ausili in produzione, Internet è un’ottima fonte.

Vi segnaliamo quindi due cataloghi aggiornati: EASTIN e SIVA

La rete EASTIN è un catalogo europeo accessibile in tutte le lingue dell’Unione Europea.
Se avete bisogno di informazioni sugli ausili tecnici disponibili sul mercato europeo, andate alla sezione”Le banche dati” / “Ausili“. I prodotti possono essere ricercati scorrendone la classificazione, oppure per parole chiave, oppure specificando il loro nome commerciale o il nome del loro produttore. E’ possibile limitare la ricerca ai prodotti più recenti; è anche possibile effettuare ricerche avanzate combinando vari parametri di ricerca o specificando le caratteristiche tecniche del prodotto desiderato.

Il Portale SIVA – Servizio Valutazione Ausili è un servizio pubblico di informazione su tutto ciò che la tecnologia può oggi offrire al servizio di una migliore autonomia, qualità di vita e partecipazione delle persone con disabilità. E’ integrato nella rete EASTIN, per cui è in grado di offrire panoramiche anche sugli ausili presenti sul mercato europeo. E’ un’iniziativa della Fondazione Don Gnocchi, con finalità sociali e scientifiche, indipendente da ogni interesse commerciale. Il SIVA ha anche una declinazione operativa nei centri di consulenza ausili.

Scarica i codici dei pannolini per bambini e ragazzi – DGR 30 ottobre 2018, n. 47-7790 

Aggiornato al: 21-1-2022

Cosa sono i Servizi Sanitari?

I Servizi Sanitari vengono erogati dalle ASL (Azienda Sanitaria Locale) e dagli Ospedali.

In Piemonte ci sono 13 ASL, ciascuna delle quali è suddivisa in distretti sanitari, che coincidono con una determinata area geografica e che fanno capo a un Responsabile di Distretto.

Gli Ospedali si differenziano in Presìdi ospedalieri (che fanno parte di una ASL, come per es. a Torino l’ospedale Martini, che fa parte dell’ASL TO1, o l’ospedale Maria Vittoria, che fa parte dell’ASL TO2) e Aziende ospedaliere (CTO-Maria Adelaide, Molinette, ecc.), che non dipendono dalle ASL e hanno una Direzione generale propria.

Nota bene: i Servizi Sanitari cui ci riferiamo in questo percorso sono quelli erogati dalle ASL.

Torino è suddivisa in due ASL (TO1 e TO2) e in dieci distretti sanitari, ciascuno coincidente con una circoscrizione comunale. In questo modo la collaborazione fra servizi sanitari e sociali risulta facilitata.

Sono Servizi Sanitari dell’ASL: il pediatra, l’assistenza sanitaria a domicilio, l’assistenza specialistica territoriale, la neuropsichiatria infantile, l’assistenza sanitaria all’estero, la fornitura di ausili e protesi, la riabilitazione (fisioterapica o logopedica), ecc.

Fino a che età si può avere il pediatra?

Il pediatra (tecnicamente: “pediatra di libera scelta”) è il medico di fiducia preposto alla tutela dell’infanzia, dell’età evolutiva e dell’adolescenza, cioè dei bambini e dei ragazzi tra 0 e 14 anni.

Ogni bambino, sin dalla nascita, deve avere il suo pediatra per poter accedere a tutti i servizi e prestazioni garantiti dal Servizio sanitario nazionale (Ssn).

Il pediatra è obbligatorio per i bambini fino ai 6 anni; tra i 6 e 14 anni la scelta può essere tra pediatra e medico di famiglia.

In caso di handicap o di patologie croniche si può richiedere un proroga dell’assistenza pediatrica fino a 16 anni di età. Questa possibilità è particolarmente importante quando il pediatra si è formato negli anni rispetto alla patologia del bambino.

Perché la collaborazione tra voi e il pediatra risulti efficace, è importante aggiornarlo costantemente sulle novità provenienti dai diversi specialisti che eventualmente consulterete e sulle vostre scelte in campo sanitario. Egli vi potrà aiutare a “mettere insieme i pezzi” e a capire alcuni termini molto complessi – in quanto molto specialistici – oltre a seguire lo sviluppo globale del vostro bambino.

Come si sceglie il pediatra?

Alla nascita del bambino, una volta ottenuto il suo codice fiscale, sceglierete un pediatra presso l’ufficio di “Scelta e revoca del Medico e del Pediatra” del distretto sanitario in cui risiedete. L’elenco dei pediatri spesso è disponibile sul sito dell’ASL. Alcune ASL prevedono la possibilità della scelta del pediatra online.

A Torino è possibile scegliere qualsiasi pediatra che operi presso una delle due ASL cittadine, l’unica condizione è che il medico prescelto non abbia già raggiunto il numero massimo di assistiti che può avere in carico (a meno che non segua già un fratellino o una sorellina) e sia disposto a visitare i pazienti anche al di fuori della propria ASL di appartenenza.

I bambini stranieri hanno diritto al pediatra?

I bambini figli di stranieri presenti regolarmente sul territorio italiano seguono le regole previste al livello europeo in base al caso specifico – vai al sito del Ministero della salute.

Anche i bambini figli di stranieri presenti non regolarmente sul territorio italiano, che si trovino in Piemonte, hanno diritto al pediatra – vai alla delibera regionale

Quali compiti ha il pediatra?

Tra i compiti del pediatra, oltre alle visite ambulatoriali e domiciliari e alla prevenzione, rientrano:

Il pediatra deve curare l’assistenza, anche domiciliare, del bambino con patologie croniche con progetti di “assistenza domiciliare programmata” o di “assistenza domiciliare integrata”.

Il pediatra deve inoltre scrivere e aggiornare una scheda sanitaria individuale di vostro figlio, che gli consenta di disporre in ogni momento delle notizie e degli avvenimenti che riguardano il suo stato di salute, in modo tale da procedere con una cura personalizzata, appropriata alla storia clinica del bambino.

Cura inoltre i periodici bilanci di salute.

Si può cambiare pediatra?

Nel caso in cui non siate soddisfatti del pediatra che avete scelto, potete revocarlo e sostituirlo: per fare ciò occorre recarsi allo sportello “Scelta e Revoca del medico” della vostra ASL di residenza, con la tessera sanitaria del bambino.
Nel caso in cui il pediatra che sceglierete e quello precedente siano associati, occorre l’accettazione del nuovo pediatra.

Il pediatra visita a domicilio?

Il pediatra non è obbligato a visitare a domicilio tranne in caso di intrasportabilità del bambino.

A chi ci rivolgiamo quando siamo in vacanza in Italia?

Quando il vostro bambino, per qualsiasi ragione, si trova a soggiornare temporaneamente presso un comune diverso da quello di residenza (ad esempio: si trova in una località di vacanze), potete chiedere l’assistenza a un pediatra convenzionato con il Servizio sanitario o alla Guardia Medica.

La visita sarà a pagamento, ma potrete ottenere un rimborso parziale, se vostro figlio:

Per chiedere il rimborso dovete recarvi agli sportelli della vostra ASL di residenza muniti della ricevuta del pagamento.

Ministero della salute

Ultimo aggiornamento: 20-3-2015

Come si prenotano le visite specialistiche?

Dopo le dimissioni dal reparto di maternità dell’ospedale, il vostro bambino può aver bisogno di visite specialistiche (p. es. ortopediche, fisiatriche, neurologiche ecc.) o di specifici esami di laboratorio (p. es. sangue, urine, feci) o strumentali (p. es. radiografie, ecografie, TAC).

 

Come si prenota una visita specialistiche e gli esami?

Tutte le visite di medici specialisti che lavorano all’interno di strutture pubbliche e convenzionate con il Servizio Sanitario, devono essere richieste per vostro figlio dal pediatra di famiglia, che preparerà sull’apposito ricettario un’impegnativa (cioè una richiesta) in cui indicherà la motivazione per cui ritiene necessaria la visita.

Nota bene: le visite a domicilio sono possibili soltanto se il pediatra specifica sull’impegnativa che si tratta di una “Visita domiciliare”.

Ottenuta l’impegnativa, si prenoterà la visita con una delle seguenti modalità:

La visita “ORL, “Percorso fisiatrico” e “Stili di vita” sono prenotabili anche presso la Casa della salute dei bambini e dei ragazzi dell’ASL Cità di Torino.

Le visite domiciliari possono essere prenotate soltanto presso la propria ASL.

 

Come si prenota una visita specialistica a domicilio?

Per prenotare una visita specialistica a domicilio, invece, occorre che l’impegnativa riporti “visita domiciliare”. Per prenotare una visita specialistica a domicilio a Torino seguite le istruzioni sulla pagina dell’ASL Città di Torino.

Altro discorso vale per le visite a domicilio del medico di famiglia o del pediatra.

La visita a domicilio da parte del medico di famiglia o del pediatra è possibile quando la persona non è trasportabile presso l’ambulatorio del medico e quando il medico considera che la situazione clinica sia critica al punto da rendere necessaria una visita a domicilio.

Secondo quanto stabilito dalla Convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale il Pediatra è reperibile tutti i giorni feriali al mattino dalle 08 .00 alle 09 .00 per le richieste di visita a domicilio. Il medico di famiglia è reperibile fino alle 10:00.

Se la visita è stata richiesta entro questi orari, deve essere eseguita di norma nel corso della stessa giornata. Se la richiesta di visita domiciliare viene presentata dopo questi orari, il medico dovrà presentarsi al domicilio entro le 12:00 del giorno successivo.

 

Come si prenota una visita specialistica se sono straniero irregolare?

Le visite specialistiche nel caso di stranieri irregolari vengono prenotate mediante impegnativa rilasciata dello sportello ISI (Informazioni Sanitarie Immigrati) o dal Consultorio pediatrico o ginecologico.

Questi centri rilasciano una tessera “STP” (Straniero Irregolarmente Presente)”, che permette di accedere ai servizi sanitari.

 

Regione Piemonte – Assistenza sanitaria agli stranieri

Sportelli ISI dell’ASL città di Torino

Aggiornato al 31-1-2022

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Come funziona l’esenzione dal ticket?

Le esenzioni ticket

Tutte le prestazioni di diagnostica e le visite mediche specialistiche per la gravidanza, per la tutela della maternità e per l’accertamento di eventuali difetti genetici del feto o di altre patologie che implichino un rischio per la salute della madre e del feto stesso.

Le esenzioni possibili sono:

Tutte le esenzioni devono essere richieste agli sportelli dedicati dell’ASL di residenza.

Esiste inoltre l’esenzione ticket per indigenza economica, che viene rilasciata dal Servizio sociale  anziché all’ASL

 

L’esenzione per invalidità

Poiché la percentuale di invalidità si riferisce alla compromissione delle abilità lavorative, ai minori in età di scuola dell’obbligo non viene attribuita alcuna percentuale d’invalidità: approfondisci.

Vostro figlio ha diritto a un’esenzione per invalidità se è stato riconosciuto minore invalido, o sordo, o cieco (leggi come).

Hanno diritto all’esenzione le persone riconosciute invalide, sorde o cieche (ipovedenti gravi, ciechi parziali o ciechi totali). I codici di esenzione per invalidità vanno da C01 a C 06

C01 Invalidi civili al 100% di invalidità senza indennità di accompagnamento (ex art.6 DM 1.2.1991)

C02 Invalidi civili al 100% di invalidità con indennità di accompagnamento (ex art.6 DM 1.2.1991)

C03 Invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa superiore a 2/3 dal 67% al 99% di invalidità (ex art.6 DM 1.2.1991)

C04 Invalidi < di 18 anni con indennità di frequenza ex art. 1 L. 289/90 (ex art.5 D.lgs. 124/98)

C05 Ciechi assoluti o con residuo visivo non superiore a 1/10 ad entrambi gli occhi riconosciuti dalla Commissione Invalidi Ciechi Civili (art.6 DM 1.2.1991)

C06 Sordomuti (chi è colpito da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata – art.6 DM 1.2.1991, ex art.7 L.482/68 come modificato dalla L.68/99)

La validità dell’esenzione è legata alla validità del verbale: Come comportarsi in caso di rivedibilità?

 

L’esenzione per patologia

Molte patologie danno diritto all’esenzione dal pagamento del ticket su determinate prestazioni e analisi. L’elenco delle patologie e la durata della validità dell’esenzione sono contenuti all’interno di due allegati del DPCM 12-1-17, “Nuovi LEA”: allegati 8 e 8bis

Banca dati patologie croniche invalidanti

Le esenzioni per patologia possono avere una scadenza. Alla scadenza dell’esenzione per patologia, per rinnovarla occorre recarsi presso gli uffici amministrativi della propria ASL di residenza (o di domicilio) con la documentazione clinica attestante la patologia in atto.

FAQ Esenzioni per patologia

 

Malattie rare

L’elenco delle malattie rare si trova all’interno dell’allegato 7 dei “Nuovi LEA”. In Piemonte esse danno diritto anche all’esenzione dal pagamento dei farmaci di Fascia C (DGR n. 38-15326 del 12.04.05)

L’erogazione del farmaco è vincolata alla stesura del piano terapeutico (PT), di validità massima di 12 mesi ed è collegato alla scheda di segnalazione di malattia al Registro interregionale malattie rare e può avvenire esclusivamente presso le farmacie ospedaliere delle Aziende Sanitarie Regionali.

DGR n. 118-6310 del 22/12/2017

Nascita prematura

I bambini nati prematuri, immaturi, a termine con ricovero in terapia intensiva neonatale hanno diritto all’esenzione ticket 040, valida fino al compimento del terzo anno di età

Reddito, disoccupazione, mobilità

Spetta ai residenti di età superiore a 65 anni ed inferiore a 6 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo, riferito all’anno precedente, non superiore a € 36.151,98

Ai residenti disoccupati e ai loro familiari a carico, appartenenti a un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a €. 8.263,31 incrementato fino a €. 11.362,05 in presenza del coniuge, incrementato di ulteriori €. 516,46 per ogni figlio a carico.

 

Leggi le FAQ sul Ministero della Salute

 

Ultimo aggiornamento: 23-5-2023

 

Cosa sono i Consultori?

Presso ogni ASL sono istituiti da tempo dei servizi chiamati consultori, che possono essere familiari, pediatrici e per l’adolescenza (questo terzo tipo non è molto diffuso).

All’interno dei consultori sono presenti operatori sanitari (ginecologi, infermiere, ostetriche, psicologi) qualificati a seguire le donne in gravidanza, i bambini e le loro famiglie; vi lavorano anche, con frequenza sempre maggiore, dei mediatori culturali (soprattutto magrebini, rumeni, russi, cinesi).

A cosa serve il consultorio familiare?

ll consultorio familiare è un servizio con finalità di prevenzione che si rivolge sia alla popolazione femminile sia alle coppie, per le problematiche legate alla sessualità, alla procreazione responsabile e alla contraccezione, alla gravidanza (vi si effettuano anche corsi di preparazione al parto), alla prevenzione delle malattie genitali femminili.

Il servizio è gratuito e possono accedervi anche i cittadini non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale.

A cosa serve il consultorio pediatrico?

È un servizio per bambini e ragazzi di età compresa fra 0 e 14 anni, che rivolge particolare attenzione ai problemi di salute della prima infanzia (0-3 anni). Questo servizio si occupa del controllo della crescita del vostro bambino e del suo sviluppo psicomotorio. Presso il consultorio pediatrico si svolgono anche attività d’informazione ed educazione sanitaria molto utili ai genitori; vengono inoltre attivati gruppi di genitori finalizzati all’apprendimento delle tecniche del massaggio infantile.

Nota bene: presso i Consultori Pediatrici sono attivati i Punti Latte, pensati come supporto per le neo-mamme, al fine di facilitare la pratica dell’allattamento al seno, fondamentale sia per il legame madre-figlio, sia perché il latte è il maggior agente immunitario per il neonato.

Che cos’è la Neuropsichiatria Infantile (NPI)?

La Neuropsichiatria Infantile (NPI) svolge attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione per disturbi di natura neurologica, neuropsicologica, psicologica e psichiatrica del bambino e dell’adolescente.
Se vostro figlio viene preso in carico dalla NPI, verrà predisposto per lui un “Progetto riabilitativo individuale” relativo sia agli aspetti sanitari, sia agli aspetti sociali, con particolare cura per l’integrazione scolastica, i percorsi di apprendimento e la socializzazione.

Il servizio di NPI svolge interventi in collaborazione con: i Servizi Sociali, la scuola, il Tribunale dei Minori, il Tribunale Civile e Penale.

Come per ogni prestazione sanitaria rivolta a un minore, per poter prendere in carico vostro figlio la NPI avrà bisogno del consenso di entrambi i genitori, anche se legalmente separati. Se ravvisate un problema da questo punto di vista, parlatene in sede del primo colloquio di accoglienza.

Il servizio di NPI vi potrà accompagnare dai primi mesi dopo la nascita sino al diciottesimo anno di vita di vostro figlio, aiutandovi sia per le terapie riabilitative, sia per altre importanti necessità; in particolare, ci riferiamo alla relazione con il mondo della scuola per quel che riguarda l’ottenimento dell’insegnante di sostegno, la programmazione didattica e la valutazione del percorso scolastico con le insegnanti.

In età infantile è il neuropsichiatra infantile a predisporre gratuitamente il certificato per la richiesta di accertamento di invalidità e handicap e a compilare il Piano Educativo Individualizzato per l’inclusione scolastica e l’apprendimento.

Servizio di NPI Torino

Aggiornato il 12/10/2020

Cosa sono gli interventi riabilitativi?

La riabilitazione riguarda una serie di interventi che possono essere effettuati al fine di ottenere un recupero e/o il mantenimento delle abilità del vostro bambino.
Ne fanno parte ad esempio le visite specialistiche (neuropsichiatriche, foniatriche, fisiatriche, ortopediche, oculistiche ecc.), le terapie fisioterapiche e psicomotorie, le terapie logopediche.
Teniamo conto che l’opportunità che vostro figlio faccia della riabilitazione deve essere comunque e sempre valutata dal medico specialista.
Per gli interventi riabilitativi ci rivolgeremo dunque ai Servizi di Rieducazione – Recupero Funzionale (RRF, o semplicemente “Fisiatria”) o di Neuropsichiatria infantile (NPI), tenendo conto che ogni ASL ha la propria procedura di accesso.
Quando e da chi viene prescritta la riabilitazione al bambino?

La riabilitazione può essere consigliata al vostro bambino dai medici dell’Ospedale Infantile (a Torino il Regina Margherita) o comunque da un neuropsichiatria infantile o ancora dal fisiatra.

Nota bene: è molto utile fare riferimento alla struttura pubblica, anche in vista delle certificazioni e degli interventi necessari all’integrazione scolastica.
Gli interventi riabilitativi si pagano?

Nelle strutture pubbliche e nei centri convenzionati l’intervento è prescritto dallo specialista pubblico ed è gratuito se il bambino ha un attestato di esenzione ticket.

Quali interventi riabilitativi offrono i servizi?
Fisioterapia
L’intervento fisioterapico può aiutare vostro figlio a migliorare e/o mantenere le capacità motorie il cui sviluppo è ostacolato dalla disabilità.
La fisioterapia può essere effettuata per permettergli di acquisire il controllo del capo, oppure per migliorare le sue competenze visive, oppure ancora per migliorare la sua capacità di mantenere la posizione seduta o di spostarsi nell’ambiente.

Il vostro bambino può fare della fisioterapia anche se:

Il fisioterapista formula un bilancio della situazione motoria e di sviluppo del vostro bambino, raccogliendo informazioni sia da voi, sia dai medici e dagli altri operatori sanitari, sia dall’osservazione diretta del bambino (mediante specifici strumenti).
Il fisioterapista, in base alla valutazione effettuata, propone un piano riabilitativo, che può prevedere un intervento diretto sul vostro bambino, articolato in cicli di sedute e proposte specifiche, che mirano all’acquisizione di abilità e al superamento delle difficoltà collegate al danno neurologico.
Anche i genitori partecipano alla riabilitazione del loro figlio, seguendo le informazioni, le indicazioni e i consigli del fisioterapista.

Psicomotricità (neuropsicomotricità)
Accanto al fisioterapista, troviamo spesso un’altra figura che si occupa di interventi che stimolano la relazione con il proprio corpo: il neuropsicomotricista. Qual è la differenza tra i due operatori?

In linea di massima, il fisioterapista si occupa di facilitare l’organizzazione di funzioni motorie (es. imparare a stare seduto), di mantenerle o recuperarle.
Il fisioterapista può aiutare vostro figlio a migliorare una funzione (es. il controllo del capo): per far questo egli dovrà servirsi della propria competenza tecnica, fra cui la capacità di entrare in contatto con vostro figlio e di stimolarne motivazioni e interessi.
Lo psicomotricista invece ha il compito di migliorare le capacità di relazione e di comunicazione del vostro bambino, facendo leva sempre su interventi di natura corporea: proporrà dunque situazioni terapeutiche che hanno l’obiettivo di aiutarlo a esprimersi maggiormente e ad apprendere a comunicare con gli altri.
Entrambe le figure professionali utilizzano un contesto ludico, in un ambiente appropriato (colorato e “morbido”) come momento di apprendimento, soprattutto quando il bambino è molto piccolo.
Attenzione a non confondere il fisiatra (che è il medico competente dei problemi motori e costituisce il riferimento per la diagnosi e la pianificazione dell’intervento terapeutico), con il fisioterapista, che è l’operatore sanitario che si occupa della gestione degli interventi riabilitativi.

Logopedia
Il logopedista formula un bilancio della situazione comunicativa-verbale del vostro bambino, raccogliendo informazioni sia da voi, sia dai medici e dagli operatori sanitari, sia dall’osservazione diretta del bambino (mediante strumenti specifici).
>Anch’egli propone, in base alla valutazione effettuata, un piano d’intervento a sostegno di vostro figlio e del vostro nucleo familiare, fornendovi informazioni, indicazioni e consigli.
L’intervento rivolto al vostro bambino sarà articolato in cicli di sedute e proposte specifiche, mirate al rinforzo delle sue abilità e al superamento delle sue difficoltà.

In particolare:

Attenzione a non confondere il foniatra (che è il medico competente dei disturbi della comunicazione, della deglutizione, della voce e del linguaggio, e costituisce il riferimento per la diagnosi e per la pianificazione dell’intervento terapeutico necessario al vostro bambino), con il logopedista, che è l’operatore sanitario che si occupa della gestione dei disturbi della comunicazione, della deglutizione, della voce e del linguaggio.

Ortottica
L’ortottica è un settore dell’oculistica che si occupa soprattutto della correzione dello strabismo.
L’ortottista esegue una visita che può essere utile nella diagnosi precoce dei disturbi visivi (età pre-scolare), proponendo ai vostri bimbi semplici test che forniscono un insieme di informazioni da inserire nella “pre-visita” oculistica. Inoltre l’ortottista affianca l’oculista nella correzione ottica dei bambini che presentano problemi di motilità oculare, ed effettua tutti gli esami tecnici di supporto all’esame oculistico.
Attenzione a non confondere l’oculista (che è il medico competente dei disturbi della vista), con l’ortottista, che è l’operatore sanitario che si occupa della gestione dei disturbi della vista.
Presso il servizio di Neuroftalmologia della Clinica Oculistica delll’Ospedale Oftalmico di Torino (via Juvarra 19), si è creata un’équipe multidisciplinare che segue gli esiti di danno neurologico in età evolutiva e adulta.

Quali ausili che può erogare l’ASL gratuitamente?

In base al cosiddetto “Nomenclatore degli ausili, ortesi e protesi” (Decreto Ministeriale 332 del 27 agosto 1999), i cittadini con menomazioni e disabilità invalidanti hanno diritto alla fornitura di protesi, ortesi e ausili tecnici: carrozzine, letti ortopedici, deambulatori, arti artificiali, protesi oculari e acustiche, busti, collari ecc… e materiale per stomìe e incontinenza.

Cosa significano “protesi”, “ortesi”, “ausili”?

Le protesi sostituiscono parzialmente o completamente parti del corpo mancanti, come per esempio una protesi acustica.

Le ortesi sono apparecchi correttivi, come per esempio un tutore per ginocchio, i plantari ortopedici, ecc.

Gli ausili sono un qualsiasi prodotto, strumento, attrezzatura o sistema tecnologico che può prevenire, compensare, alleviare o eliminare una menomazione o una disabilità, come per esempio le stampelle, il deambulatore, il passeggino ortopedizzato).

Quali sono i passi per ottenere un ausilio, una protesi o un’ortesi?

Il primo passaggio consiste nella prescrizione: l’ASL può fornire gratuitamente ausili, protesi o ortesi soltanto se prescritti da un medico specialista di struttura pubblica.

Se il minore è seguito dalla neuropsichiatria infantile, il riferimento per la prescrizione è il Servizio NPI.

La fornitura degli ausili è gratuita soltanto in presenza di un’invalidità accertata dalle competenti commissioni mediche. Non hanno bisogno di fare domanda d’invalidità:

 

Il secondo passaggio consiste nel preventivo in base al tipo di ausili e al relativo “codice ISO” che il medico avrà indicato nella prescrizione: potrete richiederlo a un negozio ortopedico o una farmacia, o tramite Internet (se la vostra ASL lo accetta). In alcuni casi occorrono due preventivi.

Per i presìdi di serie, come letti ortopedici, materassi antidecubito, carrozzine standard, in molte Regioni non occorre il preventivo.

Il terzo passo è l’autorizzazione: la procedura per chiedere l’autorizzazione è diversa da ASL ad ASL, ma il Servizio di riferimento è lo stesso in tutta Italia, comunemente chiamato “Ufficio ausili e protesi”.

In Piemonte questo servizio si chiama “Assistenza protesica e integrativa”

Una volta autorizzato, l’ASL provvederà alla fornitura, ovvero l’ausilio vi verrà consegnato. La consegna può avvenire a domicilio, siete voi a decidere.

L’ultimo passo consiste nel collaudo da parte dello stesso medico che aveva redatto la prescrizione. Il collaudo accerta la congruenza clinica e la rispondenza del dispositivo ai termini dell’autorizzazione, ad opera del medico prescrittore e deve avvenire entro 20 giorni dalla consegna. Il collaudo non è necessario quando l’ausilio è prodotto in serie e viene fornito da una ditta vincitrice di gara d’appalto per la fornitura di ausili, protesi, materiale per incontinenza (è il caso, per esempio, di carrozzine standard o di pannolini).

Quando il collaudo è necessario, l’ASL deve contattarvi entro 15 giorni dalla fornitura per fissare l’appuntamento.  Trascorsi 20 giorni dalla consegna dell’ausilio senza che il fornitore abbia  ricevuto alcuna comunicazione da parte dell’ASL, il collaudo si intende effettuato, ai fini della fatturazione e del pagamento. Il cittadino che on si presenta al collaudo incorre nelle sanzioni previste dalle  singole regioni.

Quali ausili vengono erogati gratuitamente dall’ASL?

L’individuazione dell’ausilio corretto parte prima di tutto dal riconoscimento di un bisogno del vostro bambino (es. stare seduto) o di voi genitori (es. provvedere all’igiene in condizioni di sicurezza), bisogno inserito all’interno di un progetto riabilitativo/abilitativo, che ha come scopo il raggiungimento di una maggiore autonomia del vostro bambino e/o di favorirvi quando assistete il vostro bambino.

L’individuazione di un ausilio necessita dunque di una valutazione complessa, che richiede tempo, strumenti, competenza.

Si tratta di valutare:

 

L’ASL può fornire ausili, protesi, ortesi compresi nel Nomenclatore Tariffario delle Protesi e degli Ausili Tecnici – Decreto Ministeriale 332 del 27 agosto 1999.

Ausili riconducibili. Data la notevole evoluzione tecnologica in questo ambito, gli ausili previsti dal nomenclatore tariffario in certi casi risultano ormai superati a soluzioni tecnologicamente superiori e in certi casi perfino più economiche. In questo caso la prescrizione indicherà che la soluzione individuata è “riconducibile” a un ausilio compreso all’interno del nomenclatore.

Ausili extra tariffario. In casi specifici di ausili indispensabili, ma non riportati nel “Nomenclatore” e non riconducibili ad ausili elencati in esso, esiste la possibilità di ottenerli in modalità “extra-tariffario”; dunque dovranno essere acquistati ad hoc.

Aggiornato al: 18/7/2023

Come funziona l’assistenza sanitaria all’estero?

Il Sistema Sanitario Nazionale prevede la possibilità di curarsi presso centri di altissima specializzazione all’estero.

La casistica e la normativa sono complesse, recarsi per cure all’estero richiede l’autorizzazione del centro regionale di riferimento, per cui necessario documentarsi per tempo presso l’ufficio “Assistenza sanitaria all’estero” dell’ASL di residenza di vostro figlio.

Presso l’ASL Città di Torino: clicca qui

 

 

Cure di altissima specializzazione all’estero

Le cure all’estero sono possibili soltanto se sono state autorizzate dal Centro regionale di riferimento.

Come si fa domanda di cure all’estero?

Occorre presentare all’ASl di residenza del bambino una specifica domanda, allegando la proposta del medico specialista (pubblico o privato).

Il medico deve specificare e motivare anche l’utilizzo eventuale dell’aereo.

Successivamente l’ASL trasmette domanda e documentazione al Centro regionale di riferimento, che appena valutata la richiesta ne comunica nuovamente l’esito all’ASL.

Sarà l’ASL a rilasciare e a comunicarvi l’autorizzazione.

La stessa procedura vale anche in caso di cure di mantenimento (per es. neuro-riabilitative) o di controllo.

 

In caso di disabilità cambia qualcosa?

Nel caso di trasferimenti all’estero per cure di neuroriabilitazione in pazienti con handicap grave le spese di soggiorno e albergo sono equiparate alle spese sanitarie, sia per il paziente,  sia per l’accompagnatore (che deve essere preventivamente autorizzato). Questo significa che valgono tutte le regole sopra enunciate, ma si considerano le spese di soggiorno e albergo (necessarie) come se fossero spese sanitarie (L. 104/92 art. 11).

Per quanto concerne le spese rimaste a carico, il rimborso in questo caso specifico è in base all’ISEE.

Inoltre, nel caso di assistenza INDIRETTA, sono previsti acconti per le spese di soggiorno, sempre in base al’ISEE del nucleo familiare

Per tutti i dettagli vi consigliamo di consultare il sito del Ministero della Salute e di fare riferimento all’Ufficio “Assistenza sanitaria all’estero” dell’ASL di residenza.

DPCM 12/1/2017, “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza“, art. 61

Ultimo aggiornamento: 12-5-2023

Come funziona l’assistenza sanitaria agli stranieri?

L’assistenza sanitaria agli stranieri è un argomento piuttosto complesso.

I cittadini di uno Stato dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein, Norvegia) e dalla Svizzera, possono usufruire dell’assistenza sanitaria in Italia se sono in possesso di:

Leggi sul Ministero della Salute

 

I cittadini stranieri extracomunitari regolarmente presenti in Italia possono accedere alle strutture del servizio sanitario nazionale (SSN)  con modalità diverse a seconda del motivo del soggiorno (turismo, studio, lavoro).

Leggi sul Ministero della Salute

L’assistenza sanitaria ai minori stranieri privi di documenti di soggiorno, passava attraverso l’ISI (Informazioni Sanitarie Immigrati), un servizio dell’ASL che non prevedeva specificatamente la figura del pediatra. Dal 18/3 invece, in Piemonte, anche i minori stranieri senza residenza, né permesso di soggiorno, hanno diritto al pediatra.

Vai alla delibera regionale

i minori stranieri hanno diritto all’iscrizione al Servizio sanitario, e dunque ad avere il pediatra, anche quando i loro genitori non hanno il permesso di soggiorno.

Vai al comunicato della Regione

Aggiornato il 18/03/2015

stranieri_disabili

Cosa sono i Servizi Sociali?

Cerchiamo qui di fare un po’ di chiarezza sui Servizi Sociali.

Si tratta di servizi che devono essere garantiti dai Comuni per rispondere ai bisogni sociali della popolazione più bisognosa.

In ambito di disabilità essi hanno il fine di ridurre “le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia” (Legge 328/2000).

 

 

Nei Comuni di grandi dimensioni tali servizi fanno capo al Comune stesso, mentre nelle realtà più piccole l’assistenza socio-assistenziale è spesso delegata a consorzi o convenzioni fra Comuni, a Comunità montane, ASL.

L’accesso a tali servizi è mediato dal Servizio Sociale di zona. Nel caso di minori con disabilità l’intervento parte di norma dalla Neuropsichiatria Infantile (N.P.I.) dell’ASL; i genitori o i tutori legali possono comunque rivolgersi al Servizio sociale indipendentemente dal fatto che il bambino sia in carico alla N.P.I..

A Torino i Servizi Sociali sono organizzati per “quadrante”: Vai agli indirizzi

Vai alla pagina dei Servizi Sociali di Torino

Nota bene: anche all’interno degli Ospedali è presente un Servizio Sociale, che può offrire un primo orientamento prezioso alle famiglie dei bambini ricoverati.

 

Aggiornato il: 18/2/2020

Che aiuti offre il Servizio Sociale?

I Servizi Socio-assistenziali non sono identici in tutti Comuni, in quanto le norme (L. 328/00 e LR 1/2004) indicano i “livelli essenziali dell’assistenza” che devono comunque essere rispettati, ma non indicano come debbano essere soddisfatti.

Fra i bisogni ai quali per legge devono far fronte i Servizi socio-assistenziali ci sono quelli delle persone disabili, compresi i minori.
In questo capitolo ci riferiamo in particolar modo ai servizi offerti nell’ambito del Comune di Torino.

Potete rivolgervi al servizio sociale per richiedere:

Come richiedere questo tipo di aiuti?

Nell’ambito della disabilità al di sotto dei diciotto anni il riferimento fondamentale è la Neuropsichiatria Infantile (NPI).

È bene ricordarsi che l’aiuto può anche essere richiesto per un altro minore della famiglia: ad esempio potrebbe essere opportuno richiedere un appoggio educativo per il fratellino del bimbo disabile che sta attraversando un periodo difficile a scuola.

Nota bene: anche le famiglie straniere hanno diritto a recarsi alla neuropsichiatria infantile e ai Servizi Sociali per avere un supporto in situazioni difficili.

www.comune.torino.it/stranieri-nomadi/min_stran.htm

Vedi anche: Progetto prisma

 

Aggiornato il: 09-04-2014

 

Come si contattano i Servizi Sociali?

I Servizi Sociali sono presenti in modo capillare sul territorio piemontese: ogni Comune ne ha una sede propria o al massimo in un Comune vicino; a Torino sono presenti in ogni circoscrizione.

Per contattarli:

Nota bene: prima di recarvi al primo colloquio al Servizio Sociale è opportuno che vi informiate sulle modalità di accesso; in alcune circoscrizioni infatti l’accesso avviene tramite bigliettini numerati, che si esauriscono piuttosto in fretta, anche prima dell’orario di apertura del Servizio.

Se la vostra richiesta può essere accolta dal Servizio Sociale, vi fisseranno un appuntamento con un operatore (assistente sociale o educatore professionale o un amministrativo) a cui dovrete, in seguito, fare riferimento.

Che interventi offre il Servizio Sociale?

ll Servizio Sociale offre diversi tipi di interventi: quelli domiciliari e residenziali sono legati a un Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI), altri invece sono slegati dal PAI (per es. l’assistenza economica, inserimenti in strutture diurne o residenziali, l’educativa territoriale).

Per quanto concerne gli aiuti legati al PAI, dovete farne richiesta non al servizio sociale, ma alla Neuropsichiatria infantile.

Il PAI (acronimo di Progetto Individuale Assistenziale) è un progetto che cerca di individuare e soddisfare i bisogni del vostro bimbo; viene realizzato dal Servizio Sociale in collaborazione con la Neuropsichiatria Infantile (NPI) e chi si prende cura del bambino (di solito i genitori).

I servizi previsti dal PAI possono essere acquistati direttamente da voi tramite un buono servizio oppure attraverso un’erogazione economica.

Potrete scegliere come fornitore del servizio una Cooperativa fra quelle iscritte all’albo dei fornitori del Comune di Torino. L’iscrizione all’albo dei fornitori certifica che la cooperativa soddisfa determinati requisiti e rispetta gli standard imposti dal Comune e dalla Regione.

Buono servizio: vi viene concesso un “buono” con il quale potrete scegliere a chi rivolgervi per ottenere il servizio concordato con la NPI e il Servizio sociale.
Un esempio: vi è stata riconosciuta l’esigenza di un’assistenza domiciliare per 3 ore alla settimana: potrete allora scegliere all’interno di un elenco di “soggetti accreditati” (sono in genere cooperative) chi ve la fornirà.

Erogazione economica: in questo caso vi viene dato un contributo economico che servirà per retribuire per es. la baby-sitter assunta regolarmente da voi, diventando così voi stessi datori di lavoro.

Assistenza domiciliare

L’assistenza domiciliare prevede che un operatore socio-sanitario (OSS) vi aiuti in alcune pratiche quotidiane. Le prestazioni vanno dalla cura del bambino (igiene personale, aiuto nel momento dei pasti, ecc.), all’aiuto nel governo della casa (pulizie, preparazione dei pasti, lavaggio biancheria ecc.), al sostegno nel portare a termine le incombenze non domestiche (disbrigo pratiche, pagamento bollette, visite mediche, accompagnamento a scuola di bambini ecc.), fino a semplici interventi igienico-sanitari (assunzione corretta dei farmaci, prevenzione piaghe da decubito ecc.).

Affido diurno

Si tratta di un volontario –scelto da voi o dal Servizio Sociale– che riceverà dall’ASL e dal Comune n rimborso spese per trascorre un certo numero di ore alla settimana con vostro figlio, per es. per aiutarlo nei compiti.

L’affido diurno è utile quando avete necessità di una persona per poche ore alla settimana, per es. se avete necessità che vostro figlio venga accompagnato a svolgere attività (ricreative, terapeutiche, ecc.) in orario lavorativo.

L’affido diurno è regolamentato da un “contratto” fra Servizio sociale, famiglia e volontario.

Assegno di cura

E’ un’erogazione economica che l’ASL e il Servizio sociale vi possono corrispondere nel caso in cui assumiate una baby-sitter o un’assistente familiare (badante).

Cure familiari
Sono un contributo economico e simbolico di poche centinaia di euro al mese che viene riconosciuto se voi genitori (o un parente entro il quarto grado) vi occupate in maniera costante e continuativa di vostro figlio disabile dovendo rinunciare al vostro lavoro, o ridurne l’orario, per prestare assistenza a vostro figlio.

Educativa territoriale
Si tratta di un intervento educativo che cerca di favorire le condizioni per migliorare i rapporti tra il bimbo e l’ambiente (famiglia, scuola, tempo libero). Di solito consiste nel frequentare servizi che prevedono attività ricreative o anche sportive.
Leggi di più

 

NB: in Piemonte è previsto che le necessità assistenziali possano essere affrontate mediante un mix di prestazioni, ovvero non esiste l’alternativa rigida fra intervento domiciliare di un certo tipo e un altro di tipo diverso, così come gli interventi possono essere in parte semiresidenziali e in parte domiciliari (per es. un pomeriggio a settimana presso un centro diurno e uno con l’affidatario diurno)
Vedi DGR 56/2010 -in particolare l’Allegato 1

 

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Aggiornato il 16-1-2017

Cos’è l’Unità Valutativa Minori (UVM)?

La Commissione di valutazione minori con handicap (Unità di Valutazione Minori) ha come finalità la valutazione integrata, sanitaria e assistenziale, dei progetti individuali relativi a persone disabili che prevedono l’attivazione di interventi sociosanitari.

Sono interventi sociosanitari quei servizi che non sono né esclusivamente socioassistenziali (ad esempio il contributo economico per il pagamento dell’affitto per le persone indigenti), né esclusivamente sanitari (ad esempio la visita di un medico), ma sono relativi a prestazioni a “valenza mista”, sanitaria e assistenziale, e che dipendono sia dal Comune, sia dall’ASL (ad esempio la retta di una struttura residenziale in cui lavorano operatori sanitari e socioassistenziali).

Secondo la normativa attuale, a livello nazionale e regionale, gli interventi sociosanitari devono essere regolamentati da apposite convenzioni tra l’ASL e l’ente che gestisce i servizi socioassistenziali, Consorzio o Comune (a Torino il Comune).